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Autore: sailormoon81    02/01/2007    7 recensioni
Come ha preso Yamcha la fine della storia con Bulma? Ecco come penso possa aver reagito ^^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yamcha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, a quanto pare, la breve parentesi dragonball-iana non è ancora stata chiusa ^^”

Questa volta mi cimento con una breve one-shot, cercando di far parlare un personaggio che non sempre ha avuto voce in capitolo…

Tanto per cambiare, il titolo (nonché l’intera fic) è stato ispirato da una canzone di Massimo di Cataldo, appunto “Non ti dimenticherò”, canzone di inizio del cd “Veramente”. Non c’è che dire, Massimo di Cataldo mi ispira proprio =P

Ora, smettendo di fare pubblicità a questo cantante, vi lascio alla lettura della one-shot.

Spero vi piaccia, e che vogliate lasciarmi detto cosa ne pensiate =P

Ne approfitto per ringraziare tutti i lettori e recensori delle altre fic dedicate a Bulma e Vegeta (“L’amore rubato” e “Vuol dire amare”): grazie grazie =D

Buona lettura!!!

Bax, kla

 

Non ti dimenticherò anche perché
non dimentico mai chi ha fatto male alla mia vita e a me,
anche perché
non dimenticherò chi mi ha ingannato così come te

(Massimo di Cataldo – Non ti dimenticherò)

 

 

 

Non ti dimenticherò


Non sono uno stupido… avevo capito che qualcosa non andava dal momento in cui il drago namecciano mi ha fatto tornare in vita…

Quello che non capisco, è perché?

Beh, forse non mi vedi più come prima… forse io sono cambiato…

Ma non mi sembra di essere poi tanto diverso, rispetto a quando ci siamo incontrati…

Eppure un bel giorno mi hai semplicemente detto “Mi dispiace. È finita.”

E io, come un allocco, non sono stato in grado di replicare…

 “Yamcha, di’ qualcosa…”

Ricordo il tuo sguardo preoccupato, mentre io continuavo a fissare il vuoto di fronte a me.

Dicono che quello sia il primo livello di coma. E in quel momento ho desiderato fosse l’ultimo. Quello che ti porta, tenendoti per mano, fino alla morte.

Ti ho guardata, e come nulla fosse ho sorriso. Un sorriso da ebete…

“Ma possiamo sempre restare amici!” La speranza nella tua voce.

Amici del cazzo! Ma che amici! Come hai fatto a pronunciare la frase più stupida del mondo? Tu, che con la tua intelligenza hai creato navicelle in grado di affrontare viaggi interplanetari!

Amici… Sai dove puoi metterla l’amicizia?

“Sì, certamente… solo, non chiedermi di fingere che nulla sia successo… magari più avanti…”

 

Sono trascorsi appena sei mesi da quella sera. E ora mi trovo qui, nel giardino di casa tua, a sorseggiare aranciata fresca con te e i nostri amici. E nemici…

“Che ci fa, ancora qua?” ti chiedo, senza mostrare il mio disappunto, indicando lo scontroso essere che siede appoggiato all’albero, poco distante da noi.

“Oh, niente di particolare. Si allena tutto il giorno, mangia, dorme…” rispondi semplicemente.

Hai capito cosa volessi sapere e hai deviato abilmente la mia curiosità.

Mi guardi, e fai un gesto con la mano, come a indicare che non è nulla di importante, la sua presenza qui.

Ma avverto che c’è qualcosa in più.

Vedo il tuo sguardo cercare il suo ogni volta che pensi di non essere osservata.

Vedo il suo sguardo addolcirsi, se possibile, ogni volta che si sofferma su di te.

Vedo.

E mi sembra di impazzire.

Possibile? Possibile che sia stato lui la causa della nostra separazione?

Devo saperlo… Non servirà a nulla. Ma devo… voglio sapere.

 

Entriamo in casa. È vuota. Sono tutti in giardino a bere e rilassarsi un po’.

“Cosa volevi chiedermi, Yamcha?”

Sembri fremente. Forse hai fretta di tornare in giardino anche tu. Ma non posso lasciarti andare, se prima non mi dici cosa voglio sapere…

“Che ci fa, ancora qua?” domando ancora. Ma questa volta il tono della mia voce deve essere più cupo.

“Che vuoi dire?” Sembri sospettosa. Cos’hai da nascondere, Bulma?

“Semplicemente, quello che ho detto. Voglio sapere perché quell’assassino è ancora qua.”

Indietreggi, forse stai anche pensando di lasciarmi solo. Ma non posso permetterlo. Nonostante non mi alleni più molto spesso, sono ancora di gran lunga più forte e veloce di te. Ti afferro per il braccio e ti blocco con le spalle al muro.

“Mi stai facendo male! Lasciami immediatamente!”

Il colore dei tuoi occhi ora assomiglia al colore del mare in tempesta.

