Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: dreamrauhl    20/06/2012    2 recensioni
never forget where you came from.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. old times

Forza Justin, muoviti o perderemo l'aereo!
Sìsì arrivo, prendo le ultime cose e partiamo!”, disse Justin in risposta a Scooter dalla camera d'albergo in cui si trovava a pernottare per l'ultima data del tour.
Raccogliendo da terra le ultime cianfrusaglie per infilarle nella valigia, trovò un biglietto:

“Ancora oggi ripenso a quando per la prima volta ascoltai One Time, avevi un visino così dolce, una voce ancora da bambino e tanta speranza negli occhi. Ammetto che un po' il ragazzino di Stratford mi manca, non lo nego, però è davvero una soddisfazione vedere quanta strada hai fatto da quel giorno, quanto sei cresciuto sia fisicamente che musicalmente. La tua musica è giorno dopo giorno una fonte d'ispirazione per milioni di ragazzi, la forza che hanno per andare avanti. Ah, ultima cosa (e con questo non voglio essere troppo dolce e smielata), non smettere mai di sorridere. Ti prego, non farlo mai.
Grazie di aver letto questa lettera, biglietto o come lo vuoi chiamare.
Una Belieber”

A stento trattenne le lacrime. Si ricordò di quando da ragazzino raccoglieva qualche soldo per aiutare sua madre Pattie cantando sugli scalini dell'Avon Theatre; ricordò anche le prime cover caricate su YouTube, tra cui “U got it bad” di Usher, artista con la quale dopo tanto tempo si era trovato a duettare, artista che aveva riposto in lui la più completa fiducia, artista che credeva in lui e l'aveva portato al successo facendolo conoscere alle case discografiche.
Ricordò i suoi primi passi nel mondo della musica, da “One Time” al successo mondiale di “Baby”, dalle prime apparizioni in tv ai primi premi vinti.

La voce di Scooter lo fece tornare alla realtà.
Justin, arrivi o no!?”, questa volta il tono era leggermente più alto.
Arrivo, arrivo..
Prese la valigia e chiuse la porta della camera alle sue spalle.
Scese le scale, evitando quindi di prendere l'ascensore.
Scooter lo stava aspettando all'altezza del secondo piano, le mani appoggiate al corrimano e un volto non molto rilassato.
Justin, finalmente hai l'occasione di passare un po' di tempo a casa, in Canada, con tua madre. Non vorrai mica perdere l'aereo che ti ci porterà, no?
"No Scooter, hai ragione. Andiamo"
Uscirono dall'albergo e salirono entrambi su una grande auto nera, aveva i vetri oscurati e Justin a malapena riusciva a vedere il paesaggio all'esterno.
Ripensò ancora una volta a quel biglietto, accartocciato in fretta e furia come qualcosa da buttare ma riposto nella tasca, con tutta la cura che poté metterci nonostante fosse stato ripiegato chissà quante volte.
Lo sfilò dalla tasca dei jeans e lo rilesse ancora una, due, tre, quattro, cinque volte.
Voltò lo sguardo verso il finestrino esattamente nell'istante in cui una lacrima gli rigò il volto.
Scooter, hai un foglio di carta e una penna, per favore?
Tieni Justin. Perché ti servono?
Più avanti lo scoprirai, non preoccuparti
Scooter annuì, anche se piuttosto incuriosito dalle parole del biondo, impaziente di sapere cosa gli nascondesse.
Justin cominciò ad annotare qualche frase, parola, asciugandosi di tanto in tanto le lacrime che scendevano seguendo la forma delle gote e scivolando sulla maglietta nera dal collo a V che indossava.
Mancavano ancora una decina di minuti per raggiungere finalmente l'aereoporto così, nel frattempo, decise di connettersi a Twitter e augurare alle fan una buona giornata.
In uno dei due tweet che pubblicò quella mattina le ringraziò, ringraziando in particolare una di loro senza citarne però il nome.
In poco tempo le Beliebers cominciarono a domandarsi a chi fosse rivolto quel tweet, chi fosse la fortunata ragazza a cui Justin sentiva il bisogno di dire 'grazie'.
Il punto è che nemmeno lui lo sapeva, nemmeno lui conosceva il suo nome.
Ma una cosa sapeva: era deciso a trovarla, ad ogni costo.
Arrivarono all'aereoporto e si diressero all'imbarco dove li aspettavano Kenny e Alfredo.
Corse loro incontro e li abbracciò forte, dicendo poi “ora però dobbiamo andare”.
Decise di non parlare loro del biglietto, non ancora.
Durante il viaggio in aereo Scooter continuò a fargli domande, seguito ovviamente da Kenny e Alfredo che sembravano forse più curiosi del manager stesso.
Indossò le cuffiette, ascoltando le canzoni che cantò nelle prime cover che caricò quand'era ragazzino.
Finse di dormire chiudendo gli occhi, ma in realtà stava solo pensando.
Pensava a loro, alle sue fan, le sue Beliebers.
Pensava al biglietto, a quella ragazza, alla sua voce, ai suoi capelli, ai suoi occhi che purtroppo non riusciva neanche a ricordare.
Si addormentò sulle note di “With you” circa dopo mezz'ora e fece un sogno piuttosto strano, sembrava realtà.

  
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