Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: formerly_known_as_A    17/06/2012    4 recensioni
Un pilastro non è cosa da poco. Rende solida una struttura e, una volta abbattuto, essa potrebbe vacillare.
Ma un pilastro da solo non può nulla, né per la grandezza, né per la caduta di una Nazione.

NedIce
{Personaggi: Islanda; Olanda}
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Islanda, Paesi Bassi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Entra nella stanza fumosa e non dice nulla. Lo fissa e gli gira subito a testa, per cui si avvicina al letto su cui è sdraiato e ci si inginocchia.

Jan sembra pensoso e lui non sa bene cosa fare. Non l'ha neppure guardato, quando è entrato nella stanza, probabilmente perso nei pensieri. Sospira e gli passa le dita tra i capelli, delicato.

Solitamente non fuma mai di fronte a lui. Non... cose che non sono tabacco, ecco. Forse perché sembra più giovane ed ha quell'abitudine a pensare che sia fragile ed innocente, forse solo perché la considera una cosa personale, un modo per staccare, senza nessuno intorno.

Per un attimo Eirik si chiede se non sia meglio lasciarlo tranquillo, uscire dalla stanza -cercando di stare in equilibrio, perché quel tipo di fumo gli da' subito alla testa- ed andare a comprare le peggiori schifezze per contrastare la fame chimica che lo prenderà di lì a poco. Magari preparare anche dei biscotti... potrebbero saziarlo? Ci mette tante cose e...

“Sono fottuto.”

Si volta a guardarlo, togliendo un po' di fumo con il palmo della mano e corrucciandosi.

Non trova la situazione così tanto grave, ma forse, rinunciare a qualcosa che lo contraddistingue in quel modo... è come se perdesse una parte di sé?

Ah, ma no, in fondo si tratta solo di impedire l'accesso agli stranieri, non perdere del tutto quella parte.

“Non dire così.” ribatte, riprendendo a pettinargli i capelli e spostandoli dagli occhi.

L'olandese fa un tiro e, per un attimo lunghissimo, ad Islanda sembra che tremi. È il fumo. Non è... così fragile, eh?

“Come dovrei dirlo?” gli risponde l'olandese, amaramente, bloccando lo sguardo nel suo.

Scuote la testa, corrucciandosi.

“Non sei così fragile. Ci sono tante cose belle da vedere, non sopravvivi solo grazie a questo!” sbotta, arrabbiandosi perché non riesce a spiegarsi come vorrebbe, non riesce a pensare abbastanza lucidamente. È sempre così, quando si tratta di lui, finisce per pensare a troppe cose alla volta, si fa un ripasso mentale della sua economia e riesce soltanto a scuotere la testa, spaventato.

No, non crede sia l'unica parte bella di lui.

“Ehy, io sono pieno di vulcani e ghiacciai, eppure la mia economia non va' così male, no?”

Al contrario di te, però, lui ha una buona parte delle entrate che viene dal turismo.

“Perché tu chiedi prestiti che non rimborsi.” gli risponde l'olandese, meritandosi un pugno nella spalla ed uno sguardo di fuoco. Sì, si sono conosciuti in quel modo, ma non gli piace parlare della crisi. E poi non ha assolutamente torto, ecco.

Gli pettina ancora i capelli, corrucciandosi maggiormente.

“Se continui così ti verranno le rughe.” commenta Jan e lui passa la mano sulla fronte, come per controllare. Almeno quel gesto lo fa ridacchiare.

Non è nulla rispetto alla bella risata che conosce, ma almeno è qualcosa.

“Ti stai preoccupando?” gli chiede ancora e l'islandese scuote la testa, guardando altrove ma giocando ancora con i suoi capelli chiari. Non gli dice mai che si preoccupa fin troppo per lui.

A volte non riesce ad addormentarsi, per paura di sognare quella cosa, quella cosa ricorrente che lo fa svegliare di soprassalto, quell'incubo tremendo in cui viene sommerso.

Ovviamente si vergogna troppo per dirglielo. E poi basta una ricerca su Google per rendersi conto che è quasi impossibile. Quasi. Non sa quanti piccoli Hans ci vorrebbero per fermare quell'incubo.

Non vuole sembrare eccessivamente preoccupato, ma Eirik lo considera incredibilmente fragile. Perché basterebbe poco, pochissimo, perché non sopravviva nulla del suo territorio.

Per nessun altro può preoccuparsi così tanto e questo lo fa sentire ancora più in ansia.

“Figurati se mi preoccupo.” borbotta, tirandogli una ciocca e cercando di far sparire l'immagine della cartina europea con tre metri in più nel livello del mare dalla mente.

L'olandese fa un sorriso strano e spegne la sigaretta, prima di scivolare con la testa sulle sue gambe.

Restano in silenzio, il fumo che esce dalla stanza lentamente, attraverso la finestra aperta, la luce che pian piano si fa rossa e scompare, lasciando spazio alla notte. Eirik non lascia un secondo in pace i suoi capelli. A volte scivola lungo la tempia e la guancia, ma nessuno dei due se ne lamenta.

“Pensi davvero quello che hai detto?” chiede Jan, guardandolo dal basso.

Per un attimo si ritrova a chiedersi cosa abbia detto, poi realizza. L'ha rassicurato. Anche in un modo non molto ortodosso, anche arrabbiandosi, ma l'ha rassicurato.

“Amsterdam è una bella città, sopravviverà anche senza turisti che vanno lì solo per la droga. Tu sopravviverai senza. O ti verrò personalmente a prendere a pugni.” riesce a dire, con uno sforzo di volontà enorme.

“Sono terrorizzato.”

Lo spinge leggermente, ma l'olandese si appoggia alle braccia per allungarsi verso di lui, baciandolo. "Grazie."

Lo spinge nuovamente sul letto, la testa che gira, posandosi su di lui, l'orecchio sul suo petto.

Batte ancora, il suo cuore.

Con un po' di fortuna, qualche concessione ed il sacrificio di parte del proprio orgoglio, sa che potrà assicurarsene sempre.


   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: formerly_known_as_A