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Autore: WhiteMask    15/06/2012    17 recensioni
La scoperta di un tradimento, porta Merlin a decidere di cambiare vita. L'amicizia più sincera, espressa attraverso un telefono.
Per correttezza, avviso già che contiene qualche parolaccia, (non troppe). WM
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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È la prima oneshot che scrivo su questo fandom e questa coppia. È stato un esperimento, (uno dei tanti per capire come modificare e sviluppare un mio “stile”, vi avverto che c'è qualche parolaccia, non troppe.) scritto di getto in un pomeriggio particolarmente noioso e depressivo
Spero non risulti troppo difficile da leggere e che vi piaccia, la mia beta, la prima volta che l’ha letta, non è stata di questo avviso.
Se a qualcuno facesse piacere farmi sapere cosa ne pensa, sarei davvero felice oltre che lusingata.
Grazie.
 
 
La telefonata.
 
Pow merlin:
 
 
- Pronto?-
- Merlin! Ti prego non attaccare! – paura, rimorso.
- Gwen… cosa vuoi ancora? Pensavo d’essere stato chiaro! Non voglio più avere a che fare con te! – rabbia, odio. Disgusto per quella che considerava un’amica.
- Merlin, ti prego, lasciami spiegare! Sei il mio migliore amico, lo sia che ti voglio bene! – lacrime.
- Che ipocrita! E dimmi, quando si vuole bene agli amici, gli si fotte il ragazzo, eh Gwen? È perché mi volevi bene che ti ho scoperto nel mio appartamento a scoparti il mio ragazzo? Si tradisce in questo modo il proprio migliore amico? Io ho un concetto molto aperto di amicizia  Gwen, ma queste cose, queste cose non si fanno agli amici! –
- No, ti prego aspetta, è tutto un malinteso! Devo parlarti, vediamoci! Io... -
- Non aspetto proprio nulla. Ti ho visto con i miei occhi mentre scopavi col MIO RAGAZZO! Dov’è finito il tuo amore per Lance, eh? Te lo dico io dove, giù per lo scarico del cesso, dove io ho buttato la mia felicità. Tutto grazie a te, grazie Gwen. Oh a proposito... per me sei morta, PUTTANA. –
Click.
 
