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Autore: ClaireLongHair    13/06/2012    4 recensioni
Inghilterra 1937.
Un ragazzo, Josh Lohan.
Una ragazza, Anita McGragor.
Una grande passione a tenerli vicini.
Una tragedia ad allonanarli.
Può la forza dell'amore lasciare sperare un lieto avvenire?
Solo il tempo può dimostrarlo.
Solo il vero amore ci può riuscire, e io credo che esista.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO I

 

10 Agosto 1937, Haedington - Inghilterra.
Quella era stata decisamente la mattinata più afosa di tutta l’estate. I raggi del sole avevano pervaso la stanza di Josh Lohan con una certa intensità fino a svegliarlo dal sonno. Josh aveva la fronte imperlata di sudore e aveva la sensazione che anche le federe del suo letto fossero sul punto di gocciolare. Doveva essere stata una notte davvero calda. Con la mano che poggiava sul comodino come  a cercare un po’ di refrigerio  si tastò i capelli sulla nuca, notando con disappunto che anche questi fossero umidicci. Dopo qualche altro istante finalmente lasciò il letto e si precipitò in bagno per la tanto agognata quanto necessaria doccia fredda. Lasciò scorrere l’acqua sul suo viso socchiudendo gli occhi e aspettò che pian piano il suo corpo si abituasse alla temperatura. Quando ebbe finito, indossò un paio di calzoni corti e una canotta bianca di cotone che prese dal cassetto di suo padre. Si affacciò dalla finestra della sua camera e respirò a pieni polmoni l’aria che popolava la sua familiare cittadina di provincia. Un forte aroma di gelsomino gli solleticò il naso. Proveniva dall’arbusto del minuscolo giardino che possedeva il signor Lohan su cui si affacciava la sua stanza. Tutti i membri della famiglia erano da sempre particolarmente affezionati alla piccola area verde di casa. Certo, paragonato ai giardini delle abitazioni più abbienti il loro somigliava più che altro a un’aiuola dalle medie dimensioni, ma ad ogni modo era motivo di orgoglio, soprattutto per il signor Lohan che impiegava parte del suo tempo libero a curare i frondosi cespugli di rose gialle.
Un sassolino colpì la persiana dell’ampia finestra da cui Josh si era affacciato con aria assorta.
« Ehi, Matt! » fece Josh, rimbeccando suo fratello « Potevi colpirmi. »
« Vieni di sotto. »
« Che cosa c’è? »
« Devi vedere che cosa ho trovato. »
Josh fece le scale in pochi secondi e raggiunse il giardino, un po’ scocciato ma altrettanto incuriosito. « Allora? »
« Non ti sembra un tipetto simpatico? » sorrise Matt, scoprendo la scatola di cartone che aveva tra le braccia.
« Dove l’hai preso? »
« L’ho trovato sulla tettoia del negozio di papà. »
Josh allungò la mano e tirò fuori dallo scatolo un piccolo di rondine.
« Deve aver fallito al suo primo volo. » constatò.
« Credo proprio che sia andata così. » annuì Matt.
« Allora non ci resta che prenderci cura di lui. »
« Sempre che sia un lui. »
« Beh, anche se fosse una lei non cambierebbe molto. »
« Mi sa che ha un’ala spezzata. »
Josh lo prese e gli spiegò lentamente entrambe le ali. A un certo punto la rondine pigolò più forte e cercò di divincolarsi tempestivamente.
« Mi sa che hai ragione. »
Con una stecca e una strisciolina di stoffa i fratelli gli fasciarono l’arto, ma l’operazione fu interrotta dall’arrivo di Zachary, compagno di sventura di Josh, sulla sua vecchissima bici.
« Ehi, come va da queste parti? » fece il ragazzo, frenando di botto.
« Come vuoi che vada? » sorrise Josh, sollevando brevemente lo sguardo dalla rondine.
