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Autore: Magnet    11/06/2012    10 recensioni
Misaki Mei ha un occhio finto, che le permette di vedere qualcosa di terribile. Quando, col suo occhio, vede l'inevitabile nella sorella gemella, non può più continuare a reprimere i suoi sentimenti.(Parte della storia corrisponde all'Episodio 00 , un OAV uscita a maggio, di Another.)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Aprile. 
L'aria è fresca, ed io e la mia presunta cugina - in realtà sorella gemella - abbiamo appena spaventato a morte un ragazzetto, fingendo di essere possedute o qualcosa di simile. 
Fujioka ed io siamo state separate da piccole, e ora che ci siamo trovate, mi preme trascorrere più tempo possibile con lei, prima che inizi la scuola, fattore complicante per i nostri incontri clandestini.
Comunque, saremo entrambe al 3° grado e avremo 15 anni.
"Fujioka, cos'ha il tuo occhio?" vedo che porta una benda sull'occhio simile alla mia.
"Ho la palpebra molto gonfia." risponde lei, sorridendo.
Sorride sempre, ed è così bella. In un certo senso si può dire che anche io lo sia. Guardare lei è come guardarmi allo specchio.
Fujioka mi guarda e mi toglie la benda che, a differenza sua, porto da tanto tempo e porterò per sempre.
"Mei-chan, il tuo occhio è così bello, è un peccato che tu lo tenga coperto."
Una pausa di silenzio intercorre tra di noi.
"Hai detto che con quell'occhio verde puoi vedere qualcosa di diverso, giusto?"
Vorrei tanto che non fosse vero, Fuji-chan, penso.
"Mei, mei! Cosa vedi in me?" chiede, continuando a sorridere.
"Niente..." sorrido, sollevata dal fatto che i suoi colori siano vivi e pieni di sfumature.
L'abbraccio, poi le prendo la mano e andiamo a fare shopping.
 
A casa io e Fujioka diamo spazio alle tipiche conversazioni che fanno le ragazze della nostra età, poi facciamo il bagno insieme. Adoro fare il bagno con lei.
 
Fujioka si avvicina e lascia cadere l'asciugamano che la copre ai suoi piedi. Io, seduta, mi lavo i capelli, finchè non sussulto quando sento le sue mani sul mio seno.
'Perchè lo sta facendo?' penso.
"Fu...Fujioka! Cosa sei, una vecchia pervertita?!"
"Allora è così che mi si vede..." dice lei in tutta risposta, cingendomi la vita con il braccio libero.
'Perchè lo sta facendo?' ripeto nei miei pensieri.
Fujioka non sa cosa provo per lei. In realtà non lo so nemmeno io, ma quei tocchi... Lei non sa che - per quanto io possa fingere il contrario - mi piacciono.
Mi sussurra all'orecchio che sono bella.
"E' un modo per dirlo a te stessa." rispondo, con le gote leggermente arrossate, chissà se per il caldo o per qualcosa che mi vergogno persino di pensare.
Stringe la presa, e in quel momento non ne posso più. Apro il getto d'acqua fredda della doccia, che la bagna da capo a piedi facendola raggelare. Si allontana ridacchiando, e non capisco cosa ci trovi da ridere.
Ovviamente non mi fingo arrabbiata o offesa, sarebbe come mentire a lei e anche a me stessa.
Voglio il suo sorriso solo per me, voglio la sua dolcissima voce solo per me, voglio le sue mani, il suo tocco,  solo per me. Voglio LEI solo per me. Ma sarebbe sbagliato. E' sbagliato solo pensarle, cose del genere.
 
