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Autore: MathesonSilente    19/06/2012    0 recensioni
-E' solo una ragazzina!-
Avevo sentito molte volte dei commenti del genere ma, in quel momento, mi fece infuriare e individuai subito la donna che aveva avuto quella brillante intuizione… Era una mora sui 35 anni e stava in un gruppo che io identificai subito come agenti dell’ FBI… Erano in 6: la mora, una ragazza bionda molto carina e 4 uomini: uno era sulla sessantina con la pelle olivastra e occhi neri, un altro aveva più o meno quarant’ anni e un’ espressione seria sul volto, quello che mi aveva fatto la domanda sul BAU era di colore e mi stava fissando come se si fosse appena accorto di aver sbagliato persona e per ultimo c’era …
LUI…
Questa storia racconta di una conoscente di Spencer Reid che aiuta la squadra del BAU a risolvere un caso e che poi entrerà a far parte della squadra...
Potrebbero esserci dei cambiamenti nella storia di Spencer Reid.
La storia si svolge durante la settima stagione della serie.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Prima di cominciare volevo avvertirvi che questa è la prima storia che scrivo sui personaggi di Criminal Minds, anche se ho divorato tutta la serie in un mese… Questo primo capitolo è stato scritto molto in fretta e potrebbero esserci errori sia di battitura che di tempi verbali… Mi scuso per aver parlato tanto… Buona lettura!
MathesonSilente

UNA LEZIONE “DIVERSA”

-Insomma ragazzi, volete impegnarvi?-
Se non avessero smesso di fissarmi in quel modo li avrei strangolati, uno ad uno… No, calma. Ero abituata ad attenzioni del genere, quasi tutta la popolazione maschile degli States mi guardava in quel modo… Ma in quel momento la cosa mi infastidiva parecchio: ero ad una conferenza sul profiling e tutti gli studenti in quella sala non si stavano per niente concentrando su quello che stavo cercando di insegnare loro: la psicologia di un assassino… Tutti i maschi presenti in sala stavano guardando imbambolati i miei capelli o i miei occhi, mentre alcune ragazze mi guardavano con odio( probabilmente i loro fidanzati mi fissavano) e altre mi lanciavano degli sguardi pieni d’invidia…
Esasperata, mi voltai verso la cattedra che avevo alle mie spalle, presi un respiro profondo, mi girai e dissi:
-Ottimo; allora credo che dovrei fare immediatamente un test per capire bene quello che avete appreso nelle ultime sei ore… Per quelli che non sono stati attenti avverto che era parecchia roba e che se non superano il piccolo test se ne dovranno andare da questa sala immediatamente e che non verranno convocati per la prossima conferenza…-.
Non dovetti aspettare molto perché le parole facessero effetto… Improvvisamente tutti i ragazzi sembravano più attenti e uno di loro disse, facendo finta di non aver sentito e rispondendo a una delle mie precedenti domande:
-Come lei stava dicendo pochi minuti fa, i profilers non devono prendere in considerazione nel loro profilo gli stereotipi del luogo in cui si trovano e bisogna anche evitare di seguire i propri stereotipi…-.
Finalmente! Qualcuno rispondeva!
-Che cosa intende per “propri stereotipi”, signor Jhonson?-.
-Sono gli stereotipi che vengono assimilati nel corso degli anni e che, senza che noi ce ne accorgiamo, diventano parte del nostro modo di pensare, giusto?-
-Molto bene signor Jhonson… Voi ragazzi cercate di stare attenti e ringraziate questo ragazzo per avermi fatto cambiare idea sul test… Comunque adesso cercate di non distrarvi, ok?-.
Gli studenti risposero in coro, improvvisamente entusiasti:
-Certamente signorina Salvatore!-
-Allora ragazzi, sono così gentile che voglio darvi un’altra chance e quindi chiunque voglia può farmi delle domande…-.
Subito una voce chiese:
-Cosa può dirci del BAU, oltre al fatto che fa parte dell’ FBI?-
Meccanicamente risposi senza guardare chi avesse fatto quella domanda:
-Il BAU è la sigla di Behavioral Analysis Unit, un organo dell’FBI che ha il compito di fornire all’agenzia analisi sul comportamento di uno o più criminali, di solito serial killer…-
Mi fermai un attimo a riprendere fiato e stavo per continuare la spiegazione quando sentii grazie al mio udito sensibile un chiaro sussurro:
-È solo una ragazzina!-
Avevo sentito molte volte dei commenti del genere ma, in quel momento, mi fece infuriare e individuai subito la donna che aveva avuto quella brillante intuizione… Era una mora sui 35 anni e stava in un gruppo che io identificai subito come agenti dell’ FBI…
Erano in 6: la mora, una ragazza bionda molto carina e 4 uomini: uno era sulla sessantina con la pelle olivastra e occhi neri, un altro aveva più o meno quarant’ anni e un’ espressione seria sul volto, quello che mi aveva fatto la domanda sul BAU era di colore e mi stava fissando come se si fosse appena accorto di aver sbagliato persona e per ultimo c’era …

