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Autore: Broken_88    14/06/2012    0 recensioni
Crowley vuole vendicarsi di Castiel, e tenta di scoprire dove si nasconde da Allison. Ma lei non tradirebbe mai il suo amore, tanto che il demone la uccide e vuole spedirla all'inferno. Castiel riesce ad evitarlo, mandando la sua dolce anima altrove...ma dovrà salvarla e riportarla alla vita. (Spoiler 7° stagione)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione, Nel futuro
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Disclaimer: Castiel e i personaggi di Supernatural non ci appartengono, ma Allison decisamente SI' così come le trame che derivano dalla visione del telefilm. Per cui siete pregati di non copiare, le fan fictions si scrivono per liberare la propria fantasia...non quella degli altri. Buona lettura da StillAnotherBrokenDream e Robigna88 (Broken_88)


 

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CAPITOLO I

 

 

Sospirò profondamente e mise a posto l'ultimo maglione. Cass era chiuso in quel manicomio da settimane ormai, quella stronza di Meg dava regolarmente notizie a Dean, che poi le passava a lei, ma non era come poterlo vedere. Avrebbe voluto assisterlo personalmente, confortarlo...ma a che sarebbe servito? Cass era praticamente in coma, sembrava dormire ma sapeva che non era sonno. Era chiuso nella sua mente, in compagnia di Lucifero. Ed era tutta colpa dei Winchester, come sempre.

"Quando la smetteranno di trasmettere la loro maledizione a chiunque stia loro vicino?" mormorò Allison uscendo dalla sua camera per raggiungere la cucina.

Aveva disperatamente voglia di vedere il suo Castiel, anche se lui non avrebbe visto lei. Ma purtroppo non poteva farlo, per un motivo molto serio: Crowley. Quel figlio di puttana voleva vendicarsi di lui e ora che era così vulnerabile, ci sarebbe riuscito con estrema facilità. Allison non poteva permetterlo e visto che non era in grado di contrastare quel verme, l'unico modo per difendere Cass era standogli alla larga. Come faceva quella sgualdrina di demone a sfuggirgli, non lo sapeva. Ma credeva di potersi fidare, almeno per il momento. Aveva un debole per il suo angelo, lo sapeva bene e per quanto le dava ai nervi, era un elemento a loro favore, non avrebbe permesso che gli fosse fatto del male, non senza combattere almeno.

"Devo lasciare che lo protegga un demone" commentò dando voce ai suoi pensieri. "Devo essere impazzita!"

"Proteggere chi?"

L'irritante voce di Crowley la fece sobbalzare. Si voltò di scatto e se lo ritrovò in salotto, seduto sul divano.

"Fammi indovinare...il bell'angioletto dagli occhi blu? E scommetto che il demone custode è Meg! Ho sempre pensato che quella ragazza fosse una troietta doppiogiochista."

"Come diavolo sei entrato?" domandò Allison perplessa. Credeva che la casa fosse ancora protetta dal sigillo che Cass vi aveva impresso sopra, ma evidentemente, da quando lui era in quella specie di stato comatoso indotto dalla sua mossa tanto ingenua quanto disperata di salvare Sam, il sigillo doveva essersi spezzato.

"Qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto, suppongo" rispose lui servendosi da bere del whisky poggiato sul tavolino di vetro, "non ci si può fidare neppure dei sigilli angelici al giorno d'oggi. A quanto pare non sono efficaci se l'angelo che ve li ha apposti non è perfettamente in sè."

Bevve un sorso chiudendo gli occhi quasi estasiato e poi li riaprì guardando il bicchiere "Hai buon gusto in fatto di alcolici Morgan."

Allison chiuse gli occhi facendo roteare il collo e sospirò "Fuori!" esclamò.

"Non hai ancora risposto alla mia domanda." sottolineò il demone.

"Non so di cosa tu stia parlando e ora fuori prima che ti pianti una pallottola in corpo."

Crowley rise bevendo un altro sorso dal bicchiere "Devi esserti un po' arrugginita col tempo Allison... Le pallottole non mi fanno neppure un graffio."

