Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: jede    11/06/2012    10 recensioni
[SOSPESA] Lei lo odia.La storia piu vecchia del mondo,no?ma lei ha anche un'altro difetto:è orgogliosa.Padrona di un'orgoglio che mai le permetterebbe di inchianare la testa di fronte a nulla,neppure ad un'altro sentimento altrettanto forte come l'amore.
Può questo sentimento superare un muro di orgoglio,pregiudizi e principi?Forse.
Dal I capitolo:-Ma ti ascolti?prima mi dici che non credi che io sia donna,poi ti infili a forza nella mia vita privata,e sottolineo privata,ed ora mi proproni di venire a letto con te SOLO per convincerti che io sia davvero andata a letto con qualcuno!-,presi fiato,-La cosa non è abominevole,Davis,pure per uno come te?-.
[...]-Ammettilo:temi il confronto corpo a corpo;sotto sotto sei attratta da me come lo sono poi tutte!-.
Genere: Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Between Pride & Love'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lo so che vorrete tutte andare a leggere il capitolo, ma vi chiedo solo pochissimi secondi e dopodichè potete andarvi a leggere questo capitolo che si è fatto attendere per troppo tempo.
Intanto volevo ringraziare di cuore le ragazze sul gruppo fb che hanno aspettato con pazienza e non mi hanno mandato a quel paese ad ogni scusa; e anche a voi che leggete senza fermarvi a recensire e che sparite veloci, ma che amate almeno un pochettino Daniel e Natalie tanto da poter aspettare anche un pò...
Per chi non fa parte del gruppo fb ci tenevo a spiegare che il ritardo è dovuto ad un esame importantissimo che, per fortuna, ho superato e adesso, per chi ricorderà, ricomincierò a scrivere come facevo agli inizi, con aggiornamenti non troppo distanti, massimo una settimana, e spero che cosi possiate anche trovare voi un minuto per scrivermi qualcosa :)
Bene chiedo scusa per l'attesa e... buona lettura :)
 
 
 
 
CAPITOLO 21
Punto d'incontro
 
 
Come on, come on
Don’t leave me like this
I thought I had you figured out
Something’s gone terribly wrong
You’re all I wanted
 
[Dai, dai
Non mi lasciare così
Ho pensato di averti compreso
Qualcosa è andato terribilmente storto
Tu sei tutto quello che io abbia mai desiderato]
 
 
 
 
 
Sono una persona obbiettiva. 
Okay, forse il piu delle volte sbaglio a dire, o fare, o giudicare una particolare circostanza, ma ho sempre cercato di essere il piu sincera possibile con me stessa.
In fondo l'unica persona con sui posso esserlo senza sentirmi sotto pressione, sono proprio io, quindi non mi viene difficile ammettere ciò che sono.
Se dovessi stendere una lista di difetti, questa sarebbe molto lunga. Per cominciare sono pigra, ma chi a questo mondo non lo è; Sono orogliosa, bè ormai questo si è pure capito e poi sono cinica.
Oh, si, sono molto cinica, soprattutto con le altre persone e ancor di piu con quelle che mi stanno piu vicine.
Tendo a non ascoltare quello che mi dicono e a non credere alle loro parole.
Poche volte infatti posso affermare di aver creduto a qualcuno, ma con il carattere che possiedo è una buona arma per non cedere.
Dopo la partenza di mia madre, circa due anni dopo, mio padre aveva portato mia sorella da uno psicologo perchè si era chiusa un pò in se stessa e, oltre alla sottoscritta, tendeva a non rivolgere la parola a nessun altro, cosi da isolarsi in una bolla di silenzio.
Con me però parlava: ero io infatti ad asciugarli le lacrime quando, a notte fonda, sgusciava nel mio letto e dormiva abbracciata a me per non sentirsi sola.
Ma in fondo la capivo, era piccola.
Comunque, nel periodo che andò in analisi, se cosi la vogliamo chiamare, mio padre non le staccava gli occhi di dosso, neppure per un secondo; Avevo nove anni quando mi ruppi il braccio destro dopo essere caduta dalla bicicletta e mio padre, anche se Beatrice ormai era grande, preferì mandarmi al ponto soccorso con i vicini che accompagnarmi e lasciarla a loro per un paio di ore.
Inutile spiegare il casino che accadde dato che serviva un tutore legale per firmare tutti i moduli, ma da quel che ricordo quella è stata la prima volta in assoluto in cui ha guardato mio padre in modo diverso; mi feci un'idea ben lontana da quella che avevo prima di lui.
Me ne stavo seduta sul divano con un braccio ingessato e lo guardavo aiutare mia sorella a fare i compiti e ogni secondo che passava mi sembrava di non riconoscere piu nessun dei sui movimenti, come se fosse un'estranero, come se non l'avessi mai visto muoversi in quelle mura.
E poi venne la gelosia.
Bruciante e fastidiosa gelosia, il costante desiderio di essere migliore di mia sorella e allo stesso tempo inutile dato che sembrava non vedere nessuno dei miei tentativi. Non passarono neanche dodici mesi prima di rendermi conto che quel desiderio era completamente svanito lasciando solo dell'amaro laddove c'era affetto.
E quando provò lui ad avvicinarsi, toccò a me metterlo da parte.
Quello che però ricordo con assoluta precisione erano le sue parole, ogni qual volta io gli facevo presente la sua preferenza per Bea: negava e mi rassicurava, ma non passava neppure mezz'ora prima che tornasse da lei.
E da lì la mia sicurezza nelle promesse e parole degli altri è pian piano sfumata fino a scomparire.
Per questo, ora, ripensando alle parole di Davis, non riesco a credergli. Mi piaci.
Poteri crederci, ma sono certa che dietro quelle parole c'è di piu. Non riesco ancora a credergli, ma questo, diversamente dalle altre volte, mi fà male.
 
