Un ufficio. Un nuovo segretario. E a Sebastian non serviva altro.
Sebastian non perse tempo, prese i fianchi del ragazzo e con un po’ di forza lo condusse a cavalcioni su di sé. Avvicinò il viso al suo orecchio e gli sussurrò provocante: "ti porterò in paradiso."
Quel ragazzo spalancò gli occhi e lo allontanò, "ma sei pazzo?"
"Pazzo di quel tuo bel culetto."
"Non sai neanche se sono gay!"