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Autore: Yuki Delleran    30/12/2006    5 recensioni
Basta un semplice gesto per trasformare la nostalgia in un sentimento struggente per la propria terra d'origine, ma non è possibile tornare indietro nel tempo quindi non rimane altro da fare che rifugiarsi nei sogni. Davanti ad una nuova, inaspettata separazione come reagirà Yugi? E se la soluzione fosse davvero nelle mani di Seto Kaiba?
(Seguito di "L'altra metà dell'anima" ma più o meno leggibile autonomamente)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Seto Kaiba, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Dream of the past 4 Disclaimer: tutti i personaggi appartengono a © Kazuki Takahashi

Una piccolo chiarimento prima di iniziare per evitare di creare confusione: diversamente da quanto può essere stato interpretato dal capitolo precedente, Yugi non si trova "fisicamente" nel sogno, si limita ad osservare le scene dagli occhi della persona con cui entra in contatto. Quindi quello sulla riva del fiume con Mana in realtà non è Yugi ma Athem.

DREAM OF THE PAST

di Yuki Delleran


Quarta parte

«Mana! »
La ragazza si voltò verso il giovane sorridendo radiosa.
«Sei proprio sicura che qui non ci sia nessuno? »
«No, certo che no, stai tranquillo. Da quando sei stato incoronato Faraone, sei diventato paranoico, Athem. »
Il giovane si guardò attorno per l’ennesima volta.
«Per un attimo ho avuto l’impressione che qualcuno ci stesse osservando… lascia perdere, devo essermi sbagliato. »
Mana ridacchiò.
«Se poi sei così nervoso, non dovresti scappare da palazzo di nascosto per far volare Anzu. »
Come sempre la sua amica aveva colto nel segno. Era uscito per sfuggire un po’ ai dignitari di corte, ma ora si sentiva in ansia. Uno dei motivi era lo stano comportamento di Seth, inoltre da quando si trovava sulle rive del Nilo aveva la netta sensazione che qualcosa non andasse. C’era qualcosa fuori posto, anche se non avrebbe saputo dire cosa.
«Athem! Vieni qui! »
Alzando gli occhi, Athem si accorse che Mana era smontata da cavallo e stava sguazzando nell’acqua. Scese a sua volta e raggiunse la riva sorridendo.
«Mana, insomma. E’ pur sempre il sacro Nilo. » protestò con scarsa convinzione.
Per tutta risposta, la ragazza lo schizzò bagnandolo da capo a piedi.
«Sono sicura che il sacro Nilo non si offenderà se ci rinfreschiamo un po’ visto il caldo che fa! Dai, vieni! Non fare tanto il sostenuto, sua altezza il Faraone! Fradicio come sei, non sei credibile! »
«Ah, sì? Come osi rivolgerti in questo modo al tuo sovrano? »
Abbandonando ogni residuo di dignità, Athem corse in acqua ridendo e schizzandola a sua volta. Dopo pochi minuti erano entrambi fradici da capo a piedi e ridevano come matti seduti nell’acqua bassa.
«Se il maestro Mahad ci vedesse in questo momento, si lancerebbe in una ramanzina infinita! » commentò la ragazza con le lacrime agli occhi.
«Allora per fortuna che ho seguito il tuo consiglio di far volare Anzu in un luogo tranquillo. » rispose Athem passandosi una mano tra i capelli scarmigliati e gocciolanti. «Ma guardaci, sembriamo due bambini. »
«Ogni tanto fa bene prendersi una pausa. Rinvigorisce lo spirito. »
«Hai ragione. » disse Athem abbandonando la testa all’indietro e chiudendo gli occhi. «Mana… sono felice di essere qui. Sono felice che tu sia qui… e sono felice che il mio regno sia così meraviglioso…»
Dallo sciacquio capì che lei gli si era avvicinata, poi una mano fresca e bagnata gli allontanò i capelli dalla fronte in una specie di goffa carezza, trattenendosi per qualche istante sulla sua guancia.
«Anch’io sono felice. Da quando ci sei tu, tutto sembra più bello. » sussurrò Mana.
Era talmente vicina che poteva sentirne il respiro sul suo volto. Profumava di loto e il suo tocco rassicurante lo faceva sentire bene. Socchiuse gli occhi violetti allungando una mano per accarezzarle i capelli…
Il frastuono di un cavallo al galoppo spezzò la quiete del momento e alcuni uccelli si levarono in volo schiamazzando.
Athem e Mana balzarono in piedi istintivamente e uscirono dall’acqua il più velocemente possibile scivolando e incespicando sui sassi del fondale. La ragazza si portò due dita alle labbra ed emise un fischio acuto.
«Anzu! »
Dopo qualche istante il falco planò elegante sul suo braccio. Con un rapido gesto, Athem la avvolse nel proprio mantello rimasto sul cavallo.
«Ma… no! E tu? » protestò Mana.
«Con il caldo che fa mi asciugherò subito. »
Non fece in tempo ad aggiungere altro perché il cavallo in corsa si arrestò davanti a loro in una nuvola di polvere e ne scese Shada che subito si inginocchiò di fronte ad Athem.
«Mio Faraone, sono stato incaricato di cercarti per riferirti che le guardie che hai inviato sulle tracce di quel criminale hanno portato a termine l’incarico e sono rientrate. Se desideri seguirmi a palazzo…»
Lanciò uno sguardo di rimprovero a Mana.
«Spero che tu non ti stia di nuovo comportando in maniera riprovevole nei confronti del nostro sovrano. Guarda come ti sei ridotta. »
La ragazza produsse un risolino imbarazzato e fece per rispondere ma Athem la prevenne.
«E’ solo scivolata nel fiume mentre seguiva Anzu, così l’ho ripescata. Ora andiamo, non c’è tempo da perdere. Voglio che Mahad mi racconti subito tutti i particolari. »
Montarono tutti a cavallo e tornarono a dirigersi vero il palazzo.