Sei arrabbiata. Mi fissi come a volermi dare fuoco.

E io non ti lascio. Anzi, aumento la stretta attorno al tuo braccio.

“Sei pazzo o solamente stupido?”

“Che diavolo ci fa ancora qua?” Questa volta, la mia voce alza di tono. Sto praticamente urlando.

E la guardo in un modo minaccioso…

Kami! Mi faccio paura da solo…

“Se permetti, non sono fatti che ti riguardano…” cerchi ancora di dominare la voce, ma avverto un leggero tremore. Hai paura di me?

“Rispondi, maledizione! È per colpa sua? È per colpa sua che mi hai lasciato? Ti sei innamorata di lui, forse?” Parlo a denti stretti, non posso nascondere la rabbia. La presa attorno al tuo debole braccio sempre più forte.

Cerchi di liberarti. “E se anche fosse?”

Sei sulla difensiva. E sei furiosa. La tua regola principale è sempre stata Non si risponde a una domanda con un’altra domanda. E ora è proprio quello che hai fatto tu…

“Come fai a essere innamorata di quel verme schifoso?”

Ti guardo come se ti vedessi per la prima volta. Una bella donna come te, attratta da un essere meschino e crudele che ha distrutto milioni di vite solo per un capriccio personale!

“Non vedo come questo possa interessarti! Non abbiamo altro da condividere, io e te.”

Forse è stata quest’ultima frase a farmi scattare.

Forse è stato venire a conoscenza di questo tuo sentimento.

Forse è stato il rendermi conto di quanto sono stato sciocco, dandoti tutto di me, corpo, cuore, mente, senza chiederti una conferma dei tuoi sentimenti.

La cosa certa, è che la mia mano si stacca da te, si solleva in aria e ripiomba in basso. Sul tuo viso.

Sei caduta, andando a sbattere contro il tavolino all’angolo.

Kami.

Non credevo di essere stato violento.

Io non sono un tipo violento.

Ma non so cosa mi sia preso…

Ti guardo.

Ma il tuo sguardo è spento.

Muovo un passo verso di te.

Ma cominci a tremare.

Muovi le labbra, ma nessun suono esce.

Sto per dire qualcosa. Non so bene neanch’io cosa. Forse semplicemente voglio chiederti di perdonarmi.

Ma non faccio in tempo nemmeno a pronunciare la prima sillaba delle mie misere scuse: mi sento sollevare per aria e lanciare dall’altra parte della stanza.

Inebetito, mi guardo attorno cercando di capire cosa può essere accaduto.

E lo vedo.

Lo spietato alieno, giunto sulla terra per annientarci, mi fissa.

Impenetrabile, il suo sguardo. Minaccioso.

I pugni serrati.

Fa un passo verso di me. Ma si blocca e ti guarda. E tu, ancora in terra, lo prendi per una mano.

Non vi parlate.

Lui ti guarda solamente. Poi si volta verso di me. Gli occhi che sembrano due fessure.

“Se solo osi toccarla un’altra volta, prega il tuo dio di riuscire a nasconderti. Perché se dovessi trovarti io, rimpiangeresti il giorno in cui sei nato…”

Non ho la forza di replicare. Ho la bocca asciutta.

Rimango a osservarti mentre ti alzi, aiutata dal guerriero.

Io resto a terra. Ogni fibra muscolare sembra essersi sciolta.

Mi passate accanto.

Ti fermi. Lui prosegue, senza voltarsi.

“Mi dispiace…” riesco solo a mormorare.

“Lo so.” La tua sola risposta. Prima di voltarti e uscire, per raggiungere gli altri.

 

Non attendo la fine della rimpatriata.

Saluto tutti molto velocemente, e volo via.

Non so se qualcuno ha intuito cosa è successo.

Vorrei poterti dire che mi dispiace. Ma la verità è che mi hai fatto molto più male tu, di quanto possa avertene fatto io, ora…

Volevo sapere, e ho saputo.

Lui non ti ama. Ma tu sì.

Non sa cosa vuol dire amare qualcuno. Eppure tu sei riuscita, in qualche modo, a farti rispettare da lui.

Lui è venuto in tuo soccorso. Ma non ti ama.

Io ti ho colpito, ti ho causato dolore. Ma ti amo.

Che strana ironia.

Vorrei poterti dimenticare, ma non sarà così.

Non posso dimenticare chi mi ha ferito così come hai fatto tu.

Forse col tempo riuscirò a farmene una ragione, ma sarà dura…

Come faccio a lasciarmi alle spalle gli ultimi anni della nostra vita insieme?

Mi hai ingannato. Dicevi di amarmi, ma non era vero.

Avrei dato tutto, per essere amato da te. Per essere guardato nello stesso modo in cui oggi hai guardato il saiyan.

Rancore? Non lo so…

So solo che non ti dimenticherò…

 

 

 

 

   
 
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