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Autore: orofarne    06/01/2007    4 recensioni
Introduzione rimossa perchè non presenta nessun accenno alla trama della fanfiction.
Inserirne al più presto una valida.
Rosicrucian e Nami, assistenti amministratrici.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sìììììì

Sìììììì!*_*

Ce l'ho fatta!

Dopo mesi che stava nel mio cassetto ad ammuffire, eccolaaaaaa!

Mi vergogno per questa cosa, ma meglio di niente...da qualche parte si dovrà pur cominciare!ù.ù

PAIRING: ByakuyaXRenji HitsugayaXHinamori

ATTENZIONE SPOILER per chi segue solo il manga italiano o nell'anime non è arrivato oltre l'episodio 18 e seguenti.

NOTE: Questa fic non ha alcuna pretesa, essendo la mia prima su Bleach. Mi sento decisamente impedita nel gestire questi bellissimi pg, per questo chiedo venia.

DEDICHE: Dedicata come ringraziamento a Miahamura e Kisy-chan che mi hanno fatto da Beta, grazie mille ragazze!^.^

DISCLAIMERS: I personaggi di Bleach appartengono tutti al sommo Tite Kubo ( ma anche se lui non lo sa Renji, Toushiro, Byakuya e Ichigo sono miei...>.> ), la storia non è scritta a fini di lucro.

Kiss Kiss

Bia-chan

CAPITOLO UNICO

< Abarai-kun! >

Renji si voltò al suono della squillante voce della sua amica.

Hinamori, che gli stava velocemente venendo incontro, sembrava molto eccitata per qualcosa.

< Abarai-kun. > ripeté quando lo raggiunse, appoggiandosi un momento alla sua spalla.

< Stasera non hai nessun impegno, vero? > chiese con gli occhi che le brillavano.

Renji scosse la testa in segno di diniego, cercando di capire per quale motivo Momo sembrasse così felice.

< Oh, ma è perfetto! Ascolta. Stasera Ikkaku-san e gli altri dell’undicesima divisione hanno organizzato una delle loro solite festicciole. > si fermò un momento guardandolo fisso negli occhi.

< Ed è sicuro che ci sarà anche Kuchiki Taichou! > terminò con enfasi.

A quella frase il rosso vice capitano sgranò gli occhi.

Kuchiki Taichou, il suo Taichou...sarebbe venuto alla festa?

Le occasioni in cui aveva visto l’algido capitano della sesta divisione non impegnato in del lavoro erano davvero poche, e una festa era veramente qualcosa d’incredibile.

Si leccò le labbra secche guardando la sua ex compagna d’accademia.

< Sei sicura Hinamori-Kun? >

< Certamente! Me lo hanno confermato anche Aizen Taichou e Hitsugaya-Kun...ehm...Hitsugaya Taichou! > rettificò arrossendo imbarazzata.

E mentre Renji sorrideva se l’ abbracciò stretta stretta, al colmo della felicità.

Avrebbe avuto un’occasione per stare ancora più vicino al suo Taichou.

Forse, con un po’ di fortuna, sarebbe anche riuscito a...be’ insomma, con calma.

Era da qualche mese ormai che la vicinanza, o addirittura la sola vista, del suo Taichou scatenava in lui strane reazioni.

E parlandone con Kira e Hinamori, era giunto alla più semplice e sconvolgente delle conclusioni.

Era innamorato.

Ma non di una persona qualsiasi, di Kuchiki Byakuya.

Uno dei più forti, se non il più forte, e algidi capitani dell’intera Soul Society.

Nonché appartenente alla più importante delle quattro grandi famiglie della nobiltà.

Le possibilità che aveva con lui?

Zero.

Anche perchè tutti sapevano quanto l’uomo avesse amato la sua defunta moglie, e quanto ancora il suo ricordo fosse vivo in lui.

E poi non dimentichiamoci un fattore importante:...lui era un uomo.

Si risvegliò dai suoi pensieri quando una poderosa manata lo colpì sulla schiena.

Imprecando fra i denti si girò per trovarsi davanti il ghigno soddisfatto di Kira.

< Kira-kun! > lo rimproverò Hinamori.

Per tutta risposta il biondino si mise a sghignazzare, dando così il via ad una delle solite zuffe tra lui e Renji.

La ragazza si fece un po’ da parte, sapendo che tanto i due non si facevano davvero male, ma che, comunque, non aveva possibilità di fermarli.

Anche lei era molto felice per quella sera.

Ci sarebbe stato anche il suo piccolo Shiro-chan.

