Profuma
di
pane.
Rimango
sorpreso io stesso da questo pensiero. Ho passato mesi ad odiarlo; ogni
volta
che vedevo le sue mani su Katniss, il suo sguardo seguirla, un odio
bruciante
mi invadeva lo stomaco, rendendomi impossibile respirare. Con il cuore
sempre
più pesante ho seguito il cambiamento nei gesti di Katniss,
ho visto il calcolo
e la finzione lasciare il posto ai sentimenti, e una volta di
più ho desiderato
la morte di Peeta.
Adesso,
per
la prima volta da quando è cominciata tutta questa storia,
lui è qui di fronte
a me e l’unica cosa a cui riesco a pensare è che
ha un buon profumo.
Katniss
è
tra noi, come sempre, ed è confusa. Non sa quello che prova,
non sa più cosa è
reale. Non sa scegliere.
Scelgo
io
per lei, lasciandoli soli.
Il
sottile
profumo di pane mi segue fino in camera.
Katniss
è
fuori, a caccia. Da quando è tornato Peeta le cose tra noi
sono strane, ancora
più del solito, quindi ho preferito non seguirla.
Di
sottecchi, osservo le dita affusolate di Peeta che sta scarabocchiando
distrattamente su un foglio e mi ricordo di quei dolci meravigliosi e
colorati
che troneggiavano sempre nelle vetrine. Non li avevo mai assaggiati, ma
ogni
giorno li guardavo incantato.
Un
dolce in
particolare mi aveva colpito; era una torta di grano duro, semplice,
decorata
con una riproduzione accuratissima e splendida di un lago immerso nel
verde.
Somigliava al posto segreto di Katniss, quasi come se lui lo avesse
visto
riflesso nei suoi occhi.
Dopo
che
Peeta era partito per gli Hunger Games dalle vetrine erano scomparse
quelle
splendide torte e Madge mi aveva rivelato che era proprio Peeta a
decorarle.
Forse
quella
è stata la prima volta in cui non ho pensato a lui con odio,
ma con sincera
ammirazione e rispetto.
Continuo
a
osservarlo e sotto le sue mani forti e sicure prende forma un
paesaggio: un
lago, una grotta, degli arbusti bassi. Un bel paesaggio, tranquillo e
pacifico.
Lentamente però spuntano i cadaveri e le sue mani si
irrigidiscono. È l’Arena.
Vorrei
andare da lui e stringergli la mano tra le mie, sciogliere la sua
tensione,
cancellare il suo dolore.
Katniss
non
è più tra noi.
Mi
avvicino
a Peeta. Non è più un nemico, non è
più un rivale. Non lo odio più. Sono stanco
di aspettare che Katniss prenda una decisione, e ad essere sincero non
mi
interessa nemmeno più sapere quale sarà.
-Ciao.
-Ciao.
Un
semplice
saluto, un accenno di calore nei suoi occhi caldi.
Per ora mi basta, per ora è tutto quello che voglio.
NdA:
Scritta per la sfida di Yael.