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Autore: makeDreamlast    19/06/2012    1 recensioni
Lo sapevo.
Sapevo che sarebbe successo un'altra volta.
E che questa volta non sarebbe andata come la precedente.
Quanto tempo era passato?
Ah si. Esattamente un anno.
Un anno senza più lui.
Quel giorno era anche il mio ventesimo compleanno.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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***

 

Stavo seduta sul mio letto, con la sua foto tra le mani. Era metà mattinata. Ero già vestita...In nero. Mancava poco.
Quando bussarono alla porta.
Di soprassalto mi voltai a guardarla, chiusa, e capii che il momento era arrivato.
T "Mony..Sono io..Posso?"
I "Si, entra...E' aperto."
Mentre Tom apriva la porta, mi girai a fissare fuori dalla finestra. La giornata era serena, ma il sole ancora debole. Debole come gli ultimi battiti del suo cuore. In fondo eravamo ancora solo a marzo.
Mi rigirai solamente quando sentii Tom sedersi accanto a me.
T "Come stai?"
I "Bene.." mentivo.
T "Non devi mentirmi, lo sai.." Aveva capito che non stavo bene, ma decise di non insistere "...Questo è per te!" mi porse un pacchetto tutto rosa con il nastro argento.
I "Cos'è?"
T "Aprilo.."
Era piccolissimo, tanto che lo aprii subito. Tenevo in mano una semplice scatoletta scura con tanti brillantini.
I "Tom, non..."
T "Apri!!" aprii la piccola scatoletta. Dentro c'era una catenina con un cuore spezzato a metà. Su una parte era incisa la lettera M, sull'altra una B.
I "Tom...che cosa? Che cos'è?"
T "Avrebbe voluto regalartela lui...Ma non ha potuto. Così, l'ho fatto io.."
Lentamente una lacrima rigava il mio viso.
I "Tom perchè lo hai fatto?" un'altra lacrima rigò l'altra guancia.
T "Tesoro..Perchè lui...Vive ancora!"
A quelle parole non potei più resistere. Scendevano le lacrime una dopo l'altra, senza singhiozzi, solo grandi gocce che bagnavano la pelle e i miei vestiti.
I "Mi manca così tanto!"
T "Manca a tutti.." mi cinse le spalle in un forte abbraccio. "Dai, ora andiamo o faremo tardi." lo disse con la stessa angelicità del fratello. Mi lasciò dalla stretta, si alzò e mi porse la mano per alzarmi. Mentre uscivamo dalla stanza mi cinse nuovamente le spalle.

Tom era cambiato.
Sia fuori, che dentro.
Non portava più quei vestiti di tre taglie più grandi. Vestiva semplici jeans, a volte poco decorati e altre no, t-shirt o maglioncini...In certi casi, come in questo, portava anche le camice. Aveva deciso di cambiare l'aspetto dei suoi capelli. Si era tagliato i rasta, lasciandoli crescere in un caschetto che semicopriva le orecchie. Da quel giorno non li tinse più. Rimasero di un color biondo cenere. Da quel giorno cambiò completamente per iniziare una nuova vita....Senza la sua metà.
C'erano ormai tutti: Simone, Gordon, Gustav e Georg, i parenti e anche gli amici. Mi salutarono, ognuno di essi con un caloroso abbraccio. Sentivo gli occhi sempre più gonfi di lacrime.
"Mamma!!" tra tutte, riecheggiò la voce di una bambina. Lei, la mia piccola, quella che ancora mi dava la forza di andare avanti. Ormai aveva un anno e mezzo e non avevo la ben che minima idea di come sarebbe cresciuta.
Mi avvicinai ad Andreas e appena potè, Anastasia mi buttò le braccia attorno al collo, io la strinsi per prenderla in braccio. Gli assomigliava così tanto, era esile proprio come lui. Il taglio degli occhi era il suo, quello del padre. Capelli chiari come i suoi. Il naso era il mio. Speravo solo che caratterialmente non sarebbe diventata come me. Mai avrei sopportato di vederla triste per la mancata figura paterna.
Rimase in braccio a me anche durante il viaggio in macchina di Tom.
Arrivammo al cimitero.
Il grande cancello nero era già aperto. Entrando, l'unica cosa che si poteva vedere era un immenso prato verde con tante piccole lapidi in cemento. Fui percorsa da un brivido, partito dal cervello e arrivato fino ai piedi.
In gruppo ci avviammo più lontani dal cancello. C'erano tanti nomi di adulti, anziani, ragazzi e....bambini. Il vento si stava alzando, tanto che i brividi divennero sempre più frequenti.
Da lontano, all'improvviso, riuscii a vedere un altro gruppo di persone. Erano vestite con lunghe tuniche bianche, tutte intorno ad una lapide. Quella lapide.
I preti. Ci salutarono appena arrivati, per poi ad uno ad uno salutare anche lui. Piantato nella terra un blocco di cemento, sopra la sua foto. Quella foto che nessuno aveva. Con quel sorriso, così sereno. Era l'ultima foto scattata. Sotto, piccole lettere in oro erano incise...Incancellabili.
Bill Kaulitz, 1989-2012
Ci posizionammo poi tutti in un cerchio. Da lì tutto si fermò. Tornai così nel passato.
Cinque anni fa.
La prima volta che ti vidi...Eri in tv.
Poi qualcosa iniziò a cambiare. Ti amavo sempre più, o così almeno credevo. Dopo averti visto la prima volta dal vivo, dopo quel tuo saluto...Iniziai a crederci. Credere che un giorno i miei sogni si sarebbero avverati.
E quel concerto, con la mia migliore amica. Quante emozioni tutte in una volta mi hai fatto provare? E quante altre volte ti ringraziai senza che tu lo sapessi.
I miei sentimenti per te crescevano. Crescevano mano a mano che i giorni passavano.
Finalmente quel concerto tanto atteso. Quello che cambiò tutto.
Avevo appena sedici anni.
L'attesa fu tanta, ma i risultati efficaci. I tuoi saluti, i sorrisi. E poi quella canzone. Don't jump. La tua mano che si allunga verso di me, la mia verso di te...Fino a sfiorarsi.
Quando mi hai indicata per salire sul palco con te e io senza pensarci due volte ti ho raggiunto. Le nostre voci si mescolavano. Il tuo corpo era accanto al mio. Il tuo braccio mi stringeva forte. E fuori dal palazzetto, quando ti fermai e in lacrime ti chiesi un autografo. Dopo avermi salutata, te ne andasti.
Improvvisamente qualcosa andò male.
Quella notizia. Quella notizia che cambiò tante, troppe cose.
Tu. In ospedale. Tu. Malato. Tu che stavi male e io che non potevo fare nulla. Impotente davanti a questa cosa, mi rimaneva solo da sperare. Sperare che la tua voce tornasse e che fosse più bella che mai. Intanto piangevo. Stavi male tu, stavo male io.
Un'altra notizia. E una foto.
Sei guarito. E sei più in forma che mai.

