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Autore: She_PulpThrash    14/06/2012    5 recensioni
Che dire. Ambientato dopo la fine di The Avengers, OOC, molto, molto OOC e.. Yaoi, perchè io sono io e lo Yaoi c'è sempre xD
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Loki, Thor
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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E' tipo una vita che non pubblico qualcosa su EFP e me ne esco con questo xDD
Non so bene come mi sia venuta in mente, a dire il vero quando ho iniziato a scrivere non avevo nemmeno una trama precisa in testa.. Volevo solo tremendamente scrivere qualcosa su Thor e Loki, coppia di cui sono una grande fan (Non sono effettivamente fratelli, giusto? E' legale xD). Ho deciso di pubblicarla giusto per far vedere al sito che esisto pure io XD
Comunque, in questa storia ho voluto rendere Loki un po' meno definitavamente cattivo e farlo pentire.. Volevo un dannatissimo lieto fine per loro due, quindi me lo sono fatto da sola! Ci sono svariati errori, li ho notati pure io, ma non prendete questa storia troppo sul serio... Non avevo voglia di stare troppo dietro ai particolari, quindi mi sono limitata a fluffeggiare senza strafare, dato che questo campo non è il mio forte ;) In pratica, errori voluti, visti ed ignorati xD Ho cercato di rendere il loro rapporto il meno fisico possibile e di renderlo il più spirituale che potessi (Di solito quando leggo avvertimenti di questo genere chiudo la storia xD Fate voi!) 
Insomma, a me è piaciuto scriverla, con questi due personaggi mi sono trovata bene (Per quanto OOC siano) e potrei scrivere ancora su di loro u.u
Spero vi piaccia! =w=



 Nessuno capiva perchè Thor facesse visita a Loki più volte al giorno, ogni giorno. Nessuno eccetto lo stesso Thor. Loki aveva tentato di ucciderlo, di ridurre in schiavitù il mondo che Thor amava e proteggeva, lo aveva tradito, lo aveva rinnegato definitivamente come fratello. Per questo, chiunque in quel mondo si chiedeva come potesse Thor voler raggiungerlo ogni giorno, per la gran parte della giornata. Si creavano le più varie ipotesi tra la gente, ma nessuna si avvicinava alla verità: Ovvero che in quella stanza, loro due non facevano assolutamente niente. Non parlavano, niente del genere. Loki, orgoglioso e distrutto per il proprio fallimento, gli dava le spalle, standosene immobile per delle ore, mentre Thor stava accanto a lui, facendogli compagnia. Poteva solo immaginare il senso di solitudine che doveva provare. Poteva ricevere visite, ma la verità era che nessuno voleva andarlo a trovare. Per questo, Thor, che amava suo fratello, se ne stava lì per intere giornate, a leggere magari, oppure semplicemente a guardarsi intorno, a guardare suo fratello, qualsiasi cosa. Però stava con lui, dandogli così l'impressione di essere tornati ragazzi, quando passavano giornate insieme a non fare niente, senza bisogno di parlare. Il silenzio non sembrava così lacerante quando la volontà di non parlare veniva confusa con la superficialità del parlare. Quasi sempre Thor cacciava le guardie che se ne stavano di fronte alla stanza di suo fratello. Loro se ne andavano, tranquille e ubbidienti: Non c'era bisogno di stare allerta quando Thor era nei paraggi. Quando il Dio biondo era vicino a Loki, quest'ultimo diventava un cucciolo amabile e silenzioso, mite e quieto. Non che avesse veramente creato problemi fino a quel giorno. Aveva accettato il suo esilio con la testa alta, digrignando i denti e non rispondendo a nessuna domanda, il naso puntato verso l'alto come un vero principe orgoglioso. Anche quel giorno, Thor lo andò a trovare. Le guardie se ne andarono senza nemmeno il bisogno di sentir pronunciare una parola. Gli bastò un cenno imperioso della mano del Dio per allontanarsi, fiduciose nelle capacità di Thor di ammansire il fratello nel caso in cui fosse successo qualcosa. Thor entrò nella stanza, richiudendo subito dopo il portone. Non temeva veramente che Loki potesse scappare, sapeva che non l'avrebbe fatto. Non più almeno. Sembrava tristemente rassegnato al suo destino, sembrava tornato ragazzo, quando ciò che Odino diceva era legge, nonostante lui non apprezzasse. Da ragazzo faceva esattamente come faceva