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Autore: _SamanthadettaSam_    15/06/2012    11 recensioni
é passato un anno dalla fine di A tutto Reality - La vendetta dell'isola, e la vita di Jo sta per subire un brusco cambiamento...
Eccomi tornata a scrivere su questa fantastica coppia *-*
Come ho detto nella mia prima Jock, se i personaggi vi sembrano OOC, recensite e io metterò l'avvertimento
buona lettura ^^
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brick, Jo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Promettimi che...

Stava calando la notte su Toronto e il tramonto dipingeva di rosso le case della città canadese. Jo stava tornando a casa dal suo solito allenamento in palestra.
Arrivata alla porta di casa, la ragazza bussò il campanello, nella speranza che sua sorella Kelly, con cui condivideva l’appartamento da più di un anno, non fosse nella vasca da bagno. Al terzo bussare senza risposta, Calamity tirò da sotto lo zerbino le chiavi, aprì la porta ed entrò.
L’appartamento era stranamente al buio e, cosa molto inquietante, silenzioso.
- Kelly, sono a casa, dove sei femminuccia? – Disse Jo, senza ottenere risposta.
La ragazza attraversò il salone e si avvicinò al bagno.
Appena aprii la porta, Calamity si trovò davanti ad una brutta sorpresa:
Sua sorella era nella vasca da bagno, senza vita e con le vene tagliate; stringeva ancora nella mano una limetta insanguinata.
Calamity si portò d’istinto le mani alla bocca inorridita, uscì dal bagno e andò a chiamare la polizia, tremando come una foglia.

 

***

 

 I poliziotti arrivarono qualche minuto dopo, Entrarono tutti in quel bagno, tranne Jo.
Dopo aver raccontato la sua versione dei fatti a un agente, la ragazza si abbandonò ai suoi pensieri:

Non ci poteva credere: la sua dolce sorella era morta!

Doveva essere un incubo, un bruttissimo incubo…

Ne era sicura!

- Mi scusi signorina, devo dirle una cosa. – La voce di un agente distolse Calamity da quei pensieri.
- Certo agente, mi dica. –
- Dovremmo mettere la casa sotto sequestro, per la scientifica capisce? Quindi non può stare qui, le diamo un’ora di tempo per prendere le sue cose e poi dovremmo chiederle di uscire. – Detto questo, il corpulento agente se ne andò. La bionda salì in camera sua, prese qualche ricambio, il suo pigiama, mise tutto nel suo borsone da palestra e uscì.
Una domanda sorse nella mente di Calamity:

E adesso, dove andava a dormire?
La ragazza prese il telefono e cominciò a pensare:

Chi conosceva che abitava in zona e di cui poteva fidarsi?

Ma certo! Dawn.
Sbloccò la tastiera del cellulare e digitò in fretta il messaggio, destinato a Raggio di luna:

“Ho bisogno che mi ospiti per questa notte, è successa una cosa terribile
Te ne parlerò dopo, aspettami sto arrivando.
Jo”

Digitò in fretta il numero della bionda e premette il tasto invio.
Dopo un paio di minuti, il cellulare di Calamity vibrò; era arrivato un nuovo messaggio:

“Non ti muovere, ti vengo a prendere io, dammi due minuti e sono da te.
Brick”

Brick?!?

Nella mente della ragazza nacque un terribile presentimento:
- E se… -
Jo controllò in fretta i messaggi inviati. Come aveva previsto:
Il messaggio che sarebbe dovuto andare a Raggio di luna, per la fretta, l’aveva inviato alla Recluta.
“Perfetto! Ci mancava solo questo.”
- Ehi Jo! Ho letto il messaggio e sono subito corso da te. Allora? –
Una voce familiare fece girare la ragazza all’istante, il ragazzo era arrivato.
- Puoi tornare a casa Capitan Piscina. Ho sbagliato a inviare il messaggio. – Disse la bionda, incrociando le braccia.
Brick però non la ascoltò: era incuriosito dal gran via vai di poliziotti nella casa di Calamity.
- Jo ma cos’è successo qui? – Mormorò il moro.
- Niente che t’interessi! Fai qualcosa di utile: portami a casa di Dawn. – Detto questo, la ragazza corse verso la moto del soldato, nel tentativo di distrarlo da quello spettacolo.

 

***

 

I due scesero dalla moto e si diressero verso la porta della casa di Dawn. Dopo aver bussato alla porta una decina di volte, Jo, visibilmente nervosa, chiamò l’amica:

 
Pronto?

Pronto, Regina delle fate, sono Jo

Oh ciao Jo, come stai?

Non molto bene. Puoi aprirmi? Sono sotto casa tua

Mi dispiace vorrei… ma non posso

Come non puoi?!?

Il fatto è che adesso sto andando all’aeroporto, devo prendere un volo per il Sud America, per quel progetto di salvaguardia della foresta amazzonica che ti avevo detto, ricordi?

Ora me ne ricordo, grazie ancora, ciao.

Ciao.

