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Autore: MermaidJey    16/06/2012    3 recensioni
Due gemelle, una l’opposto dell’altra. Orfane e allevate sin da piccole alla lotta.
Non hanno più nessuno al mondo, nessun obbiettivo, se non uno: la vendetta.
Ma se la vendetta poterà all’amore? Accetteranno questo sentimento tanto bello quanto devastante?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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BlueBlood
Prologo




Era buio pesto, una notte silenziosa, il nero sembrava avvolgere ogni cosa come una colata di pece.

I gufi appollaiati sui rami dei pini sembravano scrutare tutto e tutti, lì sotto il lieve bagliore della luna, che quella notte riusciva a stento a fare capolino tra gigantesche nubi grigie, che promettevano pioggia.

Un piccolo boschetto circondava il vecchio edificio, rendendolo ancor più spaventoso, agli occhi dei passanti.

Silenzio. Interrotto improvvisamente da un urlo soffocato.

Subito dopo tutto quello che si sentì fu solo lo scalpiccio dei piedi delle due ragazze e i loro fiatoni.

Correvano come forsennate lungo i corridoi del Saint Bernard Istitute, madide di sudore.

Il buio si era fatto pesante, quasi palpabile: le due ragazze percepivano nell’aria che era appena successo qualcosa di terribile.

“Muoviamoci” sembrò dire Sam a Susy con gli occhi.

I capelli a caschetto biondo cenere di Susanne si erano ridotti in meno di cinque minuti ad un pugno di ciocche bagnate, mentre quelli di Sam, prima accuratamente raccolti in una coda di cavallo alta, erano arruffati e scompigliati.

Dopo un tempo indefinito uno spiraglio di luce si stagliò agli occhi delle due giovani,che accelerarono la loro corsa disperata.

Spalancarono la porta da cui proveniva lo spiraglio di luce.

Il lampadario luccicava emanando bagliori sulle pareti rosse mogano e accecava le ragazze.

Sam e Susy portarono le mani alla luce e misero a fuoco la scena che si presentava ai loro occhi: una semplice stanza con un letto ad una piazza e mezza,una scrivania intarlata ricolma di libri e una chitarra classica abbandonata sul pavimento.

Tutto sembrava tranquillo: apparentemente.

Le ragazze si guardarono intorno poi abbassando lo sguardo verso il pavimento, raggelarono.

Una pozza di sangue risaltò agli occhi delle ragazze.

-Di chi è questa stanza?- disse Susy rivolta a Sam.

-Credi che lo sappia, genia?- Sam rivolse uno sguardo torvo a Susy.

-Tu controlla sotto il letto, ok? Io controllo il bagno.- le disse Susy in tono seccato.

Sam si abbassò, poggiò le ginocchia sulle vecchie assi di legno scricchiolanti e impolverate e sollevò con un cenno della mano il copriletto.

-Uuuuuuh, di chiunque sia questa camera, non si annoiava di certo.- disse sollevando un libro nero con una stella argentea nel mezzo. Era così sporco che la polvere che era su di esso le finì addosso, facendole lacrimare i grandi occhi azzurri.

-Magia nera. Ottimo, uno stregone… credi che quella pozza di sangue sia il frutto di un sacrificio?- mentre parlava, quasi sicura che la sua ipotesi fosse giusta, si avvicinò alla porta del bagno, pronta a trovare la carcassa di un animale.

Girò la maniglia. Il cervello in un primo momento si rifiutò di accettare l’immagine che le si presentava: spalancò i suoi occhi verdi, le labbra le tremarono in un moto di orrore e le mani si strinsero in due pugni. Prima che potesse rendersene conto lanciò un grido straziante.

Sam accorse allarmata dall’urlo della sorella, e quando vide il corpo senza vita di suo fratello, strinse la mano a Susy per darle forza: -Andiamo via di qui.-




6 mesi dopo


Pasadina. Ore 8:00, il caldo è opprimente, ma per gli adolescenti è ora di svegliarsi e cominciare un nuovo anno scolastico.

In poco meno di mezz’ora davanti alla John Klean’s High School si radunò una folla di studenti assonnati, pronti a ricominciare la solita routine dopo tre mesi di vacanza.

I cancelli si spalancarono ed i ragazzi iniziarono a sciamare pigramente nella scuola.

Ore 8:35. Il custode stava per chiudere i cancelli.