 
 
Lascia cadere la matita sul tomo di letteratura, producendo un rumore sordo che non distrubò per nulla la quiete che regnava in biblioteca.
Il tomo di scuola restava immoblie ed inutilizzato di fronte a me, ma non passò neppure mezzo secondo prima che spostassi un'altra volta lo sguardo da tutt'altra parte; Al mio fianco il continuo rumore della penna che scriveva sul foglio mi stava facendo venire il mal di testa, ma non avevo neppure la forza per chiedere gentilemente a Sarah di piantarla.
Ci fosse stato poi chissà cosa da scrivere.
Trattenni l'ennesimo sbadiglio e mi stiracchiai, cercando di adattarmi alla scomoda forza della sedia il legno della biblioteca.
-Che fai?-, Sarah parlò per prima, dopo quelle che mi sembravano ore.
Le lancia uno sguardo scettico. -Secondo te?-.
Lei non si risparmiò di fulminarmi. -Ci eravamo divise il lavoro o sbaglio? Perché mi sembra tanto che sto facendo tutto io-.
Sbuffai, posando le braccia sul tavolo. -Sto lavorando-.
-Vedo-, borbottò tornando a scrivere.
Trattenni un commeto acido e tornai a fissare le scritte sul libro; Inutile dire che non passò neppure un minuto prima che la mia attenzione fu catturata dallo scaffale che mi stava di fronte.
-Micheletti-.
Mi voltai riluttante verso Sarah che mi fissava con uno sguardo allucinato; Sembrava una classica bambina che richiama all'ordine la compagna di giochi, con tanto di mani sui fianchi.
-Che c'è? Devi andare in bagno?-, sorrisi. -Vai pure, non serve che mi chiedi il permesso-.
Sbuffò. -Senti, io non ho intenzione di lavorare anche per te, okay? Quindi vedi di muoverti o sulla relazine il tuo nome non ci sarà-.
Schiocchai la lingua contro il palato, alzando gli occhi al cielo. -Oddio, mi sto quasi preoccupando-.
Lei scosse la testa. -Bene, fai un pò come ti pare-.
Io sospirai, voltando la testa dall'altra parte e seguendo con lo sguardo una coppietta che stava in quel momento uscendo fuori dal portone in legno dell'entrata.
Mordicchiai il labbro inferiore, presa da un'idea; mi voltai di scatto verso Sarah.
-Sai cosa mi farebbe studiare bene?-.
La mora alzò gli occhi dal foglio, aggiustandosi gli occhiali con la sua solita aria da superiore. -Sentiamo-.
-Aria fresca-, sorrisi.
Lei mi scrutò per un minuto buono prima di sbottare: -Non se ne parla-, e piegarsi un'altra volta sul tomo.
Incrociai le braccia. -E perché, scusa?-.
Sbuffò. -Fuori ci potremmo distrarre e basta, meglio restare qui-.
-Qui, mi sento soffocare-.
-Qui, solitamente si studia-.
-Bè io non sono il tipo che studia e se lo devo fare mi serve ossigeno, cosa che in questo luogo scarseggia-, assottigliai lo sguardo.
Sarah espirò con calma, prima di guardarmi negli occhi. -Mi spieghi qual'è il tuo problema?! Non puoi restare qui? Manca ancora poco e poi potrai andare dove piu ti pare e piace-.
Alzai un sopracciglio. -Si, ma a me serve aria adesso-.
-E sia-, sbottò senza alzare la voce. -facciamo come vuoi, ma se dopo non lavori, ti giuro che finirò il lavoro per conto mio e te ti arrangi-.
Iniziò a raccogliere le sue cose e con un sorriso di vittoria la imitai.
In men che non si dica eravamo già fuori, dirette ad un bar poco distante dal centro dove avremmo potuto sostare per quanto ci comodava e mettere anche qualcosa nello stomaco.
Presi un grosso respiro, finalmente felice di poter ascoltare dei rumori che non fossero solo pagine di libri sfogliate e penne che strisciavano sui fogli; e finalmente quell'opprimente odore di libri se n'era andato.
Come ci si può aspettare da un sabato pomeriggio, il centro era pieno zeppo di gente: anziani, coppie, gruppi di amici, single con cani appresso e cosi via.
Io e sarah ci sedemmo su un tavolino all'ombra, abbastanza grande per contenere tutti i nostri libri, e ci fermammo solo un secondo per ordinare due tramezzini e bibite; Giusto davanti a quel bar c'era un parco dove la maggior parte della gente si era fermata, sdraiata all'ombra di qualche albero a godersi i primi raggi di sole o a chiacchierare.