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
 
 
- Merlin… come stai? –
- Gana, non è il momento per le battute. Ho da fare. –
- Certo, stai svuotando gli scatoloni, vero Merlin? –
- … -
- Avevi intenzione di sparire e non farti più vedere vero? Come hai fatto a lasciare l’appartamento così in fretta? Ti è basta mezza giornata. –
- Non avevo troppe cose. Il resto puoi dirgli di buttarlo. Sono cose che non mi servono più. –
- tutto ciò che ti ha regalato lui. Tutti i vestiti, i peluche, i libri... tutto ciò che te l’avrebbe ricordato, eh? –
- Come ho detto non ho più bisogno di quelle cose. –
- Mi ha detto che ci sono anche i regali che ti ha fatto Gwen. Adoravi quella stampa antica. –
- Non voglio niente di suo. E comunque le ho già chiarito la situazione. –
- Oh, lo so. Mi ha telefonato in lacrime. L’hai chiamata puttana, Merlin? Non è da te. –
- Riassume la sua essenza, Gana. Non provare a difenderla. Non con me, non ora. La conosci almeno quanto me. Gwen può essere molte cose, ma prima di tutto è una puttana. Lo sai tu, come lo so io. Oddio, io soprattutto, lo so troppo bene. –
- Era tua amica, Merlin. Anche Lance lo era. Sei stato tu a dirglielo? Gli hai detto tu che la sua fidanzata ha baciato il suo testimone ubriaco, Merlin? –
- Non provarci Gana, non attacca. Ho troppo veleno da sputare, per sentirmi in colpa. E comunque, è stato lui a venire da me a chiedermi se era vero. Stavo facendo le valige. Gli è bastato guardarmi per capire che era tutto vero. Non mi sentirò in colpa per avergli detto che quella che stava per sposare è una puttana da poco. In due anni è passata dal avere una cotta per me, poi giurava d’amare Lance e una volta che lui è andato a studiare a Praga per un anno, andava in giro sospirando su quel bastardo di tuo fratello. Una volta tornato Lance, non ha perso tempo ed è tornata da lui, riuscendo quasi ad incastrarlo. Non me ne fregava un cazzo, ma diavolo Gana, a due settimane dal loro matrimonio, con tutti i preparativi ultimati, quella troia si rende conto che forse è ancora innamorata del mio RAGAZZO?? E pensa bene di piombare in casa MIA e di chiarirsi i dubbi, aprendo le cosce, giusto per essere ben sicura di non avere rimpianti?! Non venirmi a dire che l’aveva scambiato per Lance, perché ti garantisco che a quel punto torno indietro e le spacco la faccia. Anzi, la spacco ad entrambi. Effettivamente, avrei dovuto farlo prima d’andarmene. –
- Non sapevo che ci fosse andato a letto. Questo non me l’hanno detto. Comunque non la difendo, ne difendo lui. L’ho cacciata da casa mia, quando mi ha raccontato che era stato lui a baciarla. Non ci ho creduto nemmeno per un istante che fosse stato Arthur a cominciare. Ciò non toglie che lui non si è tirato indietro. Credo che l’ultima litigata con Uther l’abbia scosso parecchio. Credo si fosse messo in testa che con una brava ragazza le cose sarebbero tornate come prima. Quando sono andata a casa vostra per prenderlo a ceffoni, era seduto sul sofà e stringeva la cornice con la vostra prima foto, tra le mani. Aveva un aspetto schifoso. Non ti biasimo per quello che stai facendo Merlin, ma mi ha ferito vedere che hai lasciato indietro anche quello che ti ho regalato io. Pensavo che il cellulare ti fosse piaciuto... ci abbiamo girato tanti video insieme. È questo ciò che vuoi? Vuoi lasciare indietro anche me, come uno scarpone vecchio? Sono qualcosa da dimenticare Merlin? -
- Non Gana. Mai. Sei sua sorella, e Arthur è importante per te. –
- Lo sei anche tu. Tu sei una delle persone che più amo. Ti amo tanto quanto amo mio marito. Credo che Leon non ti abbia mai messo le mani addosso perché ha ben presente che sei gay. Un po’ difficile non averlo presente, vi ha beccati a farlo nelle docce al liceo… – ride Gana, quanto ama la sua risata. Sa di casa, di pace.
- È svenuto quella volta… credevo che non si sarebbe più ripreso! – ride anche lui, ma debolmente. Il dolore è troppo presente. La ferita appena fatta. Brucia troppo.
- Non ha voluto vedervi per una settimana e ha saltato gli allenamenti per due. Credo che in qualche modo fosse geloso di te. In modo del tutto inconscio aveva capito che gli avresti portato via il suo capitano. –
- Non cominciare con le tue menate da psicologa, ora. Io stavo solo scopando col quarterback della squadra del nostro liceo. I complessi se li è fatti venire lui. –
- Sempre molto diretto, eh Merlin? Comunque in questo momento, Leon è con quello stronzo di mio fratello. Credo stia cercando di fargli capire che la tua è una decisione definitiva; l’IDIOTA è sicuro che tornerai a casa. Tra le cose che hai lasciato, non c’era la fedina. Dice che finché non lasci quella, non sarà davvero finita. Sia come sia, non ho alcuna intenzione di perderti, perciò non provare a sparire anche con me, è chiaro? Ti voglio nella mia vita. E voglio che ti riprenda i miei regali Merlin. - 
- Ok Gana, ma non dovrai assolutamente dirgli dove sono o dargli il mio numero. Tra qualche giorno mi sarà possibile chiudere la pratica del vecchio contratto e  mi daranno il nuovo numero. Gli unici che lo avranno saranno mia madre, Will, Gawain e tu. Giuro che se gli dai il mio numero mi trasferisco e non sentirete mai più parlare di me. Comunque, per la fedina, digli di guardare nello scarico del gabinetto. –
