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Autore: _Luna_    20/06/2012    9 recensioni
Eccomi con questa prima storia sul ciclo dell'eredità! Vi avverto fin da subito: è ambientato dopo Inheritance, quindi se non l'avete letto o non volete rovinarvi la sorpresa, non leggete questa fanfiction! Non leggete nemmeno quello che scriverò qui sotto!
Sono passati nove mesi dalla partenza di Eragon dalla sua terra natia e lui è ormai rassegnato: non tornerà più, come gli ha predetto Angela e forse ha abbracciato del tutto la sua sorte. Eppure, qualcosa di nuovo, qualcosa di inaspettato e di inquietante porterà di nuovo il futuro di Alagaesia nell'ombra. Il nostro Cavaliere sarà costretto a vedere la sua patria cadere o parteciperà per contrastare queste nuove minacce, nonostante le parole dell'erborista? Non vi resta che scoprirlo
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arya, Eragon, Murtagh, Roran, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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L’indovina fece fermare il cavallo in una radura completamente deserta, neppure gli animali ci passavano. Ciò la preoccupava parecchio perché più si avvicinava alla Du Weldenvarden più notava quella solitudine. Non era affatto normale, specialmente vicino alla foresta degli elfi, da sempre interessati e amici degli animali, tranne dei rospi, ovviamente. Quella desolazione le metteva anche molta ansia addosso, sembrava che da qualche parte ci fosse un nemico pronto ad attaccare. Si guardò intorno con circospezione ma non trovò null’altro di anomalo, così inizio a raccogliere alcune erbe che le sarebbero servite durante l’ultima parte del viaggio. In fin dei conti non doveva mancare molto, forse ancora un giorno. Non vedeva l’ora di scoprire cosa stava succedendo. La situazione generale era diventata drastica e il nemico sconosciuto che agiva nell’ombra la inquietava. Il popolo di Alagaesia lo chiamava Sesat, era un antichissimo nome delle leggende che indicava appunto qualcosa di sconosciuto di cui avere paura. In realtà, Angela aveva la sensazione che si trattasse di qualcosa di più mistico, qualcosa di più astratto e mirato a distruggere tutto. Quella runa sul corpo del soldato significava certamente qualcosa e Angela sapeva a chi chiedere ma era un problema secondario. Prima di tutto, doveva contattare Arya. Era anche vero, però, che gli elfi se la potevano cavare da soli. Forse quella runa era un messaggio, un avvertimento e loro lo stavano ignorando.
« Yamè » Era proprio la sua voce? « Stavo inseguendo un rospo e ho sentito un cavallo. Sapevo che eri tu »
Si, era decisamente lui « Sai che i rospi non esistono. Era una rana » Si volto e lo vide. Era uno strano elfo con tratti umani. Per certi aspetti assomigliava ad Eragon, ma Kamensal aveva più tratti elfici rispetto al cavaliere. Le orecchie a punta erano molto accentuate, così come il naso all’insù che regnava sul viso chiaro dell’elfo. I capelli spettinati erano ricci e disordinati, cosa inusuale per un elfo. Gli occhi azzurri si muovevano velocemente per osservare tutto ciò che gli stava intorno, senza fermarsi un momento.  Indossava abiti spartani per combattere, infatti portava una spada abbastanza lunga e un pugnale dall’altro lato della cintura. Fece scivolare le mani pallide su un rametto accanto a lui che si trasformò in un fiore strano, tutto azzurro con strisce bianche e blu. Lo porse con un movimento sicuro all’erborista, che lo guardò impettita.
« Yamè » ripetè l’elfo, osservando il fiore poi Angela « E’ un nome che ti si addice »
Angela prese il fiore con mano incerta e guardò fisso negli occhi la persona che era appena apparsa « Che non mi è mai piaciuto »
