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Autore: MadHatter96    16/06/2012    6 recensioni
Lui si avvicinò al letto e lei si distese con il volto rivolto verso di lui: “Scusa… non volevo svegliarti…” mormorò la giovane Meister, ma in realtà era sollevata nel vedere che lui era lì, che la sua fedele arma era lì a difenderla anche dai sogni.
(One-shote sulla coppia Soul/Maka)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sweet Night

 
Un grido squarciò il silenzio notturno, probabilmente provocato da un incubo, un incubo angosciante.
Ma a lui non importava la causa, a Soul importava solo di lei. Gli interessava soltanto sapere che la sua Meister aveva bisogno di lui, subito!
Appoggiò i piedi nudi sul pavimento freddo e si diresse verso la stanza da cui era provenuto l’urlo.
Imprecò quando rischiò di cadere nel percorrere in tutta velocità il corridoio al buio ma si fermò quando giunse davanti alla porta. La aprì lentamente per paura di disturbare la ragazza che avrebbe dovuto riposare al suo interno, ma dopo il grido lanciato era improbabile che  dormisse ancora.
Infatti, Maka era seduta, con le gambe piegate al petto e la schiena ritta in una posizione allarmata. Ansimava e le sue mani stringevano le candide lenzuola che al buio della notte assumevano una tonalità grigio-bluastra.
Soul la fissò senza parlare: era bellissima ai suoi occhi. Le sembrava un piccolo angelo caduto per sbaglio dal cielo. 
La guardò ancora mentre sentiva che tremava; gli sembrò strano che nonostante l’oscurità potesse vederla così chiaramente, come se la ragazza risplendesse di una luce visibile solo ai suoi occhi.
Quel corpo esile ma perfetto, affascinante ma non volgare… quel corpo che costudiva l’anima che Soul amava, quanto lo adorava.
“Maka?” Sussurrò per attirare l’attenzione di lei su di sé, per farle capire che era lì.
“Soul...?” Chiese lei ancora ansimando e incrociando gli occhi luccicanti di lui nella notte.
Lui si avvicinò al letto e lei si distese con il volto rivolto verso di lui: “Scusa… non volevo svegliarti…” mormorò la giovane Meister, ma in realtà era sollevare nel vedere che lui era lì, che la sua fedele arma era lì a difenderla anche dai sogni.
“Ero già sveglio.” Rispose lui sedendosi accanto al suo capo “Che è successo?”
Lei chiuse gli occhi per ascoltare la dolcezza del sussurro della voce di Soul.
Adorava la sua voce.
“Nulla di importante.” Rispose infine Maka.
Lui sospirò involontariamente: lui  voleva sapere cosa aveva fatto gridare in qual modo la sua Maka.
Ma forse lei non voleva dirglielo.
Era meglio lasciarla riposare.
“D’accordo…” Disse lui cercando di mantenere un tono neutro e alzandosi per tornare da dove era venuto, ma qualcosa gli tirò lievemente la maglietta da dietro. Le sottili dita di lei stringevano il tessuto disperatamente.
“A-aspetta…” Gli occhi di Maka lo guardavano supplichevoli, i capelli biondi sparsi sul cuscino contrastavano con la fine canottiera nera che avvolgeva i corpo della ragazza… gli sembrava un cucciolo indifeso.
“Vuoi che stia qui un po’?” Le chiese lui e lei annuì leggermente.
Soul si riposizionò accanto alla testa di lei incrociando le gambe e appoggiando le spalle alla testiera del letto.
Lei lo guardava: era felice che fosse lì con lei però… non voleva che rimanesse lì solo un po’, voleva che rimanesse lì.
Passò un quarto d’ora tra i continui giramenti di lei e il silenzio di lui.
Lei voleva che lui rimanesse lì, e non sapeva come fare a trattenerlo, finché, sentendosi le guance surriscaldare alzò lievemente il capo e glielo pose in grembo al ragazzo che dal canto suo fu invaso da un misto di gioia e imbarazzo.
Ora Maka si sentiva sicura di chiudere occhio, lui sarebbe rimasto lì.
Chiuse nuovamente gli occhi e lasciò che il profumo di lui le invadesse le narici.
Solo quando il ragazzo iniziò a muovere minimamente le gambe sotto di lei le venne in mente che, forse, quella posizione per lui non era poi così comoda.
“Soul… vuoi sdraiarti?”
Lui per lei sarebbe rimasto così anche tutta la notte, ma l’idea di stendersi vicino alla sua compagna lo fece annuire.
Si adagiò sopra le lenzuola che invece coprivano Maka, ma quello fine strato di stoffa non bastava a separare i due corpi adagiati sullo stesso materasso.
Maka sorrise, era imbarazzata ma al tempo stesso avrebbe dato qualunque cos purché la notte durasse il più a lungo possibile.
“Grazie.” Mormorò e lo sentì sorridere:
“Questo ed altro per la mia Meister.”