Ora siamo immerse nella vasca, una di fronte all'altra.
Parliamo del perchè ci separarono da piccole, di nostra madre che io mi ostino a chiamare zia.
Vorrei stringere forte a me Fujioka e dirle che lei ormai per me è essenziale, e senza sarei persa.
Ma, tra sorelle una cosa del genere piò sembrare equivoca?
Pensando e pensando, non mi accorgo del corpo di Fuji che si avvicina al mio e mi stringe. E' forse vero che le gemelle sono telepatiche?
"Fuji..."
"Mei, voglio andare al Luna Park con te."
"Certo onee-chan. Quando?"
"A breve inizierà la scuola, quindi tra qualche giorno. Va bene?"
Annuisco, beandomi del suo tocco. E' sbagliato pensare questo. E se Fujioka lo scoprisse? E se l'avesse già scoperto? E se mi toccasse di proposito per ridere delle mie reazioni?
Ma Fujioka è così brava e ingenua.Non farebbe mai una cosa del genere.
Poso le mie labbra sulla sua guancia. Avrò compiuto un gesto equivoco?
No, tra sorelle che si vogliono bene è normale scambiarsi qualche bacio sulla guancia. Già, ma io non le voglio semplicemente bene.
Senza accorgermene, Fuji si è spostata dietro di me e mi strofina dolcemente la schiena con la spugna da doccia.
"Grazie..." sussurro.
Lei non dice nulla, ma , anche senza guardarla, posso sentire il suo sorriso di risposta.
 
Usciamo dalla vasca e mettiamo il pigiama. Questa notte la mia amata sorella resta a dormire da me. 
Si butta sul letto sorridendo e urlando quanto esso sia soffice e comodo.
Poi sento una presa sul braccio e mi ritrovo su di lei.
Perchè, perchè, perchè. Perchè tutto deve farmi sentire così in errore? Perchè lei non capisce? Non capisce che non voglio che lei mi ami come sorella?
Mi sta guardando negli occhi, con un sorriso abbozzato sul volto. 
E ora cosa faccio?
L'unica soluzione mi sembra quella di spostarmi da quella posizione equivoca.
Ma lei non molla la presa.
"Vuoi giocare?" chiedo.
Lei ride e capovolge la situazione. Mi ritrovo forzata sotto di lei , le braccia immobilizzate dalla sua presa d'acciaio.
Ma perchè non mi lascia?
"Fuji-chan, lasciami..."
"Mei, va tutto bene?"
"Mi fai male..."
Immediatamente lei allenta la presa, ma non mi lascia. Inizia ad avvicinarsi lentamente al mio viso, sempre di più. E' vicinissima, il mio occhio vero vede tutto ciò che di bello c'è in lei. Il verde inizia a vedere qualcosa che non avrei mai voluto vedere. 
Una ciocca di capelli scivola proprio nel momento in cui lei è più vicina, coprendolo e permettendomi di vedere solo qualcosa di meraviglioso e perfetto quale è la mia amata Fujioka.
I nostri nasi si stanno sfiorando, quando lei con la mano mi sposta i capelli dal viso.
Perchè?!
 