« D’accordo, d’accordo. Lo so che la noia vi investe, cari miei. Ma ho da darvi delle novità specialissime e interessantissime. » cominciò Zac, ficcandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
« Di cosa si tratta?? » fece curioso Matt.
« Tu non c’entri niente. » lo intimò il fratello maggiore.
« Andiamo, Josh. Ha quasi sedici anni, ormai. » sbuffò l’amico.
« Lo so. Ed è questo che mi preoccupa. »
« Cosa? »
« Che crescendo possa imitarti. » spiegò serio.
« Imitare me? Beh, ne sarei lusingato. » ammise Zac esibendo un goffo inchino.
« Non scherzare. Sappiamo bene quanto sei fuori di testa. » proseguì.
« Dici sul serio? Se è così, mi hai ferito nell’orgoglio, amico. »
Matt scoppiò a ridere per la faccia accigliata che mostrò il ragazzo.
« Va bene, hai vinto. Sputa il rospo. » lo invitò Josh, seccato.
« Benissimo. Il punto è che … »
Zac era una ragazzo davvero in gamba, magari a volte un po’ ingenuo e infantile, ma era capace di dare se stesso per le persone a lui care. Aveva una fissa: le ragazze. Ora, non che ci fosse nulla di sbagliato dopotutto, ma il fatto era che passava ogni istante della sua vita a cercare di sedurre le giovani che gli passavano sotto il naso. A volte essere suo amico poteva diventare imbarazzante. A Zac piacevano le bionde come le more o le rosse e, se erano figlie di qualche nobile signore, ancora meglio!
« … ci sarà la fiera questo weekend a Haedington Hill. E mi chiedevo se non sarebbe una splendida cosa fare un salto da quelle parti. Si dice che le femmine di questo posto non siano proprio niente male. »
« E’ quello che hai detto per le ragazze del Magdalen College. Lo dici praticamente sempre. » osservò Josh freddo.
« Solo perché è la verità! Ti sei scordato di Melody Grag?! Alla fine della serata era lei che ci veniva dietro. » fece orgoglioso con un certo risolino sulle labbra.
« Era scontato. Le avevi fatto bere qualche birra di troppo! »
L’orgoglio di Zac si spense così come si era acceso. « Tutte balle. » brontolò.
Matt rise ancora: « Non dirlo nemmeno per scherzo. Josh non mente mai. » poi ammiccò fingendosi serio, masticando una fetta di formaggio fresco.
« Il fatto è che … » riprese Josh appropriandosi del pezzo di formaggio « siamo cresciuti per certe cose. »
« Frena, frena, frena. Stai dicendo che non dovremmo più divertirci? Cioè, vuoi vedermi chiuso in un convento?! » Zac non credeva alle sue orecchie.
« Non ci vedo nulla di male. » incalzò Josh per innervosirlo.
« Non ci vedi nulla di male?! Ma certo: hai bisogno di un paio di lenti, allora! »
« Senti, Zac … il problema è che non vuoi ammettere di essere un uomo ormai e non più un ragazzino. »
« Conosco di uomini che tradiscono le loro mogli senza che queste ne sappiano niente! Sarebbe questo il tuo piano? Tu vuoi sposarti, mettere su famiglia e poi tradire la tua bella signora per passare il tempo. Bella cosa essere uomini. » disse Zac con rabbia crescente.
« Non dire stronzate. » fece noncurante Josh.
« No che non le dico! La verità è questa. »
« La verità è che siamo abbastanza grandi da assumerci le nostre responsabilità. »
« Io mi assumo le mie responsabilità! »
« Ci pensi mai al tuo futuro? Oppure vuoi vivere per sempre coi soldi del tuo vecchio? » tuonò serio il giovane.
« Non sono venuto qua per sentirmi fare discorsi sulla vita. »
« Dico sul serio, Zac. Siamo adulti ormai. Credo che dovremmo decidere chi vogliamo essere tra un paio di anni, piuttosto che pensare di andare dietro alle belle gambe delle ragazze. » rifletté Josh.