....Non chiusi la mia mente nemmeno per un attimo....Continuai a pensare...
Quanto altro tempo sarebbe dovuto passare per poterti incontrare di nuovo?
I cambiamenti erano sempre più vicini, e io li sentivo.
Sentivo te, vicino.
E ancora speravo.
Tutto quel dolore a qualcosa servì.
Il trasferimento in Germania.
E loro, le nuove amiche, che mi portarono a te grazie alla loro musica.
Non potevo crederci. Non eri tu. Non eri vero.
Eppure iniziammo in qualche modo a frequentarci.
Tutto iniziò quel giorno: la partenza per il tour.
Prima una carezza, poi un bacio...E tanti altri ancora.
Le litigate. Che servirono a farci crescere.
A farci unire.
Quei mesi in giro per l'Europa, con te.
Con te crebbi. Non sono più una bambina grazie a te.
E le emozioni. Quelle forti emozioni che provavo quando eri accanto a me.
Quando la tua voce accarezzava le mie orecchie.
Quando le tue mani sfioravano il mio corpo.
E quando le tue labbra desideravano le mie.
Il nostro tatuaggio.
In quel momento mi misi la mano sopra all'anca, sfiorando la piccola stella.
E i regali.
Poi ancora una litigata.
Pensavo che non ne saremmo mai usciti.
E infine la vacanza che cambiò tutto.
I nostri baci sulla spiaggia, al tramonto.
E ancora quelle emozioni...Come se fosse la prima volta.
La notizia che rese felici entrambi.
Anastasia.
Eravamo felici, tutti e tre.
Eravamo felici nella nostra casa.
Nel nostro mondo.
Nel nostro sogno. Che ora non c'è più.
E ancora una volta, qualcosa dovette andare male.
Ancora una volta quella tua voce.
Quella tua voce che ti faceva male.
Quella tua voce che ora....Non sentiremo più.
E l'ultima, straziante notizia dei dottori.
Non ce l'ha fatta.
Un urlo, lontano da tua figlia. Lontano dal mondo.
E le lacrime. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che mi avevi fatta piangere?
Questa volta qualcosa andò male. E non ci fu più tempo per riparare quell'errore.
La tua assenza è incolmabile.
Non sentire più la tua voce.
Le tue risate.
I tuoi pianti.
E il tuo calore che mi riscalda nelle notti più fredde.
E' tutto vuoto, qui, senza te.


Mi resi conto delle lacrime che ancora una volta rigavano il mio viso solo quando terminai quei pensieri.
Solo quando alzai lo sguardo verso il prete che benediva quella che fin'ora, e che in eterno, sarebbe stata la mia unica ragione di vita.
Mi girai poi verso Tom, di fianco a me.
Oh Tom...Ti stai prendendo cura di lei da un anno. Come fosse tua figlia.
Perchè....Perchè non possiamo provarci?
No, sarebbe contro natura.
Eppure so che tu per lei saresti perfetto.
So che lei, con te, potrà crescere bene. Potrà essere felice.
Dovrai solo diventare suo padre.

