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Autore: squidina    17/06/2012    2 recensioni
è la mia prima fan fiction...la storia riprende dopo 4 anni dalla fine di "Mila e Shiro il sogno continua", nel 2012. Ci saranno le partite con le rivali di sempre, nuove storie d'amore e tante novità...riuscirà la nostra Mila a coronare il suo sogno con Shiro? Le mitiche Dragon Ladies trionferanno al campionato? "Il sogno non finisce ma continua..e ricomincia la partita:)!"
Dal primo capitolo: "La partita ora era di nuovo alla pari, 18 a 18. Fortunatamente, una giocatrice delle Hell Cats sbagliò la battuta e la palla tornò nelle mani delle Dragon Ladies. Daimon era schokato, non si era mai vista una battuta sbagliata in tutto il cartone animato, tranne la volta in cui Kaori aveva sbagliato apposta per far vincere Mila. “Ora ci penso io!” disse Glin, preparandosi mentalmente alla battuta giroscopio del drago."
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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mila e shiro 6



Piazza Tien'anmen – Metropolitana


Shiro, ti prego, dimmi dove mi stai portando!” chiese Mila esasperata dal silenzio continuo del ragazzo. Era ormai un ora che viaggiavano in metropolitana, e a nulla erano servite le domande di Mila: Shiro, irremovibile, si rifiutava di dirle cosa aveva organizzato. In tanti anni che viveva a Pechino, Mila non aveva ancora visitato la storica piazza simbolo della città, che a quell'ora era piena di gente che passeggiava. I ragazzini si muovevano in gruppo ridendo e scherzando, i bambini piccoli correvano veloce causando molta ansia ai genitori che li seguivano rimproverandoli, le coppiette camminavano mano nella mano. Mila era estasiata di fronte a tanta grandezza. In quel momento ripensò al Giappone, alla sua famiglia, al fratellino Sunny che ormai cresciuto si era sposato con una ragazza indiana dagli occhi color del mare, Latika, che somigliava ad Aishwarya Rai, e al padre, che, finalmente sposatosi con la signora Tajima, la sua vera madre, aveva finito per divorziare da quest'ultima per un tradimento da parte di lei nientemeno che con il cognato Jaidev Raji, il padre della moglie di Sunny. Jaidev aveva abbandonato la madre di Latika per stare con la signora Tajima circa 3 anni prima, causando uno scandalo epocale che ancora adesso era il principale argomento di conversazione a Tokyo. “Ci sono persone che non dovrebbero mai sposarsi”, pensava Mila, “e una di queste è mia madre. Non ha fatto altro che fare disastri, in tutta la sua vita non è stata in grado di combinare nulla di buono. Non è stata in grado di crescermi, di darmi l'affetto che meritavo, di essere una brava moglie per mio padre. Un figlio è una responsabilità da non sottovalutare, avrebbe dovuto pensarci, prima di metterne al mondo uno. Io ho scelto di non sposarmi per poter proseguire la mia carriera sportiva, rinunciando a costruire una famiglia. Non ho rimpianti, ma non posso non pensare a come sarebbe stato se la mia vita avesse preso una piega differente. Di sicuro non avrei commesso lo stesso sbaglio di mia madre, ho capito che i figli vengono prima di tutto.”