«Yugi, va tutto bene? »
La voce di Joey fece tornare in sé il ragazzino che si guardò attorno agitato.
«Cosa succede? » continuò l’amico. «Sei arrossito fino alla punta delle orecchie. Non dirmi che il nostro Faraone sta sognando qualcosa a luci rosse? »
«Ma no! Cosa dici?! » protestò Yugi agitando le mani davanti a sé. «Io… cioè, lui… e Mana non…»
«Mana? » fece Joey con sguardo malizioso. «Non dovevamo scoprire che fine ha fatto Seto? A quanto pare Yami se la sta spassando! »
«Non è così! » strillò Yugi, poi a fatica e con grande imbarazzo raccontò quello che aveva visto attraverso gli occhi di Yami.
Al termine, Joey si sistemò più comodamente a gambe incrociate sul tappeto tra i due letti e lo fissò con un sorrisino che non prometteva nulla di buono.
«Ooooh, ma che romantico! » commentò infatti. «Dimmi, Yugi, cosa si prova a baciare la Giovane Maga Nera? »
«NON L’HO BACIATA!! Cioè, non l’ha baciata! » esclamò Yugi a voce troppo alta incespicando nelle parole e diventando di tutti i colori.
«Solo perché non ha fatto in tempo…»
Yugi tentò di ignorare la risposta e concentrarsi su questioni più serie.
«Comunque adesso stanno tornando a palazzo. Shada ha parlato di un criminale, non vorrei che si trattasse di una nostra vecchia conoscenza… e poi non ho ancora scoperto dove si trova Seto. Chissà se posso entrare in contatto anche con lui? Non credo di riuscirci, ma posso almeno provarci.»
Si avvicinò al secondo letto dove era steso Seto e allungò la mano verso la Barra del Millennio, ma si fermò un attimo prima di toccarla.
«Sai, Joey? » mormorò. «Yami era felice. Lui era davvero… molto felice. »
L’amico lo raggiunse da dietro e gli appoggiò le mani sulle spalle.
«Riuscirete a riportarlo indietro, non preoccuparti. Tu e Seto lo riporterete qui. »
Confortato da quelle parole, Yugi strinse le dita attorno alla Barra del Millennio e subito la sua mente venne invasa da un grido di rabbia.