"Non è del tutto vero." sottolineò lei "Si da il caso che io abbia delle pallottole un po' speciali. Credimi, non vuoi testarne l'efficacia. E ora fuori."

Per un attimo Allison si chiese perchè esitava e non gli sparava subito, ma ancora una volta ripeté a se stessa che lo faceva perchè farlo arrabbiare era l'ultima cosa da fare

ora che Cass era vulnerabile in un letto di ospedale.

Il demone sogghignò e si alzò. "Ah l'amore, questa pazzia che ci rende poco saggi e molto stupidi!" esclamò guardandosi intorno.

"Perchè ti ostini a recitare la parte della dura? Sento la tua paura fin qui, stai sudando freddo perchè non sai cosa fare: sparargli o scappare? E non perchè sei codarda, no, ma per proteggere il tuo amante. Sai che se ti torturassi a dovere, per quanto tu sia forte, ti farei cantare come un usignolo?" fece una pausa e si avvicinò di qualche passo. "Non farmi sporcare il mio completo nuovo, ho ucciso per averlo e sai che non scherzo."

Allison stava davvero sudando freddo, e aveva paura. E non era paura per se stessa, aveva paura per Castiel. Quel mostro era un maestro nelle torture, se l'avesse presa e torturata, avrebbe finito col dirgli dov'era.

"Hai ragione, sono indecisa su due opzioni: spararti in fronte o al cuore? Ma visto che non vuoi sporcarti l'abito, credo che sceglierò la fronte" gli disse ostentando sicurezza, e sfoderò la pistola che teneva dietro la schiena. Si congratulò con se stessa, faceva bene a non separarsene praticamente mai.

Crowley alzò le mani in segno di resa, ma il ghigno sul suo viso mostrava solo derisione. "Oh-oh fai sul serio, micetta! Ma...vedi, io non sono uno di quei demoni con i quali sei abituata a lavorare..."

L'essere sparì dalla sua vista, Allison si guardò intorno ma lui fu più veloce, apparendole dietro la schiena.

"Vedi ragazza mia, non si arriva dove sono arrivato io per semplice fortuna, bisogna avere delle doti particolari..." le disse petulante.

Allison ridacchiò. "Sì, bisogna avere una buona lingua che sappia leccare bene i culi giusti" fu il suo commento.

Il demone alzò un sopracciglio. "Per la miseria, che linguaggio! Cosa direbbe il tuo fidanzato se ti sentisse parlare così? Anzi, perchè non mi porti da lui così glielo chiediamo?"

Allison piegò poco il capo di lato e rise cercando di mascherare il suo nervosismo. Alzò il braccio e lo colpì in pieno viso con un pugno ben assestato che gli fece scricchiolare la mandibola.

"Fottiti!" gli disse decisa "E ora fuori prima che ti uccida."

Crowley rise appena accarezzandosi il labbro sanguinante, lo leccò e si rimise dritto sistemandosi la giacca "Sei un tipo tosto, e per questo hai il mio rispetto. Ma voglio dirti una cosa." le disse "Che tu mi dica oppure no dove trovare Castiel, non fa molta differenza. Certo, se tu me lo dicessi risparmieremmo entrambi del tempo prezioso che sia io che tu potremmo occupare in altro modo, persino insieme se ti piace l'idea." ghignò davanti alla sua espressione di disgusto e fece un grosso respiro "Allison Allison... lo troverò comunque non sarà piacevole, ma probabilmente tu non sarai lì quando accadrà."

"Oh sul serio?!" replicò lei a metà tra l'affermazione e la domanda.

"Sul serio." fu la risposta di Crowley "Sarai morta per allora." e con un gesto rapido che Allison non poté prevedere la colpì penetrando la carne con la sua demoniaca mano "Mi hai costretto tu a farlo." le disse.

Allison sgranò gli occhi di sorpresa, il suo corpo venne pervaso da una sensazione quasi asfissiante di calore, mentre lenti rivoli di sangue risalivano su per la sua bocca per poi ricadere lenti dalle labbra.

Lo guardò prima di perdere le forze e crollare, consapevole che quella era la fine, ma desiderosa di finire a modo suo "Vaffanculo stronzo infernale!" esclamò prima di chiudere gli occhi abbandonandosi al dolore.