Mila? Che succede? Mi sembri persa...” le disse Shiro, preoccupato, distogliendola dai suoi pensieri.
Niente...va tutto bene” rispose Mila tenendo gli occhi bassi.
Ho fatto qualcosa di sbagliato, forse?”
No, assolutamente! Ecco...pensavo a mio padre. Mi manca tanto, sai. E vorrei tanto rivedere mio fratello, non lo sento da troppo tempo”
“Ti capisco, anche a me manca la mia famiglia. Non siamo molto uniti, ma si ha sempre bisogno di un po' d'affetto”
“Già...”
“Su, non pensarci, adesso siamo qui, insieme. Ti piace questo posto?” .
“È stupendo, Shiro”
“Non ho avuto molto tempo per organizzare qualcosa di più galante, ma ti prometto che ti porterò ovunque tu vorrai. Ci sono tante cose che possiamo fare a Pechino...la Città Proibita, il Palazzo d'Estate, il Tempio del Paradiso, lo Zoo...mi hanno detto che lo Zoo è bellissimo” le sorrise guardandola teneramente.
Mila lo ascoltò tremando come una foglia a causa del vento gelido che si era messo a soffiare improvvisamente, ma emozionata per il momento magico che stava vivendo. Spinta dal gelo di febbraio, si buttò tra le braccia di Shiro, cercando un po' di calore e di conforto.
“Ti amo, Shiro, grazie” balbettò felice, cercando di asciugarsi il viso inumidito dalle lacrime di gioia strofinandosi sulla sua giacca.
“Ehi, aspetta, non possiamo qui, ci stanno guardando tutti” cercò di ritrarsi, non sapendo bene come doveva comportarsi in quel frangente.
Mila si staccò controvoglia, capendo che doveva trattenersi e farsi passare la malinconia, se non voleva rovinare la bella serata. Shiro si era già spinto molto in là portandola a cena e fidanzandosi ufficialmente con lei, non poteva pretendere che diventasse Mr Coccola istantaneamente.
“Puoi portarmi a casa? Sono molto stanca...” gli disse sospirando, un po' intristita dai pensieri familiari e dalla freddezza di Shiro.
“Certo” annuì Shiro, un po' preoccupato per il cambiamento repentino d'umore della ragazza.
Durante il viaggio di ritorno in metropolitana, Mila continuò a fissare fuori dalla porta, immersa nei suoi pensieri. I due non si rivolsero la parola, tanto che Shiro pensò di aver commesso un grave errore a rifiutare l'abbraccio. D'altro canto queste erano le convenzioni: in Cina, come in Giappone, era ineducato dare sfogo ai sentimenti in pubblico. Nel privato tutto è concesso, ma il decoro è importante, pensava tra sé e sé.

Scesi dalla metropolitana, Shiro chiamò un taxi e accompagnò Mila al dormitorio. Era già l'una e mezza del mattino, un orario impensabile per una giocatrice nel pieno di un torneo di pallavolo. Shiro stava per salutare Mila quando apparve correndo la signora Yang in camicia da notte con un aria molto alterata. Stava rischiando di perdere le babbucce di lana ai suoi piedi dalla foga con cui si avventava su di loro.
“Come vi è saltato in mente stare fuori fino a quest'ora? Non vi sembra sconveniente? Allenatore Takiki, torni subito al suo dormitorio! Mila, vieni con me, dobbiamo parlare”
Mila fece un cenno rassegnato a Shiro e si allontanò con il direttore sportivo della squadra, che la condusse nella sua stanza. Dopo essersi sedute sul letto a due piazze, la signora Yang apostrofò Mila:
“Mila, questo tuo comportamento non è corretto nei confronti delle tue compagne, che sono tornate a un orario decente, pur essendo accompagnate da dei bei giovani esattamente come te. Sai bene che siete nel pieno del torneo ed è richiesta una grande concentrazione...tanto più che domani vi aspetta un doppio allenamento, mattina e pomeriggio. Presto dovrete battervi contro le Smashing Ponies, ti ricordi che l'ultima volta vi hanno impartito una sonora sconfitta? Perciò adesso fila a letto, e domani rimarrai in campo anche la sera ad allenarti da sola, come punizione per la tua scorrettezza. Mi aspetto un comportamento più rigoroso da te, signorina”
Mila la lasciò sfogare, concentrandosi sul quadro con degli orologi appeso alle spalle della signora Yang, poi annuì e si ritirò dalla stanza senza dire una parola. La signora Yang rimase sul letto a massaggiarsi la testa, temendo di essere stata troppo dura con la sua migliore giocatrice. Non poteva esimersi dal rimproverarla, ma forse sarebbe bastato solo punirla con l'allenamento in più, in quanto Mila sembrava davvero amareggiata e in procinto di scoppiare a piangere.