in quel momento. Si sedeva sul suo letto, a gambe incrociate e giocherellava con le dita, fissandosi le mani tristemente. Thor non sapeva se fosse una realtà o solo una mera speranza, ma gli sembrava di rivedere in Loki il ragazzo che era stato tanti anni prima. Gli sembrava di nuovo.. Suo fratello. E mai aveva amato così tanto il suo viso tagliente, quegli occhi felini e in un certo senso così colmi di dolcezza nel loro dolore, nella loro delusione.. Non aveva mai amato così tanto la piega triste che la sua bocca prendeva quando era sicuro che nessuno lo vedesse, anche se in realtà aveva centinaia di occhi addosso. Era un amore così forte, quello per Loki, che lo confondeva. Era un amore immotivato, un amore costruito sul niente, un amore immeritato in un certo senso. Loki aveva fatto delle cose orribili.. A lui e al mondo che teneva sotto la sua protezione.. Eppure proprio non poteva fare a meno di amarlo con tutto il cuore, come se non fosse mai accaduto niente di brutto tra loro due. Come se Loki fosse sempre rimasto il bambino che andava a dormire nel suo letto quando aveva paura a stare da solo, mentre orgogliosamente ammetteva di avere solamente freddo. Come se fosse ancora il ragazzo che lo abbracciava calorosamente come se fosse la cosa che più amava fare. Thor osservò suo fratello, seduto come al solito, sul letto, a gambe incrociate. Il Dio dai capelli neri alzò gli occhi su di lui, per la prima volta da settimane. Thor si pietrificò sulla porta. Non riusciva più nemmeno a contare i giorni da quando Loki aveva smesso di guardarlo. Non aveva più avuto modo di incontrare i suoi meravigliosi occhi, ma adesso.. Adesso che lo guardavano di nuovo, non sapeva cosa fare. Non sapeva se dire qualcosa, cosa dire, cosa fare.. Era pietrificato, semplicemente. Per un attimo si chiese se fosse una delle magie di Loki, ma poi vide i sigilli sul dorso delle sue mani e si ricordò che non era possibile.

-Loki?- Domandò con tono incerto. L'altro abbassò la testa, smettendo di guardarlo. Thor fu in grado di muoversi di  nuovo, ma la sensazione di vuoto che lo colpì in pieno come una freccia fu devastante. Voleva che tornasse a guardarlo, con lo stesso fuoco negli occhi che aveva intravisto pochi attimi prima. 
-Perchè sei tornato?- Mormorò Loki, aprendo le mani e fissando i sigilli che erano ben impressi anche sui palmi. 
-Perchè vuoi torturarmi?- Soffiò a voce sempre più bassa, stringendo le mani e poggiandosi i pugni chiusi sugli occhi. Thor avanzò lentamente, una mano leggermente alzata, non sapendo bene cosa fare.
-Loki..- Ripetè soltanto il suo nome, inebetito da quella strana reazione alla sua ennesima visita.
-Mi fa male vederti, Thor. Non voglio vederti! Non ti basta avermi segregato qui? Vuoi farmi ancora più male? Eppure professavi di volermi tanto bene, di considerarmi tuo fratello..- Loki si poggiò una mano sulla bocca, addolorato da quella parola. Thor si sedette sul letto, accanto a Loki, che si spostò, cercando di allontanarsi da lui. Thor passò le mani sulla coperta finemente ricamata, osservando il fratello solo con la coda dell'occhio.
-Come posso farti male se nemmeno ti parlo?- Gli domandò semplicemente, con il tono interrogativo degno della più innocente delle domande. Loki gemette disperato, sembrando all'improvviso molto meno deciso, più annaspante in un mare di sentimenti contrastanti. Thor poteva vedere luce ed ombra alternarsi sul suo volto affilato, vedeva alternarsi il volto di suo fratello e quello di Loki, il freddo Dio vendicativo. Si scoprì ad amare entrambi quei volti, in quanto entrambi erano un riflesso della stessa persona: Il suo Loki, il ragazzo che era sempre stato al suo fianco fino al giorno in cui tutto era cambiato. Ma fino a quel giorno, non ricordava un ricordo felice che non avesse Loki come immagine fissa, in primo o in secondo piano, ma sempre lì, sempre costante. Ogni ricordo felice era costellato di immagini di Loki che gli sorrideva enigmatico come suo solito, mentre ogni ricordo triste era accompagnato da un'immagine di Loki silenzioso e discretamente consolatorio, una spalla su cui piangere, che forniva conforto anche standogli semplicemente seduto accanto. Non poteva dimenticare tutti quei momenti, non avrebbe mai potuto. 
