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Autore: InsaneMind    11/06/2012    0 recensioni
La storia di un amore intrigante che neanche il tempo riuscirà a scalfire.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sai di sale...
-Siamo stati finora in acqua, mi sembra più che normale...
-Usciamo, penso sia tardi...
-Dici che il tuo amico ti sta ancora aspettando?
-Di sicuro, forse si è addormentato tutto il pomeriggio...-Finì la frase e mi porse la sua mano che afferrai all'istante, senza lasciarla scivolare.
L'acqua col passare delle ore diventava sempre più calda ed era un peccato uscire proprio in quel momento che, dopo una giornata intera, era diventato un posto molto rilassante in cui rimanere. Vidi la sua espressione farsi man mano più cupa, i suoi occhi scorgevano il panorama, prima da destra fissando costantemente l'acqua, il mare, con gli scogli in lontananza per poi farli cadere delicatamente su di me.
-A cosa stai pensando?- decisi di farmi timidamente avanti per provare a capire cosa gli passasse nella mente in quel momento.
-Domani parto.-quella fu l'unica risposta che mi diede dopo un'interminabile trascorrere di minuti. Disse  tutto così freddamente, quasi pentito, da farmi rimanere di stucco: immobile. Riprese il discorso dicendomi:- Che c'è? Perché ti sei fermata?
-Perché non me l'hai detto prima?- dissi il tutto con quanta più ira avevo in me.
-Non rendere questo momento più difficile del previsto...
-E così domani termina la tua vacanza ed anche la tua finta-cotta estiva! Ma fammi il piacere va'
-Smettila di fare la bambina, accidenti. Perché devi rendere questo momento ancor più difficile? Non ti capisco proprio, non ti sopporto quando fai così, non so proprio come comportarmi con te.-
Rimasi in silenzio. Quelle parole si insediarono nella mia mente e inziarono a bruciare come il ferro rovente a contatto con la pelle. Dannazione, perché ora inziavo a sentirmi così?
Tirai su col naso.
-Stai piangendo?- la preoccupazione prese il possesso del suo corpo, facendo si che le sue mani si posassero sulle mie spalle.
-Ma no. -
-Eh già..Tu sei sempre quella fredda, 'io-non-piango-mai.'
 
Uscimmo, andai diretta verso l'ombrellone sicura che fosse quella la scelta giusta. Ero arrabbiata, mi sentivo presa in giro. Non avevo voglia di trovare parole che potessero definire concretamente lo stato in cui mi trovavo, che senso avrebbe avuto? Era come farsi del male da soli, accettando il fatto che anche gli altri possono distruggerci con poco, veramente poco. Una parte di me comprendeva quel povero ragazzo, dopotutto non era colpa sua se doveva partire, quella non era casa sua ed io non ero un giusto motivo per rimanere. E allora mi chiesi perché c'era quell'altra parte, l'opposto che deve rovinare sempre tutto, che emergeva quando ero veramente felice e che mi faceva precipitare nel buio più assoluto facendomi perdere il controllo delle mie emozioni, delle mie azioni risultando la cattiva, l'acida di turno.
Continuai a dilagare nei miei pensieri, come se fossero aghi che si insinuavano dentro me, continuavo a torturarmi mentre lo guardavo coi miei occhi sognanti mentre dentro di me fantasticavo pensando a quanto si fosse dimostrato gentile verso di me. Accettando la consapevolezza di averlo trattato male, peggio di uno straccio sporco per evitare di soffrire.
-Senti, puoi venire un attimo con me?- piombò di colpo sotto l'ombrellone e sentii la sua voce così vicina a me, così vicina da sciogliere tutto quel ghiaccio che giaceva in me. Neanche il tempo di rispondergli che già mi aveva presa per mano e mi stava conducendo verso la spiaggia.
Camminammo per qualche metro in silenzio, ma il sapere che c'era lui vicino a me bastava. Non cercavo parole che potessero riempire quel silenzio o che potessero far creare nuove discussioni. Il suo tocco era così morbido, così come la sua mano. Le sue dita erano corte e accarezzavano dolcemente le mie. Pensando a queste cose arrossii ed infatti fu per questo che iniziò a parlarmi, chiedendomi cosa avessi fatto.
-Niente, stavo pensando...-
-Uh, cosa? Comunque volevo parlarti un po' in privato ed è per questo che ti avevo chiesto di seguirmi. Non volevo parlarti davanti ai tuoi amici che tralaltro ci hanno anche seguito...
-Lasciali stare, non importartene...dimmi.-
Accadde tutto in quel momento così inaspettato. Sembrava così banale ma al tempo stesso mi ha segnato così tanto in tutti questi anni, e riflettendoci non mi dava l'impressione di esser reale.
Mi strinse a sè, con delicatezza senza forzarmi, inclinò il volto verso di me e mi baciò. Quel bacio che così tanto ambiva a vivere, che desiderava con tutto se stesso ora era realtà. In tutti quegli attimi persi la cognizione del tempo. Eravamo solo io e lui, lui ed io. Tu ed io.
I miei pensieri, che per qualche lungo attimo erano scomparsi, tornarono. Ricordai le sue parole dette con così tanta freddezza da farmi rabbrividire, mi sentii improvvisamente triste, sola.
Era lì, cos'altro avrei potuto desiderare? Niente, non c'era nient'altro che avrei voluto, oltre alla possibilità di farlo rimanere, di poter conoscerlo meglio. Ma come tutte le cose belle, anche essa finì. Ti scansai impaurita. Vedevo le tue braccia abbandonarmi di colpo e scendere velocemente sui suoi fianchi per poi tornare al punto di partenza.
-Perché mi hai scansato?-
Era arrabbiato, lo percepivo dal tuo sguardo che da dolce si era tramutato in uno colmo di ira. Come avrei potuto dirti tutto ciò che aveva attraversato la mia mente, in quel frangente. Non potevo. 
 
Tornammo indietro senza dirci nulla, solo silenzio, silenzio e silenzio. Pesava sempre più, era divenuto insostenibile.
-Mi dispiace...
-Tranquilla.
-Domani vengo...
-Ok. Ora devo andare, ciao.
Si concluse quella giornata così, con delle risposte fredde, distanti. La situazione si era capovolta, adesso ero io a dover correre da lui.
  
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