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Autore: Martina Sama    04/01/2007    11 recensioni
-Siamo Nessuno, perché dovremmo provare qualcosa?-E’ vero, i Nessuno non hanno sentimenti, poiché non hanno un cuore dove essi possano albergare. Eppure non poteva essere che il suo amore per Roxas fosse una menzogna, non poteva accettarlo.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Let’s meet again in the next life

La pioggia cadeva fitta nel mondo dei Nessuno. Ormai da tempo essa non cessava di scrosciare in quel luogo dimenticato; gli unici segni di vita erano le ombre della notte che perennemente avvolgevano quei luoghi.

Una figura ammantata camminava a passo deciso per una strada deserta, sfidando le raffiche impetuose di vento e acqua; un cappuccio gli copriva il viso: solo due ciocche bionde si potevano intravedere, cadenti sul suo viso.

-Hei ragazzino, avevi intenzione di andartene senza salutare?

Un’ altra sagoma si stagliava nella pioggia, sbucata fuori da un vicolo abbandonato; il viso coperto dal medesimo copricapo, un sorrisetto beffardo sotto due lacrime tatuate sulle guance. L’ altro fermò la sua avanzata, senza voltarsi verso colui il quale aveva proferito parola.

-Perdonami, ma non posso più restare…

-Perché?

Il rosso aveva cambiato registro. Dalla sua voce, ora, traspariva rabbia, rabbia verso quella persona che, credeva, non lo avrebbe abbandonato a se stesso. Il sorriso aveva lasciato il posto ad una smorfia di dolore, le labbra serrate, in attesa di una risposta che non avrebbe mai potuto accettare.

-Io voglio capire, Axel…capire il motivo per cui noi non possiamo essere completi…

-Lo sai che non è così…

-Siamo Nessuno, perché dovremmo provare qualcosa?

-Io…non lo so…

-C’ è stato un tempo in cui entrambi provavamo sentimenti. Io li rivoglio indietro…

La voce del biondo si era leggermente incrinata, il capo era basso sul petto, le braccia abbandonate lungo i fianchi. In fondo, cosa c’ era di sbagliato in quello che faceva? Cercare di tornare normali…era, questo, un peccato? Pretendere ciò che gli spettava come essere umano…era, questo, un errore?

-Non andare, Roxas…

-Ma Axel, perché ti rifiuti di capire? La pioggia che scorre sul mio viso è fredda, ma non posso percepirlo; il fuoco brucia, ma non ce ne accorgiamo, e poi l’ amo…

-Adesso mi stai facendo decisamente incazzare: non è un sentimento anche questo?

-E’ solo il ricordo di una vita che non ti appartiene più…

Il rosso era rimasto interdetto. Possibile che loro stessero conducendo una vita così vuota e priva di senso? Tutto quello che credeva di provare era una menzogna: la stessa rabbia del momento non era altro che la reminescenza di un passato lontano e dimenticato. Eppure non poteva essere che…

Se ne stava andando. L’ aria fredda faceva danzare il suo cappotto nella pioggia, i ciuffi biondi accostati sull’ orecchio destro.

Se ne stava andando: non poteva permetterlo.

Axel digrignò i denti, urlò più forte che potè, nonostante la sua voce venne ben presto soffocata dallo scroscio incessante. Nelle sue mani apparvero i chakram; si lanciò contro la figura che gli dava le spalle: non lo avrebbe lasciato andare.

Roxas si fermò; sospirò, prima di sfoderare i suoi Keyblade. Ruotò il bacino, incrociando le armi e parando l’ attacco dell’ amico. Erano in una situazione di stallo, semplicemente si fissavano. Una folata di vento sfilò loro i cappucci dal viso.

-Roxas, perché piangi?

-E’ solo pioggia…

I muscoli delle braccia erano tesi, il respiro corto; i loro occhi cristallini erano fissi gli uni negli altri, i capelli fluttuavano nel vento tempestoso.

