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Autore: WretchedAndDivine    19/06/2012    2 recensioni
I primi amori non si scordano mai. Soprattutto quando sono problematici. Questo è quello che succede a Jasper che è innamorato da tempo del suo migliore amico. Ma una fatidica domanda posta in un normalissimo pomeriggio sconvolgerà la sua vita:
Jasper, hai già baciato una ragazza?
Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Jasper ma te hai già baciato una ragazza?
-Ehm…Vale il gioco della bottiglia?
-...Scherzi vero?
-...Non mi va di scherzarci su...Sono così sfigato?
-Jazz ma dai! Com'è possibile che tu non abbia ancora baciato una ragazza?! Sei carino, simpatico, e nonostante tu sia un quattordicenne non hai il cervello fisso solo su quella cosa...Saresti un ragazzo fantastico!
-Eh smettila…Lo sai che non è vero…Io non sono come te, me non mi fila nessuna.
Presi a tormentare il vecchio piumone a quadri del mio letto, come mai se ne stupiva? Ero...ero maledettamente sbagliato, le ragazze mi davano un occhiata e mi affibbiavano subito la definizione che più mi calzava a pennello: Sfigato.
E poi...c'era qualcos'altro in me che continuava a non andare...qualcosa di più difficile da accettare... Perchè nonostante a me piacessero le ragazze, non riuscivo mai ad innamorarmene davvero. Era un anno...un anno che ormai avevo in testa solo una persona...solo lui, il mio migliore amico...Solo Sam.
Sam che mi conosceva da quando eravamo bambini.
Sam che aveva affrontato con me la perdita dei miei genitori.
Sam che voleva insegnarmi ad andare in skateboard.
Sam che era il soggetto della maggior parte dei miei scatti.
Sam, con i suoi capelli biondi e spettinati.
Sam, con quegli allegri occhi nocciola.
Sam, che stava facendo passare immagini sulla mia macchina fotografica riflettendo, con quell'espressione corrucciata che lo rendeva dannatamente carino.
Sam, che era come un fratello.
Sam che aveva la fidanzata.
Sam che non avrebbe mai pensato a me come io pensavo a lui.
 
Quando alzai gli occhi vidi che mi stava fissando e disse con un sorrisetto
-Hai paura vero?
- Sam, smettila di dire stronzate...Non ho paura e poi, di cosa dovrei aver paura?
Si avvicinò di più, sedendosi di fronte a me e guardandomi dritto negli occhi, sempre con quel maledettissimo sorrisetto
- Hai paura di sbagliare... di non essere capace a baciare vero?
Sentii la sorpresa invadermi la testa, si, avevo un po' paura anche di quello...
-Si Sam, non so baciare e sono certo che dopo il primo bacio ad una ragazza lei mi mollerebbe perchè sono una frana, ma ora che lo sai, questo cosa ti cambia?
Gli si accese una scintilla furba negli occhi che avevo imparato a riconoscere fin troppo bene…Oh, diamine, quello sguardo non portava mai niente di buono… Era sempre il preludio di qualche pazza impresa in cui mi avrebbe trascinato.
Appoggiai i gomiti sulle ginocchia e il mento sui pugni chiusi, non riuscendo nemmeno a trattenere quel mezzo sorriso al pensiero di ciò che avrebbe combinato
-Spara Sammy doll, che hai in mente?-
Odiava quel soprannome che si portava cucito addosso dalle elementari quando, per risparmiare, i suoi avevano riciclato il costume di carnevale di sua sorella vestendolo da pastorella.
Odiava quel soprannome ma io mi divertivo troppo a stuzzicarlo.
Per un attimo mi fulminò con uno sguardo ma poi tornò a sorridere
-Ti insegno io a baciare, stupido-
Cosa diavolo stava dicendo? Era una presa in giro vero? Come avrebbe potuto insegnargli a baciare?!
-Sam smettila di sche…-
Le parole mi morirono in gola.
Le sue labbra.
Le sue labbra stavano premendo dolcemente sulle mie, ancora bloccate dalla sorpresa.
Una marea di pensieri mi stava affollando la testa
*Sam! Brutto idiota! Che stai facendo?!*
*Oh diamine, mi…mi sta baciando! Lui! Sam…Mi sta baciando! Potrei morire felice ora*
*Mmmm…Ma adesso che devo fare?! Me ne sto qui fermo come uno stoccafisso???*
*Fai qualcosa deficiente!*
E poi mi resi conto che tutti questi pensieri erano assolutamente inutili.
