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Autore: BluePrimrose    10/06/2012    5 recensioni
La relazione di Blaine e Kurt non è sopravvissuta alla lontananza. Kurt ormai vive a New York da tempo, è sposato e ha un bellissimo bambino. Ma allora perchè sente che gli manca qualcosa?
Future!Klaine, Hummelberry, Blaintana, Broadway.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Sono ancora io, e stavolta ho deciso di deliziarvi con una long, perchè l’altro giorno sono stata colpita da questo pensiero (tristissimo) : e se la relazione di Kurt e Blaine non funzionasse, a distanza? Se finissero per lasciarsi? Così ho iniziato a scrivere questa storia, che però riserva delle sorprese. Che altro dire? Spero vi piaccia (ma nel caso ho con me un ombrello per ripararmi dagli eventuali pomodori marci).
                                                                                                                                                               BluePrim







 

 Capitolo 1

 
 


 
 
Daniel rientrò tardi dal lavoro anche quella sera. Come al solito trovò Ryan che giocava seduto sul tappeto davanti al divano, in salotto. – VROOM! VROOM! -  continuava a ripetere, spingendo le sue macchinine avanti e indietro quasi freneticamente. Quando lo vide, si alzò e gli corse incontro, tendendo le sue manine paffute verso di lui. Daniel lo sollevò e lo fece girare, poi lo baciò sui riccioli biondi. – Dov’è papà? – gli chiese poi. Il bambino fece un gesto verso la cucina. Daniel lo mise giù e si avviò in quella direzione. Era la solita routine che si ripeteva.

Bussò piano con le nocche della mano destra sullo stipite della porta. Suo marito era indafarato, come sempre, ai fornelli, la tavola apparecchiata per due con estrema cura.
– Ciao, tesoro. – gli sorrise.
– Hai fatto tardi anche oggi. – fece lui, voltandosi, un po’ scuro in viso.
Daniel sospirò.
– Kurt, ne abbiamo già parlato. Se non mi impegno al massimo in quello che faccio, in un attimo potrei essere licenziato. Sono l’ultimo arrivato, e sono ben più giovane degli altri impiegati, devo stare attento. –
Kurt non rispose, poi si mosse verso il tavolo con la padella in mano, sforzandosi di sorridere.
– Hai ragione, scusa. – disse mentre gli serviva l’arrosto. Daniel si sedette. 
– Ryan è stato vivace come al solito? –
Kurt, dopo essersi servito a sua volta, si accomodò di fronte a lui.
– “Vivace” è un eufemismo. Credo che stia mettendo altri denti, sai? –
Daniel iniziò a mangiare lentamente. Non si dissero piìù niente per il resto della cena,intenti ad ascoltare il figlio giocare allegramente, accertandosi di tanto in tanto che non combinasse disastri.
 
Poco più tardi, dopo aver messo Ryan a letto, Kurt raggiunse Daniel sul divano e si strinse a lui mentre guardavano la TV.
– Che cosa c’è che non va, amore? – gli chiese durante una pubblicità.
– Niente, tesoro. Assolutamente niente. Sono solo stanco, è normale, non trovi? – rispose Daniel, sollevando un sopracciglio.
Kurt non potè fare a meno di osservarlo e notò ancora una volta quanto era cambiato dalla persona di cui si era innamorato neanche tre anni prima.  Il volto quasi scarno, lo sguardo spento e i capelli tagliatri cortissimi ricordavano ben poco il ragazzo dagli occhi verde brillante e i riccioli rosso tiziano che aveva conosciuto dopo uno spettacolo della NYADA. Gli strinse la mano.
– Lo sai che per qualsiasi cosa io ci sono, vero? – sussurrò.
L’altro annuì, anche se sembrava un po’ assente.
– Intendo, con me puoi parlare di tutto, te lo dico sempre. Sicuro che non ci sia qualche problema? – insistette Kurt, facendosi serio.
– Per favore... -
- Santo cielo, Kurt, ti ho detto che sto bene, okay? Non ce la fai proprio a lasciarmi guardare la TV in pace, una volta tanto? Ho solo bisogno di riposare. Smettila di preoccuparti. – sbottò Daniel. Kurt si alzò dal divano.
– Ho mal di testa. Credo che andrò a dormire. – si chinò a dargli un leggero bacio sulla guancia.
– Buonanotte. – fece suo marito, secco, senza nemmeno stacare gli occhi dallo schermo.
 
Kurt aspettò di essere sotto le coperte del letto matrimoniale per scoppiare a piangere. Si chiese per l’ennesima volta come mai il comportamento di Daniel lo ferisse così tanto, dato che era sempre lo stesso ormai da mesi, ma come d’abitudine si addormentò prima di riuscire a darsi una risposta.