Dormitorio delle Dragon Ladies


Mila si diresse a tentoni verso il proprio letto, cercando di non finire addosso alle compagne che dormivano o inciamparsi sui vestiti e le scarpe lasciate a terra. Che disordine che c'era! Le ragazze non avevano proprio badato a sistemare la stanza una volta tornate a casa! Dopo aver raggiunto il letto, scoprì il pesante panno di lana e si rintanò raggomitolandosi in posizione fetale. Aveva solo bisogno di riposo e di non pensare a nulla. Stava per seppellirsi sotto le coperte quando vide una luce accendersi alla sua destra: era l'abat-jour di Gina.
“Pss” sussurrò l'alzatrice
“Gina? Sei ancora sveglia?” chiese Mila con un tuffo al cuore.
“Si!! Com'è andata con Shiro? Dai, raccontami, sono curiosa!”
“Spegni la luce, non voglio svegliare le altre! La signora Yang ha appena finito di farmi la predica, non vorrei farla arrabbiare ancora di più!”
“Ok” spense la luce “Dove ti ha portato?”
“Piazza Tien'anmen” bisbigliò Mila, cercando di usare il tono di voce più basso consentitole dal suo diaframma.
“Forte! Anch'io vorrei vederla! Io e Antonio abbiamo parlato tutta la sera, è stato bellissimo...lui è così...fantastico...” Mila riusciva a percepire gli occhi a cuoricino dell'amica
“Vi rivedrete?”
“Non lo so...Sarà dura con tutti questi allenamenti...Comunque ci proveremo”
“E le altre?”
“Le altre cosa?”
“Come hanno passato la serata?”
“Mah...non ho fatto molto caso a loro...ho passato la maggior parte del tempo a parlare con Antonio...però aspetta..è successa una cosa strana!”
“Cosa?”
“A un certo punto ho visto Nami correre in bagno, seguita da Glin...mi sembrava in lacrime...forse quel Schmidt l'ha fatta piangere”
“Non mi è mai piaciuto quel tipo...Povera Nami! Spero non sia successo niente di grave..”
“Non penso...Nami è forte, non si farà certo abbattere da uno stronzetto qualsiasi!”
“Lo spero”
Mila era rimasta turbata dalle parole di Gina: fissava preoccupata il letto di Nami, che dormiva tranquilla e ignara della conversazione.
“Quella ragazza è uno schiacciasassi, nessuno può ferirla!” pensava sconcertata.
“Beh Mila, ti saluto, sto crollando dal sonno!” sorrise Gina
“Buonanotte Gina, a domani!” rispose Mila poggiando la testa sfinita sul cuscino.


