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Autore: Sydney_    21/06/2012    2 recensioni
Karin cerca la sua seconda occasione, ma chissà se il destino gliela concederà...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Aspetti”, gridai correndo verso l’auto con la mano alzata. L’autobus, con mio grande stupore, si fermò ed io salii, “Grazie” dissi guardando l’autista, quest’ultimo mi fece l’occhiolino ed io mi misi a sedere nei posti in fondo. Guardavo fuori dalla finestrino, in quel freddo pomeriggio di febbraio, le strade erano desolate, la neve ricopriva i marciapiedi e la gente era rinchiusa in casa davanti al camino, io stavo tornando a casa dopo una lunga giornata a scuola.
Mi tolsi i guanti neri e portai le mani sul viso, la guance ed il naso erano freddi, mi tolsi il capello e feci scendere i miei lunghi capelli color marrone sulle spalle. Continuai per un tempo indecifrabile a guardare fuori dal finestrino,quando l’auto si fermò ed io sorpresa girai lo sguardo per vedere chi, con quel freddo, aveva avuto la malsana idea di uscire.
I vetri erano appannati e così socchiusi gli occhi per capire chi stava salendo, le porte si aprirono e il vento gelido entrò nell’autobus, facendomi salire una scia di brividi lungo la schiena,poi seguito da una persona.
Rimasi sbalordita da chi avevo d’avanti, il cuore iniziò a battere all’impazzata, le dita sudavano e la bocca era semi aperta; venne verso di me, “Ciao Mirko” dissi io sorridendo leggermente ancora sbalordita, “Ciao Karin” disse lui salutandomi con la mano, per una frazione di secondo guardò il posto accanto a me vuoto, poi si sedette, mi diede una pacca sulla spalla, “Come stai?” mi disse sorridendo, lo guardai, era bellissimo, gli occhi verdi gli facevano brillare il viso anche in una giornata grigia e triste come quella, le sue labbra rosse e carnose mi facevano sognare ogni volta che le vedevo muoversi, era perfetto in ogni sua movenza. “Bene e tu?” dissi mozzicandomi il labbro inferiore, “Bene” disse lui distogliendo lo sguardo da me, “Che mi racconti di nuovo?”, dissi io questa volta sorridendo, lui mi guardò la bocca per qualche secondo che per me durarono un’eternità “Nulla, quest’anno sarò sicuramente bocciato” mi disse ridacchiando, io lo guardai “Non ti và di studiare?” gli dissi, “No” balbettò, iniziammo a chiacchierare per una decina di minuti, persi la cognizione del tempo e dello spazio, fino a che vidi la mia fermata, esclamai“Devo scendere, ci sentiamo”, lui annui, scesi dall’auto e mi girai guardandolo l’auto allontanarsi.
Mi incamminai, il vento mi punzecchiava le guance e gli occhi mi bruciavano,iniziai a correre pensando a Mirko, era da tanto che non lo vedevo eppure la sua straordinaria bellezza frastornava i miei pensieri ogni volta che lo incontravo, con il cuore in gola aprii la porta, “Sono qui” urlai poggiando le chiavi sul mobile, “Va bene” urlò mia madre da un’altra stanza, a passo veloce andai in camera mia e mi diressi verso il bagno, mi guardai attentamente allo specchio, le guance erano diventate rosse a causa del vento, oggi non mi ero truccata gran che, un filo di rimmel e una matita, i capelli marroni e mossi mi ricadevano fino ai glutei, mi misi addosso una tuta per stare in casa e iniziai a fare i compiti. “

“Benedetto sia'l giorno e'l mese e l'anno
e la stagione e'l tempo e l'ora e'l punto
e'l bel paese e'l loco ov'io fui giunto
da'duo begli occhi che legato m'ànno;
E benedetto il primo dolce affanno
ch'ì ebbi ad esser con Amor congiunto,
e l'arco e le saette ond'ì fui punto,
e le piaghe che'nfin al cor mi vanno.
Benedette le voci tante ch'io
chiamando il nome de mia donna ò sparte,
e i sospiri e le lagrime e'l desio;
e benedette sian tutte le carte
ov'io fama l'acquisto, e'l pensier mio,
ch'è sol di lei; si ch'altra non v'à parte “