L'atmosfera era stupenda e non ero l'unica a pensarla cosi.
-Sai, avevi ragione. Qui si respira meglio-, sorrise Sarah pulendosi gli occhiali con la maglietta.
Sorridendo soddisfatta di quella piccola vincita, mi limitai a lanciarle un'occhiata di sottecchi che ingorò bellatamente.
Calò il silenzio per qualche minuto, in cui, nessuna delle due sembrò avere intenzione di continuare la ricera; Ci guardavamo semplicemente attorno, in una pausa concorda.
Solitamente non programmavo i miei pomeriggi, ma a volte mi ritrovavo spesso in giardino a guardare la gente che passava e lasciando che la mente partisse per qualche direzione a me sconosciuta, quindi non era una novità per me rimanere immobile ad osservarmi in giro, ma ero certa al cento percento che non fosse la stessa cosa per Sarah.
Se ne stava, infatti, dritta e rigida sulla sedia, guardandosi attorno con circospezione, come se si aspettasse un attacco alieno da un momento all'altro.
-Rilassati-, sbottai, appoggiandomi meglio allo schenale.
Sarah spostò lo sguardo su di me, prima di riportarlo di fronte a se. -Sai io non ti ho mai capita-.
Le lanciai un'occhiata di sottecchi. -Ti prego non dirmi che è arrivato il momento delle confessioni-.
Scrollò le spalle, ignorando il mio commento. -Ma si, questo tuo costante atteggiamento da superiore, come se non ritenessi nessuno alla tua altezza-.
Mi irritai. -Parla meglio: dove vuoi arrivare?-.
Sbuffò. -Da nessuna parte, rilassati. Ho solo provato a vedere come avresti reagito di fronte ad una confessione cosi diretta e come immaginavo, hai messo su di nuovo quell'espressione-.
Socchiusi gli occhi. -Hai finito?-.
Sarah mi fissò per un minuto prima di annuire; Abbassai lo sguardo sulle mattonelle sotto ai miei piedi e iniziai a tracciare un contorno di una con la punta della scarpa.
-Posso chiederti solo una cosa?-.
Come un fulmine mi tornarono alla memoria tutte le volte che avevo sentito quella domanda e ogni santissima volta spuntava fuori lo stesso nome. 
-Se stai per domandarmi di Davis, ti avverto che...-.
-E chi lo ha mai nominato?!-, mi bloccò subito. -Lui non c'entra-.
La guardai, incerta se crederle o meno, ma alla fine mi arresi, scrollando le spalle in un tacito consenso a proseguire.
-Che è successo tra te e Alice?-, sbottò senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Mi strinsi nelle spalle, deglutendo. -Nulla di cosi importante-.
-Strano perchè a scuola si dice che te e lei non vi parlate piu, e visto che eravate praticamente inseparabili, mi chiedevo...-.
-Quando sarebbe stata l'ora di farti una vita tua?!-, sbottai, chiudendo subito il discorso. 
Non ne volevo parlare, possibile che la gente non potesse farsi gli affaracci proprio? Che problema avevano tutti.
La mia frase sembrò andare a buon fine perchè Sarah si zittì immediatamente e ricadde il silenzio; La guardai, notando come il suo sguardo non si scrollasse dalla strada e un leggero, leggerissimo, senso di colpa mi fece quasi pentire di quello che avevo detto.
Sospirai. -Non ne voglio parlare, ok?-.
-L'avevo capito-, borbottò.
-Strano che ancora tutti a scuola non lo sappiano, visto come corrono le voci là dentro-.
Si strinse nelle spalle. -Non sono un tipo particolarmente interessato ai pettegolezzi-.
La squadrai. -E allora perchè me lo domandi?-.
-Sai com'è, la curiosità vince sempre su tutto-.
-Immagino-, repressi a stento una smorfia infastidita.
Lanciai uno sguardo al parco, sentendomi attratta da quel paesaggio cosi calmo, anche se pieno zeppo di gente, e per un attimo mi sembrò quasi di non essere seduta là, su una scomoda sedia di uno squallido bar, ma essere sdraiata su una coperta, a prendere quei pochi raggi del sole che sembravano ancora troppo timidi per farsi vedere.
Mi venne quasi da chiudere gli occhi se Sarah non mi avesse riportato al presente. 
-Allora?-, continuò, -Ricominciamo?-, indicò i libri con un cenno.
Annuii senza staccare lo sguardo dal verde. -Si-.
