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Autore: dennystar    15/06/2012    0 recensioni
Nella Francia del XVI secolo, a Saint Malò una cittadina portuale molto importante in quel periodo, Jacques Cartier parte per tre spedizioni con la speranza di trovare un passaggio per l'Asia ma scopre la parte nord del attuale continente americano. Nello stesso periodo un ragazzo nato a Nantes e costretto e fuggire dopo diverse peripezzie finirà a Saint Malò e incrocerà le sue avventure con l'esploratore.......
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2capitolo  

                Per lui sono come un lampione, rimango immobile, ma da sotto la visiera del mio berretto non sfugge nemmeno un battito di ciglio appena sta per avvicinarsi, con molta dolcezza faccio scendere dalla manica nella mano sinistra, un tubicino rigido di metallo, con all'interno, già pronto in precedenza, un ago avvelenato..... poi un sibilo e il lupo di mare cade atterra tramortito.

Nel buio del vicolo, mi avvicino molto velocemente senza farmi vedere in viso, in quanto lui non è morto è solo paralizzato come un bastone con un effetto di parecchie ore. Lo giro con il viso verso terra e gli svuoto tutte le tasche in pochi secondi, gli tolgo l'ago dalla nuca, per non lasciare tracce e mi incammino verso il negozio poi, subito prima, giro a sinistra per la strada laterale che continua fino al porto. Facendo l'indifferente una volta raggiunto il porto, compro dal fruttivendolo una mela ed addentandola mi guardo attorno alla ricerca dei vascelli che stavo cercando.

Al porto c'è tantissima gente, devo stare molto attento affinché non mi rubino il mio sacco preferito, dato che ci saranno sicuramente anche persone male intenzionate. Continuo nello sgranocchiare la mia mela e noto che, mentre parte un'imbarcazione da pesca, mi si libera la visuale su un bellissimo vascello nuovo, nel quale stavano stivando dentro parecchie provviste coordinati da un signore molto sicuro di se che dava ordini ben precisi ai lavoratori.

Continuo la mia passeggiata mattutina, controllando tutto quello che stava accadendo su e giù da quel vascello, fin a che, un altro personaggio anche lui ben vestito dal vascello urla: < Monsieur Jacques.....> e il signore che dava in precedenza ordini ai lavoratori, si gira e gli risponde che sarebbe arrivato anche da lui.

Jacques Carter, un signore abbastanza alto con la barba, uno spadino nella cita, vestito con una camicia bianca e il resto degli indumenti che indossava erano neri compreso il cappello a tre punte. Mi sembrava molto sicuro di se anche se il lavoro che faceva lo portava a scoprire posti mai esplorati, chi mi ha pregato e pagato per trovarlo mi diceva, che fossero dei luoghi pieni d'oro. Ora devo mettermi in contatto con il nobile che mi ha assoldato per avere da lui nuove istruzioni, anche perché la campana della chiesa ha dato i rintocchi come da accordi. Mi reco al mercato nella piazzetta di fronte alla locanda, dove ho dormito, per trovare il proprietario di un cavallino che traina un carretto colorato di rosso intenso pieno di fiori, da lui dovrò comprare una rosa prendendo altre istruzioni sulla missione e gli dirò dove si trova Jacques.

Camminando vedo avanti a me che la strada si allarga e cominciano  i primi banchetti di frutta e verdura che si alternano a quelli del pesce e dei formaggi, un venditore vuole che assaggio il suo formaggio in quanto dice che è speciale, ne prendo un pezzo sembra buono quindi lo mangio senza nessun timore, mi chiede un giudizio e gli dico che è talmente buono che sarei ripassato a prenderne un po' dopo aver acquistato del pane, lo ringrazio e lo saluto. Giungo all'imbocco della piazza, guardo a destra e a sinistra e niente mi sorprende è un mercato normalissimo, mi chiedo tra me e me dove sarà il fioraio che sto cercando. Nell'angolo in fondo a destra vedo un carretto sommerso di rose rosse e altri fiori colorati, avvicinandomi noto che anche il carro è rosso, forse è proprio quello che cerco. Mi avvicino sempre di più e controllo se intorno ci sono persone sospette, armate e magari con facce losche, ma non mi sembra pericoloso. Mi faccio avanti e parlo con l'ambulante: < Bonjour Monsieur ... vorrei una rosa rossa > prima parte della parola d'ordine, mentre lui si gira verso di me, mi guardo le spalle scrutando bene che nessuno si ferma ad ascoltare la frase successiva. Come da copione mi risponde: < Bonjour ... certamente ecco a lei > porgendomi una rosa bellissima. Ora per farmi riconoscere gli chiedo: < Adoro le rose come fa a curarle e a tenerle così bene? > lui mi guarda negl'occhi, capisce chi sono,  e mi risponde come da copione: < Ho una serra molto grande e luminosa, molta acqua e un buon terreno...Voilà >. Finito il discorso ci riconosciamo entrambi allora gli dico che al porto ci sono tre vascelli nuovi che stanno caricando tanta merce e tra qualche giorno partiranno per esplorare nuovi mondi. Lui quindi, certo al cento per cento che stava parlando con la persona che aspettava, mi consegna un manoscritto arrotolato e mi augura buona fortuna.