Quello che vedo fa sprofondare il mio cuore nel petto. Urlo, mi dibatto, in preda alla disperazione.
"NO!"
Fujioka sembra ferita, si allontana.
"Scusa, Mei-chan, non volevo terrorizzarti."
"No...no...n-non..." cerco di trovare delle parole per rassicurarla, e per farle capire che ciò che mi ha spaventata così tanto non è stato il suo gesto.
Fisso il vuoto, con l'occhio vero pieno di terrore.
"Mei-chan..."
Non voglio guardarla, ma lei mi prende il viso tra le mani.
"Mei-chan. Scusami."
Ora vedo chiaramente quel colore. Il colore della morte.
Perchè deve succedere proprio ora, perchè proprio a lei?
E soprattutto, tra quanto succederà? Potrebbe morirmi tra le braccia anche in questo momento.
Decido di proteggerla per tutti i giorni seguenti, ma ora non posso non trattenere le lacrime, che sgorgano solo dall'occhio vero, rendendo l'altro piuttosto inquietante.
Fujioka crede che io sia sconvolta a causa del suo gesto spinto.
"Mei-chan, ti prego, non piangere. Perdon..."
La distanza tra i nostri volti sparisce quando poso le mie labbra umide sulle sue.
Le lacrime colano fino a intromettersi nel nostro bacio, dandogli un sapore salato, in contrasto col dolce aroma delle labbra di Fujioka.
Torniamo alla posizione che avevamo assunto inizialmente giocando.
Sono stupita dal comportamento di mia sorella. Vuol dire che è sempre stata a conoscenza dei miei sentimenti e che li ricambia? Oppure... oppure cosa? Con il corpo di Fujioka così vicino al mio non riesco a pensare.
Poi mi torna in mente quello che avevo visto poco prima.
Scopro di nuovo l'occhio verde, mi libero dalla presa di mia sorella e lo strofino, lo strofino sperando che tutto fosse stato solo un'illusione, ma so benissimo che non è così.
"Mei-chan." dice.
Prendo la benda e mi copro l'occhio.
"Chi immaginava che baciassi così bene, sorellina?" 
La sua risata cristallina mi colpisce come cento frecce al cuore. Non la sentirò mai più.
Si interrompe immediatamente , notando il dolore stampato sul mio volto.
"Mei-chan, ti prego, parlami!"
"Fujioka..."
"Non è sbagliato quello che abbiamo fatto."
"Tu non capisci."
"Cosa? Cosa non capisco?!"
"Fuji...con il mio occhio verde...riesco a vedere cose che non dovrei vedere."
"Cosa, Mei-chan?"
"Io...vedo... vedo il colore della morte, Fujioka."
"Il colore della morte?"
"L'ho visto..."
"Non dirmi che..."
Annuisco, ormai ha capito anche lei.
La sua espressione è indecifrabile.
Riesco a percepire un turbinio di emozioni in lei, ma il suo volto resta lo stesso vuoto.
"In questo caso, non abbiamo tempo."
"Tempo per cosa?"
"Misaki Mei... Io , Misaki Fujioka, ti amo."
Per un attimo tutto ciò che sento è il pulsare del sangue che mi colora le guance.
Il mio occhio diventa lucido, la mia bocca assume una piega all'ingiù. 
"Mei... non ti amo come si amano due sorelle. Io ti desidero. E se non ti va bene, se mi rifiuterai, allora morirò sapendo di averci provato. Ma, in ogni caso, morirò comunque."
"Fu-Fujioka...io...io..."
Mi prende la mano e mi bacia la guancia, catturando tra le labbra una lacrima, che è appena colata.
"Ti amo anche io Fuji-chan."
Lei sorride per un momento, percepisco la sua felicità. Ma questa felicità svanisce in un batter d'occhio e subito i suoi occhi si velano di lacrime. La coglie un pianto irrefrenabile, quelle lacrime sembrano fiumi che distruggono gli argini in periodo di piena. Il mio cuore, ormai già martoriato, soffre a quella visione.
Mia sorella si butta tra le mie braccia, piangendo e poi, inaspettatamente, graffiandomi il petto, disperata.
"Mei-chan, non voglio morire! NON VOGLIO!"
La sua disperazione, le sue urla, sono come coltellate al cuore. Cosa posso fare? 
Le lenzuola sono state calciate via dai suoi movimenti frenetici. Mi stendo e , nel modo più dolce e rassicurante, porto la sua testa sul mio petto, carezzandole i capelli.
"Fujioka, lo senti?"
La mia amata sorella annuisce.
"Il mio cuore. Batterà all'unisono col tuo. Sai cosa vuol dire?"
Fa cenno di no con il capo, singhiozzando.
"Quando il tuo cuore si fermerà, allora anche il mio lo farà. Non voglio esistere, non posso esistere senza di te."
Scoppia di nuovo a piangere, stavolta la nota di disperazione è diminuita.
"Fujioka." ripeto.
"M-m-mei-chan..."
"Baciami. Baciami, perchè ogni volta potrebbe essere l'ultima. Baciami perchè è tutto quello che desidero, assieme alla tua felicità."
E' un bacio che sa di disperazione, morte, amore, flebile felicità.
Vorrei alienare ogni emozione negativa, ma come posso, sapendo che Fujioka mi lascerà sola, chissà quando?
Le nostre dita sono intrecciate in una promessa d'amore.
 
Come posso dormire tranquillamente? 
Come posso sopravvivere sapendo di aver sprecato gli anni precedenti tentando di sopprimere il sentimento per Fujioka, mentre lei tentava di fare lo stesso?
E soprattutto, come farò quando l'ultima notà di felicità nella mia vita scomparirà con la sua morte?
Capisco, non posso continuare senza di lei. Quando morirà, morirò anche io.
Lei fisicamente, ma io, farò una fine peggiore. Sarò morta dentro.
 
Le nostre labbra si incontrano di nuovo, e ancora, ancora, ancora. Come se volessimo recuperare ogni secondo perso in tutti gli anni passati.
Non riusciamo ad essere pienamente felici. Come si può d'altronde, se sai di dover morire a breve?
 