«YUGI, ACCIDENTI A TE E AL MOMENTO IN CUI HAI PROMESSO CHE NON MI AVRESTI PIU’ DISTURBATO!! ALLORA QUESTO COS’E’?!? »
Seto avrebbe voluto sfogare la propria frustrazione prendendo a pugni qualcosa ma in quella stupida stanza non c’era niente a parte uno stupido pagliericcio, una stupida brocca e un’infinità di stupida sabbia. Niente che desse un minimo di soddisfazione quando veniva lanciato.
«Quando rivedrò quell’idiota, lo prenderò a calci… li prenderò a calci tutti e due! »
Ebbe l’impressione che il suo desiderio fosse stato esaudito quando sentì proclamare a gran voce per i corridoi che il Faraone era rientrato. Subito uscì dalla stanza e imboccò uno dei corridoi con la sicurezza che veniva dall’abitudine, anche se al momento non ci fece caso, e ben presto raggiunse la sala del trono. Tutti i guardiani della corte sacra erano già riuniti e diverse guardie erano schierate ai lati dell’immenso salone. Inginocchiato di fronte al trono dorato, si trovava lo steso individuo che aveva incontrato in precedenza, quello chiamato Mahad che assomigliava tanto al Mago Nero. Alzando un poco lo sguardo vide Yami assiso sul seggio regale, il lungo mantello blu drappeggiato in morbide pieghe sulle spalle e i gioielli d’oro che emettevano bagliori alla luce delle torce, e dovette ammettere con sé stesso, anche se a fatica, che mostrava una fierezza che incuteva reverenza se non vero e proprio timore.
«Sono tornato dal mio re. » non poté impedirsi di pensare, poi scosse la testa furiosamente per scacciare quell’idea molesta.
Mahad terminò il suo resoconto e quando riprese il suo posto, Yami annunciò ai presenti l’esito della missione che aveva inviato.
«Finalmente la corte e l’intera città potranno trascorrere notti serene. Il saccheggiatore e profanatore di tombe Bakura è stato catturato e si trova ora nelle segrete sotto il palazzo mentre il suo mostro, Entità Transnaturale, è stato imprigionato nella pietra. Il merito dell’impresa va ai maestri Karim e Mahad che hanno guidato la spedizione. »
Mentre tutti attorno a lui gioivano, Seto cominciò a rendersi conto che c’era qualcosa di profondamente sbagliato in quella scena. Bakura non era mai stato catturato dalle guardie di palazzo, lo sapeva perché spesso era stato lui a guidarle. No, no, un attimo! Era un dirigente d’azienda, cosa c’entrava con delle antiche guardie egiziane? Come poteva avere quel genere di ricordi?
«Oh, non ha importanza il motivo, tanto questa non è la realtà! E’ solo la visione fittizia di un mondo che non esiste. Le cose non sono andate in questo modo! »
Seto non riusciva a capacitarsi: da una parte non avrebbe voluto credere né ai suoi ricordi né a quello che vedeva, ma negando i primi non sarebbe riuscito a confutare il secondo. Alla fine decise per una volta di seguire l’istinto e di dare voce ai suoi dubbi.
«Un momento! » esclamò balzando in piedi mentre la sala attorno a lui si zittiva e interrompeva i festeggiamenti. «Yami, cosa significa tutto questo? Sai benissimo che la sconfitta di Bakura non è stata così semplice! Si è scatenata una guerra e la città è stata quasi completamente bruciata! »
Tutti gli occhi erano puntati su di lui con espressioni inorridite.
«Una guerra? » mormorò intimorita la donna che portava la Collana del Millennio. «Non ho mai previsto niente del genere. »
«Cosa ti prende, Seth? » disse l’uomo con l’Occhio. «La terra d’Egitto è ormai in pace da tempo. »
«Non dite scemenze! » esclamò Seto avanzando a grandi passi verso il trono. «Non è affatto vero e lui lo sa benissimo!»
Puntò il dito accusatore verso Yami ma Mahad gli si parò davanti.
«Adesso basta! Hai superato il limite, maestro Seth! » esclamò. «Per quanto tu possa essere vicino al nostro Faraone, questo rasenta l’alto tradimento! Da quando sua altezza è salito al trono non vi sono più state guerre e inutili spargimenti di sangue, persino i nostri vicini Hyksos hanno richiesto un trattato di pace, quindi le tue parole sono un oltraggio oltre che un grave tradimento. »
«Questa poi…»
Seto fece per scansarlo ma Mahad bloccò facilmente il movimento.
«Non osare avvicinarti al sovrano! »
«Fatti da parte! Non ho tempo per litigare con una carta! » sbottò Seto afferrandolo per la veste.
Mahad gli strinse il polso con una presa ferrea.
«Ti sei spinto troppo oltre. »
«ORA BASTA! SILENZIO! »
Tutti si voltarono in direzione di Yami che era balzato in piedi con espressione minacciosa.
«Non tollero che i miei guardiani si comportino in questo modo al mio cospetto. Uscite tutti! Subito! »
Immediatamente tutti si precipitarono verso l’uscita. Seto tentò di fare resistenza ma Mahad lo strattonò talmente forte che rischiò di farlo cadere.
«Tu no, Seth. » disse improvvisamente Yami. «Desidero conferire con te, raggiungimi nei miei appartamenti. Che nessuno ci disturbi. »
