Si sveglio' di soprassalto:gli scacciaspiriti appesi alla sua finestra facevano tintinnare i loro sonagli insistentemente,quasi come un avvertimento. E lo era veramente: loro erano li',insieme a lei. Si rizzo' a sedere nel letto,sudata e tremante. Poteva sentirli intorno a lei, gemere, urlare frasi sconnesse, richieste di aiuto, avvertimenti. Stava per succedere qualcosa,da qualche parte a qualcuno (Beth sperava) di sconosciuto. O forse stava per succedere qualcosa a lei? Uno di quegli esseri nel buio le indico' la radiosveglia sul suo comodino, che inizio' a far scorrere le ore all'indietro sempre piu' veloce: un conto alla rovescia? Per che cosa? Beth avrebbe voluto accendere la luce, stupidamente convinta che avrebbe cacciato via quei mostri, e correre fuori dalla casa,fuori dal giardino,fuori dal cancello,in strada. Ma non lo fece. Non voleva vederli. Gli scacciaspiriti tintinnarono piu' forte: li aveva comprati da una santona che aveva visitato tre giorni prima, servivano per avvertirla che i fantasmi erano vicini. Era questa la dannazione di Beth: fin da quando era piccola, riusciva a vedere i morti. Ma non avvolti da una fulgida luce bianca,sorridenti e affettuosamente premonitori: li vedeva cosi' com'erano al momento della loro morte, vittime di orribili incidenti, omicidi, con brandelli di carne attaccati al teschio,resi folli dalla morte, premonitori di disgrazie e malattie,urlanti nel buio della notte. Scosto' velocemente le coperte con un gesto secco e salto' giu' dal letto, correndo in salone: erano anche li'. Una donna dai capelli ricci incrostati di foglie morte e con la faccia tremendamente ustionata le urlo':"riesci a vedermi? aiutami,aiutami!". "Non posso mi spiace" mormoro' Beth, passandole attraverso. "Non posso piu' fare niente per te.". Apri' la cassaforte,prese la sua Beretta Taurus e si sedette in un angolo, con la testa fra le mani: i morti si avvicinavano sempre di piu'. "Aiutami!" urlavano. Gli scacciaspiriti erano come impazziti,il suono dei loro sonagli attraverso' le orecchie di Beth come una lancia acuminata. Si porto' la canna dell'arma sotto il mento, guardando la luna oltre la finestra,come ipnotizzata. "Le voci...dei morti..." mormoro'. Un istante dopo, premette il grilletto: schizzi di sangue nero e materia cerebrale imbrattarono il muro rosa dietro di lei. Beth si accascio', la parte superiore del cranio sfracellata, sul parquet di legno. E nello stesso momento, i fantasmi che la tormentavano, orribile parto della sua mente malata, scomparirono uno ad uno.