 

- Fantastico! Questa serata sta andando di bene in meglio. – Disse Jo sedendosi sconsolata su una panchina lì vicino.
- Che ti ha detto? Non è in casa, vero? – Chiese il soldato.
- Sai per caso il nome di un motel qui vicino? – Disse la ragazza, che cercava di non trasparire tutta la sua angoscia per quella sciagurata serata.
- No ma… mi stavo chiedendo… se… insomma… - Balbettò il soldato. Jo cominciò a fissarlo: Si vedeva chiaramente che era nervoso, dato che stava giocherellando con il laccio del casco.
- Su muoviti piscialletto, non abbiamo tutta la notte. – lo incitò la ragazza, Brick fece un profondo respiro e disse tutto di un fiato:
- Puoi dormire da me stasera se vuoi. –
Calamity sgranò gli occhi:
In quel momento le venne in mente di spaccargli il casco in testa e mandarlo al diavolo, ma non lo fece, si limitò ad annuire silenziosamente.
Il moro sorrise raggiante e si diresse verso la moto, seguito da una Jo, visibilmente irritata.

 

***


 - Ecco qua, casa dolce casa! Lì in fondo c’è la cucina e, al piano di sopra, la mia camera da letto e il bagno. Per stasera io andrò bene sul divano, tu puoi sistemarti in camera mia. – Brick mostrava il suo appartamento, con quel sorriso che non lo aveva abbandonato da quel “sì”, mimato da Jo poco prima.
- Stai messo molto bene Capitan Piscina, fai il buon padrone di casa e portami una birra. – Mormorò la ragazza, sedendosi pigramente sul divano di pelle.
Il soldato tornò dalla cucina, porse una delle due bottiglie che aveva in mano a Calamity e si sedette anche lui accanto a lei.
Jo sorseggiò la bevanda in silenzio, senza accorgersi che Brick la fissava incuriosito e preoccupato allo stesso tempo.
- Jo, posso chiederti che cosa è successo a casa tua? – Alle parole del soldato, la ragazza quasi non si strozzò con un sorso di birra.
- Niente che t’interessi, Sua Umidità. –
- Sei sicura che non vuoi dirmelo? – Chiese la Recluta, avvicinandosi a Calamity.
- No! Non ne voglio parlare. Me ne vado. Buona notte Capitan Piscina. – Terminò Jo, correndo come un fulmine al piano di sopra, nella stanza di Brick.
La camera era arredata in modo molto semplice, Calamity si avvicinò allo specchio vicino all’armadio.
Non ci poteva credere: era arrossita!
“Speriamo che Brick non mi abbia visto così, sarebbe la fine”.

Perché era arrossita in quel modo?

Le faceva così tanto effetto avere quel bagna braghe vicino a se?

Che cosa le stava succedendo?

Queste domande turbinarono nella mente di Jo, finché non si sistemò sotto le coperte. La ragazza chiuse gli occhi sperando di riuscire a prendere sonno.
Ma quello era solo l’inizio di quella lunga serata.
La bionda si rigirava nel letto, presa d’assalto dall’immagine della sorella in quella maledetta vasca da bagno.
Si risveglio in un bagno di sudore, tremando come quando aveva ritrovato il corpo della sorella.
Negli occhi aveva ancora impresse quelle maledette immagini:
- Basta, smettetela di tormentarmi. BASTA! – Disse Jo, mettendosi le mani trai biondi capelli arruffati.
All’improvviso sentì dei rumori al piano di sotto e, in uno scatto fulmineo, si alzò dal letto e scese in fretta le scale.
Tutto quello che la ragazza riuscì a vedere nella penombra data dai raggi della luna, era una figura che si rigirava sbuffando sul divano.

La ragazza fece un sospiro di sollievo: era soltanto Brick.

A un certo punto il ragazzo si alzò dal divano velocemente e a Jo il cuore le arrivò in gola, mentre il moro si avvicinava a lei.
- Non riesci a dormire eh? – Sussurrò la bionda al soldato.
- Neanche tu ci sei riuscita, da quello che vedo. –
Il ragazzo si avvicinò di più alla sua interlocutrice e un raggio di luna lo illuminò, rendendolo visibile agli occhi della bionda, che arrossì violentemente:
Il soldato era a torso nudo, con tutti i muscoli in bella mostra.
- Non riesci a dormire perché non hai la tua lucina da notte. – Lo schermì Calamity, cercando di non far notare lo strano rossore delle guance.
- No, il fatto è che questo divano è scomodissimo. Possiamo fare cambio? – Chiese Brick, visibilmente stanco.
- No! Sto molto comoda nel tuo letto e non lo abbandono senza combattere. – Rispose Jo, ritrovando sicurezza dopo quell’attimo d’imbarazzo.
- Bhe, allora non ci rimane altra scelta che… insomma… -
- Vuoi dire che dovrei dividere il letto con te? – il moro annuì timidamente.
Il quel momento calò un silenzio imbarazzante.
Jo aveva due possibilità:
Dare un pugno al soldato e tornarsene a letto.
Oppure…
- Se ti dico di sì, mi prometti che non approfitterai della situazione. – La ragazza quasi si stupì di quello che aveva appena detto.
- Hai la mia parola di soldato. – Concluse Brick e, con un piccolo sorriso, corse verso le scale.
I due s’infilarono lentamente nel letto, senza proferir parola.
Entrambi erano profondamente imbarazzati:
Il letto era molto piccolo, e i due si ritrovarono a pochi centimetri l’uno dall’altra.
Jo notò che, oltre a lei, anche Brick era arrossito all’improvviso e, a quella vista, il cuore manco di un battito:

Possibile che lui provasse le stesse cose che provava lei in quel momento?

