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Autore: ValeriaBcc    13/06/2012    5 recensioni
I polpastrelli di Blaine si muovevano leggeri sulla pelle di Kurt, con maestria, senza mai esagerare.
Senza voler strafare, trovando con sempre maggiore difficoltà il controllo di ogni muscolo, di ogni fibra: quanto più il suo corpo si caricava d’impeto e di passione, tanto più la ragione si faceva arrendevole e accondiscendente.
Con la dolce consapevolezza di non poter resistere ancora a lungo.
Come se aspettasse l’istante in cui sarebbe crollato e l'emozione l'avrebbe costretto ad abbandonare ogni resistenza, il momento in cui la voglia di avere qualcosa dell’altro avrebbe prevalso su qualsiasi altra urgenza, desiderio, necessità, regola.

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Kurt è in Italia per trascorrere l'estate al mare con la sua famiglia.
Chissà che, così lontano da casa, non incontri una persona speciale...magari proprio un affascinante studente dell'Accademia Dalton anche lui in vacanza nel Bel Paese!
Perché si sa, a volte il mondo sa essere veramente piccolo...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Ryan Murphy&co.; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


“Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano.”
(“Undici minuti” - Paulo Coelho)


I
La saponetta


“Che ore sono?”
Biascicò Kurt, ancora incapace di aprire gli occhi per via del troppo sonno.

“Dove sono? Cosa ci faccio qui?”
Continuò, con tono teatrale, melodrammatico.
Sbuffò un paio di volte, mentre si rigirava goffamente su un fianco in cerca di una posizione comoda, stando attento a non stropicciare troppo l’asciugamano che aveva steso sul lettino ore prima. Non voleva doversi alzare per sistemarlo.

“Oh, tesoro!”
Ridacchiò Carole divertita.
“Sono le 2 del pomeriggio e sei a Rimini per una splendida vacanza con la tua famiglia! Coraggio, prima o poi dovrà pur passarti questo jet lag!”

“Il jet lag, certo…”
Ripeté distrattamente Kurt, accoccolandosi.

“Andiamo, sono sicura che tra un paio di giorni riuscirai a divertiti anche tu come tutti noi! Il mare è stupendo, il tempo è fantastico, e poi la città…”

Le parole della donna si facevano sempre più lontane per Kurt, che ripiombò di nuovo in un sonno profondo.

__


“Ma che ca…”

Avete mai provato la sensazione di cadere nel vuoto durante il sonno? E quindi di svegliarvi di soprassalto?
Ecco, Kurt quel pomeriggio provò più o meno la stessa cosa…solo che la sua caduta era reale.

Alzò il viso e, aprendo gli occhi, si ritrovò davanti la faccia divertita di Finn, la bocca spalancata e le sopracciglia alzate. Gli occhi, invece, erano nascosti da un paio di Wayfarer neri.

“Avanti Kurt basta dormire! Cosa sei venuto a fare? Siamo in Italia, bello!”

Preso da un’incontenibile voglia di fare uno scherzo al fratellastro, Finn aveva ribaltato la sdraio sulla quale Kurt stava dormendo da ore, lasciandolo cadere a pancia in giù sulla sabbia.

“Dai dai, sveglia, su!”

Gli batté sulla testa con il frisbee che teneva in mano e corse via, alzando una nuvola di sabbia che non tardò a finire sui capelli e sul volto di Kurt, che fece appena in tempo a chiudere occhi e bocca.

Sospirò e ributtò la testa a terra. Doveva essere quasi sera perché la sabbia era fresca, e nel complesso trovò la sensazione piacevole, rilassante.
Se non fosse stato che gli prudeva praticamente dappertutto: tra la caduta e il resto, la sabbia gli si era infilata ovunque.