Crowley la guardò esalare l'ultimo respiro, lì ai suoi piedi. E' un peccato, pensò, una così sarebbe stata un ottimo soldato.

Ma l'aveva scelto lei, rifiutandosi di collaborare. E poi uccidendola avrebbe richiamato certamente l'attenzione del suo ex socio traditore. Sì, sentire l'anima della sua amata umana lo avrebbe convinto ad uscire dalla tana. Era solo questione di tempo. Si sistemò le maniche della camicia italiana e prese la cornetta del telefono lì accanto. Compose il 911 e attese che rispondessero.

"Pronto? Sì buongiorno... ho appena assistito ad un omicidio. Hanno ucciso una donna..."


 

***

 

Aprì gli occhi e si ritrovò praticamente al buio. Nell'ombra riuscì a scorgere solo la sagoma di enormi e spogli alberi morti, e vaghi rumori lontani. Dove diavolo era finita?

Si tirò su con fatica, ma non era ferita. Quel pazzo demoniaco amava i giochetti e quello era certamente opera sua. Il dolore che aveva provato quanto le aveva trapassato lo stomaco con la mano le era sembrato molto reale, ma non c'era più traccia di sangue, nè di dolore.

"Tu hai sei problemi mentali, pazzo maniaco" mormorò Allison guardandosi attorno. Quel posto era lugubre come l'inferno. Non c'era mai stata ma dai racconti di chi lo aveva visitato, doveva essere molto simile. Anche se non faceva caldo, anzi spirava un venticciolo piuttosto fresco. Rabbrividì e si strinse le braccia al petto. Aveva solo quel leggero maglioncino di cotone, Los Angeles in quel periodo era piuttosto calda e non andava in giro coperta di lana.

"Bene, ovunque quel pezzo di merda mi abbia spedita, devo trovare l'uscita. Se pensa di spaventarmi e farmi parlare, si sbaglia di grosso." disse incamminandosi lungo un sentiero buio, ma l'unico presente in quel posto. Dopo alcuni passi, sentì come un ringhio in lontananza. Si fermò e si mise in ascolto, guardandosi attorno. Cani? Lupi? Cerberi? Dio, meglio una muta di lupi che un cerbero!, pensò spaventata. Cercò la pistola dietro la schiena, ma non c'era. Ovvio, le era caduta a casa e Crowley l'aveva certamente presa. Sospirò e raccolse da terra un pezzo di legno piuttosto appuntito.

"Non è la stessa cosa, ma meglio di niente..." si disse per darsi coraggio, e si incamminò di nuovo. Non aveva idea di dove fosse, e non lo avrebbe mai immaginato.

 

***

 

Castiel aprì gli occhi di improvviso, si mise a sedere sul letto e guardò Meg accanto a lui, su una sedia, solo per un attimo.

Quella specie di strano campanello che aveva sentito nella sua mente non poteva significare nulla di buono, e anche se credeva di essere un po' confuso, era certo che significasse una sola, devastante cosa: Allison era morta. Così si alzò in fretta e furia, ignorando gli sguardi confusi di Meg e cercando quello di cui necessitava.

"Meg! Aiutami, ho bisogno di un pugnale e di una ciotola o qualcosa del genere."

Il demone lo guardò perplessa, ma la voce dell'angelo era ferma e il suo sguardo temibile come tanto tempo prima. Tirò fuori da sotto il letto un borsone e gli diede un pugnale ed una ciotola senza fare domande.

Castiel li afferrò rapido e si avvicinò alla finestra, la aprì e guardò la pioggia cadere leggera. Sentiva l'anima di Allison scendere dritta verso l'inferno e lui questo non poteva permetterlo. Ne avrebbe deviato il corso, mandandola lì dove sarebbe stato più semplice recuperarla o almeno così sperava.

Fece un lungo taglio netto sul palmo della sua mano sinistra chiudendo gli occhi e recitando qualche parola in enochiano. Poi riaprì gli occhi azzurri e li fissò sulla ciotola in cui il suo sangue ancora si agitava alla ricerca di una vera e propria collocazione.

