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Autore: wincestheritage    12/06/2012    0 recensioni
Sam e Dean affrontano le questioni di cuore. spoilers per la quinta stagione.
(la prima frase riprende il libro di Albert Espinosa, un pezzo nel discorso di Dean il testo della canzone di Dente-Parlerò di lei a te)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Aveva voglia di piangere e sentiva che sarebbe successo, sapeva che sarebbe scoppiato. Si scoppia a piangere o a ridere. E credo che valga la pena di ridursi in pezzi per quel genere di emozione. Avrebbe dato la vita per lui, perché avesse una seconda chance. A lui era stata già concessa - credo che sia di famiglia, questo tendenza a sacrificarsi . Ma era lui la sua famiglia, l’unica che aveva e che avrebbe avuto. Ma sarebbe stata comunque quella che avrebbe scelto. Erano identici, ma Sam era soprattutto sufficiente.
-          Dean, D-Dean … che succede? Ehy, amico.
-          Non sono amico tuo, Sam.
-           
-          Smettila Sam … ora hai voglia di parlare di come sto?! Il mondo sta per finire, Lucifero otterrà il suo tramite, Dio è chissà in quale dannata spiaggia a gustarsi l ‘Apocalisse da uno sdraio! E tu hai voglia di parlare dei miei sentimenti!?
-          Tanto ne abbiamo tutto il tempo
-           
-          Non riusciremo a fermare niente, Dean,  guardiamo la realtà, quindi tanto vale usare tutto il tempo che abbiamo fino all’arrivo di Lucifero.
-           
-          Dean. /Sei mio fratello
-          Dannazione Sam! I..-Io.. oh e dai!!
Sam storse la bocca, in quello che poteva essere chiamato un sorriso, di cui i Winchester non erano proprio esperti. Ma Sam aveva avuto più tempo per allenarsi a sorridere del fratello, e per questo, quando lo saggiava, ne bastava un pezzetto appena per sorprendere Dean. Dean lo guardò, prima le sue gote, appena più chiare del fuoco, se il fuoco fosse di un solo colore, e poi quella nuova smorfia che tentò di imitare. E non ne venne fuori proprio un bel sorriso che diceva va tutto bene, amico, sei un uomo, puoi spezzarti , quanto invece qualcosa del tipo :non va bene per niente, ma tanto noi due siamo sempre stati tutto quello che avevamo, e tu sei ancora qui, e quindi, tirando le somme, io non ho perso proprio un bel niente. Ma a Sam piacque di più quella risposta di ogni ti amo e si e resterò per sempre con te di ogni ragazza che aveva incontrato prima.
-          Va bene spezzarsi, Dean.
-          Non succederà.
-          Sai Dean,/ se evitassi di sopprimere ogni volta ogni genere di emozione per far finta che va tutto bene e che sei ancora un cacciatore freddo e deciso, non staresti così! Tu non sei un cacciatore, Dean,/ non quando sei con me. Quando sei solo con me. Sei un mucchio di altre cose, e anche un uomo,/ e un ragazzino,/ credimi, ma non un cacciatore, non qui. Perché non porti il fucile a tavola quando mangiamo. E non perché sia pericoloso, ma perché l’odore di ferro della canna non c’entra niente con la famiglia. E ti senti in famiglia quando stiamo insieme a bere o a guardare la TV. Tu …
-          Ho capito, Sam! Non ce ne è bisogno.
Poteva farcela, ce l’avrebbe fatta. Non doveva dire nulla di così complicato. Doveva dire solo il suo cuore.Dirlo fino in fondo, scagionandolo da tutte le accuse che gli aveva appena rivolto il fratello. Ma poi lo disse, e sembrò, esattamente, quello che aveva capito Sam. Ma ce l’avrebbe fatta.
-           Io e te, Sam /… io sono stanco,/ sono esausto /e no/-non ho la forza/ di continuare a combattere per niente/…, anzi, per tutti quanti/ non ho più voglia di fare l’eroe e non voglio che sia a tu a farlo, perché gli eroi nelle storie finiscono sempre per morire. E sinceramente, Sam
Ce l’avrebbe fatta.
-          , tu sei un pedante , saccente, smorfioso, ragazzino /, e mi fai impazzire e perdere i nervi continuamente, ma/ eh eh
Ma Dean non aveva bisogno di allenamento, perché sapeva già ridere, ridere di cuore, più spontaneamente. Dean era spontaneo, più di quello che gli altri pensassero. Magari non lo era sempre. Ma quando lo era, era perfetto.