Come una calamita però non riuscii a distogliere lo sguardo dal parco e rimasi ancora per parecchi attimi incantata a fissare quel verde scuro che sembrava attirarmi tanto.
Aggrottai la fronte, spostando lo sguardo sul quaderno e sentendo una strana sensazione addosso, come se qualcosa di inspiegabile mi stesse punzecchiando lo stomaco.
Scossi la testa, aprendo il libro a dove mi ero interrotta in biblioteca e ripresi a leggere il paragrafo, pronta a scrivere le cose piu importanti; Non passò però neanche un minuto che alzai un'altra volta lo sguardo dal libro per posarlo sul giardino.
-Natalie?-, Sarah mi richiamò.
La guardai.
-Scrivi anche tu, sennò il tuo nome non c'è lo metto sulla ricerca-.
Annuii, abbassando lo sguardo, ancora confusa. Ripresi a scrivere, scostando una ciocca di capelli che mi cadde davanti gli occhi e alzando ogni tanto lo sguardo, attratta inesorabilmente da quel paesaggio.
Sarah mi richiamò ancora. -possibile che tu non riesca a sgombrare la mente per piu di pochi secondi? Non scherzo quando dico che...-.
Smisi immediatamente di ascoltare, quando finalmente individiai cosa mi attrisasse tanto.
Non è possibile.
Come se fosse accanto a me, vidi ogni dettaglio della sua figura: era lì, era lui, era Davis. Al parco, in quel momento, proprio in quell'ora, come a farlo apposta!
Era seduto su una coperta, sotto ad un albero e stava scrivendo qualcosa al cellulare, rilassato; Il dettaglio che però, attirò subito dopo la mia attenzione fù un'altro: non era solo.
Una ragazza era sdraiata al suo fianco e giocherellava con il laccio delle sue scarpe, ridacchiando di tanto in tanto e si da dove ero seduta io, potevo vedere le sue labbra muoversi nel dire qualcosa.
Strinsi le labbra, sentendo un ago perforarmi definitivamente lo stomaco e una gran rabbia montarmi dentro; Ironico pensare che fino a pochi giorni prima mi stava confessando con cosi tanto trasporto che gli piacevo e adesso casualmente dopo che gli avevo rifilato un due di picche si fosse trovato di già un'altra ragazza.
Ironico, davvero molto divertente.
-Natalie-.
Mi voltai verso Sarah, piu per ignorare quella visione piu per reale interesse. 
-Mi spieghi che hai?-, mi osservò un'attimo aggrottando la fronte. -Ancora arrabbiata per prima?-.
Prima...?
-No, non è per prima-, abbassi lo sguardo.
Mi voltai verso il parco giusto in tempo per vedere Davis alzarsi e sistemarsi prima di allungare una mano verso la ragazza. Lei si pettinò i ciuffi chiari con le dita prima di sorridergli, sistemandosi il maglioncino e mi sentii cosi stupida a notare tutti quei dettagli inutili.
Come notare quando fosse magra e piccina, la classica ragazza che sarebbe potuta stare con un tipo come Davis; Come notare che era vestita in un modo dannatamente semplice che però le stava benissimo.
E la cosa peggiore, la piu stupida fu quando mi ritrovai a paragonarla a me, con una felpa di tre taglie piu grande e dei jeans che usavo dal lontano 2009.
Chusi gli occhi, sentendo quella sensazione peggiorare di secondo in secondo e mi obbligai a non guardare oltre.
-Oh-.
Il sussurro stupito di Sarah però attirò la mia curiosità e non c'è la feci a non guardarla. Lei di rimando, invece, guardava verso il parco ed ero certa che aveva visto la stessa cosa che avevo visto io.
Abbassai lo sguardo, aspettandomi ad un momento all'altro uno sguardo pietoso o patetico da parte sua. 
-Hei, hemm, stai bene?-, mi chiese.
Alzai lo sguardo, sorridendo ironica. -Oh, penso che puoi fare anche di meglio-.
Sarah si morse un labbro. -bè, io non...-.
Alzai gli occhi al cielo. -Non ti preoccupare, ti tolgo subito dall'imbarazzo, non devi dire nulla. Io e Davis non stiamo assieme, non ci siamo lasciati e non mi ha tradita, quindi non ho bisogno di essere consolata-.
-Okay-, borbottò Sarah voltandosi di nuovo verso di loro.
La imitai e li guardai mentre si scambiavano le ultime parole prima di separarsi; ovviamente prima di andare lei gli si appiccicò addosso e gli stampò un bacio sulla guancia, che lui non rifiutò. Ma era ovvio: in fondo era un'appuntamento, no? a meno che in quei due giorni non si fossero già incontrati altre volte.
