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Autore: None to Blame    20/06/2012    5 recensioni
« Sherlock »
« Mmh? »
« Potresti evitare di mangiare cornetti alla crema sul mio letto? »
« Mi sembra piuttosto discriminatorio. »
Genere: Angst, Demenziale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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John Hamish Watson sedeva sul suo letto, accarezzato dalla luce dell’abatjour, e in mano reggeva un libro sottile – la copertina recava il titolo “Saperla lunga”.

Un debole rumore oltre la porta lo distrasse.

« John? »

Ovviamente, era il suo coinquilino, che si annoiava a dormire ma non ad infastidire John.

« Entra pure, Sherlock. »

L’investigatore spalancò la porta e si introdusse nella stanza.
Nella mano sinistra reggeva un piatto con dei croissant affogati nello zucchero a velo.

Il dottore rimase interdetto – “Sherlock Holmes” e “cibo” non erano mai nella stessa frase né tantomeno nella stessa stanza.

Con tono sarcastico, John volle mettere l’amico alla prova.

« Sono per me? »

« Certo che no. Sono miei. »

« Gentilezza saltami addosso. »

« Come, prego? »

« E’ un modo di dire. »

« Che sciocchezza. »

Incapace di perpetuare quell’insensato dialogo, John si rituffò nella lettura.

Sherlock, dal canto suo, ripose il piattino su uno dei due cuscini ed assunse una posizione alquanto bizzarra – ma la linea che divide normale e anormale è sorprendentemente sottile, per quanto riguarda Sherlock Holmes.
Soddisfatto della sua postura contorta, l’investigatore afferrò uno dei croissant e se lo portò alla bocca.

« Sherlock »

« Mmh? »

« Potresti evitare di mangiare cornetti alla crema sul mio letto? »

L’amico lo guardò stranito.

« Mi sembra piuttosto discriminatorio. »

John infilò un dito fra le pagine e chiuse il libro.

« Discriminatorio nei tuoi confronti o in quelli del letto? »

« Nei confronti dei croissant. Possono essere mangiati ovunque si desideri. »

Il dottore non amava particolarmente portare avanti discorsi insensati col suo coinquilino e, data l’ora e la stanchezza, non si sentiva decisamente in vena. Perciò lo assecondò con meno entusiasmo del solito.

« Ma si dà il caso che questo sia il mio letto. »

« Il nostro letto. »

« Noi condividiamo la casa, non il materasso. »

« Io pago anche per questo letto. E poi noi potremmo condividerlo davvero, se per te la questione grammaticale è così importante. »

John sbuffò. Era davvero sfinito.

« Sarebbe comunque impossibile. »

Sherlock ingoiò quanto rimaneva del cornetto e si mise in una posizione comoda – distorta, ma comoda.

« Perché mai? »

« Delle 2920 ore annuali di sonno, tu quante te ne concedi? »

« Come al solito, John, tu guardi, ma non.. »

« Cristo, Sherlock, è la mezza e ho sonno! Arriva al punto. »

L’investigatore si stampò in faccia un’espressione platealmente stupita.

« Il letto non è solo usato per dormire. »

John reggeva ancora il libro in mano e fu preso dal feroce impulso da scagliarlo violentemente sulla fronte del coinquilino. Tuttavia, nel rispetto di Woody Allen, risparmiò il volumetto e lo fece scivolare sul pavimento, mentre vomitava la sua stanchezza – e, quindi, rabbia – su Sherlock.

« Ma che cazzo ti viene in mente?! »

L’amico non parve sorpreso.

« Io cos’ho appena fatto su questo letto? »

L’ira del dottore si affievolì, per poi incrementare potenzialmente quando si rese conto di aver davvero sperato – la differenza tra speranza e desiderio è solo grammaticale? – e di essere nuovamente incappato nelle subdole ambiguità del coinquilino.

« Esci. Di. Qui. »

« John, la tua reazione mi pare eccessiva.. »

Il dottore gli afferrò le spalle, scattando in piedi, e lo strattonò fuori dalla stanza, mentre Sherlock cercava di spiegare le proprie ragioni.

« ESCI! »

Sbatté la porta veementemente, appoggiandovi la guancia.

Sospirando pesantemente, tornò sotto le lenzuola solo quando riuscì a percepire i passi dell’amico che si allontanavano in direzione del salotto.

Di nuovo speranze disattese.
Quante volte gli capitava? E quante volte non lo ammetteva con se stesso?

Mentre cercava di pulire il copriletto sporco di crema con un fazzolettino, sapeva che ci avrebbe fatto l’abitudine.
Lo sapeva.

E Sherlock, in fondo, non l’avrebbe mai deluso.
 
 
 
 
 
 
 
« Addio, John »

« SHERLOCK! »


























NdA


Cazzo. Cazzo. Caaaazzooo!

Scusate la volgarità. Di solito non sono così (non ci metterei la mano sul fuoco, però).
Ok, la prima prova è andata. Italiano. Lo ammetto: delle ottime tracce. Davvero interessanti.

Ah, giusto, magari dovrei scusarmi per quest'obbrobrio che vi ho propinato. 
Mi scuso per quest'obbrobrio che vi ho propinato.

Dopo un compito di sei ore hai ancora voglia di scrivere?
Beh, l'idea mi è venuta proprio durante quel compito di sei ore! 

Alla prossima, gente!

Accetto critiche costruttive e distruttive.
   
 
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