 

Oggi è stata una mattinata molto piena devo tornare alla locanda per leggere tutti i documenti che ho con me, prima però sento un buon odore di pane fresco appena fatto, lo seguo e al commesso del banchetto gliene chiedo un pezzo ben cotto, lui me lo porge pago e mi incammino per la locanda. Passando davanti a un calzolaio, rimango sorpreso  in quanto non ricordavo di averlo visto dalla finestra della camera nella locanda,  uno corre fuori dal negozio con una borsa in mano e il proprietario del negozio che gli corre dietro urlando al ladro. Questo succede tutto in una frazione di secondo, il ladro mi sta venendo incontro e dietro di lui il calzolaio quando mi sta per incrociare, lui è intento a correre non pensa a me, io in una frazione di secondo gli lancio in faccia la polvere che tengo sempre in tasca e lui si distrae, gli si irritano le pupille degli occhi e quindi non riesce più a scappare così il calzolaio lo riesce ad acciuffare. Anche in questo caso con molta nonchalance riesco nel mio intento, senza nessun rischio per me. Il calzolaio, acciuffato il ladro, gli riprende la refurtiva e non sa come ringraziarmi, vorrebbe sdebitarsi, ma io al momento non ho bisogno di nessun lavoretto nelle sue capacità. Gli dò una pacca sulla spalla come cenno di amicizia e gli dico: < Nella vita sicuramente ci si rincontra e probabilmente avrò io bisogno di te, non ti preoccupare > lo saluto e proseguo per la mia strada verso la locanda.

Camminando sento chiamare: < Monsieur… Monsieur…. > subito non mi giro perché nessuno mi conosceva e sicuramente non chiamava me, poi sentendo che insisteva mi volto dal lato di provenienza delle urla un po’ incuriosito, era il tizio che vendeva formaggio voleva che ne comprassi un pezzo assolutamente, non amo le persone insistenti, ma per non essere sgarbato lo accontento.

Ora non mi deve fermare niente e nessuno devo andare alla locanda, più mi avvicino più mi accorgo che questa notte la passerò ancora lì ma poi vedrò se continuare a pernottarvi. Pensavo che forse sarebbe meglio avvicinarsi al porto per aver più sotto controllo i vascelli, nel mentre sono arrivato alla locanda, entrando noto che la sala è sempre uguale anche se le persone cambiano tutte le volte, c'è sempre lo stesso rumore, fumo, persone alticce dopo aver bevuto parecchio, ma allo stesso tempo non c'è niente di speciale o meglio di preoccupante per me. Mi avvicino al bancone, fortunatamente non c'è il locandiere ma Natalie che appena mi vede gli si illuminano gli occhi, lo noto immediatamente, probabilmente ero meglio della marmaglia che animava il locale a tutte le ore del giorno e della notte.

Con tono molto tranquillo quasi confidenziale le chiedo: ,  Lei guardando in alto mi risponde di si, però siccome deve essere ancora pulita di tornare più tardi, penso tra me e me che non potevo aspettare devo andare subito, rinuncio alle pulizie: < Posso entrare ora? > e lei acconsente se va bene a me. Saliamo insieme la robustissima scalinata di legno e proprio di fronte mi apre la porta ed entra con me nella stanza si avvicina nel letto singolo della stanza e toglie le coperte e mi promette di portarmene delle pulite più tardi. Non voleva fare una figuraccia, come se avesse premura per me. Poi mi sorride ed esce dalla stanza chiudendo la porta dietro di lei.

Devo muovermi a fare quello che devo prima che ritorna a portarmi le coperte, apro la finestra, le strade del paese si animano sempre più, il sole è già alto in cielo sostituendosi alla pioggia mattiniera e il terreno è già asciutto. Mi viene da riflettere; il lupo di mare avrà ripreso la sua mobilità, sinceramente non è che poi mi preoccupa la cosa anche perché, l'intruglio dell'ago faceva anche perdere relativamente la memoria, non si ricorderà niente di quello che gli è capitato penserà di essere caduto, ha perso i documenti, i soldi e se dice che lo hanno rapinato non gli crederà nessuno.