Ripercorsi tutta la mia vita in un batter d'occhio. Tanto che la Messa finì immediatamente.
Tutti salutarono di nuovo Bill.
Io fui l'ultima.
Li lasciai andar via. Volevo stare da sola....Da sola con lui.
"Ciao Bill..
Oggi è un anno esatto. Sai, ci manchi tanto. Manchi a tutti.
Si sente la tua mancanza in casa.
Ma penso che ormai tutti i miei pensieri li sai già.
Sai, ancora posso sentirti accanto a me alla notte. E questo, forse, mi da più forza.
Ma ultimamente...Ci sono pensieri che non mi piacciono. Che non vorrei dirti per non farti soffrire anche lassù.
Eppure sono obbligata a farlo. Mi sentirei in colpa.
Anastasia è ancora piccola. Non sa praticamente nulla. Perciò voglio cercare di rimediare ora, prima che sia troppo tardi.
Non immagini nemmeno quanto possa farmi male prendere questa decisione, e quanto altrettanto male farò a te.
Ma voglio pensare anche al futuro della nostra piccola.
Voglio che Tom sia suo padre.
Siete così uguali.
Mi odierai per quello che ti sto dicendo. E forse nemmeno mi perdonerai.
Ma sappi che per me, tu sarai sempre suo padre. Sarai per sempre l'uomo che ha cambiato la mia vita.
Ti prego Bill, perdonami. Lo sto facendo solo per Anastasia. Non sopporterei di vederla crescere infelice.
Spero capirai.
Ti amo amore mio."
Mi avvicinai baciando la sua foto. Mi girai poi per alzarmi.
Rimasi spiazzata.
Dietro di me c'era lui, con ancora la bambina in braccio.
I "Tom...."
T "Ho...Ho sentito tutto..." il suo viso mostrava lievi segni di lacrime appena scese.
I "Dio Tom, ti prego perdonami. Non so cosa mi sia passato per la testa! Forse è un'idea così stupida.." cominciai a piangere anche io.
T "ssh.." si avvicinò a me. "Tranquilla...E' per lei, lo so. A lei ci tengo, e forse riuscirò a superare il trauma di chiamarla figlia invece che nipote.."
I "ho paura che tu ti senta in colpa..."
T "no, non mi sentirò in colpa. Sai, anche Bill vorrebbe che sua figlia sia felice. E se questo è l'unico modo che abbiamo...Lui capirà."
I "Tom...io...non so come ringraziarti!!"
Si avvicinò ancor più, mi posò il pollice sullo zigomo asciugandolo da gocce salate, poi mi abbracciò.
T "Mi manca tanto...E' così brutto vivere senza di lui..Non pensavo potesse accadere...Non ora! Era troppo presto. Non se lo meritava!"
I "Tom..Nessuno può decidere queste cose.." dissi singhiozzando "..Tom, lui non vorrebbe vederti così..Pensa che ora ci sta guardando e cosa vede? Noi che piangiamo..Starà piangendo anche lui...E invece no! Lui deve essere felice...Aiutiamolo ad essere felice, Tom!!"
T "è difficile....era l'unica persona che mi capiva veramente!!"
I "e ancora lo farà...in eterno!"
Non ebbe più la forza di aggungere parole. Solo lacrime. Lacrime e singhiozzi. Accompagnati infine da un bacio ricambiato.

La nuova vita così, fu un pò difficile all'inizio. Soprattutto da accettare.
Tom ed io eravamo felici, senza fingere. Con il passare del tempo sempre di più.
Forse un giorno avrei potuto raccontare alla bambina la verità...Ma sarebbe stato peggio, diceva Tom.
Perciò quella che avevamo trovato...Era la soluzione giusta. Senza rimpianti o sensi di colpa.
Vivevo con ancora Bill nel cuore, ma non potevo perdere un'intera vita.
Così decidemmo di sposarci e di avere altri due bambini...Due gemelli: William e Hannes.
Cambiammo casa e città.
Andammo a vivere in aperta campagna, in una casetta in legno tutta nostra.
Con un recinto, e tanti animali. Un immenso prato verde e morbido, ricoperto di fiori in primavera e di soffice neve bianca in inverno.
Il più grande sogno si era avverato.
E sapevo che Bill era felice di questo.
Perchè lui ancora viveva in noi.
Immortale. 

 

***

 

 

Qui troverai le anticipazioni dei capitoli successivi e delle One Shot in pubblicazione.
Ringrazio Te, lettore, per essere arrivato fin qui e, se lo farai, grazie anche per la tua recensione.
Vostra, Cornelian
   
 
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