-          Sono grato a questo … “Dio”, che tu mi stia attorno. E per questo non alcuna intenzione di lasciarti fare l’eroe. Perché voglio vederti in giro ancora per un bel po’ di tempo. Io e te siamo semplici, uomini, e siamo identici e lontanissimi. E quando io cammino e tu non ci sei,  le braccia intorno al tuo collo, chissà di chi altri sono. Ma quando io cammino accanto a te , con le tue braccia sul mio collo, io mi sento meglio. /Non avrò più un amico come te.
-           
-          Che c’è? Ti ho scioccato così tanto..
Ma non c’è tempo per parlare, pensò Sam, e se prima avevamo il tempo di una vita adesso è ridotto a un momento. Abbiamo solo questo momento, pensò Sam, perché poi finirà, e non possiamo parlare, perché abbiamo una cosa da fare, poi … quando saremmo morti avremmo tutto il tempo di parlare. E allora, diede retta al suo intuito, come faceva il più grande, e afferrò Dean per  certe ciocche castane, che andavano a schiarirsi sulle punte, e con una mano gli prese la guancia, con una forza da cui avrebbe saputo liberarsi un neonato- ma nessun muscolo di Dean, nessuna particella del suo corpo aveva la più minima intenzione di muoversi per liberarsi, ogni parte di lui chiedeva di essere incatenata a Sam. E si avvicinò lentamente e,  con sofferenza, fissando i suoi occhi in quelli verdi di lui, strinse i denti. Lasciò che il fratello si muovesse altrettanto vicino, abbastanza, a sufficienza. Dean posò il labbro superiore su quello del fratello e morbidamente, lo chiuse con quello inferiore. Sam lo vide staccarsi per un momento e pensò che fosse sufficiente . Ma Dean non era un tipo che rimaneva sufficiente. Si alzò in piedi e guardò il minore più basso di lui,- una delle poche volte-appoggiò una mano sulla trave sopra il letto e si piegò sul fratello baciandolo in fronte, e poi continuò a baciarlo scendendo fino al mento. E sentendo l’assecondare del fratello a tutto quel movimento di corpi, afferrò con l’altra  mano la maglia di lui e lo tirò a sé in piedi, con forza. Continuò a farsi baciare, Sam, perché tanto c’era tempo solo per quello, ma soprattutto perché era dolce come non mai, pensò. E dolcemente fece scivolare le sue braccia sul collo del più grande, sperando che si sentisse meglio e le piegò afferrandogli ancora i capelli sulla nuca. Dean lo lasciò, certo che il secondo avrebbe continuato a tenerli stretti l’uno contro l’altro, e graffiando delicatamente l’addome di lui, scese con le mani fino ai suoi pantaloni.
Erano patetici, penso Dean, che senso ha dichiararsi tutto adesso. E fare come se fossero innamorati. Lo spinse sul letto, più violentemente, dopo questi pensieri. E quando fu sopra di lui, dopo avergli sfilato i jeans e aver fatto altrettanto con i suoi,  prese  a spingere, e gettò tutta  la sua rabbia in ogni singolo gesto. Trovate le mani di Sam, sul materasso umido, ne strinse il dorso, e pesantemente, mentre faceva sprofondare ogni suo lacerante dolore nel corpo di lui, si accorse di una cosa: Sam chiudeva la presa del fratello, premendo le sue dita contro quelle dell’altro, e assecondava il suo movimento, perché avevano sempre fatto le cose insieme a caccia, e quella, che per loro sembrò l’ultima , dovevano anche farla insieme. E allora Sam sentì gentilezza nei gesti violenti del fratello, e una disperata ricerca di delicatezza in quella ansiosa scalata che era il sesso.
-          D-Dean…
-          Oh Sammy..
-          Dean
E alla fine vennero entrambi … a una intuitiva e istantanea conclusione: se proprio doveva finire perché non dirsi tutto? E perdersi  in Terra, tanto per ritrovarsi all’Inferno. Tanto perdere, avrebbero perso, pensò Sam, e vincere, non ce n’era il rischio.
Non dormiremo, non c’è tempo appunto. Ma Dean gli si avvicinò e si strinse, divenendo esageratamente facile da spezzare, aderendo con ogni pezzo di sé al corpo nudo del fratello.
-          Dov’è il fucile Dean?
Poteva essere pericoloso ritrovarselo in mezzo alle coperte.
-          Io ti amo
E allora Sam sorrise, cercando di ricordare come lo aveva fatto il fratello prima, cercando di dirgli che non andava bene affatto ma che nessuno ha mai detto  che doveva andare bene.
E non glielo richiese una seconda volta. Perché Dean non lo ricordava e  non c’entrava niente adesso l’odore di polvere da sparo.
  
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