Detto questo Yami scese i tre gradini del trono e si dileguò tra i tendaggi che si trovavano alle sue spalle.
Seto si liberò bruscamente della stretta di Mahad e lo precedette camminando spedito. Si impose di non pensare alle direzione, in questo modo era certo che le sue gambe lo avrebbero portato nel posto giusto, intanto rifletteva sull’occasione che gli era capitata. Trovandosi a quattr’occhi con Yami avrebbe potuto parlargli chiaramente e farlo rinsavire, così finalmente sarebbe riuscito a tornare a casa. Non ne poteva più di quel posto pieno di sabbia, se la sentiva appiccicata dappertutto e non vedeva l’ora di farsi una doccia.
Gli appartamenti reali si rivelarono di una sfarzosità senza pari, addobbati di preziosi tessuti e affrescati con scene mitologiche, agresti e di caccia. Il fiume Nilo si snodava lungo un’intera parete, portatore di fertilità e di vita per tutto il regno. Su quella accanto un convegno di divinità accoglieva tra le sue fila la figura del Faraone.
«Vieni avanti, Seth. Sono qui. »
La voce di Yami che proveniva dall’ampia balconata oltre il letto lo distolse dalle sue osservazioni e Seto raggiunse il giovane che restava con lo sguardo fisso sull’orizzonte. Il sole stava tramontando tingendo di un rosso sanguigno le dune del deserto e rendendo l’atmosfera allo stesso tempo suggestiva e inquietante.
Il silenzio che si stava facendo opprimente, venne finalmente spezzato da Yami.
«Voglio sapere cosa sta succedendo. »
«Questo dovrei essere io a dirlo. » rispose Seto.
Era giunto il momento di chiarire la situazione. Per tutta risposta Yami rientrò nella stanza, si sfilò la tiara dalla fronte e la posò su un tavolino insieme al Puzzle del Millennio. Quel gesto spiazzò Seto che rimase immobile ad osservarlo mentre il giovane tornava sulla balconata sorridendo.
«Ecco, adesso puoi rivolgerti a me schiettamente senza doverti preoccupare delle insegne regali. Qui non c’è nessun guardiano e nessun Faraone, solo Seth e Athem. Dimmi pure senza problemi cosa ti turba. »
Davvero non se ne rendeva conto, pensò Seto stringendo le mani sul parapetto. Inoltre da dove spuntava tutta quella gentilezza e dov’era finita la forza e la dignità che aveva sentito emanare da lui quando si trovava sul trono? Tentando di raccogliere le idee, lasciò spaziare lo sguardo sull’immensa piazza d’armi sottostante. La ricordava bene invasa dalle grida gioiose della folla festante nel giorno lontano di un’incoronazione, quando si trovava alle spalle di quel ragazzo ora accanto a lui ad osservarlo orgogliosamente prendere il posto del suo stimato predecessore.
La mano di Yami si posò sulla sua e il giovane alzò su di lui gli occhi ametista con espressione preoccupata. Subito Seto ritirò la mano sfuggendo al contatto.
«Non comportarti come se fossimo in confidenza! » sbottò.
«Siamo cugini…» mormorò Yami come se questo spiegasse tutto, mentre la delusione si dipingeva sul suo volto.
«Stupidaggini! Ora basta! Yami, ti vuoi svegliare?! Io non sono Seth e questa non è la realtà! »
Perché doveva fissarlo con quegli occhi che contenevano un muto rimprovero? Non aveva nessuna voglia di assistere all’ennesima lagna. Ma davvero non ne aveva voglia? Oppure non voleva ferirlo? E in questo caso perché? In fondo Seto sosteneva che non gli importasse un accidente dei sentimenti di Yami… ma Seth era molto affezionato al suo Faraone.
«Come sarebbe a dire che non sei Seth? Perché continui a chiamarmi Yami? Lo sai che il mio nome è Athem. »
Seto perse la pazienza. Lo afferrò per le spalle e prese a scuoterlo con forza.
«Questo è un sogno! E’ tutto falso! Nella realtà c’è stata una guerra e la città è bruciata in seguito allo scontro tra le Divinità Egizie e il mostro di Bakura! Kisara si è sacrificata per darmi la forza di combattere al tuo fianco! Non puoi fingere che tutto questo non sia successo! »
Si fermò respirando affannosamente. Tra i suoi ricordi si era affacciato il viso dolce della giovane ragazza dai capelli bianche e dagli occhi blu dentro la quale albergava lo spirito del suo drago. Senza che l’avesse previsto, questo gli diede maggiore forza.
Yami aveva chiuso gli occhi e scuoteva piano la testa.
«Non capisco… non so di cosa tu stia parlando…»
«Non ti rendi conto di quello che hai fatto? Ti sei creato un mondo su misura dove tutti stanno bene e non hai preoccupazioni, ma la realtà è ben diversa! »
«No…»
«Fuori di qui ci sono un mucchio di stupidi che si stanno preoccupando per te. Ce n’è uno poi che continua a piangere…»
Inaspettatamente Yami gli si rivoltò contro con violenza, colpendolo alla mascella e mandandolo a sbattere contro la balaustra.
«Sta’ zitto! Io odio quel mondo e tutto quello che ne fa parte! »
Il rumore secco di uno schiaffo spezzò il silenzio della sera che calava.