-E' proprio così che mi fai male, Thor.. Io non voglio ricordare.- La voce di Loki stridette nelle orecchie di Thor, acuta e disperata, mentre il moro si rannicchiava sul letto, mettendosi le mani tra i capelli e portandosi le ginocchia al petto. Thor si voltò lentamente verso il fratello. Non cercò un contatto fisico, non ancora. Non era ancora il momento, ma sapeva che prima o poi Loki gli avrebbe permesso di toccarlo. Capiva quale sentimento stava travolgendo suo fratello, sapeva perchè lo rendeva così disperato: Era un sentimento che non aveva mai conosciuto, il senso di colpa. Thor lo aveva sofferto per anni, sentendosi in colpa per Loki nonostante non avesse fatto effettivamente niente di male. Lo aveva sofferto, convinto di essere stato davvero lui a creare ciò per cui Loki aveva sofferto, per cui si era sentito inferiore. Conosceva bene quel sentimento, sapeva quanto potesse essere devastante, forse il più forte di qualsiasi altro sentimento che avesse mai provato. L'odio, l'amore, l'affetto, la nostalgia, il dolore di una perdita, di un abbandono, la paura, il senso di solitudine.. Nessuno era mai stato più forte e devastante del senso di colpa.. E gli sembrava quasi di poterne riconoscere l'odore, che scaturiva dalla pelle candida di Loki. Era solo una sua impressione, ovviamente, ma i suoi sensi gli dicevano questo. Loki si sentiva in colpa.
-Io penso che ti faccia male vedermi solo perchè ti senti in colpa nei miei confronti.- Mormorò con tono dolce, sorridendogli mesto. Loki lo fissò, incattivito per un attimo, poi di nuovo devastato da quel maledetto sentimento.
-Penso che tu abbia ragione.- Thor boccheggiò impercettibilmente. Non si sarebbe mai aspettato una risposta del genere, né dal vecchio né dal nuovo Loki. Mai Loki era stato in grado di ammettere la ragione di qualcun'altro, mai in tutta la sua vita. Aveva sempre combattuto per ciò che pensava, non si era mai arreso nemmeno di fronte all'evidenza, meravigliosamente testardo, a parere di Thor. Aveva sempre amato quel lato di lui, anche se dubitava che esistesse un lato di suo fratello che non amasse in modo spasmodico. 
-Come?- Domandò ancora sorpreso. Fissò Loki come se non fosse davvero lui. Il moro teneva gli occhi tristemente fissi al materasso, artigliandosi le mani, con un sorriso mesto e triste sulle labbra.
-E' inutile mentire ormai, no? Penso che tu abbia ragione. Sto male quando ti vedo, perchè.. Perchè rivedo ciò che ho fatto. E starmene chiuso in questa stanza, in cui abbiamo condiviso tanti momenti felici, per così dire, non mi fa stare certo meglio.- Loki parlò senza prendere fiato, tanto che Thor ebbe dei dubbi sulla veridicità delle sue parole. Lo addolorava non potersi fidare totalmente di lui, ma come poteva dimenticare ciò che aveva fatto? Sarebbe stato un gesto irresponsabile dimenticarlo, nei confronti di sé stesso e di svariati mondi ed universi. Non riusciva a capire se quell'espressione che Loki indossava fosse solo un'ottima maschera o una semplice verità, una tangibile prova di un cambiamento effettivo, di un ritorno al passato non solo sentimentale ma anche oggettivo e personale. Loki diede una fugace occhiata allo sguardo di suo fratello, per poi ridacchiare tristemente.
-Lo so che non mi credi.. Ti capisco.- Mormorò avvilito. Thor strinse i pugni. Odiava vedere suo fratello star male.