« Dove vuoi andare a parare? »
 
Neppure Josh lo sapeva con precisione.
Il suo avvenire gli era naturalmente sconosciuto come a tutti quelli della sua età. Per certo sapeva che era freschissimo di diploma liceale e si sentiva privilegiato per l’opportunità che Monsieur Foster (prozio inglese che si era trasferito nella Provenza francese dopo la grande guerra) gli aveva concesso. Josh aveva dimostrato fin da bambino di avere particolare interesse per la letteratura, la filosofia e la scienza, e la cosa che senza dubbio sapeva fare meglio era scrivere. Perciò, vista la sua evidente passione per lo studio , Monsieur Foster aveva insistito affinché il suo pronipote frequentasse un liceo adeguato e conseguisse un diploma, mettendogli a disposizione il denaro che le modeste condizioni della sua famiglia non gli potevano concedere. Josh, non solo si era diplomato, ma lo aveva fatto con risultati splendidi.
E adesso un grosso, gigantesco punto interrogativo lo tormentava. Si diceva che gli alunni più prestigiosi della High School Haedington (quelli con la media più alta) avrebbero dovuto vedere la possibilità di vincere una corpulenta borsa di studio. E se lui ci fosse riuscito? Cosa ne avrebbe fatto dei soldi? Li avrebbe impiegati per frequentare un’importante Università oppure li avrebbe dati ai suoi per rimpinguare le finanze di casa Lohan? La sua famiglia non navigava certo nell’oro. Il signor Lohan lavorava alla piccola bottega di artigianato ereditata a sua volta dal padre, mentre la signora Lohan si curava della casa e dei figli. Solo di rado approfittava delle sue abili mani da sarta per dare ulteriore linfa alle entrate della famiglia con qualche lavoretto. Josh, quindi, si sentiva un po’ un egoista nei confronti dei suoi genitori e di suo fratello. E anche se aveva avuto sempre l’appoggio morale dei suoi cari spesso pensava che in molte occasioni avrebbe fatto più comodo nella bottega di suo padre piuttosto che col naso sui libri. Suo fratello Matt, ad esempio, adorava trascorrere il tempo a incidere il legno o a creare scrigni e gingilli al fianco del padre. Ma non biasimava il fratello che, al contrario, spronava sempre ad andare avanti negli studi. Matt era estasiato e fiero del fratello maggiore, lo vedeva come un esempio. Ammirava le sue abilità nella scrittura e grazie a Josh aveva imparato anche ad apprezzare i testi in prosa e persino la poesia. Forse era l’unico che lo capiva fino in fondo. Ad ogni modo, Josh sapeva che i suoi familiari non gli avrebbero mai e poi mai impedito di iscriversi all’Università se era questo ciò che più desiderava. Dal canto suo, si sentiva spaccato in due. Una parte voleva partire e proseguire gli studi per tentare di realizzare le sue aspettative, l’altra lo teneva incollato a Haedington, ai suoi genitori, a Matt, a quel pazzoide di Zac e perfino al minuscolo giardinetto di casa sua.
 
Le sei del pomeriggio arrivarono presto quel giorno. A conclusione della discussione avuta quella mattina con Zac, Josh disse che non era tanto felice dell’idea di andare alla fiera, ma che ci avrebbe pensato prima di mettere da parte la questione. Zac se ne era andato col volto rilassato, sapendo che aveva ottenuto quello che desiderava. Conosceva bene Josh e quando diceva che “ci avrebbe pensato” la maggior parte delle volte significava “sì”.
Un grosso carico di legname arrivò alla bottega alle sei e trenta e come di consueto sia Josh che Matt avevano dato una mano a portare dentro tutto il materiale previsto. Grandi pezzi di tronchi di faggio, quercia e acacia furono depositati nel retrobottega in poco più di mezz’ora. Quando ebbero finito, il signor Lohan prese a sedere su una delle panche in legno che aveva realizzato in settimana e sorseggiò un po’ di vino. Josh fece per uscire dal locale ma si fermò e guardò suo padre. Gli si avvicinò e gli si sedette accanto.