"Andiamo...." sussurrò a se stesso.

Non era certo che avrebbe funzionato. Non praticava quei rituali da molto molto tempo e non si sentiva al massimo delle forze.

"Cosa diavolo stai facendo?" gli chiese Meg finalmente ritrovata la parola.

"Allison..." farfugliò lui di rimando "Lei è... ha bisogno del mio aiuto."

"Ancora Allison... Cielo ma è una specie di ossessione."

Ma Castiel la ignorò completamente, troppo impegnato a fissare il suo sangue finalmente faceva quello che doveva fare affinché il rituale funzionasse.

Le gocce che aveva versato dentro la ciotola si riunirono in un'unica grande goccia e poi sparirono lasciando una leggera nube di fumo. Fu allora che Castiel capì che aveva funzionato come avrebbe dovuto, e più sereno seppur preoccupato e disperato si lasciò andare ad un lieve pianto liberatorio cadendo in ginocchio per terra.

Era morta! La sua bellissima e profumatissima donna, con la pelle di pesca ed i capelli profumati di frutta, era morta. Aveva sentito la sua anima staccarsi dal corpo e si era svegliato richiamato da quell'ultimo urlo, richiesta di aiuto, lanciatogli da quell'aura che da sempre vibrava forte facendolo vibrare.

"No...." sussurrò stringendosi le mani tra i capelli.

E all'immenso dolore che sentì in fondo al petto, neppure la magra consolazione di poterla un giorno salvare, poteva porre rimedio.

Meg continuava a fissarlo perplessa, perchè ora piangeva? Quell'angelo era proprio fuori di testa.

"Beh ora che hai finito con gli atti di autolesionismo, io direi di chiamare i tuoi amichetti, che dici? Saranno contenti di sapere che ti sei svegliato!"

Amichetti? Non aveva amici, c'era solo Allison per lui, e ora lei era morta. Non gli era stato possibile salvarla, non era in sé, ma era riuscito ad evitarle di finire all'inferno. Era lì che Crowley voleva mandarla, ma glielo aveva impedito senza farsi scoprire. Ora la sua anima era in purgatorio e anche se non era l'inferno, non era il posto più ospitale del cosmo. Doveva trovare in modo in andare in purgatorio, doveva riportarla sulla Terra. E c'erano solo due persone che potevano aiutarlo, e che dovevano aiutarlo. Sam e Dean.

Ma non sarebbe stato facile, se l'avessero trovato vivo e vegeto, e nel pieno delle sue facoltà, lo avrebbe solo usato per i loro scopi. E Castiel si era decisamente stufato di essere il loro burattino. Così, mentre Meg prendeva il telefono dalla tasca, gli venne in mente un'idea.

"Ehi Dean, ho una bella notizia per voi, Clar...."

In quel momento Castiel si buttò a terra urlando e tenendosi la testa fra le mani, Meg mollò il telefono e si inginocchiò accanto a lui.

"Ehi ma che diavolo ti prende? Castiel che hai?"

Cass continuò per alcuni istanti, poi finse di perdere i sensi. Meg lo scosse un paio di volte, poi si alzò e riprese il cellulare.

"Sì sono qui. Castiel ha iniziato a urlare e ora è svenuto. Non so cos'abbia. Ok ci penso io, voi arrivate prima possibile."

Chiuse la telefonata e tornò da Cass, che continuava a fingersi svenuto. Ma quando lei si inginocchiò, lui si mise a sedere di scatto, facendola sobbalzare.

"Dannazione Clarence, che ti prende? Va tutto bene?" gli domando quasi apprensiva.

Castiel si voltò a guardarla, uno strano sguardo assente negli occhi.

"Sapevi che le api muoiono, dopo aver perso il pungiglione? Trovo che sia ingiusto, loro lo usano solo per difendersi, ma che senso ha morire dopo essersi difese?"

Meg sgranò gli occhi, non sapendo cosa replicare. Che diavolo stava dicendo? Era impazzito?

Sì, lo era. O almeno dovevano crederlo tutti quanti.

 

 


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