The sound of Nightwish reborn

~ Missing moments ~

Australia, 2 settembre 2009, ore 23.18

Il viaggio in Australia era quasi giunto al termine.
Mancava meno di una settimana al nostro ritorno.
Amo questo posto, potrei anche trasferirmi qui se non fosse che amo la Finlandia, in particolar modo Kitee, sopra ogni altra cosa.
Chissà come sarebbe comporre per i Nightwish qui.
Certo sarebbe un po’ scomodo registrare un album con gli altri in Finlandia.

Dopo un paio di settimane dalla partenza avevo staccato tutti i ponti con Sophie.
Era proprio testarda.
Mi faceva male trattarla così ma non avevo scelta.
Con il tempo avrebbe capito.
- Hey! Entriamo in quel bar lì?- chiese Tero, iniziando a saltare sul posto esaltato.
- Tero è già il terzo in cui entriamo!- mi lamentai. Ero veramente stanco. Avevamo camminato tutto il giorno.
Volevo solo tornare in albergo e rilassarmi.
-Oh non fare la lagna, Holopainen! Siamo o no in vacanza?-
-Sì ma non devi andare in coma etilico!- replicò Mape.
-Ma io sono sobrissimo!-
-Per ora- dissi io.
Fatto sta che tre secondi dopo, eravamo dentro.
Due birre dopo, Tero stava dando in escandescenza come al suo solito.
-Evita di spogliarti!- gli feci notare.
Aveva questa abitudine di cavarsi la maglietta quando era su di giri e se era completamente ubriaco potevi vederlo girare in mutande o anche senza!

Alzai lo sguardo verso l’entrata e fu in quel momento che vidi entrare una ragazza bellissima.
Era bionda, alta e… perfetta.
Rimasi imbambolato.
Era con un gruppetto di ragazze. Amiche credo.
Tero, ovviamente, le notò pressoché subito e facendo l’idiota attirò la loro attenzione.
La ragazza bionda si sedette accanto a me, con mio grande piacere.
-Ciao-
-Ciao- le dissi.
-Non siete australiani vero?- indicando con la testa Tero che diceva idiozie in finnico.
Feci no con la testa.
-Siamo finlandesi-
Fece una faccia sorpresa.
-Davvero?-
Aveva due occhi blu fantastici. Blu come l’oceano.
L’oceano cha tanto amo.
-Come ti chiami?- le chiesi.
Intanto Tero e gli altri facevano gli idioti con le altre ragazze. Lasciandoci in disparte.
- Alyson, tu? -
- Tuomas -
-Che nome strano-
-In inglese sarebbe Thomas -
Illuminai il display del telefono per vedere l’ora.
Mi ero dimenticato di cambiare lo sfondo, eppure me lo ripetevo tutte le mattine. Ma puntualmente lo dimenticavo.
O non volevo?
Era un primo piano di Sophie che faceva le boccacce.
Quegli occhi color miele bruciavano il mio cuore. La mia anima.
Sentii qualcosa pungermi gli occhi.
Ma ormai avevo smesso di piangere per lei.
E queste lacrime non sarebbero cadute.
-È la tua ragazza?- domandò Alyson indicando il cellulare.
-Cosa? Oh no, è solo…un’amica-
-Devi tenerci molto a lei, allora…-
-Già…- mormorai
-Come mai in Australia?- chiese cambiando argomento.
-Vacanza...dopo due anni di lavoro intenso-
-Cioè?-
Non avevo voglia di dirle che ero una rockstar, questo implicava approfondire in qualche modo il discorso Sophie.
-Sono un tecnico audio. Accompagno una band abbastanza famosa in tour-
-Ah e quindi non suoni?- sembrava dispiaciuta.
-No, cioè sì…- mi corressi subito d’istinto.
-Davvero?- le si illuminarono gli occhi.
Non avevo ancora incontrato una ragazza che si entusiasmasse per il mio lavoro.
-Sì le tastiere ma anche il pianoforte…- bè non volevo mettermi a farle l’elenco completo.
-Mi hanno sempre affascinato i musicisti-
-Davvero?-
-Sì. Hanno un’aurea particolare, sono unici-
-Grazie- dissi imbarazzato.

Dopo un paio d’ore passate a chiacchierare e a bere tornammo tutti in albergo.
Eravamo tutti accoppiati.
Io e la bionda entrammo in ascensore da soli.
-Lo sai che sei bello Tuomas?- mi disse Alyson accarezzandomi il viso. Aveva bevuto solo una birra ma era piuttosto allegra.
Mi venne in mente Sophie che non beveva mai.
Basta, non dovevo paragonarle.
Sono due persone completamente diverse.
In più Alyson è qui.
Sophie no.
-Grazie- risposi – Anche tu sei bellissima- e non stavo mentendo.
Si avvicinò per baciarmi e non mi tirai indietro.
Uscimmo dall’ascensore continuando a baciarci.
La spinsi contro il legno della porta della mia camera, che era abbastanza vicina all’ascensore stesso.
Portai una mano nella tasca posteriore dei jeans per prendere la chiave magnetica.
La porta si aprì dopo un paio di tentativi.
La richiusi dandole un calcio mentre Alyson mi spogliava e io facevo lo stesso con lei.
Lanciai la camicetta di lei sul comodino e sentii chiaramente che fece scivolare a terra qualcosa che fece un rumore argentino.
Sapevo perfettamente cos’era. Ma non avevo intenzione di raccoglierlo da terra.
Quella notte decisi che sarei rimasto in Australia più del dovuto.

E quell’oggetto, che giacque sul pavimento per tutta la notte, era il ciondolo di Sophie.

I'm pieces of
what I used to be. […]
Nothing's what it seems to be,
I'm a replica, I'm a replica
Empty shell inside of me
I'm not myself, I'm a replica of me...
Replica –Sonata Arctica

Spazio autrice:
Aireccomi come promesso!!
In teoria questa missing non doveva esserci perché descrivere tutto dal pov di Tuom è piuttosto pesante ma ho voluto provare comunque. Spero sia di vostro gradimento come quella precedente!!! ^^ chiedo troppo se spero nello stesso seguito numeroso? ;)
E per questi primi capitoli riarmatevi di padelle ahahah tra un po’ diventerò sponsor ufficiale della mondial casa!! XD
Ah venerdì dovrebbe arrivare la mia Oneshot nuova di pacca, non ha nulla a che vedere con Tuom e Soph!
Un bacio
Lalla.