-Proprio non vuoi sentire ragioni, questa volta, vero biondino?

-…

-Che idiota che sei…

Cedettero.

Inutile mandare avanti uno spettacolo insensato. Entrambi lasciarono cadere le armi a terra, facendo riposare le braccia, riprendendo a respirare normalmente.

-Almeno, però, potevi venire a dirmi addio.

Erano l’uno di fronte all’ altro. Roxas aveva lo sguardo basso.

Il rosso prese il viso del biondo tra le sue mani, lo guardò dritto negli occhi, in quelle porte verso il paradiso. Si avvicinò di più; ormai poteva sentire il suo respiro sulla pelle. Schiuse le labbra, per poggiarle su quelle di Roxas. Quel contatto, quanto tempo lo aveva desiderato.

Approfondirono il bacio; ora le loro bocche si muovevano in sintonia, le mani si intrecciavano in giochi sempre più stuzzicanti, i loro corpi, privi dei cappotti dell’ Organizzazione, si erano ormai abbandonati alla lussuria.

Eppure non poteva essere che…

La pioggia cadeva fitta nel mondo dei Nessuno. Ormai da tempo essa non cessava di scrosciare in quel luogo dimenticato; gli unici segni di vita erano due figure, stese a terra. I corpi affaticati erano battuti da acqua e vento, i capelli incollati al viso dei due.

Axel era perso nei suoi pensieri. Ne era convinto, ora più che mai.

La passione, l’ eccitazione, il piacere: lui li aveva provati, in quei momenti; quei sentimenti li aveva sentiti suoi. Aveva visto la malinconia negli occhi di Roxas, e aveva percepito il calore di quella pelle pallida come i raggi della luna, che da tempo aveva smesso di brillare in quel cielo terso.

Siamo Nessuno, perché dovremmo essere completi? Perché dovremmo provare qualcosa?

E’ vero, i nessuno non hanno sentimenti, poiché non hanno un cuore dove essi possano albergare.

Eppure non poteva essere che il suo amore per Roxas fosse una menzogna, non poteva accettarlo.

-Axel…

-Dimmi.

-…devo andare…

Tornò alla realtà; osservò il biondino, gli carezzò dolcemente una guancia, sorrise.

Si sollevarono entrambi da terra, rivestendosi con le loro divise.

Questa volta non lo avrebbe fermato: questa volta sapeva di amarlo.

-Io mi riprenderò ciò che mi appartiene, e lo farò anche per te.

-Lo so…

Roxas raccolse i suoi Keyblade e cominciò ad allontanarsi, lo sguardo fisso in un punto indeterminato avanti a sé. Era un Nessuno, ma avrebbe provato dolore, dovendo rivedere ancora quegli occhi smeraldini, lo sapeva.

-Ci rivedremo nella prossima vita, Axel…

Non si voltò, ma continuò ad avanzare, fino a che non venne inghiottito dalle tenebre di quella notte perpetua.

Axel era immobile, gli occhi volti nel punto in cui il biondo era scomparso. Un’ unica lacrima rotolò giù dalla sua guancia, perdendosi in quel mare di pioggia che lo avvolgeva.

-Si, nella prossima vita noi saremo insieme…

Sono un tipo strano! Sono passata dalla parodia alla malinconia!! Spero che questo repentino cambiamento non vi abbia scombussolati più di tanto, anzi mi auguro che possiate apprezzarlo. Pensate che questa storia è nata come fumetto yaoi (che, chiaramente, per pigrizia non ho ancora finito!!...mi manca solo la fine…Sob…)Ringrazio in anticipo coloro i quali (forse) recensiranno…grazie mille!!! Ma soprattutto…AKUROKU 4 EVER!!!!

Bie Bie!!!

P.S: Di tanto in tanto andate a controllare il mio account…chissà che potreste trovarci un’ altra fic un po’…imbecille…(in questa frase è nascosto un indizio al titolo della fic…hi hi hi…)Bie!

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