Si fece coraggio e si alzò, dandosi una veloce scrollatina. Il fatto che ci fossero 30° e che fosse tutto sudato e appiccicaticcio non aiutò certo la situazione.
Pensò che era il caso di fare una doccia; non poteva andare in giro in quelle condizioni neanche per quei 500 metri che separavano lo stabilimento dall’appartamento che avevano affittato per quell’estate.

Allora prese dal borsone un asciugamano pulito e il piccolo beauty case in tessuto regalatogli da Rachel due giorni prima. Lei era arrivata in aeroporto a salutarli quando già stavano completando il check-in e Kurt aveva fatto appena in tempo a infilare il pacchetto in valigia.
Quella mattina, poi, lo aveva buttato nel borsone da mare senza neanche dare un’occhiata a cosa contenesse, insieme alle prime cose che gli erano capitate a tiro, perché Burt lo aveva letteralmente spinto fuori di casa dopo aver predicato a lungo sulla sua lentezza.

Agitò in aria la pochette.
Ok, doveva esserci dentro almeno un bagnoschiuma. O uno shampoo. In ogni caso, qualcosa che servisse a tamponare l’emergenza.

Quindi, dopo essere passato al casotto per prendere i gettoni, Kurt arrivò alle cabine doccia.
Aveva attraversato praticamente l’intero stabilimento, e gli sembrò di vedere più turisti americani come loro, che italiani!

Si trovò allora davanti una lunga fila di abitacoli in legno dotati di un grazioso tettuccio spiovente. Ognuno di essi era diviso in due cabine autonome da una parete alta abbastanza da evitare sguardi indiscreti, ma che in basso, non poggiando a terra, lasciava uno spiraglio di un paio di centimetri tra una cabina e l’altra.

Un getto d’acqua iniziò a scorrere dal sifone di quella che aveva davanti non appena inserì il gettone nella macchinetta. Entrando notò un gancio alla parte, una mensolina attaccata alla porta, posizionata in modo che non si bagnasse, e un piccolo specchio appeso al muro.

“Uhm, niente male…”
Pensò, accennando un sorriso soddisfatto.

Così appese la pochette al gancio, poggiò l’asciugamano sul ripiano e si buttò sotto l’acqua.
Si passò lentamente le mani tra i morbidi capelli castani, finché non furono completamente bagnati; poi iniziò a lavar via la sabbia che ancora aveva addosso.
Prima le braccia.
Poi il petto.
La schiena.
Le cosce.
Per poi risalire un po’ su perché beh, aveva sabbia anche dentro il costume.

Quindi aprì la pochette: dentro c’era solo una saponetta.

“Wow! Proprio l’ideale da portare al mare; molto…pratico!”
Pensò sarcasticamente Kurt.
“E meno male che ho evitato le docce fredde all’aperto! Sai le malelingue…”

Iniziò ad insaponarsi meglio che poteva.
Per una qualche ragione trovava la cosa straordinariamente buffa.

“I'll see you when you wash my car!”
Canticchiò, facendo attenzione a non alzare troppo il volume della voce e accompagnando il tutto con un accenno di coreografia.

Poi avvicinò la saponetta alla bocca a mo’ di microfono e, guardando dritto nello specchio, si esibì in un convincente playback dell’ultima hit di Lady Gaga, che sentiva risuonare dallo stabilimento.

All’improvviso la saponetta gli scivolò di mano. Kurt la seguì con gli occhi, con un’espressione vagamente divertita. Cercò di riprenderla prima che toccasse terra, ma gli cadde nuovamente dalle mani.
Quindi vide la saponetta scivolare dritta dritta nella cabina accanto, attraverso quel sottile spiraglio che le separava.

Fino a quel momento non aveva fatto caso al rumore dell’acqua che scorreva oltre il pannello. Gli occhi spalancati, il cuore che quasi batteva all’impazzata. Dall’altra parte doveva esserci qualcuno.
Kurt rimase immobile per qualche secondo. Avrebbe voluto evitare di fare certe figuracce almeno in vacanza!

