Fanfic su artisti musicali > Good Charlotte
Ricorda la storia  |      
Autore: Scarlet Angel    04/01/2007    7 recensioni
Benji Madden ritorna a casa. La casa dove è nato. E si prepara per un viaggio nei suoi ricordi d'infanzia...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Casa

 

Allora, piccola precisazione. Tutti i personaggi che compaiono in questa storia appartengono a loro stessi. Non penso vi sia nulla di vero in ciò che ho scritto, ho solo provato ad immaginare scene di vita dei gemelli da bambini. Per adesso vi lascio questo scritto senza pretese. Sarei molto felice se alla fine della lettura mi lasciaste una recensioncina piccola piccola.

 

 

 

Casa.

Dolce casa.

Quella cittadina del Maryland era la sua vera casa e lui ne andava fiero.

Dopo ore e ore di macchina era finalmente arrivato a Waldorf.

Aveva appena compiuto quella che si poteva definire una fuga in piena regola. Si era stufato di stare a New York a guardare suo fratello tubare con la sua bionda ragazza, ascoltare le pene della macchina di Paul e sorbirsi gli sbalzi d’umore  di Billy che era agitato per la ragazza incinta. Così aveva fatto bagagli e si era tuffato in kilometri d’asfalto rovente sotto il sole di luglio per tornare a casa.

Pensò di essere stressato e di essersi meritato di staccare la spina, anche senza aver avvertito nessuno. Tanto le probabilità che il suo coinquilino-fratello gemello si fosse accorto della sua mancanza erano pari a zero, impegnato com’era a  sbaciucchiarsi la morosa. Idem per gli altri. E la vera bellezza e che neanche mammà c’era, in vacanza a Los Angeles.

Insomma, un bel viaggio nel passato senza nessuno che disturbasse.

La prima tappa fu la vecchia casa dove i quattro pargoli Madden erano cresciuti in allegria…hem, caos totale. E ridacchiando ricordò quanto lui e Joel NON avessero niente a che fare con questo…

Erano stati costretti a vendere l’abitazione quando il padre li aveva abbandonati ma coi soldi della fama era tornata di loro proprietà. Piena di ricordi.

Entrò e si lasciò cadere sul divano, pronto a permettere ai ricordi di uscire dal loro recesso della memoria e  rivivere nella sua mente come sogni ad occhi aperti.

Era sabato mattina. Una semplice constatazione traducibile in: per due giorni niente asilo.

Questo pensiero convinse il piccolo Benji a saltar giù dal letto a castello e a svegliare il fratello gemello che dormiva placidamente.

-Joel! Non hai ancora smesso di succhiarti il pollice? Guarda che hai quasi sei anni!-

Il diretto interessato aprì un occhio, si tolse il dito dalla bocca e, appurato che non fosse successo niente, si girò dall’altra parte.

Il maggiore sbuffò spazientito. Ma era possibile che non gli interessasse passare giocando a modo loro i due giorni senza la signorina McKickson? La signorina McKicson  non era altro che, secondo l’autorevole parere di Benj, una delle streghe delle favole che, scacciata dal proprio castello, aveva deciso di venire a Waldorf a punire i bambini. In fin dei conti lui e il fratello cosa facevano di male?  Che bisogno c’era di metterli in punizione quella volta che avevano preso quel povero ragnetto spaventato e lo avevano nascosto nello zainetto della sorellina per portarlo a casa? o quella volta che, giocando coi lombrichi, questi erano caduti nel piatto di quella smorfiosa di Samantha? O quella volta che giocando a nascondino  si erano nascosti nella caldaia e avevano dovuto cercarli per tutto il pomeriggio? Insomma questa ingiusta strega non la sopportava proprio e aveva proprio voglia di esplorare un po’ il giardino senza paura di sentire gli strilli del mostro.

-Dai Joel che ho fame. La mamma sta facendo le frittelle.-

Alla parola frittelle il bambino si  precipitò fuori dal letto correndo giù per le scale.

Al piano di sotto una donna stava fischiettando mentre armeggiava con le padelle, un uomo seduto a capotavola sfogliava il giornale e un bambino di qualche anno più grande degli altri due si stava allacciando le tennis.

Annunciati da urli e versi i gemelli comparvero coi capelli scompigliai e i piedini nudi.

-Buongiorno piccole pesti. Dormito bene? Su a tavola che ci sono le frittelle.-

I due senza farsi pregare si buttarono sul piatto, litigando per la frittella più grande e per la marmellata.

-Basta!- tuonò la voce del grande capo Roger Combs.

-Cia0 mamma io vado.-

-Aspetta Josh, dai questo ad Adrienne e ringraziala che ti tiene l’ì anche oggi. E mi raccomando fa il bravo. – ordinò la madre porgendogli una torta e  sistemandogli la felpa.

-Possiamo anae ache oi?- urlarono all’unisono le piccole pesti con la bocca piena.

-Di mocciosi non ne vogliamo- protestò Josh.

-Josh!  Non potete perché oggi dovete andare in un posto con papà. Quando avete finito correte a vestirvi. E lei signorino Combs, dove pensa di andare? Io e lei dovremmo parlare.-

I bambini si lanciarono spintonandosi su per le scale, sghignazzando alla faccia terrorizzata del fratello.

In men che non si dica furono pronti e salirono impazienti sulla macchina del padre.

-Dove andiamo’- chiese emozionato Joel.

-È una sorpresa!fra un po’ compite gli anni e dobbiamo scegliere un bel regalo, no?- rispose ammiccando l’uomo.

Si fermarono ad un negozio di biciclette.

Da tempo tentavano di rubare la vecchia bici di Josh, pensando che fosse bellissima. E ora ne avrebbe avuta una tutta sua?

Si guardò intorno finchè non la vide. Bella, grande, rossa fiammante e con il campanello. La bici dei suoi sogni.

Benji corse dal padre tirandogli la manica:

-posso prendere quella?- domandò indicandogliela.

Roger sorrise e poi replicò dolcemente:

-Sei troppo piccolo. Quella è per ragazzi di quattordici anni. Cercane una che vada bene per te.-

Quel giorno tornarono a casa con due biciclettine blu. Joel non stava più nella pelle dalla felicità e corse dalla madre ringraziandola. Ma Benji non era soddisfatto e la donna se ne accorse.

-Va tutto bene?-

-Si-

-Non sei contento?-

-Ecco..io volevo quella rossa. Ma papà dice che sono troppo piccolo-confessò timidamente con una uffa aria imbronciata sul visino.

-Vedrai che quando crescerai la potrai prendere.-

E per due mesi, ogni volta che passava di lì rimirava con aria sognante la bici rossa. Quando l’avevano venduta se n’era apparentemente dimenticato, mettendola in realtà come super mezzo di trasporto in ognuna delle avventure di superBenji, finché non fu cresciuto.

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Good Charlotte / Vai alla pagina dell'autore: Scarlet Angel