 



 
La mattina dopo si svegliò da solo come si era addormentato. Diede un’occhiata veloce alla sveglia. Daniel era senz’altro già uscito, portando con sè Ryan per accompagnarlo all’asilo nido. Quella mattina non aveva nessuna faccenda da sbrigare, quindi chiamò Rachel per sentire se lavorava. Fortunatamente era libera, così la invitò a bere un caffè con lui allo Starbucks più vicino.

Quando avevano terminato gli studi alla NYADA, avevano preso strade completamente diverse, e anche se Rachel disapprovava totalmente la decisione di Kurt di rinunciare alla sua carriera per dedicarsi alla famiglia, ciò non aveva impedito loro di rimanere migliori amici e di continuare a frequentarsi.

La ragazza si presentò con un cappotto arcobaleno, tacchi e un paio id calzettoni bianchi che le arrivavano quasi fino al ginocchio.
Kurt non potè fare a meno di squadrare il suo abbigliamento commentando: - Certo che la fama non ti ha cambiata per niente, miss Rachel Berry. Mi aspettavo che essere una stella nascente di Broadway ti avrebbe come minimo fatto diventare un pochino più sofisticata. –
Lei ridacchiò, mentre gli si sedeva di fronte al loro tavolo preferito. Si tolse il cappotto, rivelando di indossare, sotto, un maglione rosso di discutibile gusto e una gonna nera a vita alta. Kurt alzò gli occhi al cielo.
– Perdonami se te lo dico, ma tra noi due sono decisamente io quello che potrebbe passare per famoso. – rincarò la dose, lisciandosi la giacca color prugna e sistemandosi il colletto della camicia di seta color glicine.
– Lo so, lo so. Ti perdono, perchè è vero. Potresti apparire su una rivista di moda senza sfigurare minimamente. – disse lei, strizzandogli un occhio.
– Ma – aggiunse – te li sogni, degli acuti come i miei. –
Risero entrambi. 
– MI sei mancata, in queste settimane. – ammise Kurt sorseggiando il suo latte caldo macchiato.
– Mi dispiace. La prima di Chicago ormai è a due passi, non facciamo altro che provare... Adesso che poi finalmente hanno deciso chi ingaggiare per il ruolo di Billy Flinn... – spalancò gli occhi, come colta da un pensiero improvviso. – A proposito, non crederai mai chi hanno preso... –
Le note di Don’t Rain On My Parade si diffusero nell’aria. Rachel si interruppe e frugò nella borsa.
– È il mio. – disse, sospirando.
– Ovviamente. – fece Kurt, roteando gli occhi con fare divertito. Ascoltò Rachel confabulare rapidamente al telefono, poi, quando riattaccò, le chiese: - E allora, a quando il grande evento? -
- Kurt, sembra che stiamo parlando di un matrimonio! – fece lei, poi rispose: - Questo sabato. Verrai a vedermi, vero? Ti procurerò i biglietti per i posti migliori. -
- Certo. Non me lo perderei per niente al mondo. Magari trovo anche una baby-sitter per quella sera, così può accompagnarmi Daniel. – a quel nome Rachel si rabbuiò. Lui finse di non notarlo.  
- Oddio, non vedo l’ora. – aggiunse. Rachel gli strinse una mano.
– Avresti potuto far parte anche tu del cast, lo sai. – lui scosse la testa.
– Vorrei evitare questo discorso, se non ti dispiace. – si alzò in piedi. – Hai voglia di fare un po’ di shopping, prima di pranzo? Devo anche fare la spesa, ora che ci penso. –
Lei annuì e si alzò in piedi a sua volta, rimettendosi il cappotto.
– Dopo pranzo a quanto pare mi tocca tornare a teatro. Hanno detto che è un’emergenza. – sbuffò.
– Probabilmente Louis si è accorto che il colore dei costumi di scena non si intona con la carnagione delle ballerine. Oppure ci vogliono più lustrini su quello di Mary Kate... –
Kurt ridacchiò, consapevole. Non era la prima volta che Rachel si lamentava con lui delle manie del capo costumista, o di quanto il vestito della ragazza che interpetava Velma stesse creando problemi inutili. Si presero sotto braccio mentre si avviavano verso la Fifth Avenue.
 
 
 
 
 
 




 
Note:
 
Non ho molto da aggiungere, temo che questo capitolo possa risultare un po’ noioso ma un’introduzione ci vuole per forza e quindi, se lo avete letto, abbiate fede e non abbandonatemi così presto. Prometto sviluppi interessanti nelle prossime “pagine”. Come al solito ringrazio in anticipo le anime buone che si prenderanno la briga di lasciare una recensione.
   
 
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