Certo, forse prima lui l'aveva portata sul terrazzo e dopo ancora nel suo appartamento, e solo allora aveva deciso di portarla in un luogo pubblico. forse l'aveva anche presa per mano e abbracciata, confessandole che le piaceva, e che non avrebbe mollato la presa.
Era ovvio, no? Un modo per entrargli dentro e farla innamorare, quello che ogni ragazza sogna e aspetta: di incontrare un ragazzo che ti cerca sempre e che non aspetta un momento per dirti che ti vuole, e per dimostrartelo.
No! col cavolo, non era ovvio per nulla!
Strinsi i denti abbassando lo sguardo infuriata sul tavolino.
Aveva sprecato intere settimane per seguirmi, darmi il tormento e rendermi la vita impossibile per cosa? Una stupida sfida o cosa! Non aveva ottenuto quello che  voleva e quindi se ne era trovata subito un'altra, era cosa che funzionava con lui?!
-Natalie?-.
Guardai Sarah, senza riuscire a mascherare la mia rabbia. Non dissi nulla, la osservai solo mentre, lanciato un'ultimo sguardo verso Davis, parlò osservando i libri. -Penso di riuscire a continuare da sola per oggi-.
-Che intendi?-.
Sbuffò, lanciandomi un'occhiata per storto. -Intendo, Natalie, va da lui-.
Lo guardai mentre con la sua indomabile calma si allontanava pian piano dal centro, dirigendosi verso una via laterale.
-Sai-, dissi girandomi dall'altra parte, -Penso che non lo farò-.
Borbottò qualcosa, Sarah, prima di distogliere lo sguardo. -Non so cos'è successo tra di voi, e se devo essere del tutto sincera neppure mi interessa, ma da una settimana a questa parte siete diversi, entrambi-, disse, guardandomi negli occhi e abbozzando un sorriso. -Avete smesso di picchiarvi, di rompere le cose e sbraitare ad ogni ricreazione, e questo ha anche fatto calmare i professori e la preside-.
Ridacchiò e di rimando io non riuscii a trattenere un sorriso pensando alla preside.
-Certo, a scuola adesso tutti parlano di possibili relazioni segrete tra te e Davis, e se anche fosse non sarebbe un problema, perchè sei cambiata-.
La guardai alzando un sopracciglio. 
-E' inutile che fai quella faccia: okay, forse non sei diventata una dolce e timida diciassettenne, ma qualcosa è cambiato, come se quella crosta che impediava alla gente di avvicinarti fosse scempata. 
Forse è perchè ti stai innamorando-, sorrise schioccando la lingua.
-Io non sono innamorata!-, sbottai.
Sorrise, scuotendo la testa. -Si, ovvio, scusa-.
-Ma è solo per dirti che se anche ci fosse una remota possibilità che tu provi qualcosa per Davis... bè, non ci sarebbe nulla di male-, concluse poggiandosi allo schienale. -Si sente continuamente parlare di storie d'amore che da odio sono diventate amore e la gente ama questo genere di cose; E in fondo credo che nessuno le amerebbe se fossero le solite patetiche storie di lui incontra lei ed  amore al primo sguardo-.
Abbassai gli occhi. -E' diverso quando ci sei dentro-.
Sarah ridacchiò. -La vuoi sapere una cosa? Sotto sotto invece è identico, ma siamo noi a metterci in mezzo tanti di quei problemi che invece crediamo cosi importanti-.
Alzai lo sguardo, bloccandomi nel punto in cui avevo visto sparire Davis solo pochi attimi prima. Non voglio essere una stupidissima storia d'amore, anche perchè quest'ultimo mancava, ma... ahh chi volevo prendere in giro! 
Mi piaceva Davis.
-Ma la sai la cosa piu strana?-.
Guardai Sarah.
Sorrise. -Tu sei ancora qui-.
Mi morsi un labbo, schiarendomi la voce. -Hum, si forse, credo che andrò-.
Lei si limitò ad annuire, mentre io mi alzavo e raccoglievo la tracolla da terra e ammucchiavo tutti i libri; sentivo una strana agitazione in tutto il corpo e una voglia tremenda di raggiungere Davis, se fossi riuscita a trovarlo è ovvio, ma prima di andare mi imposi di guardare un'ultima volta Sarah.
La squadrai. -Sai, sotto sotto non sei cosi rompiballe-.
Sorrise alzando le spalle. -Lo so-.
E dopo un'ultimo sguardo mi voltai.
 