- …scelta definitiva allora. Un momento, che significa che ti trasferisci? Non scherzare, non è divertente, Merlin Emrys! –
- Mi hanno offerto un posto molto buono, Gana. Un posto da biologo marino e pagano un mucchio di soldi... -.
- Ma, c’è per forza un ma, Merlin, o non avresti paura di dirmelo. Avanti allora, spara. –
- È a Sydney. Alla University of Sydneyper la precisione. Ho già firmato un contratto per un anno. Parto domenica mattina. –
- Tre giorni. Non hai perso tempo. Da quanto avevi ricevuto l’offerta? –
- Qualche mese. A quanto pare il rettore Johnson aveva sparso la voce, ai tempi del college. Mi hanno detto che avevano puntato su di me già da un anno. –
- Ma non avevi accettato. L’hai fatto per quell’idiota, vero? Sapevi che lui non voleva trasferirsi. –
- Qui a Londra ho anche mia madre, Gana. E te, Lance, Gawaine, e Will. Diavolo siete la mia famiglia, e francamente non sarebbe bastato un incarico con cinque zeri per farmi lasciare tutto. –
- Cinque zeri? Ci vuoi troppo bene dolcezza. Comunque ci sono gli aerei per spostarsi da un continente all’altro. In qualche modo faremo. E per tua madre, non preoccuparti, te la porterò ogni volta che vorrai. E niente scuse! –
- Grazie Gana. –
- Non mi sembri felice del cambiamento. –
- Non posso esserlo. Cambiare tutto, lasciare tutto. Mi fa male. Ma non posso farne a meno. Tutto è cambiato e francamente non mi piace come è cambiata la mia vita. Non posso restare a Londra. In questo momento non sopporto nemmeno l’idea di incontrare Gwen anche solo per sbaglio. E non voglio nemmeno parlare di tuo fratello. Devo andarmene. Chiamami idiota, codardo o come vuoi tu, ma non posso sopportarlo ora. –
- Non sei un codardo merlino. Ami Arthur e adesso soffri. Io… io non so cosa farei se Leon mi facesse qualcosa di simile. Non credo che potrei sopportarlo. Non sono forte quanto te. –
- Probabilmente lo castreresti. E no, Leon bacia la terra su cui cammini. Non potrebbe mai farti del male. Credo si senta in colpa perfino quando hai le tue cose, perché non può fare nulla per farti sentire meglio. Fra me e Arthur è… era diverso. Lui non mi ha mai amato così. Per lui era un gioco, ora lo so. –
- Merlin, no. Non pensarlo nemmeno. Sai che non lo voglio difendere, ma quel che giusto è giusto. Arthur ti ama, non lo dimostra come meriti ma ti ama. Non ti guarderebbe in quel modo, altrimenti. Ne sono sicura. –
- Io non ci credo più. Per questo l’odio Gana. Mi ha tolto la fiducia che avevo in noi. Cazzo Gana, si è scopato un'altra nel nostro letto! Nel letto dove facevamo l’amore! Come puoi dissacrare qualcosa di così importante? Come puoi fare qualcosa di così tremendo alla persona che dici di amare? –
- … -
- Gli ho perdonato tutto. Gli ho concesso tutto. Non voleva dire di noi, a suo padre…e va bene. Non voleva che i suoi amici sapessero di noi, e ok, non era pronto. Non voleva conoscere mia madre e l’ho accettato, non potevo costringerlo, anche se mi faceva male. Ha detto a tutti che convivevamo solo per comodità, come amici. Ha voluto un appartamento con due camere separate per salvare le apparenze con tutti… mi sono sentito morire quando me l’ha fatto vedere, dicendomi che in quella più grande potevamo mettere tutta la sua roba, che io avevo poche cose, così Uther non avrebbe sospettato nulla. Quel giorno ho capito che si vergognava di noi. Ma …io lo amavo e mi sarei accontentato anche di essere solo un’ombra della sua vita, pur d’aver un momento del suo tempo. Ho lasciato che facesse l’idiota con le ochette che gli girano intorno, per non far scoprire niente a Uther. Anche questo, sì, l’ho accettato. Per lui. Piangendo ogni volta di nascosto. Facendo finta che non mi uccidesse ogni volta, entrare nella nostra camera e vedere che di mio lì non c’era nulla, che era come entrare nella camera che aveva a casa dei vostri genitori. Lo amavo... lo amavo davvero.
Gana, lui non mi ha mai detto di amarmi. Il massimo è stato “Sei più di un amico”. –
- Oh, Merlin. Perché non me ne hai parlato? Perché non hai mai voluto sfogarti con me? – singhiozzi.
Voce roca, un po’ tremante ma asciutta – Che cosa sarebbe cambiato? Nulla. Lo sapevo. E poi... tu avevi capito già tutto… quando hai visto l’appartamento. Grazie per non aver fatto domande. Sarei morto. Buffo, ma per tutto il tempo mi sono vergognato. Ogni volta che incontravo i tuoi. Ogni volta che i suoi amici venivano a casa. Mi sentivo io quello inadeguato. In un certo senso, credevo di essere io la causa del suo vergognarsi. Credevo di non essere alla sua altezza, che alla fine mi avrebbe lasciato indietro per qualcuno di meglio. Ho passato così otto anni, Gana. Stringendo i denti, tirando avanti, tenendo duro. Pregando… sperando che le cose migliorassero. Ma finalmente ho capito che era tutto inutile… otto anni della mia vita e li ho buttati nel cesso. Adesso ho capito che voglio vivere… sopravvivere non mi basta più. –
- Ti voglio bene Merlin. Non dimenticarlo. –
- Ti voglio bene anch’io. –
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
 