 
Cercavo, invano, di ripeterla, questa poesia era bellissima ed ogni giorno che passava mi rispecchiava sempre più. “E’ pronto”, urlò mia madre dalla cucina, lessi per un’ultima volta la poesia poi, chiusi il libro e scesi  in cucina. Mi sedetti a tavola per la cena, iniziai a tagliare la carne, “Dov’è Yolanda?” dissi io mentre osservavo il piatto, “E’ andata da Giulia, tornerà più tardi” sorrise lei, “Non hai fame?”, aggiunse  guardandomi negli occhi, distolsi lo sguardo da quegli occhi neri, “Non molta” dissi sbuffando, “Com’è andata a scuola?”mi domandò, “Abbastanza bene, come sempre” esclamai io; lei sorrise ed io iniziai a mangiare un po’ di quella verdura  che, poco prima, avevo messo nel mio piatto. Dopo dieci minuti, mia madre, mi prese la mano e  mi disse “E’ successo qualcosa?”, la guardai “No, tranquilla” dissi poi mi alzai e continuai “Io vado in camera mia”, detto ciò corsi per le scale e salii, accesi la radio, le canzoni risuonavano nella mia stanza, ma io ero immersa nei miei pensieri, andai in bagno e mi lavai i denti, mi misi il pigiama e tolsi il trucco sul mio viso, sullo specchio si rifletteva la mia immagine, la guardai per un po’ poi ritornai in camera.
 Erano le 22 e 30, era meglio spengere e andare sotto le coperte, mia sorella ancora non era rientrata, non riuscivo ad addormentarmi senza di lei ma tentai comunque. Misi la testa sotto al cuscino …
 
<<“Karin” urlarono le mie amiche in coro, io mi girai, “Corri vieni qui” mi dissero sorridendo, corsi verso di loro, “Tra qualche minuto sarà qui, non lo vuoi vedere?” dissero guardandomi curiose,feci un sorriso e aspettai con loro. Era un caldo pomeriggio d’estate e come ogni giorno, ero uscita con Silvia, la mia migliore amica da qualche anno, veniva nella mia stessa scuola, occhi azzurri e capelli a caschetto biondi, Camilla, si era trasferita da poco vicino a casa mia, capelli lunghissimi biondo miele e occhi marroni, e Barbara, la mia migliore amica da tanti anni ormai, capelli lunghi e neri e occhi marroni, lei stava in classe con Silvia. Eravamo sedute su quel terreno ciottoloso, “Ma da quant’è che ti piace?” mi domandò Silvia, “Da 4 anni ormai” risposero in coro Camilla e Barbara sorridendo, Silvia mi guardò sorpresa “Wow” esclamò, poi distolse lo sguardo da me. “Eccolo” esclamarono loro a bassa voce , scattai in piedi, mi pulii i vestiti con la mano e mi sistemai i capelli, “Ciao ragazze” disse Mirko sorridendoci, “Ciao” dicemmo in coro noi, “Ciao belle” urlarono Giulio e Claudio, noi sorridemmo e ci avviammo verso il bar. Mentre stavamo parlando tutti insieme,Mirko si avvicinò a me e mi disse“Come stai?” ero agitata e rossa in viso,le mie dita tamburellavano addosso alla coscia, “Si và avanti, e tu?” dissi io sorridendogli, lo guardai negli occhi,quel verde brillante mi fece, per un’ attimo, girare la testa, “Bene”sussurrò ,poi tornò a parlare con gli altri mentre il mio cuore era diventato una mitragliatrice. Usciti dal bar “Hai comprato le caramelle?” disse Claudio  a Barbara “No scemo” disse ridendo la mia amica, ci sedemmo sulla panchina, “Quanti anni hai?” mi chiese Claudio, “quattordici” esclamai con voce bassa, “Come tutti noi” disse Silvia, “No” borbottò Mirko, “Io ne ho quindici” disse con aria sicura di se, “Ma smettila” disse Claudio, tutti scoppiammo a ridere. Il sole stava calando ed io dovevo tornare a casa “Non correre Karin” mi dissero in coro i miei amici “Devo tornare a casa” urlai io, “Aspettaci” gridarono le mie amiche, corsero verso di me ed io con la mano salutai i tre ragazzi, “Quanto è bello” mi disse Barbara sorridendo, “Per niente” aggiunsi ridacchiando, “Ma smettila, hai visto che occhi marroni che ha?”, scoppiammo a ridere, altro che occhi marroni di Claudio,pensai, Mirko aveva gli occhi più belli del mondo.>>
 
Mi sedei di scatto sul letto con gli occhi lucidi, “Che è successo Karin?” mi domandò mia sorella, rimasi immobile, ferma a guardare l’armadio per qualche secondo “è? Ah no niente” dissi io sorridendole, si mise vicino a me e mi abbracciò “Sai che puoi dirmi tutto” mi disse lei stringendomi premurosamente, tra le sue braccia “Grazie Yole” dissi io guardandola in quei grandi occhi blu, i capelli biondi erano raccolti in una lunga coda, il naso a patata e la bocca fina la facevano sembrare buffa, il suo pigiama a quadri le ricadeva sul corpo, mi baciò sulla fronte e mi disse euforica“Partirò con Giulia” , io le sorrisi “ e dove andrete?” le dissi facendole un grande sorriso  “In Egitto, per una settimana”, la guardai mentre era alle prese con il suo telefonino, “Sono contenta per te, Buonanotte” esclami,mi rinfilai sotto le coperte e mi addormentai.
  
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