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Autore: Ariacqua    14/06/2012    3 recensioni
-- FAN FICTION SOSPESA --
Peeta è tornato da due settimane. Dorme a casa di Katniss, ed entrambi sono alle prese con il "Libro della memoria". Potrebbero cominciare finalmente ad essere felici, se non fosse per i terribili ricordi che si celano sotto ogni frontiera di forza ostentata. I ricordi uccidono. Peeta non ha mai parlato della sua tortura, di cosa fu costretto a subire, a fare, per tutto quel tempo. Ma ora è tempo di parlare. E' tempo di cacciare tutte quelle lacrime sepolte da mesi. E' tempo di amare, di scegliere.
I don’t want to forget.
PERICOLO SPOILER PER 'CATHING FIRE' E 'MOCKINGJAY'!
Buona lettura, sweethearts.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Un raggio di sole mi colpisce in pieno viso.


Non ho la più pallida idea di che ore siano.
Sento le braccia di Peeta circondare il mio ventre e non ho nessuna voglia, nessuna ragione di aprire gli occhi.
Vorrei davvero congelare il tempo e rimanere così per tutto il tempo che mi rimane, come disse Peeta qualche giorno prima dei miei secondi Giochi della fame.
Il ricordo di quel giorno mi fa salire un calore in petto di quelli che non sentivo da tempo, ormai.
Stringo ancora di più il suo braccio attorno a me, come per sentirmi protetta da forze invisibile che tentano di penetrare nel mio corpo, nella mia mente, nel mio cuore rimpiazzando quel poco calore formatosi dentro me e rimpiazzandolo solo con freddo e vuoto.
Rimaniamo così ancora per un po’, poi mi costringo ad aprire gli occhi. Sono le otto e nove del mattino.
La cosa che più mi ha reso felice in queste ultime ore è che ho finalmente fatto una dormita come si deve, senza nessuna traccia di incubi.
Senza nessun preavviso sento una ciocca dei miei capelli sostarsi dal viso.

-Buongiorno, Katniss.- mi sorride in modo impercettibile e debole, ma almeno mi sorride.

-‘Giorno.- gli dico.

Un po’ stizzita perché ha messo fine a quegli attimi di pace con il mondo intero, tra le sue braccia, un po’ addolcita da quel mezzo sorriso e da quegli occhi blu intenso.
Ovviamente so che nessuno dei due si è dimenticato della ‘promessa’ (se così può chiamarsi) che Peeta mi aveva fatto, dicendo che mi avrebbe parlato della sua tortura da parte di Snow.  
Io davvero voglio ascoltarlo.
Quando tornò da Capitol City nel Distretto 13 e guarì, nessuno osò chiedergli cosa succedeva in quelle camere di tortura, oltre quello che già sapevamo gli avessero inculcato su di me attraverso Aghi Inseguitori e video del tutto falsi. Nessuno, perché sapevamo che se gli avessimo chiesto il resoconto della sua tortura, sarebbero affiorati ricordi malefici su tutti (ed in particolare su di me), e magari sarebbe di nuovo ricaduto in quel vuoto, in quella pazzia.
Ovvio anche che, seppure io sia del tutto disponibile ad ascoltarlo, non posso chiedergli improvvisamente:

“Ehi Peeta, senti, ricordi quello che mi hai detto ieri sera? Sì, beh, ora dimmi tutto, perché sono curiosa.”

Sarebbe del tutto inappropriato. No, devo lasciare che lui si senta pronto nel parlarmene, sia oggi, sia pure domani che dopodomani.
Ritorno alla realtà e mi accorgo che lui mi sta guardando. Mi giro tanto quanto basta a ricambiare lo sguardo.

- A cosa pensavi? – mi chiede.

- Pensavo che in queste poche ore di sonno, non ho visto l’ombra neanche di un incubo.- mi giro ed abbasso la voce – Grazie. –

Peeta mi gira di nuovo e io mi ritrovo a guardare i suoi occhi. Mi abbraccia calorosamente, ed io mi ritrovo circondata dalle sue braccia forti e calde.
Appoggio la testa sul suo petto e inspiro il profumo che ancora insedia nella sua maglia:  farina, lievito e , quello lo sento solo io, protezione. Il senso di protezione che solo lui mi sa dare.
La protezione ha un profumo proprio? Neanche il tempo di pensarci ancora un po’ che lui scioglie l’abbraccio.

- Anche io. Non ho visto neanche l’ombra di un incubo. E l’unica che qui deve essere ringraziata sei tu. –

Mi lancia un occhiata piena di desiderio, ma con rigidità si dirige in bagno. Dopo pochi minuti, sento lo scrosciare dell’acqua della doccia.
Mi siedo di fronte alla finestra, ad osservare gli spazzi di sole che giungono sulla terra, e che illuminano la neve posata sui tetti delle altre case del Distretto 12. Non penso a nulla, mi concedo un po’ di pace con me stessa e con il mondo, anche sapendo che non sarebbe durata a lungo dentro me.
Rimango lì per un bel po’. Non so esattamente quanto, ma so che improvvisamente sento una porta aprirsi. Mi giro di scatto e vedo un Peeta coperto solo da un’asciugamano. Mi faccio rossa come un pomodoro.