"Mei..." sussurra la mia dolce gemella.
La guardo.
"Non importa se morirò, ma voglio morire felice, e tu sei l'unica che può consentirlo.
Quindi ti prego. Lo so che vorresti piangere, ma non farlo, per me. Sii felice questa notte, e domani, e finchè non morirò. Ho bisogno della tua felicità per alimentare la mia."
Annuisco, scacciando via la disperazione che mi opprime e dando spazio alla felicità di aver confessato il mio amore a Fujioka.
Siamo stese sul letto, abbracciate come mai ci eravamo strette.
 
Sembra che il sonno abbia avuto la meglio, quando, improvvisamente, nella notte , mia sorella mi chiama.
"Onee-chan."
"Sì, Fujioka-chan?"
"Voglio vedere le stelle con te."
Mi alzo dal letto, prendo la sua mano e la porto verso il balcone.
"No... non così."
Che stupida che sono. Gli ultimi suoi momenti e io non riesco nemmeno ad accontentarla.
Prendo le nostre giacche e usciamo di casa.
 
L'aria è fredda e noi siamo scese solo con i pigiami e delle giacche. 
Fuji ha freddo, lo vedo chiaramente. 
Ci stendiamo sull'erba di un parco pubblico, con le dita intrecciate. Mi sollevo per togliermi la giacca e coprirla. 
"No, Mei."
"Per quanto ne sappiamo, potrebbe succedere anche per questo."
La mia amata sorella accettadi coprirsi con la mia giacca, poi mi tira su di lei.
Sento di nuovo un velo di lacrime sull'occhio. Lo ricaccio indietro e mi avvicino alle sue labbra.
"Ti amo."
Il mio corpo premuto contro il suo, il calore delle sue labbra, i suoi occhi. Come vivrò senza tutto questo?
 
Le carezzo una guancia e mi avvicino per baciarla. 
Assaporo a lungo il nostro amore, e ogni centrimetro della sua pelle.
Poi ci abbracciamo. 
 
"Mei... mi hai resa felice. Grazie..."
Mi stendo al suo fianco e le prendo la mano, che lei porta sul suo cuore.
"Senti?"
Annuisco.
"Non posso morire ora."
Annuisco nuovamente.
Volgiamo entrambe gli sguardi al cielo notturno, osservando quei meravigliosi punti splendenti che a confronto con il suo sorriso sono nulla.
"Mei, guarda. E' così bello il cielo stellato."
"Bellissimo. Quanto te, mia dolce sorellina."
Lei sorride. 
Mi giro a pancia sotto e la guardo negli occhi, che le brillano dalla felicità. Ricambio il sorriso e con un dito le accarezzo i lineamenti identici ai miei.
"Domani saltiamo scuola. Andiamo al Luna Park, amore mio." dico.
"Come mi hai chiamata?" sorride.
Io arrossisco e mi schiarisco la voce per ripetere quelle due parole che le hanno velocizzato il battito cardiaco.
"Amore mio."
 
Le sue braccia mi circondano il collo e mi stringe forte, in un abbraccio che potrebbe essere l'ultimo, per quanto ne sappiamo.
 
Ritorno a stendermi vicino a lei, dopo averle sussurrato di nuovo parole dolci.
 
"Mei..."
"Sì, Fujioka?"
 