-Vorrei tremendamente crederti, Loki.. Se queste tue parole fossero la verità, simboleggerebbero per me un cambiamento fondamentale, la possibilità di un nuovo inizio.. Ma ho paura a crederti. Non so qual'è il tuo vero pensiero.. E pensare che fino a poco tempo ero capace di crederti, addirittura di intuire i tuoi pensieri prima che tu parlassi..- Thor si sentì avvilito a sua volta. Improvvisamente, gli sembrava che ogni rapporto con Loki fosse andato perso, bruciato dall'odio e dal rimorso, dall'invidia, dalla rabbia. Aveva paura di star tentando di afferrare qualcosa che non esisteva più.
-Nemmeno io mi crederei. Sei libero di non credermi. Ne hai il diritto, se non il dovere.. Ma ormai cosa otterrei dal mentirti su questo? Tu non puoi sciogliere il mio esilio, né il mio sigillo.. Non puoi ridarmi la magia, o la libertà.. Puoi solo liberarmi dalle guardie di fronte alla mia camera, ma di certo non da quelle che sorvegliano i corridoi. Non guadagnerei niente dal mentirti.. Tutto ciò che ti dico è tutto ciò che penso.. Puoi non crederci, ma è la triste verità.- Sussurrò Loki con tono amaro, come se ammettesse qualcosa di cui si vergognava. Thor sentì improvvisamente dentro di sé un dolore ancora più radicato e profondo. Credeva a Loki. Gli credeva. In quel momento, Loki tornò ad essere suo fratello, il suo VERO fratello, a prescindere dal sangue che scorreva nelle loro vene.. E Thor ricordava bene quanto soffriva ogni volta che Loki veniva messo in un qualsiasi tipo di punizione. Perchè aveva mentito, era quasi sempre quello il motivo. Per quanto non fosse stato cattivo per lungo tempo, era sempre stato insidioso, doveva ammetterlo. Ma a Thor, prima di diventare il mostro che era diventato, non aveva mai mentito, mai. Thor era sempre stato l'unico a sapere la verità prima che venisse scoperta, era sempre stato il primo a sapere le sue malefatte prima dagli altri. Spesso era stato punito anche lui, perchè non aveva mai potuto fare a meno di cercare di coprirlo, di difenderlo. Ma quando le sue difese cedevano alla supremazia del padre, e Loki veniva messo in punizione.. Thor stava sempre male. Odiava essere separato da suo fratello, ma soprattutto odiava vederlo stare male, nonostante spesso si meritasse ciò che gli accadeva. In quel momento, gli sembrò di dover provare quel senso di disagio per un tempo indefinito.. Non sapeva quando e se sarebbe finito l'esilio di Loki.. E non voleva vederlo star male per sempre. 
-Ti credo.- Disse semplicemente. Si alzò in piedi, con gli occhi stupiti di Loki che seguivano il suo percorso fino alla porta. Thor voleva uscire da quella stanza, improvvisamente. Voleva andarsene, non voleva vedere Loki rinchiuso. Non voleva, davvero. Il moro capì le sue intenzioni solo una volta che Thor ebbe posato la mano sulla maniglia. Gridò il suo nome, disperato e spaventato, immobilizzandolo sul posto. Loki si alzò in piedi a sua volta, avvicinandosi di qualche passo incerto al fratello.
-Non.. Non mi lasciare solo, ti prego.- Adesso Loki era il bambino, spaventato dal buio della notte. Thor sentì i muscoli delle gambe tendersi, mentre l'eco di quella voce si trasformava nella voce di quel bambino. Prima che potesse rendersene conto, aveva lasciato la maniglia e si era precipitato contro suo fratello, stringendolo in un abbraccio spasmodico, l'abbraccio di chi ritrova una persona amata tanto tempo dopo averla perduta di vista. Adesso aveva la conferma del fatto che Loki non mentiva. Non sapeva come fosse possibile, sapeva solo che nemmeno il miglior attore dell'intero universo (Che probabilmente era proprio Loki) sarebbe stato in grado di riprodurre con tale perfezione un tono di voce abbandonato da tanti anni, una disperazione ed una paura così genuine da spezzare il cuore. Loki, attore e bugiardo da così tanto tempo, non sarebbe mai riuscito a sembrare così vero nemmeno impegnandosi con tutte le sue forze. Quella paura all'idea che Thor se ne andasse, era reale. Reale come il corpo che Thor strinse tra le braccia forti, senza paura di fargli male o di stringerlo troppo. Loki titubò, per attimi infiniti. Thor non sapeva cosa avrebbe fatto, se si sarebbe abbandonato a quell'abbraccio, o se l'avrebbe respinto. Loki rimase immobile per lunghissimi secondi, prima di stringere le braccia all'altezza del collo di Thor, ricambiando finalmente l'abbraccio. Quando sentì quella stretta incerta, Thor lo strinse ancora di più, affondando il viso nei suoi capelli e respirando profondamente.