Mentre spingeva le ferree barre l’una verso l’altra ripensava con amarezza alla sua gioventù, ai suoi rimpianti e alla sua vita ormai sprecata.

All’improvviso un grido affannato lo riscosse dai suoi pensieri: -Aspetti!- urlarono Sam e Susy contemporaneamente, precipitandosi verso l’entrata.

-Le lezioni sono iniziate da venti minuti, ragazze. Siete in ritardo e qui non si accettano ritardatari.- disse l’uomo, con sguardo annoiato.

Sam assunse un’espressione ostile, aprì bocca per parlare ma Susy la precedette: -Ci scusi tanto, siamo nuove in questa città ed è ancora difficile orientarsi.- disse cercando di assumere l’espressione più innocente ed educata possibile, sfoderando un luminoso sorriso.

Il custode le squadrò con aria di sufficienza: la prima, una ragazza minuta e biondina, con due grandi occhi verdi e lo sguardo limpido, la seconda dall’aria più atletica, una coda alta che domava una cascata di capelli neri corvino che incorniciavano un viso ovale, con grandi occhi azzurri che lanciavano lampi di ostilità.

-In questo caso, entrate, ma la prossima volta ricordatevi dell’orario. La segreteria è in fondo al corridoio principale, sulla sinistra.-

Sam fece per dire qualcosa, ma la sorella la prese per mano e la trascinò verso l’entrata, dopo aver ringraziato l’uomo per la sua ‘gentilezza’.

-Iniziamo proprio bene… - esclamò irritata Sam.

-Non ti lamentare, è colpa tua se abbiamo fatto tardi. Domani ti butto un secchio di acqua gelata in testa se non ti svegli quando ti chiamo.- ribattè Susy, piccata.

-Non è colpa mia… è il fuso orario.- cercò di giustificarsi la ragazza, leggermente imbarazzata .

-Si, siamo qui da una settimana e hai ancora gli effetti del fuso orario? Non ti crede nessuno,tanto meno io, occhiazzurri.- disse, accelerando il passo e guardandola con gli occhi divertiti.

-Va bene, poche chiacchiere, pensiamo alle cose importanti.- concluse Sam, tornando seria.

Susy si fermò davanti all’entrata della scuola. Guardò la sorella e vide nel suo sguardo glaciale tutto quello che provava anche lei: dolore, tristezza, risentimento, rabbia, paura.

In quel periodo la loro vita era cambiata e nonostante Susy tentasse di nascondere tutta la rabbia e la tristezza dietro quel suo sorriso così ben piazzato,la sorella le leggeva dentro, sapeva come stava e capiva che se sorrideva era per non gravare su di lei più del necessario.

Loro si conoscevano: erano tutto l’una per l’altra e negli ultimi sei mesi lo erano divenute anche materialmente dal momento che loro fratello Jonathan era stato brutalmente ucciso.

-Sei sicura? Se lo facciamo non si torna indietro.- disse Susy, con un leggero tremolio nella voce, che tradiva la sua sicurezza.

-Certo. Te lo prometto: vendicheremo Jonathan. Questo è solo l’inizio.- le rispose sicura la sorella, con un’espressione di sfida e trepidazione.

Si guardarono a lungo negli occhi. Poi, come di tacito accordo, si presero per mano ed attraversarono l’ingresso di quello che sarebbe stato, l’inizio di tutto.




Sisters' Corner

Okay! Ci siamo. *si schiarisce la voce*
Signori e signore, buonasera u.u (ok, il tono formale non mi si addice)
Torniamo 'seri': questa è una cosidetta storia 'a due mani'... quindi sono due le colpevoli di questo obbrobrio: Jey e Syl.
Voi vi starete chiedendo: ma queste due non hanno niente da fare nella loro vita che scrivere queste oscenità?
Ebbene la risposta è: si, non hanno niente da fare!!
Comunque Recensite!!!! Vogliamo sapere se è un prologo orrendo, se vi ha incuriosito, se vi ha annoiato... insomma, si accettano suggerimenti, critiche, insulti e complimenti!!!
Se ci darete soddisfazione, continueremo, perchè siamo troppo imprisciate da questa storia!!!
Detto questo, scappo via prima che mi prendiate a pomodori in faccia.
#MuchLove
*Syl




Susy




Sam

  
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