Era un po’ preoccupata per il suo amico d’infanzia, lavorava troppo e aveva bisogno di distrarsi un po’.

Chissà perchè a quel pensiero arrossì.

°°°°

Ormai aveva perso il conto di quanti bicchierini di saké aveva bevuto.

La testa gli si era fatta un po’ più pesante e trovava molto divertenti la maggior parte delle sciocchezze che Kira gli stava raccontando.

Ma non era ubriaco.

Nossignore, ancora no.

Aveva un’ottima resistenza lui, a differenza di Izuru che ormai aveva perso la poca lucidità che aveva normalmente.

Sentiva solo un po’ caldo.

Che si centuplicava se solo osava spostare lo sguardo su una di quelle figure che stavano conversando sedute intorno ad un basso tavolino di legno scuro.

Alla fine Kuchiki Taichou era davvero venuto.

E adesso stava lì, ad ascoltare le chiacchiere di Ukitake Taichou e di Aizen Taichou.

Era così dannatamente attraente, anche il modo in cui si portava il saké alle labbra.

Avrebbe dato qualsiasi cosa per essere una di quelle goccioline che gli stavano accarezzando le labbra.

In quel momento subì un attacco da parte di Izuru e Shuuhei, e si ritrovò a terra insieme con gli altri due, mentre un gruppo di uomini rideva sguaiatamente.

Erano aggrovigliati uno sopra l’altro e il gomito di Shuuhei gli stava premendo dolorosamente sullo stomaco.

Ben presto anche Renji e gli altri due scoppiarono a ridere.

Si stava veramente divertendo, quando girando gli occhi si gelò.

Il suo Taichou lo stava guardando.

Ma non con il solito sguardo freddo e indifferente che era solito rivolgergli.

Era notevolmente irritato.

La consapevolezza di essere una scocciatura per il suo capitano lo colpì come uno schiaffo.

Byakuya lo trovava irritante e rumoroso, come gli ripeteva sempre.

Era solo un fastidio agli occhi del suo Taichou.

Di colpo tutta l’allegria che illuminava il suo viso si spense.

Come aveva anche solo potuto sperare in qualcosa?

Se anche poi Byakuya fosse stato pronto per avere un’altra relazione, chi gli assicurava che avrebbe scelto un uomo?

E uno come lui poi?

Si rese conto che gli ultimi mesi passati a fantasticare su di sè e il suo Taichou erano stati solo un mucchio di vane speranze.

Illudersi che Byakuya lo vedesse come qualcosa di più di un semplice sottoposto era stato da sciocchi.

< Scusate ragazzi... > mormorò, scostando il braccio di Izuru e alzandosi dal pavimento.

< Abarai-kun? > lo richiamò l’amico perplesso.

Lui scosse la testa e lasciò in fretta la stanza.

L’aria si era fatta irrespirabile.

Era dall’inizio della serata che si sentiva strana.

Agitata, ansiosa.

I ragazzi erano, come loro solito, intenti in una gara di bevute e Rangiku si era dileguata con un ufficiale qualche minuto prima.

E lei era lì, in un angolo, a torturarsi le mani e a lanciare occhiate in giro, nella speranza di scorgere qualcuno di sua conoscenza.

Il suo Taichou stava conversando e non voleva disturbarlo per nessun motivo, Renji era sparito all’improvviso e poco dopo non aveva visto più neppure Kuchiki Taichou.

Sperava che quello fosse un buon segno.

In un angolo Yachiru stava addentando la lucida testa di Ikkaku e Zaraki Taichou sghignazzava divertito insieme a Yumichika.

Ma di Shiro-chan neppure l’ombra.

Eppure era strano, le aveva assicurato che sarebbe venuto.

Erano poche le occasioni in cui poteva parlare liberamente con lui, a causa delle loro posizioni, e, ad una festa dove tutti si divertivano e facevano confusione, sarebbero sicuramente passati inosservati.

Hinamori sbuffò annoiata e si spostò all’esterno, dove la luna piena era già alta nel cielo e illuminava le chiome dei ciliegi in fiore.

Appoggiandosi alla lucida balaustra di legno chiaro si ricordò di quando, da bambina, restava fuori la notte a guardare le stelle.

E di quando a volte Toushiro le faceva compagnia.

Un sorriso dolce le nacque spontaneo sulle labbra rosate, e due fossette presero forma sulle guance morbide.

Decise di andare a cercarlo e s’ incamminò verso il suo ufficio, alla decima divisione.

Per i corridoi non c’era quasi nessuno, solo qualche shinigami della quarta divisione che doveva finire il suo turno di pulizie.