“Ma perché devo farmi riconoscere anche qui? Una saponetta! Chi porta una saponetta al mare? E chi la lascerebbe cadere nel box doccia di uno sconosciuto? Magari penserà che ci sia un qualche messaggio subliminale…ecco, sicuro penserà che io sia una specie di maniaco!”
Nel giro di un paio di secondi, i pensieri più bizzarri iniziarono ad affollargli la mente.

“Ok: dì qualcosa di intelligente.”

“Ops!”
Esclamò, con una voce esageratamente stridula. Era sempre così quando era nervoso.

“Oh mio…ditemi che non l’ho detto davvero!”

Mimò di sbattere la testa contro il muro un paio di volte. Il pensiero che in passato si era reso ridicolo in maniere peggiori non attutì di molto l’imbarazzo.

Dall’altro lato si sentì una fragorosa risata. E questo, invece, lo tranquillizzò molto.

“Aspetta: te la ripasso!”

Era una voce maschile, giovane.
Kurt fu leggermente sollevato nel sentire la risposta: era in inglese, il che significava che almeno non aveva fatto una pessima figura con una persona del luogo. Per lui l’Italia era il regno dell’alta moda e della cucina raffinata, quindi voleva comportarsi nel modo più elegante possibile.

Sentì un lieve rumore di passi provenire dall’altra cabina e vide la saponetta scivolare attraverso la fessura. Velocemente la raccolse da terra.

“Grazie! E scusa, eh!”
Esclamò, con lo stesso tono di voce acuto di prima.

“Non ti preoccupare!”
Rispose divertito il ragazzo dall’altra parte, con una breve risata.

Kurt rimise quindi la saponetta nella pochette e, stando attento a fare il minimo rumore possibile, si avvolse nell’asciugamano; lentamente aprì la porta della cabina e uscì di soppiatto, sforzandosi di camminare sulle punte sulle fredde pietre grigie della passerella.
Mano a mano che si allontanava dalle cabine allungava sempre più il passo.

Quando arrivò al suo ombrellone, con le guance ancora arrossite, ripensò alla scena.

“Avanti, è stato solo un bizzarro incidente di cui nessuno verrà mai a sapere! E poi io non ho visto lui e lui non ha visto me, e anche se ci incontrassimo nuovamente, e le possibilità sono pochissime, comunque nessuno saprebbe chi era l’altro, quindi…”
Pensò divertito, accennando una risata.



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Nda
Se state leggendo queste note probabilmente avrete già letto il capitolo quindi...GRAZIE! Spero vi sia piaciuto almeno un po' :)

Mi mancava scrivere!
L'idea per questa fan fiction mi è venuta veramente per caso, mi sono semplicemente svegliata una mattina con questa storia in testa! Chissà cosa avevo sognato quella notte... (Avendo studiato Freud, potrei avanzare qualche ipotesi... :P)

E poi all'idea iniziale se ne sono aggiunte altre e...diciamo che la storia ce l'ho quasi già tutta in testa! Ora si tratta di scriverla! Cercherò di aggiornare ogni settimana (più o meno), ma non posso assicurarlo perché tra lo studio, il lavoro e l'essere una perfezionista (vi assicuro che è davvero una brutta bestia! Forse qualcuno saprà di cosa sto parlando...) non posso escludere qualche eventuale ritardo nelle pubblicazioni!

Ho anche già in mente il numero di capitoli, ma preferisco non dirlo.

Come avrete notato all'inizio c'è una citazione: ogni capitolo ne avrà una (tratta da un libro, film, telefilm, canzone o qualsiasi altra cosa). Ovviamente le scelgo in modo che siano coerenti con la trama.

Penso sia tutto! Se avete domande, se volete fare delle critiche, o volete dire qualsiasi altra cosa potete lasciare una recensione o contattarmi in privato!
(Se vi è piaciuto) ci vediamo alla prossima!

PS: il titolo non è, ovviamente, scelto a caso. Chi indovina per primo? ;)
  
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