No, era impossibile…

Senza accorgersene, la bionda posò la mano sul fianco destro del soldato, non trovando solo la pelle del ragazzo, ma anche una lunga cicatrice.
Le dita della bionda, prese dalla curiosità, cominciarono ad indagare la lunghezza della ferita:

Dove poteva essersi fatto un taglio di quelle dimensioni?

Sotto il leggero, e anche inaspettato, tocco di Calamity, il ragazzo sentì il cuore battere all’impazzata, poi si fece coraggio e spezzò quell’odioso silenzio:
- Vuoi sapere come mi sono fatto questa ferita? – Il moro vide la ragazza annuire e cominciò a sorriderle.
- Ad una condizione: che tu mi dica che cosa è successo a casa tua. – La ragazza sgranò gli occhi:
Non voleva rivivere quel terribile momento, figuriamoci davanti a Brick, ma non aveva scelta;
era troppo curiosa di sapere l’origine di quel taglio.
- Ah va bene. Quando sono tornata a casa oggi… ho trovato… il corpo di mia sorella nel bagno… si è tolta la vita tagliandosi le vene. – A quelle parole il soldato sgranò gli occhi: ecco perché Jo non voleva parlarne!
- Oh, mi dispiace. – Fu tutto quello che Brick riuscì a dire.
- TI DISPIACE! Non ho bisogno della tua compassione Piscialletto! Questo tuo “mi dispiace” non riporterà mia sorella in vita! – La bionda sentì qualcosa rigarle la guancia sinistra.

No! Non doveva piangere!

Sentì altre lacrime che spingevano in attesa di uscire, ma le ricacciò dentro, una lacrima bastava.
- So come ti senti adesso. – Mormorò Brick, asciugando la lacrima di Jo.
- Cinque anni fa, io e mio padre siamo stati aggrediti da un ladro. Mio padre si è beccato una pallottola al cuore e io, al fianco destro. Quando mi sono risvegliato, ero in un ospedale. Mi dissero che mi avevano salvato esportandomi il rene destro ma, per mio padre, non hanno potuto fare niente. Perciò so come ti senti adesso. Ti senti impotente, credi che se saresti arrivata prima, avresti salvato tua sorella. Ti sembra che la vita non abbia più un senso. Ma la vita va avanti Jo, non devi abbatterti, tu sei una ragazza forte, la più forte che io abbia mai incontrato. Sono sicuro che supererai questa cosa in fretta.  – Disse il ragazzo, abbassando lo sguardo.
Jo tolse immediatamente la mano da quella ferita:

Fino ad allora, Brick era stato l’unico che l’aveva capita pienamente.

Era vero si sentiva impotente, e non riusciva ad immaginarsi il futuro senza Kelly, ma doveva andare avanti e, anche se non lo avrebbe ammesso mai, voleva continuare a vivere con Brick.

La ragazza si avvicinò ancora di più a lui e gli sussurrò qualcosa all’orecchio:
- Promettimi che non approfitterai di questa situazione, stasera voglio solo dormire. –
- Lo prometto. – Mormorò il moro, anche se non aveva capito che cosa intendesse Jo.
La bionda sorrise e appoggiò le sue labbra su quelle del soldato.
Brick ricambiò con piacere. Aveva aspettato quel bacio da troppo tempo per farselo scappare.
Un bacio casto, che poi si fece più spinto.
Calamity si aggrappò alle spalle del ragazzo, accarezzandogli dolcemente la schiena. Il ragazzo le circondò la vita con le braccia, solleticandole i fianchi. I due, dopo essersi staccati, rimasero abbracciati e, sorridendo, si addormentarono l’uno nelle braccia dell’altra.
Ora Jo aveva trovato un motivo per continuare a vivere, anche senza la sua sorella femminuccia, come la chiamava sempre lei:
Aveva scoperto che non poteva e non voleva continuare a vivere senza l’odore del soldato, 

o il suo respiro sulla sua pelle 

o i suoi baci.

Aveva scoperto l’amore.

Angolo dell' autrice:

Eccomi qui con la mia seconda Jock!
Credo che Jo nell'ultima parte sembri un po' OOC ma, come ho detto nell'introduzione, se vi sembra che devo mettere l'avvertimento, fatemelo sapere!

Grazie a tutti coloro che recensiranno

Un bacione ^^

Ogghylapazza97

   
 
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