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Autore: StrychnineTwitch    17/06/2012    2 recensioni
-Oh.- Michael lo strinse più che poté, sapeva che con quell'abbraccio sarebbe riuscito, anche se di poco, a far sentire meglio l'amico. -Calmo piccolo, andrà tutto bene..
-No, nulla andrà bene.
-Ci sono io con te..
-Tu non sei lei.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Billie J. Armstrong, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay forse sono stata un po' assente, ma sono pronta a rifarmi durante l'estate, soprattuto se continuerà ad essere così piacevole come ora, e credo che St.Jimmy potrà tranquillamente confermare. Appena postata la fic vado a preparare le valige siiiiiii! \m/ Perchè ho il brutto presentimento che il tempo volerà la settimana prossima? ç_ç Nu.
Allora prendo l'occasione per ringraziare un mio compagno di classe che non mi ricordo quando mi aveva aiutato con un capitolo di Poprocks and coke e voleva che lo citassi qui u_u Ecco fatto Jesse. Poi Ringraziamo anche la mia musa ispiratrice (non per questa storia sia ben chiaro D: ) Francesca
♥ . 
Vi lascio alla stupidissima storia qua sotto scritta negli ultimi giorni di scuola, spero vi piaccia fatemi sapere.

 StrychnineTwitch




She plays my heart like a drumstick plays its drum

 

-F..Frank...- Nonostante la voce fosse solo un sussurro, risuonò nella stanza silenziosa. Gli unici rumori che l'avevano riempita fino in quel momento erano i gemiti e i sospiri, coperti dal rumore della pioggia.

Una voce triste, agitata, quasi in preda al panico.

Si sentiva al culmine del piacere, di lì a poco avrebbe raggiunto l'orgasmo, ma i pensieri si scontravano tra loro e in qualche modo riuscivano a penetrare nella sua mente e provocarle fitte di dolore alle tempie anche in quel momento. -Fermo..Io..- Con le unghie graffiò il materasso e digrignò i denti, doveva riuscire a dirglielo, il piacere avrebbe aspettato.

 

Aprì la porta, le vecchie cerniere cigolarono producendo un lieve rumore che risuonò nell'atrio. La casa sembrava vuota, ma lui sapeva che Lei dormiva al piano superiore. Quella mattina non era uscita con lui a causa del "lancinante mal di testa". Lui le aveva colto dei fiori, erano rose rosse. Si era ferito le mani per prenderle quel piccolo dono. I piccoli taglietti si erano inizialmente colorati di un rosso acceso, ma già lungo il tragitto verso casa, soltanto mezz'ora dopo, erano passati prima ad una tonalità rosa pastello per poi sparire quasi definitivamente.

Quella mattina era stranamente disteso e rilassato. Pure Bliss.

Si rigirava le chiavi tra le mani, avrebbe anche fischiettato, ma non voleva disturbare il sonno della sua amata mogliettina. Salì le scale trotterellando, ciondolando il mazzo di rose nella mano sinistra. Arrivò all'entrata della camera. La porta era socchiusa, si poteva percepire il delizioso rumore della pioggia. Si accorse finalmente di essere tutto bagnato, gli abiti umidi e appiccicati alla pelle gli fecero provare un brivido. Ad ogni passo affondava i piedi avvolti da calze di spugna nelle All star nere, anch'esse grondanti d'acqua.

Quando era piccolo si divertiva ad ascoltare il cic ciac prodotto dagli stivaletti in plastica quando saltellava tra le pozzanghere.

Si appoggiò con la schiena al muro e si sfilò le scarpe. Anche i calzini, chiaramente, erano impregnati d'acqua. I vestiti lasciarono un alone bagnato sulla parete color crema. Abbassò la maniglia e spinse la porta verso l'interno della stanza.

Il cuore pulsava veloce. Il sangue caldo arrivò fino alle estremità degli arti, la mano strinse inizialmente i fiori, le spine delle rose penetrarono nella carne, i taglietti ricominciarono a sprigionare sangue, qualche goccia colò dalla mano e cadde sulla moquette chiara. Una macchia scura e indelebile avrebbe segnato quel momento per sempre.

Era strano come in quell'istante, mentre i suoi occhi erano fissi sulla moglie e il batterista che si muovevano sul letto, lui riuscisse solo a pensare a quanto il pensiero della bella donna che aveva sposato lo avesse distratto dalla pioggia battente. Aveva protetto i fiori, il dono per Adrienne, chinandovisi sopra con il busto.

La mano lasciò la presa, mentre la donna nella stanza giro il volto verso di lui, gli occhi di lei seguirono la caduta delle rose; il mazzo, accuratamente composto dal marito, si divise e si sparse ai suoi piedi.

-B..Billie- Un urlo strozzato arrivò alle sue orecchie e vi passò attraverso, non sentì il suono, l'unica cosa che percepì fu un piccolo tonfo nel suo cuore. Si era come imprigionato volutamente in una bolla che gli appannava la vista e attutiva i rumori. Li sembrava che tutto si stesse svolgendo con ritmi lenti, una scena di un'antica pellicola che si proiettava davanti ai suoi occhi, ma questa volta ne faceva parte, si trovava ad esserne l'infelice protagonista.

Le finestre erano aperte, alcune gocce si insediavano nella stanza e precipitavano sul pavimento. Tré era immobile nel letto. Probabilmente se Billie lo avesse guardato con i suoi occhi pieni di amare lacrime sarebbe potuto svenire, ma fortunatamente il cantante teneva gli occhi fissi sulla moglie, Adrienne si alzò e trascinò con sé la coperta dirigendosi verso il marito. Lui richiuse la porta con un movimento secco, si girò e se ne andò, calpestando le rose che ormai erano diventate parte di quel tradimento.

