Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Vals Fanwriter    11/06/2012    5 recensioni
Io e te siamo amici, ce lo siamo giurati in quella cazzo di stanza d’ospedale, e amici per me significa che, anche se non vuoi, io non mi staccherò da te e farò tutto il possibile per farti ridere e per farti tornare a darmi del ciccione pelato!
Kurtofsky | Big Damn Table: 021. Amici | Sentimentale, Fluff
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Dave/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Best Damn Thing'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Grazie. Sì, proprio a te, perché sai risollevarmi… sempre. ♥

 

~

 

Big Damn Table

021. Amici.

 

May I be your shield?*

 

 

 

Uno squillo… due squilli… nessuna risposta ancora.

Tre… quattro… e poi un flebile scroscio.

‹‹Pronto, sei tu?››

Le domande stupide, che vengono fuori quando sei preoccupato, sono le più esilaranti. Stai lì col telefono in mano ad ascoltare il nulla e a pensare che magari una domanda più decente la potevi fare. Però niente… a parte il piccolo accorgimento, che il tuo cervello ti ha gentilmente concesso, non aggiungi altro alla tua affermazione, onde evitare di fare ulteriori figuracce. Respiri a fondo e aspetti che la voce dall’altro capo del telefono ti faccia notare quanto sei idiota, con quel sarcasmo che solo essa possiede… quel sarcasmo senza il quale non puoi vivere e che ti riempie le giornate.

‹‹Ciao, Dave…››

Niente sarcasmo… Ti sale l’ansia… Lo senti così spento…

Forse fa parte della tua immaginazione. Gli hai sentito dire sì e no due parole. Magari è solo seccato dal fatto che, da quella mattina, lo hai chiamato tipo venti volte. Sono giorni che non si fa sentire. Non può proprio biasimarti.

‹‹Ehi, che fine hai fatto? Non avevi detto che mi avresti chiamato tu?››

L’aveva detto davvero. Aveva detto che gli avrebbe sicuramente dato la bella notizia a breve, quindi se non l’aveva chiamato, la spiegazione era una soltanto…

Rimani in attesa ancora, mordendoti un’unghia per il nervosismo, e lo senti sospirare sonoramente alla cornetta.

‹‹È vero… Scusami, non ero in vena.››

No, non c’entra nulla la tua immaginazione. Kurt non ti ha chiamato, Kurt non è stato in vena di chiamarti… quindi…

‹‹È successo qualcosa?››

Kurt emette un altro sospiro e tu non hai più dubbi… Ti piacerebbe andare lì per poterlo vedere, oltre che sentire, e stai quasi per riattaccare e prendere le chiavi della macchina al volo, ma lui finalmente risponde.

‹‹Non mi hanno preso…››

Le mani ti si fanno improvvisamente fredde e tremanti, il cuore ti inizia a palpitare per l’ansia, la gola ti si prosciuga.

‹‹Mi vuoi raccontare?››

È l’unica cosa che riesci a dire. Vorresti tanto che tutto quello che temevi non si fosse concretizzato in parole vere, eppure sai che la catastrofe è arrivata. Senti già stringerti il cuore, senti già il bisogno di raggiungerlo

‹‹Non c’è niente da dire, David. Io sono un deficiente… Ho puntato tutto sulla Nyada e poi non ho concluso nulla…›› butta fuori tutto d’un fiato e senti la frustrazione pervadergli la voce già notevolmente acuta, segno evidente che è sull’orlo del pianto, ‹‹Sono un fallimento e resterò per sempre bloccato in questa stupida città!››

‹‹Ehi, non dire così, okay?›› sussurri calmo alla cornetta, ‹‹Se quelli non ti hanno preso significa che non hanno capito proprio un cazzo delle tue potenzial-››

‹‹Ma a chi voglio prendere in giro!?›› sbotta Kurt, interrompendoti, ‹‹Rachel ha sbagliato e l’hanno presa comunque! Io… sono stato un disastro… un disastro completo!››

Ed eccoli, quei singhiozzi maledetti… Odi non poter far nulla, odi il semplice fatto di poterli soltanto ascoltare…

Stringi i pugni, tentando di mantenere la calma, ma le parole che ti escono di bocca sono gremite di rabbia e di un pizzico di delusione: questo non è il Kurt Hummel che conosci, non è il Kurt Hummel che ti ha sconvolto la vita.