Vediamo un po' se scopro chi era quello che ho derubato, apro il mio sacco e frugo dentro, il sacchettino contiene molte monete d'oro, bene molto bene, il documento che portava lo srotolo e comincio a leggere. Praticamente dice che chi portava quel documento con se, era autorizzato dal Re Francesco I di Francia, con tanto di sigillo, a prendere le armi che gli servivano sia a lui sia a una parte della missione di esplorazione di Jacques Carter,  andando avanti a leggere pare di capire che le persone come il nostro lupo di mare fossero tre. Devo riflettere bene, mi stanno rimpallando in testa tante idee, quindi vediamo che dice la missione che mi ha dato il fioraio, apro anche questo rotolo di carta con tanto di sigillo del nobile da cui prendo ordini, leggo attentamente anche queste istruzioni e....

Sento bussare alla porta, siccome ero immerso nei pensieri e nel collegare le due cose, la missione da compiere e il furto del faccendiere del Re, non rispondo subito ma altrettanto velocemente rimetto le cose che ho letto dentro al mio sacco e il sacco stesso sotto al letto. Sento dall' esterno della stanza: < Sono Natalie, posso entrare? > acconsento mentre mi alzo dal letto e mi avvicino alla porta per aprirla. Apro molto delicatamente con in mano, ma senza estrarlo del tutto dal fodero, il pugnale, vedo che è sola e la faccio entrare lasciando il pugnale dove stava nella sua custodia all'interno della tasca. Mi fa vedere che ha portato le coperte pulite, allora le chiedo se lavora sempre o se alcune volte è libera, lei mi dice che è libera alla sera dopo cena, il locandiere, nonché suo padre, è molto possessivo  ed assillante la vorrebbe sempre lì. Per contraccambiare il suo essere premurosa con me, le porgo la rosa rossa che ho comprato dal fioraio. Apre molto quei bellissimi occhi azzurri per lo stupore, non se lo sarebbe mai aspettata da un viandante come me, non sa più cosa dire, le ho esaurito il fiato, ha raggiunto il settimo cielo secondo me dalla reazione che ha avuto non aveva mai ricevuto nemmeno un complimento figuriamoci un fiore. Non è mia abitudine regalare rose ma lei è bellissima, è sprecata dentro questa locanda, dovrebbe stare a corte, ogni movimento che fa sono come volteggi di una farfalla colorata. Le dico che le ho fatto questo dono perché è molto premurosa nei miei confronti, poi se la merita siccome è bellissima come quel fiore. Mi risponde che è contentissima e che porta su una brocca per metterla in acqua, in quanto se la porta giù ora, suo padre la noterebbe subito e lei dovrebbe spiegare, quindi la prenderà sta sera tardi quando dorme. Le dà anche una moneta d'oro, se in serata porta in camera della carne di maiale per mangiare qualcosa. Natalie esce di corsa è troppo tempo che è dentro la stanza deve tornare al lavoro altrimenti il padre sarebbe salito a vedere che faceva la figlia.

Nascondo in camera molto bene, i documenti che ho letto prima che la ragazza fosse entrata, per non portarmeli sempre con me, poi scendo e torno al porto per poter controllare i vascelli e pensare come mettere in pratica  il piano per soddisfare il nobile. All’uscita dalla locanda mi giro a destra, passo d’avanti al vicolo del commerciate d’armi e il faccendiere del  Re non era più coricato a terra, molto probabilmente sarà finito l’effetto del veleno e stranito si sarà alzato ed avrà iniziato a girovagare perso e senza meta non riuscendo a capire quello che fosse successo. Alla mia sinistra sfrecciano freneticamente le carrozze tirate da bellissimi cavalli verso il porto portando ogni genere di cosa e persona. Se qualcuno avesse trovato e portato il lupo di mare tutto tramortito dal medico allora si che il medico avrebbe capito cosa gli fosse successo ma anche in quel caso, il tutto non sarebbe riconducibile a me. Proseguendo per la strada principale che arriva al porto vedo in lontananza i tre vascelli  ancora attraccati e tanta gente che viene e va, arrivato nelle immediate vicinanze mi siedo proprio di fronte in una panchina di ferro battuto molto robusta ad osservare ogni minimo ed anche insignificante movimento.

Vedo che Jacques Carter scende dalla nave e chiede a dei passanti se conoscevano delle persone volenterose per lavorare, lui avrebbe un lavoro da offrigli come mozzo, vedo che un signore goffo, ben vestito, con un buffo cappello e la pipa in bocca si ferma a parlare per un po’ di tempo, poi indica il negozio che fa angolo con un altro vicolo, non sento molto bene siccome sono seduto abbastanza lontano. Quindi lascia la conversazione, il capitano, e si dirige verso il negozio, lo seguo con lo sguardo fino a che  passa molto vicino alla mia panchina, a questo punto lo chiamo con tono alto e deciso:

< Monsieur…… >
  
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