Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: missZoeBrown    16/06/2012    2 recensioni
Mi piacerebbe riuscire a dar spazio alla vita di Madge Undersee, una delle protagoniste di Hunger Games che più mi affascinano. Nel libro non compare spesso e non ha moltissime battute, eppure credo che la sua presenza sia fondamentale per la storia. Spero con tutto il cuore di renderle omaggio e di non annoiarvi!
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi chiamo Madge Undersee, ho diciassette anni, la mia unica amica è la ghiandaia imitatrice e tra poco lascerò questo mondo, senza poter dire addio a nessuno.
 
Quando nasci in un distretto, il tuo mondo inizia e finisce all’interno dello stesso. Rispetto ai miei compaesani io ho un’ulteriore prigione, la mia bellissima casa. Tre piani di tristezza e solitudine.
Vivo con mio padre e mia madre, uno sempre occupato con il suo lavoro, l’altra sempre occupata a perdere la sua battaglia contro il dolore. Sono due persone eccezionali, ma qualcosa li divora da dentro e gli impedisce di vivere.
Mio padre si sente colpevole per le condizioni in cui sono ridotti i suoi cittadini. Spesso avrei voluto dirgli che non è colpa sua, che anzi lui è molto bravo e il suo distretto è quello più umano, più vivibile, meno opprimente. Non ho mai potuto fargli questo discorso, o avrebbe capito che io ho visto e sentito, più volte, dal televisore del suo studio ciò che accade nel resto di Panem.
Non è uno stupido, sicuramente sa che conosco alcuni “segreti” del presidente Snow, ma preferisce sperare che non sia così, è il suo goffo tentativo di tenermi al sicuro.
Mia madre soffre di emicranie fortissime, che la costringono a letto per giorni. Non è sempre stata malata, una volta era una ragazza bellissima e piena di interessi.
Prima del mio dodicesimo compleanno, in uno di quei giorni in cui la sua testa non è in fiamme, mi raccontò che aveva una sorella gemella, Maysilee.
- Avevamo una vita felice. Essendo figlie di commercianti non soffrivamo la fame e avevamo tempo da dedicare a ciò che più ci interessava. Passavamo le giornate con la figlia dei farmacisti, ci eravamo conosciute a scuola ed eravamo diventate inseparabili. Ci accomunava una curiosità smodata per le piante e le loro proprietà curative, nutrizionali e mortali. Stavamo sempre all’aria aperta. Tua zia amava gli animali, soprattutto gli uccelli, perché diceva che sono creature libere e, grazie al volo, hanno la possibilità di vedere tutto, di sapere tutto e di andarsene lontano. Per un compleanno le regalai un canarino e lei ne fu entusiasta, come se le avessi portato un gioiello. Avere un esserino così a cui badare la rendeva felice, perché per lei rappresentava un segno di vita e speranza in mezzo al grigiore del distretto 12. Maysilee era una persona pratica, molto più di me, ma anche riflessiva.
Interruppe per un istante quel flusso di ricordi e mi chiese se mi aveva mai raccontato di suo nonno.
- Nostro nonno aveva preso parte alla ribellione dei Giorni Bui, era fermamente convinto che avrebbero potuto liberare Panem dalla morsa di Capitol City. Faceva il fabbro ed era in grado di lavorare qualsiasi tipo di metallo, fu lui a fabbricare questa spilla – aprì la mano e mi mostrò un cerchio d’oro che conteneva un piccolo uccello in volo.
- Lui morì durante la ribellione, ma lasciò la spilla a sua moglie. Nostra nonna era una pasticcera e ciò le permise di crescere suo figlio tutta da sola. A papà la spilla gli veniva consegnata solo quando doveva partecipare alla mietitura, come portafortuna, ma poi doveva restituirla. Una mattina, quando Maysilee ed io avevamo otto anni, nonna sentì tua zia spiegare il perché amasse tanto gli uccelli e il loro modo di essere liberi. Ci si avvicinò e, aprendo i palmi delle mani, ci mostrò due gioielli fatti dal nonno e ci disse di scegliere quello che preferivamo. Maysilee prese subito la spilla ed io invece un ciondolo a forma di bucaneve.
La mamma mi guardò e fece scivolare nella mia mano sinistra il prezioso gioiello e continuò, con una voce a tratti rotta dai singhiozzi, a raccontare di sua sorella.
– Durante la mietitura per i cinquantesimi Hunger Games venne estratto il suo nome. Il mondo mi crollò intorno e qualcosa dentro di me si spezzò.
Per un po’ nessuna delle due aprì bocca, poi finalmente trovò il coraggio di concludere - Sai cosa mi fa più male della sua morte? L’hanno fatta ammazzare da uno stormo di uccelli.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: missZoeBrown