 
 
Che cavolo sto facendo, pensai svoltando l'angolo.
Scossi la testa, sistemandomi meglio la tracolla sulla spalle e iniziai a guardarmi attorno alla ricerca di Davis. Lanciai un'occhiata alla fila di macchine sistemate dall'altra parte della stradina, alla ricerca della sua auto, ma nessuna corrispondeva alla sua immagine.
Forse è venuto a piedi, o forse è gia partito.
No, impossibile; aveva svoltanto l'angolo soli pochi minuti prima di me, era impossibile che fosse gia potuto partire, soprattutto in una stradina cosi piccola.
Con uno sbuffo mi scostai i capelli, cercando di non perdere la calma: possibile che ogni volta che ne avevo bisogno non ci fosse mai e che invece quando meno lo volevo spuntava da ogni angolo?
Forse farei prima ad andare direttamente a casa sua.
Seguii la strada, e per poco non andai addosso ad una coppia di ragazze che mi venivano in contro; Feci appena in tempo a guardarle in volto che tutt'altra figura attirò la mia attenzione.
Davis...
Camminava a passo lento, forse solo grazie a quello ero riuscita a raggiungerlo, con le mani affondante nelle tasce e la testa alta: dei ciuffi ribelli gli stavno ritti sulla testa, e ne ricordavo ancora la morbidezza, mentre facevano contrasto con gli occhi scuri e profondi, che sembravano guardare tutt'altro che una stradina del centro.
Attraversai di corsa la strada, decisa piu che mai a non perderlo di vista.
Mi morsi la guancia, sentendo il cuore battere piu forte; Cavoli, lo stavo per fare davvero? fare cosa, poi...? Confessare il mio amore? No, perchè non è mica di amore che stiamo parlando, forse forse di una piccola cotta, una svista...
Forse.
Sbuffai, facendo un'ultimo sforzo e rendendomi conto che continuando cosi non sarei arrivata da nessuna parte.
-Davis!-, sbottai dopo aver preso un grosso respiro.
Per istinto, piu che per altro, il sottoscritto voltò subito la testa verso di me, ma non riuscì a nascondere del tutto la sorpresa.
Aggrottò appena la fronte, squadrandomi il viso, senza proferire parola, ma fermandosi.
-Nate?-.
Mi fermai solo quando gli fui praticamente di fronte, ma non trovai nulla di sensato da dire: incominciavamo proprio bene, eh?!
Mi schiarii la voce. -Hem, si.. io-, presi un respiro, obbligandomi a calmarmi. -Ti ho visto. Prima-.
Davis accantonò subito la sorpresa, fissandomi astioso. -Ma davvero?-, sibilò ironico.
Seguii i suoi movimenti, mentre incrociava le braccia al petto. -Si-.
-E quindi?-.
Abbassi la testa. -Mi chiedevo... Bè, in fondo mi chiedevo dopo quanto avresti trovato qualcuna con cui rimpiazzarmi-.
Lui aggrottò la fronte. -Rimpiazzare cosa. Mi sembra che noi due non siamo mai stati nulla-.
Spostai il peso da un piede all'altro, a disagio. -Mi sbagliavo, forse-.
-Maddai-, sibilò. -Scherzi forse?!-.
-Ho sbagliato, okay?-, sbottai. -Cosa ti aspetti che ti dica ancora?-.
Ridacchiò, aspro. -Oh, ci sono un mucchio di cose che potresti dire, Natalie, ma sono io stavolta a non volerti ascoltare-.
Sentii una fitta allo stomaco: che intendeva?
Fece un passo avanti. -Brutto quando le parti si invertono, vero?-.
Che cos'era quella, una specie di vendetta?! Certo, a ripensarci ero stata io la maggior parte delle volte a non voler ascoltare quello che aveva da dirmi, ma cavoli! Lui alla fine riusciva sempre a parlare e a farmi entrare in testa tutte le sue grandi convinzioni.
Agii d'istinto, e quando lo vidi voltarsi per andarsene, lo afferrai per un braccio, bloccandolo subito.
-No, aspetta!-.
-Cosa?-, sbottò guardandomi. -Sono proprio curioso di vedere fin dove arriverai questa volta-.
-Ti devo parlare-.
-Fallo-.
-Se tu aspettassi solo un secondo, senza mettermi tutta questa fretta, forse...-.
-Cosa?! Non ho fatto altro che darti tempo, Natalie. Sinceramente mi sono rotto i coglioni di aspettarti-.
Sgranai gli occhi. -Quindi? Che vuoi dire?-, scossi la testa. 
-Intendo: cosa siamo per te, noi due?-, sibilò facendo un passo avanti.
Ormai erano solo pochi centimetri a dividerci, e mi accorsi solo in quel momento che gli stavo ancora tenendo il braccio; come scottata da quella consapevolezza, lo mollai subito di scatto.
Lui non spostò lo sguardo dal mio viso, ma lo vidi cambiare l'espressione, diventando piu fredda ancora.
Socchiusi la bocca, alla ricerca di una risposta giusta.
Cosa eravamo noi? Tutto e Nulla.
Non eravamo fidanzati, non ci prendavamo per mano a scuola e non ci mettavamo a chacchierare come fidanzatini al telefono.
Ma stavamo sempre assime, ridevamo e... dannazione! Mi faceva stare bene. Sembrava essere l'unico che mi lasciava parlare, che mi ascoltava, mi sapeva prendere e non aveva mai mollato, anche dopo tutte le mie parole e i miei rifiuti.
Lo conoscevo da una vita, l'avevo visto con il pannolino e lo avevo osservato crescere. Con il tempo avevo imparato ad odiarlo, ma anche ad amarlo.
Davis prese il mio silenzio per una millesima rinuncia perchè scosse la testa. -Visto? Non sei ancora pronta, e io lo sono da troppo tempo-.
Alzai di scatto la testa. -Non è vero! Ti ho detto... vedi? Non mi stai ascoltando-.
Sgranò gli occhi. -Ah, sarei io a non ascoltare? Ma da quando!-.
-Non le so dire queste cose, okay?!-, sbottai al limite.
-Dire cosa...?-.
-Dire alle persone che gli voglio bene!-, mi morsi un labbro, sotto al suo sguardo inespressivo. -Non sono abituata-.
Davis spostò lo sguardo, sospirando. -Okay, quindi mi vuoi bene?-.
-Si-, sussurrai. -No!-.
