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Autore: svetanda    19/06/2012    2 recensioni
Questa è la storia di due ragazze inglesi: Helena Smith e Susan Jones. Le due all'inizio diventano amiche molto intime, ma con il tempo questo rapporto diventerà sempre più intenso fino a trasformarsi in amore.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Salve a tutti~!
Allora, ci tengo a dire che questa è la primissima ff che pubblico - ne ho scritto altre ma non ho avuto mai il corraggio di pubblicarle, lol. Questa è l'inizio di una serie di capitoli che ho intenzione di scrivere e che ho in mente da circa Ottobre, mi sembra. Poi, essendo io una principiante alle prime armi con tutto ciò che riguarda le ff, ci terrei ad avere dei giudizi su come è stato scritto tutto e magari un po' di dritte per migliorare, sì. Poi, preciso che il mio Word è smonchio e non sa mettere quella robaccia per correggere, urgh, quindi non so che diavolo c’è qua sotto. Spero vi piaccia, yep...
- Stal Ker. ~

 

Nice to meet you.




Era una nuvolosa giornata di Settembre, il cielo era per la maggior parte oscurato e la terra era ricoperta da un leggero strato di foglie cadute che davano un po’ di colore all’asfalto grigio e monotono.
Dopo il trasferimento nella città di Manchester, quello era il secondo giorno di scuola per Helena. I suoi lunghi capelli neri e lisci svolazzavano nell’aria mentre pedalava la bicicletta verso l’istituto, con aria pensante e un po’ scettica. Aveva abbastanza paura, sì, anche se il primo giorno non è poi stato così... traumatizzante. A York, la sua città d’origine, non aveva molti amici perché tendeva a essere una persona un po’ solitaria, ma almeno si trovava bene. Forse la persona che le mancava di più era la sua migliore amica, con la quale ormai passava moltissimo tempo in chat a parlare, ma per ora aveva in mente di trovarsi dei nuovi amici. Questa, però, era una delle cose più difficili da fare, secondo lei, data la sua timidezza e la sua poca voglia di socializzare. Qui, poi, era tutto nuovo e non riusciva quasi a orientarsi, ma fortunatamente alla fine riuscì a trovare la strada giusta.
Era quasi la fine del mese e ormai la scuola era iniziata da poche settimane, ma lei era stata ammessa in ritardo perché i suoi genitori si dovevano mettere apposto con il lavoro e con la nuova casa.
Riuscì a ritrovare la propria classe e, ovviamente, anche il proprio posto. Era in fondo alla classe, luogo abbastanza insolito per le persone tranquille, ma i professori avevano deciso di farla stare lì. Il primo giorno non le era sembrato nulla di speciale: professori gentili, compagni che l’hanno ignorata, scuola noiosa... Cose che si ritrovano dappertutto, no? Be’, è il secondo giorno che ha fatto la differenza, il vero inizio dell’avventura, così per dire, di Helena.

Erano le nove e un quarto e la lezione era iniziata da circa quindici minuti e Helen si stava tranquillamente pulendo gli occhiali, quando all’improvviso la porta dell’aula si aprì.
« Buongiorno, signorina Jones » disse il professore senza nemmeno degnare di uno sguardo la ragazza alla porta, sapendo già, in qualche modo, che fosse lei. « Sei in anticipo. »
« Mi scusi, ho avuto un contrattempo » disse con un tono di voce abbastanza alto la ragazza che in quell’istante si diresse verso un banco vuoto, guarda caso proprio quello vicino a Helena. « Oh, una nuova vittima? » disse rivolgendosi alla ragazza, la quale, presa alla sprovvista, fece quasi cadere gli occhiali che stava pulendo.
« Ma che fai? Stai cercando già di contagiarmela? » disse l’insegnante che alzò di scatto la testa, fissandola.
« Hey! So bene che non sono una brava ragazza, però non penso di avere un virus addosso! » disse lei, ricambiando lo sguardo e spostandosi una ciocca dei biondi capelli che prima le coprivano parte del viso.
« Fa’ silenzio » esclamò il professore. « Adesso vorrei riprendere la lezione. »
La ragazza poggiò sul banco la propria borsa sulla quale c’era scritto in grande il suo nome, Susan, che secondo Helena era molto grazioso e carino. Aveva un'aria ribelle, una che faceva di tutto per farsi notare dagli altri e per essere al centro dell’attenzione.

La giornata passò abbastanza velocemente, a differenza di una giornata normale di scuola, forse perché Helena, al posto di stare attenta alle lezioni, era più impegnata a disegnare e a disegnare, cosa che adorava e che le usciva abbastanza bene. Si sentiva, però, un po’ in soggezione, come se qualcuno la stesse tenendo d’occhio, cosa che la faceva stare un po’ in ansia.
Disegnò così tanto che ad un certo punto, un po’ prima della fine dell’ultima ora, aveva, diciamo, sprecato tutta l’ispirazione e non aveva più voglia di toccare foglio. Il suono della campanella interruppe il silenzio di tomba che c’era nell’aula. Helen stava rimettendo apposto le carte piene dei suoi disegni, ma non si rese conto che si stava già facendo tardi e nella classe rimase solo lei, il professore e Susan. Strana coincidenza, si può dire.
Si ritrovò la bionda vicino, con un sorriso smagliante grande da un orecchio all’altro e con gli occhi di un lucente color smeraldo puntati sui vari fogli sparsi sul banco.
« Che belli! Sei bravissima! » esclamò Susan prendendone uno in mano.
« Davvero? Be’... Grazie, sì. » disse un po’ titubante Helena, arrossendo appena. Era raro che qualcuno considerasse i suoi disegni e, soprattutto, che le facessero dei complimenti.
« Di nulla. Vuoi che ti aiuti a metterli apposto? » chiese gentilmente la bionda.
« No no, grazie! Faccio da sola... » rispose Helena abbozzando appena un sorriso.
« Ok! Ah, comunque, com’è che ti chiami? Ho la memoria corta, scusa. »
« Helena. Helena Smith. »
  
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