- Ehm.. scusa Katniss, pensavo fossi già giù.-

Io annuisco nervosamente e spasmodicamente, senza il coraggio di dire una sola parola. “Controllati, porca miseria!” penso tra me, e poi corro via dalla stanza.
Preparo la colazione, cercando di non pensare a cos’è appena accaduto. Non so proprio il perché io abbia reagito in quel modo, sul serio.
Come ho potuto rendermi così ridicola davanti al ragazzo del pane, che mai sognerebbe di mettermi in soggezione?
Che figura. Insomma, io sono Katniss Everdeen, la ragazza in fiamme, ma subito dopo mi ritrovo a pensare che in quel momento solo il mio viso poteva definirsi così.

Vedo Peeta scendere le scale, diretto verso di me in cucina, e mi costringo (letteralmente) a non abbassare lo sguardo verso il pavimento. Devo riuscire a far vedere che non mi importa. Lui mi guarda e mi sorride innocentemente.

- Mi dispiace per prima. Ma, sai, io non ho cambiato opinione. Sei e rimarrai la ragazza pura che conoscevo tempo fa, e che ora mi sta davanti. -

Il mio sguardo diventa stizzito ancora più di prima. Sa bene che non è così. Non può essere così.

- E tu sai la mia risposta! – gli dico, innervosita.

 Lui fa spallucce e si limita a sedersi.  
  Mangiamo le brioche preparate da lui qualche giorno prima, ed intanto parliamo un po’ di Haymitch ed Effie, e di quanto facciano ridere quando sono insieme.

- Katniss, è da tempo che non mi sentivo libero così. So che…beh, ecco… i ricordi della guerra – e qui si irrigidì un attimo - e degli Hunger Games rimarranno sempre impressi nella nostra mente ma, ecco…a volte è meglio un po’ staccare. –

- Anch’io non mi sento così da tantissimo. – gli sorrido. – E vorrei per sempre sentirmi così. – Ma purtroppo ogni volta che sento che la pace sta per riempire un po’ la mia mente, ritornano i ricordi più brutti che posseggo, e- mi salgono inevitabilmente le lacrime agli occhi – e non riesco a controllarli. Proprio come sta succedendo adesso. –

Mi alzo e mi dirigo fuori la porta d’entrata, nel cortile (che ormai vanta solo un manto bianco e freddo a terra, e non più erba fresca e verde).
Mi siedo sul gradino e lascio che i ricordi scivolino via dalla mia mente proprio come sono venuti.
Mi manca tanto 
Prim.
Tanto. 
Finnick.
Non ne parliamo.
Perché mi lascio andare così tante volte ultimamente?! Prima non era così. Prima Katniss Everdeen era forte, ora? Solo una valle di lacrime al primo ricordo brutto.
Mi porto le ginocchia al petto e le circondo con le mie braccia, lasciandomi cullare dal freddo vento invernale. Non passano neppure cinque minuti, che Peeta apre la porta dietro di me.

- Lo so, - gli dico. – Lo so. Non sono più forte come prima, Peeta. Non riesco ad affrontare più i ricordi che ancora si insediano nella mia mente.-

- Potremmo farlo insieme. Affrontarli, insieme, intendo.-

- Insieme? - gli chiedo. Lui mi stringe la mano. 
 
- Sì, insieme. Come abbiamo sempre fatto. - e mi accorgo che mi sta guardando. Mi sta guardando intensamente. 


Sorridendo impercettibilmente, con gli occhi velati di lacrime. 

- Katniss, è ora di spiegarti tutto, tutto ciò che mi hanno fatto.-

Io sciolgo le mani dalle mie ginocchia, solo per stringerle attorno a lui. Il suo calore mi fa rendere conto di quanto in realtà qui fuori faccia freddo, ma ora non importa. Finchè rimaniamo abbracciati, tutto diventa più caldo. 




SPAZIO ALL'AUTRICE [leggete, perfavore :)]
Ecco un altro capirolo. Spero vivamente che vi sia piaciuto.
Nonostante sia più lungo degli altri due, credo abbiate capito che è solo un capitolo 'passeggero', per così dire. 
Vorrei solo ricordarvi che più recensite, più mi viene voglia di continuare la storia e, di conseguenza, meno mi ci vorrà per postrane un altro. (Ovviamente accetto sia critiche 
positive che negative). Fatemi sapere cosa ne pensate! Spero di continuare al più presto. 
Vorrei precisare che cerco sempre di attenermi al carattere dato dalla Collins ai personaggi della saga nelle mie FF. Spero che almeno questo mi sia riuscito. :)
Baci,

Rosie_posy.
  
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