- Merlin... –
- Gawain, sono le quattro del mattino, che diavolo ti salta in mente di rompere le scatole a quest’ora? –
- Non è colpa mia sta volta. È Lance. – ha la voce stanca, un po’ incerta.
- Che è successo? State bene? –
- Ora sì. Ma Merlin prima è stato un inferno. Giuro che gli impedirò di bere per il resto della sua vita. Ha bevuto come una spugna. Stava male da far pena persino a me, pensa! –
- Non è facile per lui, Gawain. Cerca d’essere carino con lui domani. La dopo sbronza non sono mai facili da gestire. Ora poi… -
- Non è facile neanche per te. Ma non ti ho chiamato per questo. Vuole parlarti Merlin, prima che tu parta. Puoi ascoltarlo? –
- Passamelo. Sono rassegnato al fatto che voi tre debosciati sarete la causa della mia vecchiaia precoce. –
- Chi è il terzo? Will? –
- Chi altrimenti? Avete il tempismo peggiore di tutta Londra. Atroce. Mi ci sono pure abituato! –
- Pensa che tra poche ore sarai così lontano che non potremo romperti le palle di persona. Preparati però: ti subisseremo di chiamate. Dieci al giorno… no! Che dico, cento al giorno! A testa ovviamente! Ti chiameremo così tanto che parlerai più con noi che con gli australiani! E se oserai non rispondere a più di due chiamate, prenderemo un aereo e verremo di persona a farti visita. Non c’è bisogno che ti dica che lo faremo nel modo più imbarazzante possibile, vero? –
- No, tranquillo. Però, due chiamate! Che generosità. Mi aspettavo di dover rispondere entro il primo squillo! Dai passami l’ubriacone. Voglio dormire che diavolo! –
- Merlin? Sei tu? –
- Sì Lance, sono io. Mi sa che hai bevuto troppo. –
- Non volevo più sentire male. Fa tanto male Merlin. Tanto. Perché non ci sei? Non andare via, Merlin. Resta. Prometto che lo pesto per te. Prometto giuro! Ma tu resta. Non andare via anche tu. Lei… l’ho mandata via. L’ho schiaffe... schiaffe... l’ho picchiata ecco. Anche suo fratello Elyan l’ha picchiata. Dice che non è una brava persona. No no, non lo è. –
- … -
- Ho picchiato anche Arthur, sai? Ma solo un pugno. Lui non ha fatto niente. Guardava il vuoto. Non mi ha neanche guardato in faccio... faccia, sì faccia. Guardava la tua fedina… ma avete il tetto bucato? C’era tanta acqua sul pavimento. Quando tornerai dovrai usare un canotto… o nuotare. Tu sai nuotare Merlin? Se no, ti porto io. Ti voglio tanto bene Merlin. Ma tanto tanto. Sei spe... spe... Gawain come si dice? –
- …speciale, Lance. Merlin è speciale. – sente le loro voci ovattate. Poi Lance si ricorda che deve accostarsi alla cornetta per farsi sentire.
- Sì, ecco. Speciale. Tu sei speciale. –
- Grazie Lance, comunque so nuotare. Ma non devi preoccuparti. Non ci torno più là. Parto tra otto ore, Lance. Vado in Australia, ricordi? – “cambio vita”, pensa, ma non lo dice. Non può farlo, non con Lance che probabilmente soffre più di lui.
Lance ci credeva in Gwen. La venerava. Per lui era il vero amore. Perché avrebbe dovuto dubitarne? Loro non dovevano nascondersi. Loro si erano mostrati al mondo, fieri di quello che erano, di quello che volevano costruire.
Non ci si aspetta d’essere traditi a due settimane dal matrimonio.
Non con gli inviti spediti, le camere d’albergo prenotate per gli ospiti, la casa e i mobili pronti e la prima rata del mutuo già pagata.