-Mi sei mancato, fratello.- Mormorò poi sui suoi capelli corvini. A quel punto, Loki fece l'ultima cosa che Thor si sarebbe mai aspettato. Non avrebbe mai creduto che Loki avrebbe cominciato a piangere, silenzioso e dignitoso, ma non per questo meno intenso. Tra i singhiozzi, il moro mormorò delle parole che Thor era sicuro non si sarebbe dimenticato mai più.
-Non ho mai avuto davvero coscienza di ciò che facevo. Tutto quello che facevo era dettato da una rabbia lacerante, dall'invidia.. Non capivo davvero il male che facevo, tutto ciò a cui rinunciavo.. Il fatto che ti stavo perdendo, giorno dopo giorno, non era altro che motivo di felicità. Ogni giorno annegavo sempre di più in quel vischioso mare d'odio, incapace di risalire. Tutto è stato fin troppo frenetico per poter pensare davvero a ciò che facevo.. Ogni decisione era presa senza senno e senza concezione delle conseguenze. Poi mi avete rinchiuso qui. Tutto è diventato silenzioso ed io ho avuto il tempo di pensare.. E di emergere da quel mare. Poi ho visto che tu eri sempre stato qui, con me... Nonostante tutto il male che ti ho fatto.. Io.. Mi.. Mi dispiace, fratello.- Loki ora singhiozzava, silenziosamente, sulla spalla del fratello. Thor strinse gli occhi, premendosi Loki contro con quanta più forza fosse possibile. Adesso Loki ricambiava la stretta, il più forte che poteva. Thor aveva paura che stringendo così forte, prima o poi si sarebbero spezzati entrambi. 
-Ti perdono, ti perdono, ti perdono tutto quanto..- Mormorò frenetico contro la sua tempia, bisognoso di sentirlo sollevato, bisognoso di sentirlo smettere di piangere. Si rese conto di quanto fosse penoso, di quanta poca convinzione e forza avesse.. Ma era solo quando si parlava di Loki. Non sapeva nemmeno più quale dannato sentimento lo legasse al fratello, ma sapeva che era quasi qualcosa di incomprensibile, qualcosa di superiore ad ogni sentimento mai provato da qualsiasi essere vivente. Thor si sentiva come se non esistessero parole per descrivere ciò che sentiva per il fratello. Era un amore folle, totale ed incondizionato, a prescindere da tutto. Per questo, comandato dall'istinto, lo afferrò per le spalle e lo separò dall'abbraccio, per poi baciarlo. Forse Loki se l'aspettava, perchè non si ribellò, non aprì gli occhi. Lasciò che il bacio crescesse, per svilupparsi e diventare un disperato contatto dalla carezza che era. Alzò le mani a stringere il viso del fratello biondo, che lo premette contro di sé, baciandolo come se fosse la sua ultima opportunità di respirare, di vivere davvero. Non sembrò mostruoso, od anormale. Sembrò come se rientrasse nella quotidianità di ogni cosa, come se il loro rapporto fosse così in alto da non poter nemmeno più definire cosa fosse giusto o sbagliato. Thor soffocò tra le proprie labbra i singhiozzi appena accennati che ancora abbandonavano quelle di Loki, mentre le lacrime di quest'ultimo scomparivano dal suo viso, senza lasciare traccia, come se non fossero mai scese. Sta di fatto, che Thor non se le sarebbe mai dimenticate. Quando i loro visi si separarono, la testa di Loki andò a posarsi sulla spalla di suo fratello, o amante, o qualsiasi altra figura fondamentale Thor fosse.
-Mi perdoni davvero?- Thor lo strinse, carezzandogli la schiena. 
-Ti perdono. Ti perdonerò sempre.-
  
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