Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Ricorda la storia  |      
Autore: ChaosReign_    12/06/2012    9 recensioni
È complicato girare la testa e vedere persone sorridenti che parlottano. È complicato vedere due adolescenti, due adulti o due anziani che si baciano felici di poter trascorrere la vita insieme.
È complicato vedere il mondo che va avanti come tutti i giorni quando tu non ci sei. Quando tu ti sei fermato a quella notte di tre anni fa.
Genere: Sentimentale, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Synyster Gates, The Rev
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Vertigine.

 

 

Guidare la mattina tra traffico e gente isterica, scazzata, felice o agitata non è un problema.

Guidare la mattina del 28 dicembre con le stesse condizioni è più complicato.

È complicato girare la testa e vedere persone sorridenti che parlottano. È complicato vedere due adolescenti, due adulti o due anziani che si baciano felici di poter trascorrere la vita insieme.

È complicato vedere il mondo che va avanti come tutti i giorni quando tu non ci sei. Quando tu ti sei fermato a quella notte di tre anni fa.

 

Ritrovarmi qui e costantemente dirmi che non me ne andrò.

Ritrovarmi qui e costantemente dire: “mi sento...”

E piangere, piangere davanti alla tua pietra grigia, l'unica cosa che ti hanno dato per essere ricordato dai tuoi cari, dai tuoi fan, dai tuoi amici. Da noi.

E poi piegarmi in ginocchio e invocare Chi sta lassù di farla finita, ormai io non servo più a niente. La mia non è vita.

E ricordare quella mattina, tre anni fa, quando mi fiondai a casa tua come ci eravamo messi d'accordo la sera prima e tu non c'eri. Non più.

Sei l'affanno, il brivido, la perdita, il ritmo irregolare del respiro. Nella mente rivedo quella scena, lo sguardo cade su un particolare ormai dimenticato. La testa gira, non respiro più. Mi nascondo dietro parole inutili.

“Sei quello che è stato. Sei. Sei il passato che non tornerà.”

Parole al vento, tu non mi senti. Nessuno mi sente e le menzogne aiutano a darmi la forza per andare avanti.

Caduto in ginocchio davanti alla tua tomba piango e mi dispero. Un'altra volta.

Mi afferro la testa tra le mani, urlo.

Reduce da nottate insonni a cercare sicurezze che danno solo una parvenza di stabilità.

-Ora dimmi che non avrò paura, che quando sarò solo non avrò il timore di cambiare! Ora dimmi che troverò una strada... Che sarà tutta mia...-

La gente che passa mi guarda storto, faccio pena. Sono al limite umano della sopportazione.

Ma nessuno si cura davvero di me, la gente che passa mi crede pazzo, disperato ma la loro vita è troppo piena e felice per essere interrotta dal mio pianto.

E ricordo come mi sentì appena ti vidi, quella mattina di tre anni fa.

E ora qui rivivo le stesse sensazioni. Ogni anno, ogni mese, ogni giorno sempre più forti.

La pelle che brucia, il respiro si spezza, cuore che pompa.

Sangue. Paura...

Vertigine.

Ormai sono riverso a terra, come ti trovai quella mattina.

Sulla tua tomba. Provo a trovarti, ti cerco nelle lettere lasciate dai fan, ti cerco nei fiori, ti cerco nelle candele ma nulla, niente sembra davvero ricordarti. Nemmeno le foto.

Nemmeno i ricordi, i ricordi in cui ti vedo sorridermi, quelli in cui ti vedo correre dietro alle papere del parco.

… E quando mi abbracciasti dicendomi “mi manchi”. E quando, durante un concerto, mentre stavamo suonando Beast and the Harlot mi urlasti “Gates sei il più figo!” e si sentì in tutto lo stadio perché avevi il microfono accesso.

Cerco di darmi un contegno, come avresti detto tu “Io sono pur sempre Synyster Fuckin' Gates!”.

Ma tu non ci sei più.

-Ora dimmi che non sarò da solo, che tenderai la mano per salvarmi dal mondo in cui mi trovo.-

Mi alzo e bacio quella targa che riporta il tuo nome “James Owen Sullivan”, fredda e spoglia come il mio cuore. Come sempre ti lascio. Spezzo ancora la promessa che ogni qualvolta arrivo ti faccio.

Cammino a testa bassa nell'incertezza che mi porto sempre affianco, falsa e vigliacca mi consiglia l'ennesima rinuncia. Tu non tornerai più.

E mi convinco come tutti gli anni che io non sono mai stato qui.

Ma questa volta è diverso, dicono che è questione di un istante perciò passerà ma non è così, non è mai stato così.

Prendo la macchina e vado alle scogliere. Quante volte ci siamo venuti insieme? E quante ce ne sono venuto in questi tre anni? Troppo vigliacco per continuare a vivere, andare avanti come hanno fatto tutti gli altri. Ma troppo vigliacco per soffrire, per morire.

Eppure questa volta è diverso.

Scendo dall'auto e mi siedo a ridosso del picco. È un bel salto e ci piaceva stare seduti qui a guardare l'oceano e gli scogli sottostanti.

Mi rigiro tra le mani una rosa secca. Me l'avevi regalata al ballo del liceo quando tu ci andasti con Leana e io con Michelle. Mi dicesti che con quella avrei fatto colpo, più delle altre volte.

Avevi ragione. Ci siamo sposati. Forse grazie a te e alla tua rosa, chi lo sa?

Sorrido.

Mi alzo in piedi con una consapevolezza e una sicurezza che mai ho avuto prima d'ora.

Ma subito mi spengo, rivedo una serie di immagini sconnesse, tristi.

Siamo tutti lì, proprio dove mi trovavo poco prima, al cimitero e stiamo piangendo. No, io no.

Non me ne capacitavo, non volevo crederci. Non ancora.

Sei morto Jimmy. Morto!

Mi hai abbandonato senza nemmeno avvisare. Non ti ho potuto salutare.

Dovrei passare tutta la vita a pensare alle cose che ho.

Ma io non so quello che ho, adesso.

Guardo giù.

Indietreggio scuotendo la testa, pensavo fosse stato diverso questa volta.

E vedo ancora immagini di te, con gli occhi chiusi. Sdraiato con le mani congiunte, pallido. Morto.

E penso.

Non sono storie facili come quelle che ti raccontavano da piccolo e tu credevi vere. Come è stato facile stare fermo immobile chiudendo gli occhi e rinunciando a vedere.

Non ce la faccio non oggi.

Prendo coraggio e faccio dei passi avanti, basterebbe una spinta e tutto finirebbe. Cambio idea. La ricambio. Sto in equilibrio su un piede. L'altro è a penzoloni nel vuoto.

Cade la rosa. Cade giù nell'immenso blu che tanto mi ricorda i tuoi occhi. Da tanto non pensavo ai tuoi occhi blu, occhi profondi che ti scrutano l'anima. Così belli e vivi troppo dolorosi da ricordare. Ormai il fato ha deciso. La rosa è caduta.

Cado con lei.

La pelle che brucia, il respiro si spezza.

Sangue. Paura...

Vertigine.

Sto tornando da te Jimmy.

 

 

 

 

A voi le critiche.
Nella storia potete trovare frasi tratte da canzoni dei Linea 77.
l'ho scritta di getto mentre ascoltavo Vertigine. mi ha fatto ricordare Jim in una maniera assurda e non potevo non scrivere.
Quindi mi scuso per gli eventuali errori.
Baci.
AlisGee. <3

foREVer



 

  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: ChaosReign_