La risata dell’elfo risuonò cristallina nella radura e si buttò a terra, porgendo la mano all’indovina che però non la prese, preferendo rimanere in piedi « A me piace. Sei tu. E’ quel fiore. Siamo noi. Yamè è tutto e niente » mentre diceva questo, il suo sguardo diventò serio all’improvviso « So perché sei qui »
« Non è per una visita di piacere, Kamensal »
Le sopracciglia sottili dell’elfo si inarcarono « E’ una battaglia persa. Non farlo » Come Angela aveva ipotizzato, il suo vecchio amico sapeva qualcosa di vitale importanza sulla faccenda. Non si sorprese, era sempre stato così. In effetti le dava anche un po’ fastidio perché aveva una reputazione di indovina ed erborista da difendere.
« Cos’è successo? »
« Rinchiusi. Presi. Indifferenti » quelle tre parole fecero rabbrividire Angela « Non si sono accorti di nulla ma non possono uscire da una sfera invisibile che si è formata attorno alla foresta. Arya è stata ferita ma hanno imputato i suoi lividi ad una caduta dal suo drago. Non è così. Ha combattuto ed ha perso. E’ incosciente da qualche giorno e il suo drago è appollaiato su un ramo, come se aspettasse qualcosa »
« Non capisco »
Kamensal tentò di essere più esplicito « Li hanno tagliati fuori, Yamè. Non vi possono aiutare. Non sanno nemmeno di essere prigionieri, almeno finchè Arya non si risveglierà, ma anche allora, sarà troppo tardi »
Angela assunse un’aria più preoccupata del solito « Perché? »
L’elfo si alzò in piedi « La cappa che li rinchiude si nutre di tutte le vite degli elfi. Finchè loro vivono, anche la prigione rimarrà in piedi, quando tutti gli elfi moriranno, si spezzerà »
Quella realtà frastornò l’erborista « Ci deve essere un modo »
Scosse la testa, serio in volto « No, non c’è »
« Non me lo farò dire da uno che crede nell’esistenza dei rospi. C’è solo una persona che può aiutarmi » alla fine aveva ragione, doveva tornare da Tenga. Era lui l’unico a poterle dire cosa significasse la runa e come spezzare quella prigione. Certamente non sarebbe stato facile, ma doveva farlo per Nasuada. In fin dei conti, la sua missione era quella di contattare gli elfi e poteva farlo solamente se riusciva ad entrare nella foresta e per entrare nella foresta doveva chiedere aiuto a Tenga.
Kamensal però la guardò sbigottito « Yamè, è diventato pazzo. Non puoi  andare da lui. Potrebbe non riconoscerti e i Ganad sono dovunque »
« Ganad? » era un nome quasi del tutto sconosciuto per Angela. Ricordava solamente di aver letto che si trattava di alcuni fanatici religiosi che credevano in un dio innominabile. Ma erano spariti moltissimi anni prima, secoli prima.
Il moro abbassò gli occhi poi li rialzò per continuare a fissare Angela « Penso sia ora che tu sappia ciò che ho scoperto » temporeggiò qualche secondo « Prometti che non andrai da Tenga, promettilo »
« Dimmi quello che sai »
« Fammi venire con te allora »
« Prima parla, poi deciderò »
Kamensal sospirò e si risedette a terra « Mettiti seduta e ascoltami. Ci sono troppe orecchie in questa foresta » Angela si sedette accanto a lui, pronta ad ascoltare.


N.d.A. Salve lettore che sei giunto fin qui! Lo so, non mi facevo sentire da qualche mese ma purtroppo ho avuto da fare D: Ecco un nuovo personaggio! Sarà lui a darci qualche notizia in più su Angela, assieme a Tenga, il suo maestro. Per qualche capitolo ancora, la storia si concentrerà su Angela e sul suo viaggio per scoprire cosa sta succedendo ad Alagaesia! Ora  posso concentrarmi su tutte le mie fanfiction, quindi prometto un aggiornamento sicuro entro due settimane, intanto, fammi sapere che ne pensi e alla prossima :D Un du evarínya ono varda!( Che le stelle ti proteggano! )
Luna

   
 
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