La sua stretta si allenta.
NO, NO. Non può essere ora.
"Fujioka! FUJIOKA RISPONDI!"
"Mei..."
"Fuji, ti prego... Non lasciarmi ora..."
"Sono molto stanca..."
"Torniamo a casa."
"No... se devo morire...qui è..."
La bacio con tutto l'amore che posso donarle.
Lei mi stringe debolmente con le braccia al collo.
La sollevo, prendendola in braccio.
"Fujioka, se ti porto a casa c'è meno probabilità che... che tu ti senta male e non ci sia nulla da fare."
"Mei, non c'è comunque nulla da fare."
Trema.
Mi inginocchio per terra e tolgo anche la giacca del pigiama, restando solo con una canottina. 
Copro ancora meglio mia sorella e la riprendo in braccio. Riesco a sentire ancora il suo respiro sulla pelle.
Ma perchè le sta succedendo questo?
Non può morire da un momento all'altro. 
"Torniamo a casa."
"No Mei... ti prego, accontentami."
Ci poggiamo al tronco di un albero, abbracciate , siccome lei non vuole farmi soffrire il freddo.
Poggia la testa sul mio petto e chiude gli occhi.
"Mei. Quando ti sei innamorata di me?"
"Io... non lo so... ho cercato di reprimere questo sentimento, pensando che fosse sbagliato nei tuoi confronti... ma ora che ci penso... non so come è successo."
Solleva lo sguardo per incontrare il mio. Tolgo la benda dall'occhio verde e osservo mia sorella.
Quel colore... 
"Lo so che soffrirai. Ma io amo i tuoi occhi e i loro colori differenti. Potresti lasciarli senza benda?"
Mi chiede troppo.
Mi chiede di guardarla e di ricordarmi che sta per morire.
Annuisco , guadagnandomi un suo sorriso e un suo bacio.
"Mei, sono stanca..."
Ci stendiamo di nuovo mano nella mano, una al fianco dell'altra.
"Fuji, ti amo. Non lasciarmi ora."
"Mei, vorrei poterti dire con certezza che..." prende un respiro. "...che non lo farò."
 
Fuji ha qualcosa, ne sono sicura. Ma cosa può essere? In 15 anni della sua vita non ha mai avuto problemi di salute e ora...
 
"Mei, ti...a...mo."
Impotente la vedo soffrire e respirare a fatica.
"AIUTO! QUALCUNO CI AIUTI!"
vorrei correre e cercare qualcuno, ma non voglio nemmeno lasciarla sola.
Faccio per alzarmi, ma Fujioka mi tira debolmente.
"Mei...non...non andare..."
Mi prende il mento e io capisco che quello sarà il nostro ultimo.
Un bacio salato. Le lacrime stavolta colano anche dai suoi occhi, che perdono vita.
Il colore si intensifica, così come il ritmo del nostro bacio.
Mi sorride per l'ultima volta, poi la sua presa si indebolisce maggiormente.
Fa di tutto pur di respirare e io ? Io sono costretta a guardarla morire, nessuno può aiutarci. Il mio occhio lo ha visto, non ci sarebbero soluzioni.
Le sue mani si stringono convulsamente al mio braccio un'ultima volta, poi i suoi occhi diventano vuoti, e il sorriso che c'era sulle sue labbra sparisce.
Mi chino sul suo petto e il cuore non batte più.
Ora posso piangere. 
Posso urlare tutto il mio odio verso chiunque abbia deciso la sua morte.
Posso farlo senza che lei me lo impedisca.
Mi manca già. Non posso restare col suo corpo morto tra le braccia. 
Non ho neanche un cellulare, odio quegli affari.
L'unica soluzione è l'ospedale.
Prendo il corpo freddo di mia sorella e cammino per le strade deserte, fredde e assonnate.
Potrei annegare nelle mie lacrime.
 
 
 
Svegliarmi sapendo che la notte prima ho amato mia sorella, svegliarmi sapendo che la notte prima lei è morta... Come posso vivere, sapendo che lei invece non lo può?
Voleva andare al Luna Park.
Mi alzo come un cadavere dal letto, sono morta dentro.
Lentamente mi sistemo e mi guardo allo specchio. Non posso non vedere lei.
Inizio a piangere, e non posso evitare di dare un pugno allo specchio.
 
Cammino per strada come fossi un fantasma. Pallida e senza espressioni sul volto.
Al Luna Park non sopporto la felicità di tutta quella gente.
La ruota panoramica.
Immagino Fujioka che mi tira dicendo di volerci salire e io incapace di resisterle.
 
Entro in una delle capsule della ruota e mi siedo.
Piango.
 
"Fujioka, lo senti? Il mio cuore. Batterà all'unisono col tuo. Sai cosa vuol dire?Quando il tuo cuore si fermerà, allora anche il mio lo farà. Non voglio esistere, non posso esistere senza di te."
 
Mi ritrovo a prendere a calci la porticina della giostra malandata.
Ora sono sul bordo di quest'ultima e il vento mi sferza il viso. Porto un piede in avanti, nel vuoto sottostante.
 
 
Fujioka Misaki, ti amo.
  
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