Dormitorio delle Dragon Ladies – La mattina dopo



Dove sono i miei pantaloncini? Uff, che disordine! Non si trova niente in questa stanza!” sbraitava Glin isterica circumnavigando il proprio letto.
Glin, è presto, torna a letto!” sbuffò Ming Hua tirandosi la coperta fin sopra la testa
Oggi è giornata di allenamenti, dobbiamo essere puntuali! Forza Ming Hua, giù da quel letto!”
Alza le tapparelle, Glin, altrimenti nessuno si sveglierà con questo buio!” disse Xiu Lan, emergendo dal lenzuolo sbadigliando spinta dal senso del dovere.
Ma che ore sono?” Gina aprì gli occhi guardando prima Glin, poi Xiu Lan, ma non ricevette risposta. Nel frattempo Glin alzò le tapparelle, rivelando un'intensa luce mattutina.
Ragazze, non vorrei allarmarvi, ma sono le 9.20” esclamò Mila, che aveva acceso il cellulare. L'appuntamento sul campo era 10 minuti più tardi.
Le ragazze scattarono in piedi in preda a un raptus, chi cercando le scarpe, chi la maglietta sepolta sotto i vestiti della sera prima e chi le ginocchiere sotto il letto.
“Scusatemi, ma chi aveva il compito di impostare la sveglia?” ruggì Maria improvvisamente squadrando le compagne
Ming Hua arrossì fino alla punta dei capelli, per poi rivelare balbettando: “Io l'avevo impostata...ma quando ha suonato ero troppo stanca per alzarmi....quindi l'ho spenta e mi sono riaddormentata. Non l'ho fatto apposta, giuro!!”
“MING HUA!!” fecero in coro le Dragon Ladies fissandola sconsolate
“E comunque stavate tutte dormendo, nessuna l'ha sentita, perciò non potete incolpare solo me, perchè non vi sareste alzate neanche voi!”
“Non importa ragazze, sbrighiamoci! La signora Yang non ce la farà passare liscia questa volta! E Shiro sarà molto deluso da noi!” disse Xiu Lan risoluta
“Shiro...” pensò Mila agguantando un reggiseno dal cassetto “Chissà se anche lui ha passato una notte agitata quanto me...La nostra storia non è partita sotto la migliore stella, spero che non abbia avuto ripensamenti”
“Niente colazione stamattina allora!” proruppe Amanda, che fino a quel momento non si era sentita
“Non credo proprio che potremmo farcela, tu che dici?” Glin alzò il sopracciglio scuotendo la testa. Amanda, mortificata, prese in mano la prima cosa che trovò fingendo di metterla a posto
“Amy, guarda che sono le mie mutande!” rise Nami. Vedendola poi sempre più a terra, le bisbigliò: “Non fare caso a Glin, è un po' fissata...” facendole abbozzare un sorriso.

Dieci minuti esatti dopo, la ragazze erano pronte e si dirigevano verso la palestra, affamate e stravolte. Glin era euforica: era sempre stata fan degli allenamenti spacca-ossa. Amava talmente tanto la pallavolo che accettava senza lamentarsi anche gli esercizi più difficili, anzi li svolgeva sempre con una carica in più che contagiava anche le altre ragazze. Era come se fosse nata per quello sport, la passione per ciò che faceva era più forte di qualsiasi altra cosa e solo quando giocava si sentiva completa e in pace col mondo. Nient'altro riusciva a darle questa sensazione.
Shiro e la signora Yang stavano aspettando le Dragon Ladies seduti sulla panchina, parlottando tra loro concitatamente. Appena videro le ragazze entrare, si alzarono con l'intento di farle avvicinare. Le Dragon Ladies capirono che i due avevano qualcosa da comunicare loro e si mossero speditamente. Dopo essersi salutati, Shiro prese la parola: “Ragazze, mi ha riferito il cuoco che questa mattina non vi siete presentate in sala da pranzo per fare colazione. Che è successo?”
Le Dragon Ladies stettero in silenzio, timorose. “La colazione preparata appositamente per voi è stata buttata via. Posso sapere a cosa devo questo spreco? Forse nessuna aveva fame?” continuò Shiro.
Poiché nessuna si degnava di rispondere, la signora Yang si spazientì: “So io cos'è successo: le signorine hanno dormito fino a tardi a causa del loro appuntamento di ieri sera. Eppure io e l'allenatore Takiki siamo arrivati puntuali come sempre, o mi sbaglio?”. Sul campo calò il gelo. Mila era sempre più nervosa: non credeva di meritarsi tutte quelle ramanzine per essere uscita una santa volta nella sua vita e le sembrava che la signora Yang stesse facendo una tragedia greca per un nonnulla. Le altre ragazze erano stanche e non vedevano l'ora di farla finita con tutti quei giri di parole: che si finisse ora e subito.
La signora Yang capì lo stato d'animo della squadra e cercò di mantenere la calma, provando a pensare ai tempi in cui anche lei era una giocatrice. “Uno sbaglio può capitare a tutti” pensò. “Inoltre sono brave ragazze, certo, ai miei tempi era diverso, io non mi sarei mai permessa di commettere un'azione simile, ma riconosco che non è giusto tenerle sempre segregate e in tensione”.
“Che non si ripeta più”, terminò decisa, stringendo gli occhi abbastanza da acquisire uno sguardo torvo che incutesse timore.
Le Dragon Ladies annuirono, poi, ad un cenno dell'allenatrice, filarono nel campo cominciando il riscaldamento.
“Le Smashing Ponies hanno una resistenza invidiabile, perciò dobbiamo potenziare il fiato. Alla fine di questa mattina non vi reggerete più su quelle gambette, vedrete” sentenziò risoluta.