- Perché vai via? Resta Merlin. Ci mancherai. Anche a lui, sai? Sembra un brutto cane. Ci credi? Il grande Arthur Pendragon che piange mentre guarda un anello. Mi ha chiesto scusa in ginocchio sai? L’ho perdonato. Non era lui a doversi mettere il vestito bianco. No, il Taight. I maschi mettono il Taight. Lui era sbronzo. Non ricorda nulla. Lei no. Lei ricordava molto bene. Però io le lattine le ho viste. Ho sentito il vicino lamentarsi della puzza di birra e degli schiamazzi. Resta Merlin. –
Deglutì, piano, per non farsi sentire. Gli occhi ancora asciutti. La gola chiusa, troppo dolore. – Io non posso perdonarlo Lance. Lui doveva tenere gli occhi sulla fedina, prima. Anch’io mi sono sbronzato in passato, Lance. Ricordi? Mi hai mai visto con qualcuno che non fosse lui? –
- No no! Tu guardavi solo lui. Tu guardi solo lui. Ma tu sei speciale! Tu non avresti tolto gli occhi dalla fedina. –
Il respiro divenne difficoltoso. I singhiozzi imploravano d’essere lasciati liberi. Gli occhi volevano restare asciutti, almeno per una volta. Basta, farli lavorare ancora era inutile.
- Io guardavo solo lui, hai ragione. Ma ho sbagliato sai? Lui non era come me… non dovevo guardare lui, dovevo guardare altrove. –
- Lui non è speciale Merlin? –
- No Lance. Lui non è speciale. Vado a cercare qualcuno di speciale tutto per me. –
- E in mezzo ai canguri lo vai a cercare? Non …non puoi cercarla a Soho, come tutti i gay? Sei strano sai? Non t’innamorare dei canguri, capito? Sono topi giganti. –
- Ah, ah, ah! Vado a lavorare con i pesci Lance. Non con i canguri. –
- Vabbè, ma allora il pesce è una tua fissazione. Ma fin laggiù devi cercartelo? –
- Vai a dormire, Lance. Domani non volevi venire a salutarmi all’aeroporto? –
- Oook, ti passo Gawain. Io faccio la nanna. Notte notte, Merlin. –
- …Notte notte Lance. -
- Merlin? -
- Sì, Gawain. –
- È quasi l’alba, ho bevuto per solidarietà, e credo d’aver visto un travestito slinguazzarsi il nostro ex-professore di etica dell’università, perciò potrei aver subito dei serissimi danni alla mia psiche... –
- Che già era labile di suo, fantastico. –
- Già, pensa tu che roba. Perciò mi scuserai, ma davvero credo d’aver sentito Lance alludere a una tua possibile perversione per i pesci. Ora, che fra le tette e il pesce, preferissi la seconda, l’ho ben presente, ma non vorrei mai venire a sapere che t’infili un cefalo nei pantaloni, perché questo non mi farebbe più dormire per il resto della mia vita. Preferisco immaginarti mentre ti fai un canguro, guarda. –
Un respiro profondo fu necessario per non farsi venire un ictus. – Primo: preferirei tu non m’immaginassi in atteggiamenti intimi in generale, ma so che è la tua perversione preferita. Prima o poi ti farò rinchiudere in una clinica d’igiene mentale. Secondo: la Zooerastia non fa per me. Da dove ti sia uscita, questa idea, non voglio nemmeno immaginarlo. Terzo: mi avete rotto le palle a quest’ora indegna, perciò io ho una scusa più valida dell’alcol, ma cavolo, anche a me per un miserrimo istante, è sembrato che Lance alludesse a quello. Ma poiché alla mia salute mentale ci tengo, dimenticherò le parole di un povero ubriaco depresso e me ne tornerò a dormire, anche se so che avrò gli incubi per colpa di quest’assurda telefonata. –
- Visto? Non sei ancora partito e già ti perseguitiamo! –
- Credimi Gawain, sono pronto al peggio. A domani. Rompipalle. –
- A domani, amante dei pesci... –
Click.
 