‹‹Perché devi fare così!? Maledizione, vorrei essere lì per prenderti a schiaffi!››

Lui non risponde, si limita semplicemente a tirare su col naso – lo senti distintamente attraverso il ricevitore – e ti chiedi se non sei stato troppo duro nei suoi confronti. Inspiri profondamente e butti fuori tutta l’aria per calmarti, ma senti ancora il magone allo stomaco e la preoccupazione che ti divora.

‹‹Sei solo?›› gli chiedi, con un tono di voce più controllato.

‹‹C’è solo Carole di sotto…›› mugugna e riesci a percepire il granello di risentimento nella sua voce.

È decisamente nel suo carattere l’offendersi perché hai appena minacciato di prenderlo a ceffoni.

‹‹E l’ingellato?›› continui a domandare cautamente, ma quando l’immagine di Kurt, chiuso in camera da solo a piangere, ti appare dinanzi, il nervosismo prende il sopravvento e non riesci ad impedire alla tua bocca di parlare aspramente, ‹‹Perché l’ingellato non è lì con te, se sa che stai da schifo?››

‹‹Io…›› borbotta incerto, ‹‹ho finto di stare bene… lui sembrava… felice.››

‹‹Felice?!››

‹‹Rimango con lui un altro anno e ci riproviamo entrambi la prossima volta… Non era così dispiaciuto…››

Boccheggi un paio di volte. Non riesci a spiegarti come sia possibile. Tu, a chilometri di distanza, pur non avendolo visto per quasi due settimane, hai intuito subito che c’era qualcosa che non andava e lui… beh, lui è felice? Kurt sta male e lui è felice?

‹‹Mi prendi in giro? Si può sapere perché non gliel’hai detto?!››

‹‹Non volevo dargli pensieri…››

‹‹E a me sì, invece. A me li dai i pensieri…››

Rimane in silenzio, per qualche secondo, e sicuramente è solo la quiete prima della tempesta. Infatti dopo esclama stizzito: ‹‹Sei tu che mi hai chiamato, Dave!››

‹‹Okay, ma volevo solo che parlassi chiaro! Perché diavolo devo estorcerti le cose con la forza, ogni volta?!›› ribatti altrettanto infervorato.

‹‹Nessuno te l’ha mai chiesto…››

Diciamo che litigare era l’ultima cosa che volevi, però questo fingere che vada tutto a meraviglia ti dà sui nervi. Ti passi stancamente una mano sugli occhi. Non vuoi che si affollino altre preoccupazioni nella sua mente… vuoi semplicemente esserci.

‹‹Dannazione, Kurt! Io mi preoccupo per te e tu ti tieni tutto dentro…›› ammetti, cercando di sembrare meno brusco, ‹‹Avrei potuto venire a prelevarti da casa con la forza per uscire e farti distrarre, se tu mi avessi chiamato!››

‹‹Lo avresti fatto?›› domanda lui flebilmente.

‹‹Sto per farlo adesso. Pensi che non mi importi niente di te? Credevo che avessimo chiarito questo punto…››

‹‹Dave…›› cerca di dire lui, ma tu continui imperterrito.

‹‹No, ascoltami. Non me ne frega niente del fatto che sopracciglia potrebbe non essere d’accordo. Io e te siamo amici, ce lo siamo giurati in quella cazzo di stanza d’ospedale, e amici per me significa che, anche se non vuoi, io non mi staccherò da te e farò tutto il possibile per farti ridere e per farti tornare a darmi del ciccione pelato!››

‹‹Sai che non lo pensavo davvero…››

‹‹Lo so…›› fai una pausa e ascolti il fruscio del suo respiro, ora chiaramente più rilassato, e ciò ti permette di proseguire con un peso in meno sul cuore, ‹‹Quello che voglio dire è che da solo non ti lascio… né adesso, né mai… e che il mondo se lo sogna un rapporto come il nostro.››

‹‹Mi fai piangere…›› replica debolmente, probabilmente portando una mano ad asciugarsi gli occhi.

‹‹Non era mia intenzione…››

Cade di nuovo il silenzio e tu resti in attesa. Ti senti assolutamente più leggero adesso, dopo avergli detto quelle cose e avergli fatto capire quanto ci tieni a lui. È una bella sensazione che, quasi subito, viene accompagnata dalla sua dolce voce.

‹‹Ti ringrazio, Dave.››

Finalmente lo senti più sereno, ma ancora non basta. La tua missione non è compiuta.

