- Sei pronta?
- A fare cosa? – chiese Emma guardando Henry negli occhi e prendendolo per mano.
- A trovare Biancaneve e il Principe! È meglio riunirci ora che il sortilegio si è spezzato… Tranquilla, saranno contenti di vederti … -
Emma non stava già più ascoltando da un pezzo: era rimasta immobile senza respirare.
Non poteva credere che Mary Margaret fosse davvero sua madre. Avevano passato gli ultimi mesi da coinquiline imparando a conoscersi meglio e diventando amiche. Spesso avevano anche scherzato sulla teoria del ragazzino, credendo ridicolo il fatto che potessero essere madre e figlia. Ma per quanto assurdo fosse era vero. Aveva ritrovato la sua famiglia. E David? Era suo padre! Non sperava di ritrovare sua mamma, figuriamoci suo papà! Più ci pensava più la cosa le sembrava folle.
Iniziò a piangere.Vedendola in questo stato Henry abbracciò e cullò Emma come se fosse lei la bambina di dieci anni e lui l’ adulto di ventotto.
- Ce la puoi fare. Io credo in te! -
Emma cercò di sorridere, ma le venne fuori una smorfia di dolore.
- Ed io in te ragazzino -
Gli diede un bacio sulla fronte.
- Ti voglio bene Henry -
 
Biancaneve stringeva felice tra le braccia il suo adorato Principe. Erano passati ventotto anni da quando Regina li aveva divisi. Da quando si erano sposati. Da quando Emma era nata. Emma. Sua figlia. Andò in panico. Sapeva che la bambina era comparsa sul ciglio della strada e nessuno l aveva presa con sé.
Non aveva avuto né aiuto né amore. Urlò di dolore e di dispiacere, ma la voce le si spezzò in gola per i singhiozzi. Cercò di ritornare in sé. La sua piccolina era cresciuta e diventata una donna fantastica. Ed era ritornata a salvarla. Doveva essere felice. Non c’ era più alcun motivo per non esserlo. Alzò lo sguardo. James la stava abbracciando dolcemente ma non la guardava. Aveva gli occhi lucidi ( aveva pianto? ), la bocca aperta e un espressione di totale stupore dipinta sul volto mentre fissava qualcosa alle sue spalle. Qualcosa o qualcuno. Biancaneve si voltò: a pochi passi di distanza da loro c’era Emma. Teneva Henry per mano ed era stravolta. Sorrideva ma il suo volto era arrossato e rigato dalle lacrime. La ragazza fece un passo in avanti. Stava per farne un secondo e un terzo quando Mary Margaret le corse in contro e le gettò le braccia al collo. Stavano piangendo entrambe.
Rimasero così per quelle che sembrarono delle ore. Ad un tratto Biancaneve si spostò, mise una mano sulla guancia della figlia e le sorrise.
- Sei tornata a salvarci – singhiozzò.
- Mi sei mancata – le rispose la ragazza.
Si riabbracciarono ed Emma guardò oltre le spalle di sua madre. Il principe era lì in piedi e piangeva anche lui, sopraffatto dalle emozioni.
- David … Io… - non sapeva cosa dirgli.
- Ciao Emma – mormorò lui.
 Fece un passo avanti e andò ad abbracciare le sue ragazze.
Parecchio tempo dopo Emma si ricordò di suo figlio.
- Henry! -
Biancaneve sembrava appena uscita da un sogno.
In quel momento realizzò che il bambino era suo nipote.
Era nonna! Scoppiò di nuovo in lacrime.
- Troppe emozioni per me oggi - disse accennando un sorriso. Nonna e nipote si abbracciarono.
- E adesso, Henry? Che cosa dobbiamo fare?-
- Semplice, portare avanti l’Operazione Cobra. Non tutti hanno già riavuto il  lieto fine come noi. Dobbiamo cercare Tremotino. Lui saprà come aiutarci -
Si guardarono negli occhi. Cosa potevano fare? Era solo questione di tempo prima che Regina ritornasse. E che provasse a riprendersi Henry. Dovevano agire. E in fretta.
- Va bene, ragazzino, facci strada -