Forse con quella porta, le aveva chiuso anche il suo cuore.

 

Il forte bussare lo distrasse dai suoi affari. Si alzò dal divano e spense il televisore, dove i buffi personaggi di Sesame Street saltellavano qua e là e mangiavano telefoni. Aprì la porta e quando vide l'amico capì subito che qualcosa non andava. Gli occhi vuoti, privi di espressività, come uno a cui è stata appena effettuata la lobotomia, lo spinsero ad accoglierlo tra le braccia. Come immaginava l'amico non ricambiò l'abbraccio, rimase perfettamente immobile, stretto in quella presa che probabilmente era l'unica cosa che gli rimaneva.

-Che succede Bì?- Con una mano gli accarezzò i capelli, immergendosi nelle sue spente iridi verdi.

L'unica risposta del migliore amico fu un lieve gemito.

-Hey, cominci a preoccuparmi, mi vuoi dire cosa è successo?

-Adrienne, Frank..- Sospirò triste e volse lo sguardo oltre il corpo dell'amico, all'interno della casa per nascondere gli occhi lucidi.

-Calmo Billie, sono sicuro che è solo un pensiero infondato, ti sbagli sicuramente, Adrienne ti ama e non ti tradirebbe mai- gli accarezzava le guance con i pollici asciugandogli le lacrime. Accennò un sorriso rincuorante.

-Erano in camera- Proseguì Armstrong senza dare retta alle parole dell'amico -erano nudi- lo disse con un filo di voce. Un triste sussurro pieno di dolore.

-Oh.- Michael lo strinse più che poté, sapeva che con quell'abbraccio sarebbe riuscito, anche se di poco, a far sentire meglio l'amico. -Calmo piccolo, andrà tutto bene..

-No, nulla andrà bene.

-Ci sono io con te..

-Tu non sei lei.

 

-Billie..

-Dimmi Adie.

-Io... Uhm... Va tutto bene?

-Ma certo- Disse ironicamente l'uomo -non sai neanche quanto mi sono divertito oggi, sono stato quattro ore in sala prove con l'uomo con cui mia moglie mi fa le corna, poi l'ho visto uscire e andarsene mano nella mano con la sua nuova troietta.

(Pausa)

Mi sono molto divertito, sì.- Si guardò la mano. Era disseminata di piccole cicatrici chiare.

Non disse più nulla, le lacrime ripresero a scendere e inumidirle le guance.

-Sai, gradirei avere un po' di tempo per me stesso, per riflettere su ciò che è accaduto.

-Quanto... Quanto ti ci vorrà?- Disse lei con voce tremante.

Billie sospirò, si avvicinò alla moglie e le prese il viso tra le mani, la avvicino a se e le lasciò un piccolo bacio sulla fronte. Poi si alzò e uscì da quella stanza, carica di ricordi, riusciva ad avere persino paura di quel luogo ora. Non voleva sapere quante e quali fossero le bugie che si nascondevano dietro ai felici sorrisi delle fotografie che adornavano le pareti.

Cominciò a camminare lungo la via, sovrappensiero, e raggiunse quel giardinetto dove precisamente un mese prima aveva deciso di fare un regalo a sua moglie, un regalo “artigianale”, che venisse dal cuore, quel regalo con cui aveva conquistato il suo cuore ventidue prima.

Guardò in direzione del piccolo spiazzo verde scuro dove erano nate tempo prima le roselline. Ciò che ne rimaneva erano petali caduti e gambi secchi, forse era quella la fine che spettava anche al loro matrimonio, aveva vissuto una vita felice con quella donna, era l'amore della sua vita, ma lei? Lei era felice?
Lei l'aveva amato come lui aveva sempre pensato?

Si morse forte il labbro. Sapeva che non avrebbe resistito a lungo senza di lei. Adrienne era l'unica cosa che importava, era sempre stata il suo mondo e non aveva senso mollare tutto per una scopata.

Era convinto, era sicuro che la cosa migliore fosse lasciar perdere, tornare alla vista di sempre. Era riuscito a mettere da parte l'orgoglio, accantonare il passato e ricominciare.

Solo lui e Adrienne.

Sorrise al vuoto, abbandonò le rose e cominciò a correre verso casa. Rallentò il passo solo quando arrivò al cancelletto della sua abitazione. Entrò nello stretto vialetto che attraversava il largo giardino. Il sorriso si spense. Nel suo cuore, ancora una volta, calò il silenzio, tutto si spense. Con lenti movimenti si sedette vicino all'entrata, sugli scalini e aspettò. Aspettò come un cane bastonato che tutto finisse, che lui se ne andasse.

Il loro bacio. Il loro ennesimo bacio. Aveva posto il punto in fondo a quella che era stata un'incantevole bugia.

Si sentì stupido, come aveva potuto crederle mentre gli chiedeva di restare?
-Sono... sono solo una stupido- Una triste risata risuonò nella sua testa.

Dopo dieci minuti lei era lì, accanto a lui, lei ci sarebbe sempre stata.

Il suo ricordo sarebbe rimasto, come uno spettro, su di lui. Era così che aveva deciso. Lei gli dava forza. Si diresse verso Adrienne, la prese per le spalle, strinse la presa e la spinse contro il muro.

-Non sarai più l'artefice della mia felicità- Scrutò la sua espressione incerta, sull'orlo di una crisi di nervi. -Sei stata la mia rinascita, mi hai cresciuto, e poi...E poi sei stata la mia morte.

Abbassò lo sguardo e lasciò la presa, la baciò un'ultima volta, le sue labbra calde che aveva tanto amato.

-Ti amo

E se ne andò.

   
 
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