‹‹Invece di ringraziarmi, alza il tuo delicato fondoschiena e va’ a prepararti›› gli ordini con fare canzonatorio, ‹‹Tra un quarto d’ora ti passo a prendere e ti porto a vedere uno di quei film strappalacrime che ti piacciono tanto.››

Kurt sogghigna e non riesce a trattenersi dal chiosare: ‹‹E che, in fondo, piacciono tanto anche a te…››

‹‹Solo perché posso commentarli ridicolizzando i personaggi. Ora vai a impiastricciarti la faccia con le mille creme di cui è ricolmo il tuo beauty-case.››

Ridacchia di nuovo e quasi hai voglia di continuare con quel teatrino all’infinito, ma sai quanto Kurt abbia bisogno di non rimanere ancora da solo, quindi ti imponi di tacere. Stai quasi per salutarlo, ma lui ti precede.

‹‹Dave…?››

‹‹Mmh…››

‹‹Lo sai che ti voglio bene, sì?››

‹‹Naturalmente.››

Uno scambio di battute banale, ma così sincero che ti fa sorridere.

‹‹Bene…›› dice soddisfatto, ‹‹Allora ci vediamo tra poco, Yoghi.››

Una smorfia divertita ti compare sul viso. Potresti abituarti a sentirti chiamare così, purché sia lui a farlo.

‹‹A tra poco… Fancy›› rispondi e poi riattacchi, ugualmente appagato.

È incredibile come quest’ultimo soprannome, pronunciato in questo contesto, sembri tremendamente dolce e stucchevole. Sicuramente anche Kurt ne è rimasto stupito e il fatto che non risulti più impregnato di quella nota di disprezzo, che gli era affine in tempi ormai remoti, lo ha reso unico e totalmente piacevole, anche ai suoi occhi. Magari riprenderai l’abitudine di chiamarlo in quel modo, chissà.

La sola cosa di cui sei assolutamente certo, in questo momento, è che non ti importa di quello che sei per Kurt, non ti importa di essere un gradino più giù rispetto a dove vorresti essere. Quello che più conta è che lui sappia che tu sarai al suo fianco sempre, qualunque cosa succeda, senza la necessità di richiedere il consenso di nessuno… e questo perché gliel’hai promesso.

 

Fine.

 

* May I be you shield? – frase tratta dalla canzone “May I” dei Trading Yesterday, che io amo alla follia.

 

~

 

BIG DAMN TABLE

001. Inizio.

002. Intermezzo.

003. Fine.

004. Interiorità.

005. Esteriorità.

006. Ore.

007. Giorni.

008. Settimane.

009. Mesi.

010. Anni.

011. Rosso.

012. Arancione.

013. Giallo.

014. Verde.

015. Blu.

016. Porpora.

017. Marrone.

018. Nero.

019. Bianco.

020. Senza colori.

021. Amici.

022. Nemici.

023. Amanti.

024. Famiglia.

025. Estranei.

026. Compagni di squadra.

027. Genitori.

028. Figli.

029. Nascita.

030. Morte.

031. Alba.

032. Tramonto.

033. Troppo.

034. Troppo poco.

035. Sesto Senso.

036. Olfatto.

037. Udito.

038. Tatto.

039. Gusto.

040. Vista.

041. Forme.

042. Triangolo.

043. Diamante.

044. Cerchio.

045. Luna.

046. Stelle.

047. Cuori.

048. Quadri.

049. Fiori.

050. Picche.

051. Acqua.

052. Fuoco.

053. Terra.

054. Aria.

055. Spirito.

056. Colazione.

057. Pranzo.

058. Cena.

059. Cibo.

060. Bibite.

061. Inverno.

062. Primavera.

063. Estate.

064. Autunno.

065. Mezze stagioni.

066. Pioggia.

067. Neve.

068. Lampo.

069. Tuono.

070. Tempesta.

071. Rotto.

072. Riparato.

073. Luce.

074. Oscurità.

075. Ombra.

076. Chi?

077. Cosa?

078. Dove?

079. Quando?

080. Perché?

081. Come?

082. Se.

083. E.

084. Lui.

085. Lei.

086. Scelte.

087. Vita.

088. Scuola.

089. Lavoro.

090. Casa.

091. Compleanno.

092. Natale.

093. Ringraziamento.

094. Indipendenza.

095. Capodanno.

096. Scelta libera.

097. Scelta libera.

098. Scelta libera.

099. Scelta libera.

100. Scelta libera.

 

 

Link utili: TwitterFacebook .

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Vals Fanwriter