Inutili, perché le mie labbra si muovevano da sole, seguendo un impulso e modellandosi con le sue.
Mi resi conto che avevo gli occhi spalancati, come quelli di un cerbiatto abbagliato dai fari, Dio, dovevo essere proprio buffo…Si sarebbe messo a ridere da un momento all’altro.
Ma mi accorsi che lui non poteva vedermi.
Aveva chiuso gli occhi.
Quanto era bello.
Ma di certo non pensava a me.
Di sicuro pensava…Huhm, a quella Clara…
Per un momento chiusi gli occhi anche io ma… Beh, non ci riuscivo a tenerli chiusi, mi piaceva vederlo, soprattutto adesso che boh, mi sentivo così maledettamente innamorato di lui… anche se sapevo che sarebbe stato solo un momento, che non sarebbe successo mai più…per lui era un gioco, per me era importante.
Avevo perso la cognizione del tempo, non seppi dire per quanto le nostre labbra continuarono a sfiorarsi ma, come tutte le cose belle, anche quel bacio finì.
Allontanò il viso dal mio guardandomi…Era come se non mi avesse mai visto…
Come se non fosse più sicuro che quello che aveva davanti ero io, il suo migliore amico.
Mi morsi il labbro abbassando gli occhi, non riuscivo a guardarlo, avevo paura che si potesse leggere tutta la verità nei miei occhi: che quel bacio, quello stupido bacio, era la cosa che desideravo di più da un anno a questa parte.
-Sono stato così terribile?-
Chiesi titubante. Forse si era reso conto anche lui che ero una frana, che non ce la potevo fare a conquistare proprio nessuno se baciavo così da schifo.
Silenzio.
-Sam?-
Alzai gli occhi e lui era ancora lì che mi guardava, ma stavolta sembrava indeciso, combattuto. Forse stava decidendo come dirmi quanto gli facessi pena.
E poi di colpo mi ritrovai sdraiato, le sue mani che mi premevano le spalle contro il materasso e…le sue labbra… le sue labbra che vagavano sul mio collo lasciandosi dietro una scia bollente, le sue labbra che cercavano ancora le mie.
Il cuore mi batteva a mille, pensavo mi sarebbe saltato fuori dal petto da un momento all’altro…
Sentivo che qualcosa era cambiato dal bacio precedente, nonostante fossero passati al massimo tre minuti. C’era una bramosia nuova in quel bacio, di tanto in tanto mi mordeva leggermente il labbro, giocava, il piercing che aveva sul labbro ticchettava contro il mio, in uno strano rumore metallico. Mi feci più sicuro, vedendo che quel bacio diventava beh, serio. Gli passai le dita tra i capelli paglierini e ricambiai i suoi baci senza paura.
Sentii le sue mani, le sue mani sempre gelate che si insinuavano sotto il mio felpone, accarezzandomi la schiena, mentre le sue labbra continuavano a premere aggressive e piene di quella nuova bramosia che ci prendeva entrambi, contro le mie.

E mi sembrava passata un eternità quando si sdraiò accanto a me, le dita che passavano distrattamente sul dorso della mia mano.
Mi voltai appena verso di lui, guardandolo di sbieco: fissava il soffitto con espressione serena…
Era così rilassato…come faceva?! Io…io tremavo, ancora in balia delle emozioni che mi avevano provocato quei momenti da poco conclusi.
-Lascio Clara-
Disse senza distogliere lo sguardo dal soffitto. Era una notizia sconvolgente per me, stavano insieme da una cosa tipo…boh, otto mesi e sembravano innamorati più che mai, come mai lui di punto in bianco voleva scaricarla?!
-Pe…Perché?-
Speravo in una risposta che probabilmente non sarebbe mai arrivata.
Si sollevò su un gomito guardandomi, la sua mano ferma sulla mia e mi regalò uno di quei suoi sorrisi abbaglianti.
Il mio cuore perse qualche battito.
-Sempre con queste domande stupide…Perché lei non fa per me okay? Ho capito che…quello che provo per te non è solo amicizia.-
Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo, era tutto così irreale.
Quello che era cominciato come un giorno qualunque stava diventando il giorno più bello della mia vita.
Una carezza leggera sul collo e la sua voce come un sussurro dolce e accattivante nell’orecchio
-Di cosa hai paura Jazz?-
Non volevo aprire gli occhi. Temevo che fosse solo un sogno e che aprendoli sarebbe tutto sparito.