Lei distolse lo sguardo da lui… non riusciva a capire se lui facesse tutto quello che faceva soltanto perché lei era la sua Maestra d’Armi oppure perché… ci teneva a lei quanto lei teneva a lui.
“Soul… dimmi una cosa…”
“Mh?” Lui aveva chiuso gli occhi intento ad assaporare quei momenti di beatitudine.
“Se io non fossi la tua Maestra… ci terresti a me?”
Soul inarcò un sopracciglio un po’ perplesso e un po’ ferito concependo quella domanda come una mancanza di fiducia: “Stupida! Ma che domande fai?”
“Mi rispondi?!” Insistette lei.
Lui sospirò, possibile lei non capisse? Possibile lei non capisse quanto lui le volesse bene?
Ma forse non glielo aveva mai fatto capire. La prendeva in giro, è vero, ma lui solo lo faceva perché si divertiva a vederla arrabbiata come una bambina che fa i capricci… ma forse questo aveva influito sulla fiducia di lei in lui?
Scosse la testa e allungò le braccia per accogliere al loro interno quella fragile creatura ancora tormentata e stringerla al proprio petto.
Maka ringraziò l’oscurità, visto che le sue guance avrebbero fatto invidia ai pomodori per il colore e al sole stesso per il calore.
“Sei davvero stupida sai? Come fai a essere la prima della classe?” Continuò lui con fare scherzoso, mentre la Meister ascoltava i battiti del cuore del ragazzo che la ospitava. Contava ogni contorsione del cuore che batteva nel suo petto, contava ogni ninna-nanna che il corpo di lui le cantava.
Ma lei era convinta che in realtà quel cuore non contasse poi molto. Il vero cuore era molto più affondo, era dentro l’anima. Come poteva raggiungerlo?
Improvvisamente sentì il respiro di lui sul suo orecchio e le sue labbra che sfioravano il padiglione: “Io faccio tutto questo perché sei tu, Maka, e non voglio perderti.”
Maka per un attimo si dimenticò di aver bisogno dell’aria per vivere e trattenne il respiro incerta se quella fosse realtà o sogno.
Si fece coraggio e alzò gli occhi su quelli rosso acceso di lui: “Nemmeno io voglio perderti.” Mormorò lieve.
Lui la fissò per poi appoggiare delicatamente le sue labbra sulla fronte bianca della ragazza.
Il contatto provocò un piacevole brivido ad entrambi e Soul si chiese cosa avrebbe provato se sotto le sue labbra invece che la fronte de Maka si fosse trovata la sua bocca, ma non fece nulla… si sarebbe sentito quasi irrispettoso nei suoi confronti.
Lei rimase interdetta ma poi si abbandonò a quelle dolci emozioni che la pervadevano e si rannicchiò contro di lui: il suo rifugio dalla tristezza e dalla paura.
Lui la guardò sorridendo sentendosi… come dire… decisamente cool.
Dalla finestra iniziavano a filtrare dei raggi di luce rosata appartenente ad un sole ancora assonnato quando Soul si svegliò e rabbrividì nel realizzare che aveva stretto tra le braccia la sua Maka per tutta la notte, mentre lei dormiva ancora tranquilla accoccolata al suo torace.
Quanto le voleva bene.
Quanto gli piaceva.
Quanto l’amava.
Sì, inutile negarlo, lui se ne era innamorato.
Continuò a guardarla finché gli occhi smeraldo non iniziarono a svelarsi ancora assonnati  da sotto le palpebre.
“Buongiorno.” Mormorò lei sorridendo ancora sospesa tra il modo dei sogni e la realtà.
“Buongiorno.” Rispose lui ricambiando il sorriso.
Lei si strinse rapidamente ancora a lui e poi fece scivolare il lenzuolo lungo il corpo: “Vado a preparare la colazione.”
Si alzò evidentemente di mala voglia lasciando Soul seduto sul letto mentre la fissava, si sistemò velocemente i capelli e fece per uscire dalla stanza quando una mano le strinse il polso fermandola: “Ehi! Aspetta un attimo!”
Si voltò ma prima che potesse parlare un dolce e leggero tocco le serro le labbra mentre quelle di Soul lasciavano che il suo fiato entrasse nella bocca di lei.
All’inizio Maka rimase sorpresa, ma non poteva resistere a quel dolce sapore che aveva la bocca di lui e chiuse gli occhi per assaporarlo, per completare quel contatto di perfetta armonia.
Non ci furono giochi di labbra, solo il fiato di lei che entrava dentro di lui e viceversa.
Un bacio innocente e puro che dava inizio ad una storia che non avrebbe mai avuto fine.
Si staccarono piano, ritardando sempre di più il momento fatidico.
“Puoi tornare ancora sotto le coperte finché la colazione non è pronta” Disse lei sentendosi stranamente gentile.
Lui annuì portandosi una mano sui capelli color latte: “D’accordo.”
Ma già sapeva che non avrebbe obbedito.
Chissà se era il caso di raccontare a qualcuno cosa era successo in quella dolce notte.
 
Prima Fanfiction su Soul Eater... spero sia venuta decentemente :)
 
 
 
  
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