Fine giornata – Palestra



In accordo coi patti presi con la signora Yang, Mila era rimasta ad allenarsi anche dopo che le altre se n'erano andate. Stava facendo esercizi di allungamento per non sovraffaticare i muscoli dopo l'intera giornata passata in palestra, mentre pensava alle sue amiche e a Shiro. Il pensiero di Nami che piangeva l'aveva accompagnata dalla sera prima, non riusciva ancora a capacitarsi che qualcuno potesse averle fatto del male, poiché Nami era una roccia. “Uomini...solo voi siete capaci di ridurci così” riflettè mentre sdraiata a terra girava il braccio e la gamba opposti per allungare la schiena. “Perchè i rapporti con il mondo maschile sono così difficili? Ogni secondo si può commettere un passo falso...anche Shiro ieri sera mi ha allontanata facendomi sentire colpevole. Ma colpevole di cosa? Possibile che lui non riesca mai ad avere fiducia in me?”.

In quel momento Shiro uscì dalla porta dell'amministrazione e passò per il campo per andare verso il proprio dormitorio. Notando Mila che si allenava, decise di rimanere a guardarla, sperando che non si accorgesse della sua presenza. Sapeva bene di non poter restare lì, ma lo stesso non riusciva a muoversi.

“PERCHÈ?” disse Mila ad alta voce per sfogarsi, producendo un rimbombo nella palestra vuota.
“Perchè cosa?” rispose istintivamente Shiro, facendola sobbalzare dallo spavento.
“Shiro...che ci fai qui?” Mila si alzò da terra,lasciandosi sfuggire un tenero sorriso appena si rese conto che lui era rimasto a guardarla da un po'. Il dispiacere e la delusione nei suoi confronti le passarono istantaneamente, lasciando il posto solo alla voglia di fare pace.
“Stavo firmando della carte di là” - rispose indicando la porta dell'amministrazione - “Ho appena finito, sono qui da poco” aggiunse, quasi per difendersi dall'essere stato colto in flagrante.
Quella frase intristì un po' Mila, che si aspettava almeno una parola di scuse, o comunque un tono più affettuoso dal suo fidanzato.
“Se vuoi andare sei libero di farlo” le scappò detto, pentendosi subito dopo di avergli chiesto di andare via. Era l'ultima cosa che avrebbe voluto, ormai però il danno era fatto.
Shiro non si scompose di fronte alle parole di Mila, ma capì che era necessario modificare l'approccio. Era stanco dei silenzi e dei musi lunghi, non ne poteva più di sentirsi in colpa e di ferirla tutte le volte. Era quasi meglio quando non stavano insieme ufficialmente, almeno riuscivano a parlarsi senza timore e con spontaneità.
“Mila, sono stanco di discutere” le disse cercando di mantenere un tono neutro.
“Anche io” rispose lei, sperando una riappacificazione.
Poiché nessuno dei due parlava, Mila chiese: “e quindi?”
Shiro non sapeva cosa rispondere: il cuore gli diceva di avvicinarsi a lei, ma la testa gli suggeriva di filarsela prima che la situazione si complicasse ulteriormente.
Mila rimaneva ferma, aspettando la decisione di Shiro. In cuor suo, sarebbe volata tra le sue braccia, ma non voleva più rischiare di compromettere di nuovo la situazione. Questa volta avrebbe lasciato fare a lui.
Finalmente, Shiro si decise: “Io voglio ancora stare con te, ma dobbiamo smetterla di litigare” disse d'un fiato