LUI…

Da quanto tempo non ci pensavo… Era identico all’ ultima volta che l’avevo visto, 12 anni prima: sembrava ancora un ventenne, nonostante ormai fosse molto vicino ai trent’anni, i capelli biondo scuro avevano un taglio diverso ma erano sempre inconfondibili, gli occhi nocciola saettavano in diverse direzioni cercando di non incontrare i miei e sulle labbra aveva lo stesso sorrisetto imbarazzato della volta in cui ci eravamo detti addio, ben sapendo che sarebbe stato difficile reincontrarci… Dopotutto lui sarebbe tornato a Las Vegas, da sua madre, mentre io sarei volata a Washington…  Ci sarebbero stati più di mille chilometri a dividerci…
Solo il mio autocontrollo acquisito nel corso degli anni riuscì a evitare che la mia mascella si schiantasse a terra per la sorpresa… Davanti ai miei occhi c’era lui, Spencer Reid, insieme a una squadra dell’ FBI, sui cui volti si leggeva delusione, tranne che sul volto dell’ agente più anziano che stava annuendo come se io fossi la conferma a qualcosa che aveva pensato…
Sentii il bisogno di sorprenderli e così esclamai:
-Da quando degli agenti dell’FBI vanno ad una conferenza sul profiling?-
Il più anziano si aprì in un ampio sorriso, Spencer fece un sorrisetto guardandosi le scarpe e il resto della squadra sembrò sorpreso, soprattutto il ragazzo di colore che mi fissò con più insistenza alzando un sopracciglio… e poi disse:
-Ha ragione signorina Salvatore, noi siamo dell’FBI e adesso vorremmo che ci seguisse…-
Fu il mio turno di sorridere… Chi si credevano di essere? Pensavano di poter interrompere una lezione in quel modo? Non gliel’avrei permesso…
-Non so come vi abituino a Quantico, ma qui è piuttosto scortese interrompere una conferenza quindi, se non vi dispiace, io continuerei la mia lezione per le altre due ore previste, dopodichè sarete liberi di farmi tutte le domande che volete, anche se non è detto che io risponderò…-.
La mora che mi aveva dato della ragazzina si arrabiò parecchio a quella frase ma Spencer -già lo guardavo troppo- sembrava sorridere sempre di più…
Tornai a parlare agli studenti ignorando la squadra dell’FBI che dopo avermi lanciato qualche occhiata in tralice si sedette negli unici posti liberi in fondo alla sala… Dopo un po’ i ragazzi si abituarono alla presenza degli agenti ed io potei finire la lezione in tutta tranquillità, anche se dentro di me mi chiedevo cosa volesse l’ FBI e soprattutto continuando a lanciare delle occhiatine a Spencer…

Grazie mille per essere arrivati alla fine… Spero che continuerete a leggere la storia e vi prometto che cercherò in tutti i modi di aggiornarla il più presto possibile… Tutte le recensioni sono bene accette! Grazie ancora!
MathesonSilente
  
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