Mi sforzai di parlare e la voce mi uscì come quella di un bambino spaventato.
-Di tutto. Che…che tutto questo sia solo frutto della mia immaginazione…-
La sua risata allegra riempì il silenzio della stanza
–Sei sempre il solito. Apri gli occhi dolcezza, e vedrai che io sono ancora qua-
Lo sentì stringere la mia mano.
Mi aveva appena chiamato dolcezza…
Mi ci volle forse un minuto per riuscire a raccogliere il coraggio necessario per aprire gli occhi.
L’unica cosa sicura in quel momento era la sua mano nella mia.
Mi voltai e lui era ancora lì, bello come sempre e sorrideva, sorrideva a me! Quel sorriso che di solito rivolgeva a Clara, quel sorriso che sembrava dire tutto ciò di cui c’era bisogno. Con quel sorriso, sembrava stesse guardando la cosa più bella dell’universo.
E mi pareva incredibile, impossibile, in quel momento per lui ero io.
Gli strinsi appena la mano e mormorai sorridendo a mia volta
-Non ridere per favore ma…Ti amo Sam, è più di un anno che mi piaci e ho sempre avuto paura di dirtelo-
Mi attirò a sé, stringendomi contro il suo petto, sentivo il suo fiato sul collo e ciò mi faceva venire i brividi lungo la schiena.
-Ci ho messo troppo tempo a rendermene conto ma…Sai che ti amo pure io?-
Sentirgli dire quelle parole era…era come stare tra le nuvole, in un mondo irreale.
-Non giocare con me ti prego…-
Mi ritrovai a mormorare.
-Come potrei giocare con te piccolo?…Ti prometto che non ti ferirò mai…Ma tutto questo dovrà rimanere un segreto okay?-
Questa fu per un momento una pugnalata al cuore, si vergognava di me?
Proseguì
-Sarebbe tutto troppo difficile per noi…siamo due ragazzi…e il nostro amore non sarebbe ben visto da molti…Forse più avanti…Ma per adesso non voglio che nessuno ti ferisca solo perché ti amo…-
Ah, okay ora capivo…avevo sentito più volte di gente che si suicidava perché non ne poteva più delle angherie, delle prese in giro di chi lo credeva sbagliato.
Solo perché non accettavano il fatto che si potesse amare anche una persona dello stesso sesso.
-Nemmeno io voglio che ti facciano del male-
Dissi serio come non ero mai stato.
Mi accarezzò i capelli in silenzio, non c’era più niente da dire…Quel silenzio suggellava una specie di patto tra noi…Tutto questo sarebbe rimasto un segreto, solo mio e suo.
 
Cinque mesi dopo…
Tra me e Sam andava tutto a meraviglia.
Quando eravamo a scuola, o in giro, ci comportavamo come sempre, come due fratelli, ci prendevamo in giro, ridevamo e scherzavamo come prima.
Ma riuscivamo sempre a ritagliarci un momento per noi, lontani da occhi indiscreti, per scambiarci un bacio e qualche carezza.
Era come vivere in un sogno, finalmente stavo bene per davvero.
Non mi rendevo conto che il mio sogno poteva trasformarsi in un incubo.
Quel giorno Sam aveva detto che gli allenamenti di basket sarebbero durati di più, erano a un soffio dalla vittoria del torneo e non se la potevano lasciare sfuggire.
Decisi di fargli una sorpresa, di andare a casa sua per aspettarlo.
Raggiunsi l’appartamento dove abitava con i suoi genitori, erano entrambi via per lavoro, ma sapevo per abitudine che lasciavano sempre una chiave di riserva nascosta nel porta ombrelli perché conoscendo il figlio sapevano che prima o poi le avrebbe dimenticate a casa.
Volevo fargli una bella sorpresa, quindi decisi di preparargli qualcosa di merenda: uhmmm…Pancake! La cosa che ci piaceva di più, lui li mangiava con la marmellata alla pesca perché come diceva sempre “ Un atleta deve mangiare sano…in quella roba là che ti mangi non sai manco che c’è dentro!” si, perché io i miei li affogavo nella nutella. Come si può dire no alla nutella??
Lasciai il piatto con i Pancake caldi sul tavolo, sarebbe dovuto arrivare tra pochi minuti, e mi nascosi dietro il muretto basso che divideva la piccola cucina e il salotto.