CONTINUA...



NOTICINA DI YUKI:
Posto ora augurando un felice anno nuovo a tutti! RAGAZZI, TANTI AUGURI E CHE L'ANNO NUOVO POSSA PORTARE TANTA FELICITA'!!
Allora, penultima parte. Ahi, ahi, che dolore... e non solo per lo schiaffo... sono stata troppo cattiva? :-p Posso permettermi un momento di follia? QUANTO MI PIACE MANEGGIARE SETONZOLO!!! Mio draghetto dal carattere ingestibile! (se mi sentisse la mia amica Hikari Yuka mi strozzerebbe...) E pensare che ll'inizio non lo potevo sopportare, ma adesso sono arrivata ad apprezzarlo ^_^. No, Yamuccio, non ti preoccupare, il mio preferito resti comunque sempre tu! ^_^
lunachan62: Brava la mia commentatrice di fiducia! Grazie per i complimenti, spero che la storia continui ad appassionarti!
masayachan: Che tortura dev'essere questa fanfic per una YamixYugi fan... Ho fatto dire a Yami una gran cattiveria, povero Yugino, come reagirà?
gatta 1290: Thank you, thank you...
Francesca Akira89: I casi sono due: o tu sei molto intuitiva, o io sono molto prevedibile... temo la seconda... sigh! Mi sa che la tue inquietudine è stata confermata. ç_ç
Scintilla: Mi piacciono queste recensioni!! Come è già successo una volta, le tue supposizioni sullo svolgimento della storia, nella mia testolina diventano spunti per un altro racconto! Mi sa che prima o poi lo scriverò, magari però invertendo le parti. Potrebbe essere Yami questa volta a perdere Yugi e lui a non riconoscerlo e a chiedersi il perchè della somiglianza... le rotelline si sono messe in moto ma non ho idea di dove mi poteranno, vedremo... Ah, come ho spiegato all'inizio a scanso di equivoci, Yugi non va in Egitto ma è solo un semplice spettatore. Grazie a te per aver messo il link! ^_^
Akemichan: Una risposta per due recensioni! In effetti quando ma Yu-Gi-Oh! è stato realistico? Se lo fosse ci piacerebbe molto meno, vero? (credete nel cuore delle carte, una partita per salvare il mondo e cose del genere...) Mi fa tantissimo piacere che apprezzi il "mio" Seto! Per quanto riguarda i gioielli...ehm... hai ragione. Svista, non ci avevo pensato! :-p
Carlos Olivera: Oooh, ma povero Setonzolo! Però in effetti un giro di vite ogni tanto non gli fa male (piccola vena sadica) Quanto a Mana... ih ih ih... Yugi non ha allungato le mani, ma Yami quasi, fa lo stesso? Non me lo scotennare, ti prego! Penso che lei sia l'unica ragazza della serie che potrebbe fare davvero coppia con lui (altro che Tea, grrr...) Finalmente qualcuno che apprezza la piccola Mana come me, se mi dici che come personaggio femminile ti piace anche Kisara, sarebbe il massimo! (Ma perchè le mie coppie ideali devono essere divise da tremilla anni di storia? Che tristezza!) Piccola pubblicità: in Sugar & Spice ci sarà una ManaxAthem scritta da me.
*Ichigo-chan*: Mamma mia, è la seconda volta che qualcuno mi chiede come faccio a scrivere così! Mi fate arrossire ^///^ Ti rispondo allo stesso modo: completamente autodidatta, tanta voglia di trasmettere emozioni e tanti ma veramente tanti libri letti. Per il resto le parole mi escono così, non mi sembra di fare niente di eccezionale ed esistono davvero tante persone più brave di me. (rassicura Seto, l'aggiornamento è qui, anche se lui non se la passa proprio benissimo... :-p)
Grazie a tutti, un bacio e ancora tantissimi auguri!!!
YUKI-CHAN





Next -> Quinta parte
(L’intero palazzo, l’intero regno, era avvolto da un sudario di silenzio e di tenebra. «Mahad! Mana! Seth… SETO! Qualcuno… per favore… Yugi! YUGI, DOVE SEI? »)
   
 
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