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Autore: osnapitsanita    15/06/2012    1 recensioni
Melanie è la classica ragazza che non sa descriversi. Non ha un aspetto fisico, non lei. E' dannatamente insignificante come l'ultimo satellite situato nel punto di confine tra un'orbita e l'altra. Si lascia trascinare, la piccola Mel. Così minuta e insignificante non è in grado di prendere una decisione, non da sola.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Melanie, da tutti chiamata Mel, se lo sentiva che sarebbe successo qualcosa quella dannatissima sera di ottobre.
Così, si mise a guardare le stelle, pregando che tutto andasse per il verso giusto.
E le stelle sembravano sorriderle, mentre si riflettevano sulle goccioline che le costellavano le spalle.
Sicura dei suoi sentimenti - e della sua freddezza nel dimostrarli - dopo l'ultimo tiro spense la sigaretta sul davanzale della finestra e raggiunse il letto, con la convinzione che nessuno l'avrebbe sabotata, nessuno.
Non pensava però che il suo fottutissimo coraggio l'avrebbe mandata a quel paese di lì a poco.


Nathan, Nat per gli amici, quella sera non capiva più niente.
Dopo essersi scolato l'ultima birra rimasta da quel pacco da dodici, condiviso con l'amato fratello maggiorenne, andò a fumarsi l'ennesima sigaretta, con la scusa che doveva sentire una persona.
Forse per la ventesima volta in quel giorno accese il cellulare per controllare che nessuno gli avesse scritto, ma non ci vedeva bene dato che le lacrime gli offuscarono la vista nuovamente.
Così pianse, pianse mentre si fumava quella dannatissima Lucky Strike e il telefono gli vibrava in tasca.
Guardò chi stava disturbando ancora le sue deboli lacrime: era Sarah, la migliore amica della ragazza che amava.
Oh, avrebbe voluto non farlo quel pensiero, avrebbe voluto non pensare a lei, la più bella ragazza che avesse mai conosciuto.
Non voleva guardarlo quel dannatissimo messaggio, perché era solo la conferma di tutti i suoi sbagli;
sapeva già cosa c'era scritto: 'Ci ho parlato. Mi dispiace, non vuole star con te.' Quelle parole cominciarono a schizzargli in testa come saette, lasciandogli profondi lividi.
Decise di aprire il messaggio.
'Tutto ok?' Non si aspettava di certo un messaggio così banale, così vuoto di significato.
'No. Mi viene da vomitare, mi sa che ho bevuto troppo.'
'Oh, be' senti i tuoi processi intestinali non andati a segno sinceramente non m'importano. Però mi dispiace tu stia così. è ancora per lei?'
'Secondo te? Cazzo, non mi vuole, non le interessa niente della patetica vita di questo patetico ragazzo.'
Che risposta del cazzo che aveva dato. Così adesso lei sarebbe stata ancora più soddisfatta nel sapere che lui stava così.
-Altro messaggio, altra coltellata- pensò. Lo aprì lo stesso.
'Senti, io non dovrei dirtelo, però oggi ci ho parlato. E, non ci crederai, ma dice che gli piaci. Però mi raccomando: tu non l'hai saputo da me.'
A leggere quelle parole Nat si sciolse, e quelle poche lacrime che prima gli invadevano gli occhi, divennero un vero e proprio pianto sommesso.
Però stavolta era felice. Ubriaco e felice.
Spense la sigaretta dopo aver aspirato insieme alla nicotina anche tutta la felicità che lo circondava.
Buttò via il mozzicone con tutti i pensieri negativi. Non vedeva l'ora di riempirsi gli occhi con il suo sorriso.
  
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