Mila si illuminò: “Davvero? Non hai cambiato idea su di noi?”
“No” disse sicuro. “Non voglio buttare tutto via. Tengo...molto a te”
Mila stava per scoppiare dalla felicità. Le tornò in mente quando al torneo benefico Shiro le aveva detto “Sei bellissima” davanti a tutto il pubblico dello stadio. Shiro stava incominciando a sciogliersi, a dimostrarle finalmente il suo amore per lei! Non era ancora il massimo del romanticismo, ma voleva provarci, si vedeva. Altrimenti perchè quell'appuntamento e quelle dichiarazioni sull'impegno che le aveva fatto a cena?
“Anche io non voglio buttare via tutto. Non ho mai voluto...io ti aspetto da sempre, lo sai” gli disse col cuore in mano
Le parole di Mila fecero crollare momentaneamente la razionalità di Shiro, che rimase profondamene colpito. Quella ragazza era troppo perfetta, come poteva volerlo ancora così intensamente dopo tanto tempo?
“Lo so, Mila. E il momento è arrivato, non dovrai aspettarmi più. Sono qui, adesso, non scapperò più da te, da noi. Te lo dirò molte altre volte, abbastanza perchè tu mi creda davvero. Io...”
Mila non resisteva più. Corse verso di lui con gli occhi lucidi e si fermò a pochi centimetri dal suo corpo.
“Tu?” Gli chiese col fiato sospeso
Shiro si chinò leggermente per guardarla negli occhi. Non sapeva da dove gli venisse quel coraggio, ma si lasciò andare e la baciò dolcemente.
Fu un momento che durò un'eternità, un momento atteso da un vita intera, che li ripagò di tutta la fatica per arrivare fino ad esso. Si staccarono emozionati, pronti a cominciare una nuova vita, dove avrebbero vissuto solo momenti come quello, momenti felici. Mila sentiva che tutte le partite di questo mondo non avrebbero potuto darle una gioia più grande di quella che sentiva stando insieme a Shiro. Quello era il suo posto, quella era la sua meta finale, ciò a cui aveva sempre teso. Ciò non significava che la pallavolo per lei non contasse niente, perchè le aveva regalato grandi soddisfazioni, ma semplicemente che era una parte del suo lungo percorso per arrivare all'uomo della sua vita.
Shiro le sorrise, facendole battere il cuore dalla gioia, poi le disse: “è meglio che vada ora. Non vorrei che qualcuno ci vedesse. E poi non voglio interrompere il tuo allenamento”
“Oh certo, sempre questa stupida paura del giudizio degli altri! Neanche in momenti come questi riesce a non pensarci!” si disse Mila incredula. Ma era ancora troppo sulle nuvole per riuscire a ribattere qualcosa di sensato, così stette in silenzio e annuì, guardandolo allontanarsi dalla palestra. Lo stomaco le si contraeva dall'ansia e dai crampi per la fame, ma decise di non ascoltarlo e proseguì con l'allenamento per un'altra mezzora, anche se non riuscì per niente a concentrarsi sugli esercizi che seguirono.






ANGOLO DI SQUIDINA


Ciao a tutti!!

Non sono proprio ispiratissima in questo periodo...anzi...però questo capitolo l'ho scritto un sacco di tempo fa e volevo pubblicarlo...

avrei voluto allungarlo un altro pochino ma spero che vi piaccia ugualmente...

Fatemi sapere cosa ne pensate!

Spero di tornare “in forma” presto

Bacini

aquidina







  
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