Nessuno apriva bocca. Il signor Josh sembrava quasi non accorgersi della presenza del figlio. Continuò a bere il vino dal boccale, bagnandosi lentamente le labbra. Quando ebbe finito, sospirò e socchiuse gli occhi.
« Vuoi dirmi qualcosa, Josh? » disse calmo.
« No, pa’. Va tutto bene. » rispose lui.
« Sono contento. » sorrise il signor Lohan. « Ne vuoi un po’? » proseguì sollevando il boccale di vino.
« Non ho ancora cenato. » constatò il giovane.
« Sai, è bene che porti avanti la tradizione di famiglia.» cominciò sorridendo « Tuo nonno diceva sempre che bisogna bere un buon bicchiere di vino rosso prima di sedersi a tavola e consumare i pasti. Diceva che si gusta di più l’essenza del vino. E sai cosa penso? Aveva ragione. Anche tu dovresti fare così, ormai sei grande abbastanza. » concluse convincente.
« D’accordo. Ci penserò su. »
« Sono contento. »
« Anche io. » Josh lasciò scivolare la schiena sulla panca, divaricando leggermente le gambe, poi si tamburellò le ginocchia con le dita e infine poggiò la testa sullo schienale. Sembrava nervoso.
Il signor Lohan lo osservò, poi disse: « Josh, so che devi dirmi qualcosa. »
« Ok. » fece lui un po’ agitato. « Volevo solo parlarti della borsa di studio. »
Suo padre piegò le labbra in un sorriso. Era certo che il suo ragazzo volesse parlare proprio di questo. Si lisciò i baffi e sussurrò: « Ti ascolto. »
« D’accordo. Sai già qual è la questione … voglio dire, non è detto che vincerò io una delle borse di studio a disposizione e inoltre non so nemmeno se valga la pena di investire quei soldi per studi universitari. Praticamente non so che fare nell’eventualità che mi arrivi una lettera dalla High School Haedington. » tuonò.
« Tu che cosa vuoi fare? » lo interruppe suo padre.
« Che vuoi dire? » chiese scettico.
« Quello che hai sentito. Tu che cosa faresti se ti arrivasse quella benedetta lettera?»
« Mi piacerebbe fare la scelta più giusta. » spiegò pratico.
« E cioè … ? »
« Non conosco quale sia la cosa più ragionevole! È per questo che voglio sapere che cosa ne pensi. »
Il signor Lohan si alzò calmo: « Io dico che dovresti andarci. »
Josh aveva appena sentito le parole di cui aveva bisogno: « Dici sul serio? »
« E perché dovrei scherzare? Sono serissimo. » disse suo padre con voce ferma.
« Senti, so anche io che la storia dell’Università sarebbe una bella cosa, ma se mi fermo a pensare a noi … »
« Josh, non c’è nessun “noi”. Se vincerai la tua borsa di studio è perché te la sei guadagnata. È tutta tua. » proseguì suo padre. « E sai una cosa? Se deciderai di partire sarò felicissimo di non averti tra i piedi per un po’. » scherzò, ridendo.
« Tante grazie per la schiettezza, papà. » convenne Josh divertito.
« E’ un piacere per me. » assentì l’uomo.
Passi rapidi tempestavano i gradini che portavano al piano di sotto e, difatti, pochi istanti dopo ecco spuntare Matt rosso in viso e ansimante.
« Che ti prende, ragazzo? » chiese il signor Lohan voltandosi dalla sua parte.
« Josh, devi immediatamente venire a vedere! » urlò il ragazzo.
« E’ successo qualcosa? » domandò lui con lieve preoccupazione.
« E’ arrivata una lettera per te. » fece Matt salendo già le scale.
Josh si fermò di botto, sentendo che il cuore non gli pulsava più per l’agitazione.
« Non startene lì come un sasso! » gli urlò suo padre « Vai a vedere prima che la legga Matt. »

   
 
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