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
 
 
- …pronto? –
- Arthur... –
- M-Merlin… sei tu? Sei davvero tu? Oddio, dimmi dove sei, ti prego! – speranza, bisogno. La voce è stanca e roca. Come quella di qualcuno che non parla da molto, o’ che ha urlato con tutto il fiato.
- Non c’è bisogno che tu lo sappia. Non servirebbe a niente. – dolore, stanchezza. Ma sopra a tutto, rassegnazione.
- Perché? Ti prego lascia che ti spieghi. Non è... –
- Non è come sembra? Non dire sciocchezze. Dormivate nudi nel nostro letto. Cosa c’era da equivocare. –
- È stato un incidente, Merlin. Non ti ho mai tradito prima lo sai. Perché non torni? Potremmo aggiustare le cose… potresti… -
- Perdonarti? No Arthur, non c’è nulla da perdonare. È finita. Non c’è nulla da aggiustare. È ora di cambiare aria per me. Ho passato troppo tempo a pensare a te. Ora voglio pensare a me. –
- Che sati dicendo?! Stiamo insieme da otto anni, cazzo. Non puoi venirmi a dire che una stupida nottata ha rovinato tutto. Non otto anni. Ero ubriaco, non ricordo nemmeno cos’è successo.  Avrei potuto scoparmi una pantegana e non me ne sarei accorto! Lo so che è stato un enorme sbaglio ed ho parlato con Lance. Davvero, non ricordo nemmeno quando è arrivata a casa nostra. È il più grande errore che io abbia mai fatto, ma posso rimediare. Lance mi ha perdonato. Davvero, ha detto che non è stata colpa mia. Anche i ragazzi mi hanno perdonato, sanno che non avrei mai fatto nulla di così spregevole ad un amico ed a te. Lo sai che è così. –
- Io non so più nulla. Non voglio saperne più nulla. I ragazzi non avevano nulla da perdonarti, non è con loro che sei stato una merda. Che Lance ti perdoni o no non mi riguarda. Io penso a me. Ho capito finalmente che tu non fai per me. Voglio di meglio. Voglio qualcuno che guardi solo me. Non ti ho mai tradito neanche con uno sguardo, ma quante volte mi hai fatto una scenata se anche solo sorridevo a qualcuno? Quante volte mi hai detto che sembro una puttana perché ero educato con chiunque all’infuori di te? Mi hai stufato Pendragon. Mi sono stancato di te e del tuo egoismo. Mi sono rotto le palle di quel coglione, ipocrita, di tuo padre. Mi son stancato delle puttanelle con cui flirti davanti a me. Mi son stancato di essere ospite in una casa dove pago metà dell’affitto. Di una stanza da letto “mia”, per modo di dire, dove non c’è nulla di mio. Di scopare con uno che non mi ama. Che non ha le palle per dire “sto con lui” dopo otto anni. Otto anni passati a fare lo sfigato che viveva col figo del liceo. Otto anni buttati nel cesso. Ho una notizia per te Arthur Pendragon, sei un coglione. Non troverai nessuno che ti abbia amato quanto me, e credimi, se stai soffrendo davvero ora, non è nemmeno la metà di quanto mi hai fatto star male in questi otto anni. –
- Mi hai chiamato per questo, allora… non hai mai avuto intenzione di tornare... – dolore, angoscia. La consapevolezza d’aver perduto tutto.
- Ti ho chiamato perché volevo chiudere la questione. Di farlo prima di partire non se ne parlava. Volevo dirti tutto quello che ho dentro. Dopo questa telefonata mi dimenticherò di te e dell’ultimo otto anni. Una sola cosa voglio tenere a mente ed è quello che ti ho lasciato fare. Perché la colpa è stata mia. Perché mi sono fidato di te, ti ho affidato la mia felicità, ho annullato i miei sogni per far avverare i tuoi. Ho annullato me stesso per te. Mi sono lasciato umiliare e schiacciare. Ecco cosa devo dirti davvero: grazie. Per merito tuo ho imparato che non c’è amore senza parità. Da oggi terrò testa a chiunque pensi d’avere il diritto di schiacciare la mia volontà. Addio Pendragon. –
- Merlin ti prego, aspetta. Io ti...-
Click.
 
 
Addio Arthur. Ora decido io della mia vita.
 
 
 
 Fine… (?)
 
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
 
Spero vi sia piaciuta.
Il punto interrogativo, indica che se dovessi ricevere dei commenti in merito, potrei fare un seguito.
Un grazie enorme a chiunque la leggerà
WM

 
  
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