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Autore: Marti Chan    18/06/2012    2 recensioni
Tratto dal prologo: La ragazza si fermò in mezzo alla strada e, poco titubante, si voltò verso il cancello d’acciaio. Tra tutte le scuole del Giappone, questa era ritenuta tra le migliori. Ma per Risa una scuola vale l’altra, l’importante che c’era la sua migliore amica Nobuko; era molto più bassa di lei, capelli castani chiari e occhi dello stesso colore dei capelli. Una ragazza molto seria e fine, l’opposto di Risa Koizumi.
-Sono Atsushi Otani, ti ricordi di me?-
In quel momento, Risa non sapevo che cosa dire: era molto cambiato Otani era...era... più uomo (A parte la statura). Non si immaginava che il ragazzo più basso si ricordasse di lei...Insomma erano passati 4 anni e aveva ricordi sbiaditi su di lui.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ritrovarsi ancora insieme.

Prologo: Incontro inaspettato per Risa Koizumi.

La ragazza si fermò in mezzo alla strada e, poco titubante, si voltò verso il cancello d’acciaio. Tra tutte le scuole del Giappone, questa era ritenuta tra le migliori. Ma per Risa una scuola vale l’altra, l’importante che c’era la sua migliore amica Nobuko; era molto più bassa di lei, capelli castano chiaro e occhi dello stesso colore. Una ragazza molto seria e fine, l’opposto di Risa Koizumi. Questo è il nome della ragazza “giraffa” o “gigante” si perché lei era alta 1,70 cm; era chiamata con quei nomignoli da alcuni dei suoi amici(a volte anche dalle persone che incontrava, casualmente, per strada)e questo lo detestava moltissimo. Fin dalle elementari era più alta della norma, infatti tutti i bambini della sua età rideva del suo “scherzo della natura”. Si può definire “scherzo della natura”? Risa Koizumi lo definisce proprio così. Soltanto Otani, il bambino più basso della classe delle elementari non la prendeva in giro; forse perché anche lui condivideva lo stesso problema della ragazza e probabilmente poteva immaginare come si sentiva Risa. Non si seppe più nulla del piccolo Otani, frequentavano scuole diverse e non ebbero più modo di contattarsi, che peccato eppure potevano diventare grandi amici. La ragazza si tormentò una ciocca dei suoi meravigliosi capelli e sospirò:

-Nobuko, io ho sonno- pronunciò con voce ancora impastata dal sonno.

-Come sei impaziente Risa, manca pochissimo- si voltò l’amica verso Risa e le fece un sorriso rassicurante, appoggiandole una mano sulla spalla.

-Eh va bene- sbuffò seccata, appoggiandosi sul muretto della scuola.

Per forza doveva essere la scuola tra le migliori del Giappone: aveva una struttura molto moderna e colorata, attorno alla scuola c’erano molti alberi tra cui quelli di ciliegio e questi emanavano un profumo molto rilassante soprattutto per Risa che era una ragazza molto tesa. Nobuko le aveva già annunciato che avrebbe frequentato il liceo Maido, Risa era un po’ incerta, però quando lesse tutte le informazioni  dal  sito della scuola, doveva ammettere che dalla descrizione e dalle foto sembrava di essere una scuola molto interessante! Alla fine decise di iscriversi insieme all’amica e adesso eccola lì ad aspettare che quei maledetti cancelli si aprissero.

-Nooooo! Adesso basta- disse una Risa mooolto isterica –Vado a sfondare il cancello con le mie stesse mani- iniziò a muoversi verso il cancello con passi molto pesanti.

-TU NON VAI DA NESSUNA PARTE!-  La prese per mano l’amica cercando di fermarla.

-Risa?- disse una voce maschile dietro di loro.

Risa sentendo qualcuno pronunciare il suo nome si girò insieme a Nobuko: videro due ragazzi, il primo era molto basso un po’ imbarazzato ma sorridente, l’altro a differenza del primo era alto quanto Risa.

-E tu chi saresti?-

-Sono Atsushi Otani, ti ricordi di me?-

In quel momento, Risa non sapevo che cosa dire: era molto cambiato Otani era...era... più uomo (A parte la statura). Non si immaginava che il ragazzo più basso si ricordasse di lei...Insomma erano passati 4 anni e aveva ricordi sbiaditi su di lui.

-Ma certo che mi ricordo di te, Ottonani- Sorrise la ragazza in modo scherzoso.

  
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