Alzò un sopracciglio, guardandomi scettico e aspettando.
Chiusi gli occhi. -Io, no, volevo dire che, bè, che si...-.
-Non ci resci proprio, eh?-, sorrise aspro.
Presi un respiro, cercando di calmarmi, cercando un altro modo. -E' come... come quando da piccolo cadi e ti fai male, e hai paura che se risalirai sulla bicicletta te ne farai ancora-.
Okay, esempio veramente molto patetico, Nate.
-Ma tu non sei mai caduta, Nate-, disse abbassando la voce.
Annuii. -Ma ho paura di farlo-.
Davis sospirò, allungando una mano e possandomela dietro il collo. -E se io ti promettessi, ti giurassi, che non cadrai?-.
-Non puoi saperlo-.
Ridacchiò. -No, è vero, ma sono testardo e sappi che neppure io voglio cadere-, sorrise muovendo le dita, in dolci massaggi circolari. -Sono da troppo tempo innamorato di te per lasciare che questo possa accadere-.
Sorrisi, senza potermelo impedire. -Troppo tempo? Poche uscite sono per te troppo tempo?!-.
Scosse la testa, prendendo un respiro profondo. -Mi sono sempre piaciute le nostre liti, davvero, mi esaltava sapere di poter scherzare con te, solo con te, in quel modo, ma solo dopo un pò di tempo mi sono reso conto che non mi piacevano solo quelle.
Eri tu a piacermi, ma non nel modo che credono tutti: non mi piaceva prenderti per mano o chiacchierare con te, ma era fantastico portarti all'esaurimento, vedere e sfidarti cercando di capire fin dove arrivava il tuo confine di sopportazione. Hai sempre avuto una grinta pazzesca e... bè era soprattutto quello ad attirarmi-, disse tutto d'un fiato senza distogliere lo sguardo.
Non osai immaginare che espressione potessi avere in quel momento, ma ero certa di riuscire ad assomigliare benissimo ad un pesce lesso.
-Poi però anche quello sembrò non bastare piu e nella palestra... bè-, sorrise malizioso, -Sappi solo che eri da sempre stata il mio sogno erotico,e stranamente non hai deluso le mie aspettative-.
-Stranamente?-, alzai un soppracciglio allubita.
-Shh, non mi distrarre che perdo il filo-, ridacchiò. -E dopo quella sera, litigare con te e guardarti da lontano non mi è piu bastato. Volevo e voglio di piu, Natalie. Per questo non posso aspettarti in eterno e per questo non può bastarmi piu quello che mi hai dato fino all'altro giorno-.
-Non mi è piaciuto che sei uscito con quella-, sussurrai, sperando un secondo dopo che non mi avesse sentito.
Alzò le spalle, scuotendo la testa. 
Abbassai lo sguardo. -E... si, vorrei avere il diritto di incazzarmi con te se lo fai ancora-.
Sorrise, e per un secondo rimasi incantata dai suoi occhi: erano cosi scuri ma allo stesso tempo sembravano i piu limpidi che avessi mai visto. 
-Manca ancora qualcosa-.
Strinsi le labbra. -Okay! va bene potrei... essere innamorata di te-.
Lasciò cadere la testa all'indietro con un verso sarcastico. -Finalmente! ti ci volteva cosi tanto?!-.
Sgranai gli occhi e gli tirai un pugno sul petto. -Stronzo-.
-Okay, okay scusa-, rise. -Ma davvero, Natalie, mi hai fatto penare-.
-Credimi, te lo sei meritato, e comunque qualunque sia la piega che prenderà questa storia, ti odio ancora-.
-Oh, ma ti odio anch'io e non credere che non ti darò ancora della pazza psicopatica isterica-.
Sorrisi. -Bene-.
Prima ancora di rendermene conto però, Davis mi stava già baciando; me ne resi conto quando sentii il suo sapore mischiarsi d'un colpo con il mio e scollegai il cervello in pochissimi attimi, cosi da permi godere il primo bacio del mio... ragazzo? Miglior nemico?
Mi aggrappai alle sue spalle, sorridendo contro le sue labbra, sentendo il peso che mi premeva sullo stomaco vaporizzarsi a quel contatto; era stato semplice, alla fine.
Davis fece passare l'altra mano ancora libera tra i miei capelli, premendo ancora di piu la mi nuca contro la sua, senza dover interrompere il bacio, come a non volermi lasciare piu andare via. 
Ci dovemmo staccare, però, quando la riserva di ossigeno arrivò al minimo, entrambi con il fiatone.
Mi specchiai nei suoi occhi e pensai che per il momento potevo anche lasciare da parte tutte le insicurezze e le pippe mentali.
Un pensiero molesto mi attraverò la mente e non riuscii a non ridere, sotto allo sguardo confuso di Davis.
-Sai, solitamente è la ragazza a volere un'etichetta a tutti i costi e il ragazzo a voler qualcosa senza impegno-.
Scrollò le spalle. -Vabbè, vuol dire che saremmo una coppia anticonformista-.
Ridacchiai, pensandoci bene per un minuto. -Si, forse è l'unico modo-.
Diciamo che essenzialmente non temo i confronti, sono masochista la maggior parte delle volte, credo che la maggior parte delle cose che ci accadono solo scelte da qualcun altro, avevo la dannata tendenza a giudicare prima di conoscere, sono orgogliosa a livelli immaginabili, vendicativa alle volte, poco femminile nel carattere, una vocina interiore che non mi lasciava mai in pace, l'istinto di allontanare la gente e un talento naturale nel ferirle, e chissà grazie a quale divinità superiore, ero innamorata del mio miglior nemico.
Io e Davis non conoscevamo mezze misure, questo è vero, ma forse per una volta avevamo trovato un punto d'incontro; Un qualcosa da cui poter cominciare
Perchè forse non eravamo posi cosi diversi....
-Sai una cosa?-.
-Dimmi-.
-Non vedo l'ora di litigare con te-.
-E perchè?-.
-Ti immagini quanto sesso riparatore dovremmo fare?!-.
Scossi la testa, rimangiandomi subito l'ultimo pensiero buono per lui appena concepito.
 
