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Autore: Joey Potter    19/06/2012    6 recensioni
"La sedia di legno è scomoda e instabile; oscilla pericolosamente quando ti agiti in cerca della posizione meno dolorosa. Ti spingi contro lo schienale, rilassando tutto il corpo, accavalli le gambe con un gesto fiero e controllato, sensuale e agile, e torni a lisciare il contorno del frustino che stringi energicamente tra le mani, come uno scettro d’altri tempi.
Del resto, anche quella scomoda sedia di legno nella stanza di Sherlock Holmes può diventare il tuo trono; tu sei Irene Adler, tu sei la Donna."
[Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:The Man
Fandom:Sherlock BBC
Personaggi: Irene Adler/Sherlock Holmes
Genere: Introspettivo
Rating: arancione (arancione sbiadito, in realtà. Ma capitemi, non scrivo het da tempi immemori e non scrivo lime het da… tipo sempre.
Avvertimenti: Het; leggero Lime
Beta: L’adorabile Frodo aka Giulio. Dal suo betaggio è scaturita una conversazione che ha fatto ridere molte persone su facebook ma che in questa sede vi risparmivo. Vi basti sapere che abbia finito per parlare di piselli bianchi su WhatsApp.
Note: 1) Lime. Het. Joey Potter. Het. Irene Adler. Het. Joey Potter. Irene/Sherlock. Het. Joey Potter. Sì, sono un po’ molto allibita anch’io.
2) Tutto merito colpa causato da Ranerottola, dalle amabili sfide dell'ambile I 
 Shipping dell'amabile CoS e da me che sono una stupida Grifondoro orgogliosa che non tira mai indietro.
La sfida di Ranerottola consisteva in: Irene/Sherlock, rating arancione o rosso, prompt: frustino, debolezze.




The Man

 
 

“Desiderava fare qualcosa che non lasciasse possibilità di ritorno.
Desiderava distruggere brutalmente tutto il passato dei suoi ultimi sette anni.
Era la vertigine.
L’ottenebrante, irresistibile desiderio di cadere.
La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza.
Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare ad essa.
Ci si ubriaca della propria debolezza, si vuole essere ancora più deboli, si vuol cadere in mezzo alla strada, davanti a tutti, si vuole stare in basso, ancora più in basso”

 (L’insostenibile leggerezza dell’essere; Milan Kundera)

 
 

 
La sedia di legno è scomoda e instabile; oscilla pericolosamente quando ti agiti in cerca della posizione meno dolorosa. Ti spingi contro lo schienale, rilassando tutto il corpo, accavalli le gambe con un gesto fiero e controllato, sensuale e agile, e torni a lisciare il contorno del frustino che stringi energicamente tra le mani, come uno scettro d’altri tempi.
Del resto, anche quella scomoda sedia di legno nella stanza di Sherlock Holmes può diventare il tuo trono; tu sei Irene Adler, tu sei la Donna.
Lui sta dormendo, anche da quella distanza ne avverti distintamente il respiro quieto e regolare, sta dormendo da ore – forse per la prima volta in mesi e mesi insonni passati dietro a nuovi casi ed esperimenti  – e tu non riesci a distogliere lo sguardo da quel corpo.
La sua pelle è bianca, talmente pallida da sembrare inconsistente, irreale, effimera; la prima volta che vi siete scontrati hai pensato che le creature dei sogni fossero più reali di quanto Sherlock Holmes potrà mai sembrare.
C’è qualcosa che ti disturba, in tutto quel candore: è così puro, così innocente, così vergine e limpido che per un istante, per la prima volta nella tua vita, soffochi il desiderio di schiaffeggiare quegli zigomi pronunciati, di lasciare segni infuocati del passaggio del tuo frustino – quello scettro nel quale risiede buona parte del tuo potere – di sporcarlo con il tuo tocco indelicato e famelico. Non puoi morderlo, ferirlo, segnarlo, non puoi fargli alcun male: è così innocente, così perfetto.
Vuoi solo continuare a contemplarlo in silenzio, e questo ti turba, non puoi permetterti una tale debolezza.
Vuoi alzarti da quella stupida scomoda sedia e allungare le dita, che sai sarebbero tremanti, verso il suo volto ed accarezzare quella pelle chiara, accarezzarla con lentezza, accarezzarne ogni angolo, ogni neo, saggiarne la consistenza – sembra essere soffice come la neve, chissà se le tue mani affonderebbero nei suoi fianchi come se davvero fosse un cumolo di neve fresca – baciarla con inconsueta dolcezza, leccarla, venerarne ogni piega.
Vuoi vederla tendersi sotto il tuo tocco leggero, vuoi intontirti della sua voce che geme e sussurra e prega ed invoca il tuo nome mentre sfiori il suo pene, vuoi perderti nei suoi occhi azzurri, vuoi vederli impauriti, eccitati, colmi di desiderio, del tuo stesso intenso desiderio quando prendi in bocca la sua erezione.
Vuoi sgusciar via dal quel trono insensato, gettare in angolo quell’inutile scettro e amare quel corpo, amare quell’uomo – ed è una sensazione, un pensiero, un desiderio totalmente nuovo, spiazzante, spaventoso, che le tue mani tremano davvero, tanto da farti sfuggire il frustino dalle mani, il quale cade sul pavimento con un tonfo secco che spezza il tuo sogno ad occhi aperti.
È in quel momento che capisci: asseconderesti le tue debolezze, quella tua unica debolezza che ha il suo odore elegante ed esclusivo, le asseconderesti con gioia, le asseconderesti pur riconoscendone la pericolosità. Non c’è più niente che tu possa fare per contrastare Sherlock Holmes, forse non c’è nemmeno mai stato.
 
“Miss Adler” i suoi occhi si aprono di colpo, dritti nei tuoi, sicuri; la sua voce non tradisce la sorpresa di vederti ed in fondo non avevi osato sperare di coglierlo impreparato.
“Mister Holmes”. L’Uomo.

 





Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

   
 
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