Mi divertivo sempre a farlo spaventare.
Ecco le chiavi nella serratura.
Poi la sua voce, le sue risate…L’avevo visto solo l’altro ieri ma mi erano mancate tantissimo.
E quel tuffo al cuore.
Un'altra voce. Una ragazza. Era…Clara?
Non aveva più parlato di lei dopo che mi aveva detto che l’aveva lasciata. Oh beh, si vede che erano rimasti buoni amici, dopotutto.
-Oooh Sammy! Ma non dovevi! Hai preparato i pancake! Uuuuh ma che dolce dai, sai che adoro la nutella, l’hai già anche preparata lì… Ti amo cucciolooo, dai andiamo a far merenda.-
Li vedevo, ma loro non riuscivano a vedere me.
Sam aveva già capito.
Si guardava in giro nervoso, cercandomi.
E io ero lì dietro, il mondo mi era caduto addosso, schiacciandomi pesantemente a terra.
L’unica persona che avevo mai amato davvero, mi aveva preso in giro.
Sentii il rumore delle sedie che si spostavano e loro che ridendo mangiavano, ma Sam era nervoso, si sentiva dalla voce.
-Che c’è cucciolo? Qualcosa non va?-
Chiese Clara, si se ne era accorta anche lei.
Allora mi alzai e con voce gelida dissi
-C’è che è uno stronzo. Piaciuti i pancake Sam?-
Lui stava zitto, gli occhi fissi sulle mattonelle candide della cucina.
Clara invece mi guarda, tra lo sconcertato e la semplice sorpresa.
-Oh, Jasper…Che ci fai qui? Cioè si…sono contenta di vederti, ma non me l’aspettavo. Li hai fatti tu i pancake? Sono deliziosi, davvero. E perché hai appena dato dello stronzo a Sammy? -
Era così sincera e ingenua…E mi resi conto che lei era nella mia stessa situazione…Che Sam aveva nascosto tutto anche a lei.
E ora mi ritrovavo davanti a quella scelta, difficilissima:
Metterla al corrente di tutto…del fatto che io e Sam stavamo assieme…o almeno che così lui mi aveva detto. Sarebbe stato giusto dirglielo, non era giusto che lei continuasse a vivere in quella bugia. E poi forse c’era una parte di me…una parte forse più cattiva, che voleva dirglielo solo nella speranza che lei si arrabbiasse e lasciasse Sam. Facendolo soffrire come soffrivo io in quel momento.
Scossi violentemente il capo per cacciare via quest’idea, no. Nonostante tutto non volevo che soffrisse…perché io ero ancora innamorato di lui…
Che fare?
Dire tutto?
O lasciare che vivessero la loro favola…
La favola che a me era stata negata.
Sentivo le lacrime che bruciavano per uscire.
Una mi rigò la guancia, lasciandosi dietro una scia bollente.
La asciugai con un gesto rabbioso.
Intanto loro continuavano a guardarmi: Clara preoccupata e Sam…
Incrociai i suoi occhi e vi lessi tutte quelle emozioni che in seguito mi avrebbe spiegato.
Preoccupazione, per me sapendomi in grado di far cazzate, per lei fragile che credeva ancora nel loro amore che era stato a prima vista.
Dispiacere, per il fatto che non fosse stato in grado di scegliere, per il fatto che io avessi scoperto tutto questo così.
Paura, paura di perdermi per sempre.
Raccattai da terra la felpa che mi ero tolto prima e uscii
-Scusate, tolgo il disturbo!-
Lasciai che la porta sbattesse alle mie spalle mentre sentivo le lacrime che mi rigavano il viso.
Ero sulle scale quando lo sentii gridare
-Jazz! Jazz ti prego aspetta!-
Mi bloccai e lasciai che mi raggiungesse.
Mi si parò davanti poggiandomi le mani sulle spalle e guardandomi, sinceramente addolorato.
Sapevo d’aver uno sguardo spento, e questo lo spaventò un mondo. Conosceva quello sguardo…Era lo sguardo di quando non avevo più nulla per cui combattere…era lo sguardo di quando andavo a scuola con un nuovo sfregio sugli avambracci pallidi.
Lasciai che mi abbracciasse e che mi facesse sedere sui gradini.
Le lacrime continuavano a scendere, senza che potessi controllarle.
Quando si mise a parlare sentivo che era sull’orlo delle lacrime pure lui, senza aver bisogno di guardarlo.
