IN YOUR ROOM
Chapter 5 – GO AWAY
Trunks aprì gli occhi e
subito li richiuse, ferito dalla luce. Si sentiva la lingua impastata e un
sapore terribile di sangue in bocca. Ebbe la percezione del suo corpo steso fra
le lenzuola soffici e annusò il lieve odore di disinfettante che c'era nell'aria.
Sollevò una mano, e toccò il tessuto leggermente ruvido delle garze che gli
coprivano la fronte e parte del viso. Si sentiva esausto, come dopo un incubo o
dopo un orgasmo.
In your room
Where time stands still
Or moves at your will
Will you let the morning come soon
Or will you leave me lying here
Vegeta era in piedi di
fronte al suo letto. Trunks girò istintivamente la testa da una parte per non
mostrargli le lacrime che stava piangendo sotto le garze e che il leggero
tessuto bevve come sangue.
Sangue del suo sangue…
Rimasero per un po’ in
silenzio, ognuno portando sulla testa la nuvola invisibile dei propri pensieri.
In your favourite darkness
Your favourite half-light
Your favourite consciousness
Your favourite slave
Fu Trunks a parlare per
primo.
”Non ricordo bene… quello
che è cos’è successo”.
”Hai la febbre. Hai avuto
delle allucinazioni e hai perso la testa… I continui sbalzi di temperatura di
questa stanza hanno gravato sulla tua salute.”
”Capisco. Sei stato tu a curarmi?” domandò il ragazzo, stringendo le labbra.
Non ricevette risposta ad
una domanda talmente ovvia.
“Bèh, grazie.” Sussurrò
Trunks “Ti prometto che guarirò, e riprenderò ad allenarmi. Presto, molto
presto!”
“No.”
Sorpreso dalla crudezza di
quel monosillabo, Trunks si mise a sedere e fissò negli occhi suo padre.
”Perché no?”
”Perché uscirai da questa Stanza. Adesso! E’ chiaro che non sei capace di
sopportare tutto questo…”
”TI SBAGLI! Io ce la posso fare!” Ma le proteste di Trunks furono inutili.
"Alzati e vattene!"
Il tono di voce di Vegeta era quello altezzoso di chi è abituato al comando.
Ma stavolta, pensò Trunks,
il principe non avrebbe potuto dire e fare nulla per farlo uscire dalla Stanza
dello Spirito e del Tempo.
“Non me ne andrò papà. Da
solo non riuscirai a sconfiggere quei mostri, e comunque… Non mi voglio
arrendere, non mi arrenderò mai! Devo distruggerli! A causa di quei cyborg non
c'è niente in quello che ho vissuto che vale la pena di esser conservato.
Nemmeno la memoria. Io… io ho sopportato molto più di questo.
Io ho vissuto nel caos,
nel terrore! La mia intera esistenza è stata una condanna! Non sarà facile
stare qui per altri cinque mesi, ma niente è mai stato semplice per me.”
"Neanche per me.”
Disse Vegeta, col viso rivolto verso il vuoto di quella stanza.
”Allora, probabilmente, non siamo così differenti come tu credi”.
Trunks scostò le coperte
e, con le forze che la febbre non gli aveva ancora sottratto, si mise in piedi.
Vegeta scosse il capo,
arrendendosi alla testardaggine del figlio e cercando di non ammettere a sé stesso
che era terribilmente compiaciuto. Ora sì che riconosceva in Trunks il figlio
del principe dei saiyan!
”Va bene, resta. Ma ti avverto… un altro attacco di isteria e panico, e ti
sbatto fuori da quella porta a calci!”
Per Trunks furono le più belle parole che Vegeta gli avesse mai rivolto.
In your room
Your burning eyes
Cause flames to arise
Will you let the fire die down soon
Or will I always be here
Your favourite passion
Your favourite game
Your favourite mirror
Your favourite slave
CONTINUA…