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Autore: Twitch    19/06/2012    1 recensioni
Non so davvero che scrivere qua, anche perchè non so nemmeno se questa fanfic avrà una fine. Comunque preparatevi a qualcosa di triste, in ogni caso. Sono stata ispirata da 16.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- “Ciao amore, a domani!” disse Adie stampandogli un bacio sulle labbra. “Ah, Mike e Trè hanno detto che domani verranno sicuramente, caro!”

- “Ciao pà! dissero Joey e Jackob sorridendo.

- “Ciao nonno Billie!” fece Andy uscendo dalla stanza con aria allegra. Billie sorrise loro, quindi prese in mano la chitarra e iniziò a suonare, questa volta in cuffia.

 

La dottoressa Lucy, finito il giro dei pazienti e il turno in ambulatorio, decise di tornare alla stanza numero 16.

Percorse come al solito i corridoi verde acqua con passo affrettato; il colore di quelle pareti la tranquillizzava, la faceva sentire a casa. Quindi spinse la porta ed entrò nel bianco della stanza. Il signor Burns sonnecchiava, e Billie, appena sentì il lieve cigolio della porta, alzò la testa e si tolse le cuffie.

- “Buongiorno Lucy!”

- “Ciao Billie! Come ti senti?”

- “Come un ragazzino! Non faccio più fatica a respirare e mi sembra che le ferite si stiano rimarginando molto velocemente!” disse lui raggiante.

- “Ottimo, oggi pomeriggi faremo qualche analisi, e poi ti toccherà una settimana di riabilitazione”  lei sorrideva, e lo faceva così naturalmente che si era stupita di sé.

- “Ci sto!”

La dottoressa fece per allontanarsi, poi invece si fermò e disse

- “Sai Billie, hai davvero una famiglia meravigliosa”.

- “Lo so, sono fantastici. Sono la cosa migliore della mia vita. E poi probabilmente senza Mike non avrei conosciuto Trè, e non ci sarebbero mai stati i Green Day. E senza i Green Day non ci sarebbe stato nessun concerto e non avrei mai conosciuto Adrienne. Quindi niente Joey, niente Jackob.. ”

- “Che poi certi bastardi dicono che alle rock star non frega nulla dell’amore. Dicono che si fermino tutti alla prima di una lunga serie di puttane. Davvero, non capiscono un cazzo. Tu hai una famiglia stupenda…” disse lei. Poi riprese “E il piccolino, lui come si chiama?” sorrise ancora di più.

- “Andrew” Billie Joe lo pronunciò chiaramente, sorridendo anch’egli. E la reazione di Lucy gli fu totalmente inaspettata.

La dottoressa ripeté quel nome, la prima volta pacatamente. Poi le sue guance cominciarono ad arrossire, iniziò a strizzare gli occhi. Lo ripeté ancora e questa volta scoppiò in lacrime. Si asciugò le lacrime con un gesto rabbioso, e si ricompose.

- “Scusa Billie, ora è meglio che vada.”

- “No aspetta cazzo! Ora mi spieghi tutto.” Disse Billie tirandosi su a sedere.

- “Non c’è nulla da spiegare. Sono io che sono semplicemente sbagliata..” fece lei, sentendosi una completa idiota.
- “Andrew era un bastardo con cui stavi?” chiese Billie con tono paterno.

- “E’ l’amore, è il fottuto amore. Non c’è stata una volta nella mia vita in cui mi sono innamorata e non sono finita a pezzi.” Billie non disse una parola e la fece continuare.

- “E poi alla fine è difficile raccogliere tutti i fottuti pezzi e rimetterli sempre al loro posto! Perché ogni volta si fanno più piccoli e difficili da riattaccare!” parlava animatamente, quasi senza prendere fiato “E così spesso ne ho lasciati alcuni indietro, ogni volta ho sempre perso qualche parte di me..” si asciugò il viso e Billie prese la parola.

- “E piano piano finisci per distruggerti”.

- “Esatto”.

Questa storia, Billie l’aveva già sentita. Forse un po’ ribaltata, forse non così esplicita, ma la conosceva bene.

- “Ci sono due cose che riparano le ferite e rimettono insieme i pezzi: il tempo – ma probabilmente ti sembrerà la solita puttanata, e un buon amico.” Le ammiccò “e tu hai trovato me!”

Lei accennò una risata, poi lo ringraziò e tornò al lavoro, forse con qualche consapevolezza in più.

- “Non ti preoccupare, Lucy!”. Qualcosa nel cervello di Billie era scattato, quindi riprese in mano il blocchetto e la penna e iniziò a buttar giù qualche verso.

 

Lucy non sapeva che diavolo pensare. Entrò in bagno e si lavò la faccia con l’acqua ghiacciata e tornò in ambulatorio. Ma in ogni momento in cui il suo cervello non era occupato con una diagnosi o roba del genere non poteva fare altro che pensare a quei quindici minuti nella stanza 16. ‘wow, un vero amico…uhm.. interessante'

  
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