Note dell’autore: “finché si odia si ama ancora” (Alphonse Karr) Novantanove passi indietro Novantanove passi indietro negli abissi della mente, come un lento scivolare lungo sentieri di lucido marmo in baratri e gole, come un rapido affogare in voragini d’antico odio. É un intenso sentire d’aroma amaro, liquore nero che brucia che spezza il fastidio del frutto acerbo. É mancanza di te, ma conti meno di niente se non ti posso amare, se mi costringi ad odiare me stessa. Novantanove passi indietro per seppellire il pensiero di te sotto alberi di vita vera che non cedono, ma soffrono in profondo silenzio e si piegano e piangono foglie dai colori d’autunno che instabili tremano e sussurrano distruzione di dettagli essenziali. Radici d’odio nate da macerie come speranze da rimpianti, semi di ricordi riempiono fosse scavate a mani nude, illusione d’ira celata, un forte e debole artificio del cuore che lento s’allontana a ricerca d’un luogo privo di ombre. Novantanove passi indietro per smettere d’odiarti e d’amarti, finché riconoscersi sarà impossibile qui dove tutto è sfocato, dove il forte vento annulla i confini del buio e con un volo solleva a cogliere la propria anima, finché al centesimo passo sarà un’alba eterna.