 
 
 
NdA :)
 
 
Okay okay, stavolta mi sono meritata i pomodori, i forconi, e le spade ma giuro che stavolta dovrebbe essere l'ultimo ritardo cosi grande.
Bene se non siete morte di dibete nel corso del capitolo inzio premettendo che non è esattamente il mio stile, ma sono stata contagiata dalla gioia e la spensieratezza dell'estate e di alcune cazoni forse troppo allegre che mi hanno fatto diventare Nate dolce e Daniel.. bè diciamo che lui è sempre stato cosi, dai!!
Ho fatto un conto veloce e mi sa che mancano 3 capitoli massimo e epilogo a parte... eh si mi sambra che sia passata un'eternità e forse è cosi perchè mi ritorvo dopo un'anno ad avere quasi concluso quella storia che da sempre mi è stata in testa.
Forse avrei voluto farla diversa, forse non doveva andare cosi, ma è cresciuta assieme a me e non le dirò addio fino all'ultimo punto che dovrò scrivere e voglio che anche voi ci siate per dirle addio :)
Bene, dopo questo bellissimo argomento vi ricordo il sito fb dove potete sempre chiedere spoiler o curiosità... o anche solo per sgridarmi in caso di ritardo :)
Risponderò alle recensioni dello scorso capitolo con piu calma rispetto al solito perchè non ho molto tempo, ma lo farò, fidatevi.
E come sempre grazie a chi anche stavolta mi ha spronta a continuare a scrivere!
Un bacione, lasciatemi un commentino che fa sempre bene @__@
Je :)
 
   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: jede