-Oh Jasper…non volevo tu lo sapessi così…Dolcezza…non ho avuto il coraggio di lasciare Clara perché…perché amo anche lei…così come amo te…mi capisci Jazz? Sei mai stato innamorato di due persone contemporaneamente? Non si ha la forza di scegliere…La forza di rinunciare a una delle due. Sono stato egoista…avrei dovuto decidere…lasciare che uno di voi due potesse andare avanti con la sua vita…non tenervi entrambi per me…sono un idiota… è che voi…non volevo perdere nessuno dei due…ti prego…-
Le sue parole si sciolsero nei singhiozzi che presero a scuotergli il petto.
Odiavo vederlo piangere, anche se lui aveva fatto piangere me.
Lo amavo abbastanza tanto da avere la forza di rinunciare a lui, in modo che potesse continuare con una vita tranquilla…Lontana dall’odio che l’avrebbe colpito se la nostra relazione fosse stata scoperta.
Sarei stato solo il suo migliore amico.
Gli asciugai le lacrime e mormorai dolcemente
-Sam…Tranquillo…so che non volevi ferire nessuno. Nella tua situazione forse anche io avrei agito alla stessa maniera. Non piangere scemo! Lo sai che odio vederti piangere…Non sono arrabbiato…Voglio tornare ad essere il tuo migliore amico, voglio che tu continui a uscire con Clara. –
Ero assolutamente sincero.
Non ero arrabbiato, ferito si ma non avrei mai potuto arrabbiarmi con lui.
-Davvero? Davvero non mi odi?-
Chiese tirando su con il naso.
-Oh, sempre con queste domande stupida Sammy…No che non ti odio, tutto come prima giusto?-
Gli risposi porgendogli la mano come per suggellare un patto, imitando sulla falsa riga quello che mi diceva spesso lui.
Si lasciò sfuggire una risata.
-Si tutto come prima! Anzi meglio di prima…ora siamo ancora più uniti…-
Mi strinse la mano e mi attirò verso di sé.
Pensai volesse abbracciarmi come faceva di solito, invece mi ritrovai di nuovo a baciare quelle morbide labbra.
Dopo una manciata di secondi si staccò sorridendo furbo
-Volevo solo un ultimo bacio… E comunque non avresti dovuto aver paura…baci davvero bene-
Risi tirandogli una pacca sulla schiena
-Idiota!-
Ci alzammo
-Dai, torna da Clara…ti starà aspettando. Dille che…che ti ho dato dello stronzo perché mi avevi promesso saremmo andati al cinema dopo l’allenamento…okay? Chiedile scusa da parte mia…-
Mi diede un buffetto sul naso
-Non ti devi scusare di niente citrullo…E coooomunque… ti va davvero di andare al cinema stasera?-
Sorrisi e scossi appena il capo
-No, scusa ma stasera no…un altro giorno ma oggi no perché sono stanco e devo studiare per domani…-
Era una mezza bugia.
Ero stanco, si…
Dovevo anche studiare ma non avevo intenzione di aprire un libro…
Volevo solo passare un po’ di tempo da solo.
Non ero arrabbiato con lui, ma sentivo il bisogno di piangere.
Mi guardò per qualche momento, nei suoi occhi c’era apprensione e un avvertimento: Non fare stronzate.
Mi abbracciò di nuovo
-Okay bello, ci vediamo domani in classe okay?-
-Certo, Sammy doll-
Cercò di tirarmi uno schiaffo ridendo ma io lo schivai e presi a correre giù dalle scale
-Annn! Sei uno stronzetto Jazz!-
-Anche io ti voglio bene Sammy!-
Ribattei ridendo.
Mentre correvo sentivo ancora la sua risata.
Mi chiusi in camera appena arrivato a casa.
Purtroppo non lo ascoltai.
Un nuovo sfregio luccicava scarlatto sul mio avambraccio pallido.
Non sapevo nemmeno io perché l’avevo fatto.
Volevo dimenticare la voragine che mi si era aperta nel petto.
Pensavo che un dolore fisico mi avrebbe distratto da quello che provavo nel cuore, dal casino che c’era nella mia testa.
Avrei sofferto ancora un po’ di tempo per lui.
Ne ero certo.
Ma poi sarebbe passato.
Tutto passa.
Anche se nulla si dimentica
 
 
 
 
 
 
 
  
 
  
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