Da lontano arrivavano ancora le grida della festa, anche se molto molto ovattate.

Si fermò di fronte al pannello in legno e carta di riso che celava l’ufficio del Taichou.

Bussò timidamente e dopo qualche decina di secondi, non ricevendo risposta, s’ azzardò a far scorrere lentamente la porta.

All’interno la luce era accesa e regnava il silenzio.

Hinamori si richiuse la porta alle spalle e si avvicinò sorridendo intenerita alla scrivania.

Hitsugaya stringeva ancora in mano il pennello e aveva la testa poggiata sui documenti su cui stava lavorando.

Qualche ciuffo di morbidi capelli bianchi gli copriva le palpebre chiuse.

La ragazza trattenne il fiato, constatando ancora una volta quanto Toushiro fosse bello.

Ma in fondo era ancora un bambino.

Per quanto sapesse che ciò era vero, ammetterlo le faceva male, in quanto le toglieva ogni speranza.

Hitsugaya non aveva mai mostrato interesse per le donne, o, più in generale, per l’avere una relazione.

Lui desiderava solo farsi accettare in quel mondo di adulti che, per qualche motivo, tanto lo affascinava.

Con delicatezza gli sfilò il pennello dalla mano che ancora lo teneva e lo appoggiò sul suo sostegno.

Guardandosi intorno notò la coperta che Matsumoto utilizzava per i suoi riposini pomeridiani e l’appoggiò sulle spalle del giovane Taichou.

Senza riuscire a resistere passò una mano fra i capelli del ragazzo addormentato in una tenera carezza.

Lo carezzò per alcuni minuti fino a che, con il cuore che le batteva all’impazzata, realizzò che due grandi occhi verde acqua la fissavano assonnati.

In preda alla depressione più nera Renji era andato a rifugiarsi nel suo posto preferito, una piccola radura vicino ad un corso d’acqua.

La luce della luna che filtrava attraverso le fronde degli alberi, rendeva l’acqua luccicante come diamanti, e il rumore del ruscelletto lo rilassava un poco.

Stava disteso in mezzo all’erba alta e cercava di contare i petali di ciliegio che il vento trasportava per il cielo.

Senbonzakura.

Pure guardare il cielo gli ricordava il suo Taichou.

Gli occhi gli si fecero lucidi e con un gesto stizzito si tirò a sedere, asciugandosi qualche lacrima che scivolava indolente lungo le sue guance.

Prese a tormentare un ciuffo d’erba mentre si perdeva nei suoi pensieri.

Aveva preso tante volte in considerazione il fatto di poter non interessare a Byakuya, ma non pensava potesse essere così devastante averne la consapevolezza.

Il fiato gli mancò all’improvviso e la sua espressione assunse una nota di panico.

Il reiatsu che si stava avvicinando era...

< Renji. >

Con il sangue ghiacciato nelle vene ebbe la conferma al suo timore, riconoscendo quella voce e la sua tipica flemma.

< Kuchiki Taichou... > mormorò, alzandosi in piedi e inchinandosi in saluto al suo superiore.

Ebbe solo per un attimo il coraggio di alzare gli occhi su di lui e la bellezza della sua figura illuminata dalla luce della luna gli diede il definitivo colpo di grazia.

Il capitano della sesta divisione si fece più vicino al suo vice, fino a quando a separarli vi furono solamente pochi centimetri.

< Ta-taichou...cosa fate qui? > chiese a voce bassa il rosso shinigami.

Per quanto la loro statura fosse pressappoco la stessa, Renji in quel momento si sentiva infinitivamente più piccolo dell’uomo che aveva di fronte e che non smetteva di fissarlo.

Qualcosa scattò nella testa di Byakuya e uno dei suoi contorti ragionamenti prese il via.

< Per quale motivo sei letteralmente scappato poco fa? > domandò il capitano con tono irritato.

Il fukutaichou rimase un momento interdetto.

< Non ti divertivi abbastanza con i tuoi amichetti? > continuò sempre più aspramente.

Renji ebbe la conferma di tutti i suoi timori.

Byakuya non lo sopportava.

Ed ora, per qualche motivo a lui sconosciuto, era pure adirato con lui.

< Taichou co-cosa state dicendo? > domandò ostentando una calma che non gli apparteneva.

Vide chiaramente qualcosa spezzarsi nello sguardo blu dell’altro e le sue mani stringersi a pugno.

Per la prima volta Renji vide una smorfia irritata solcare il viso tanto amato.

Abbassando lo sguardo prese un respiro profondo.

Quando lo rialzò una luce nuova vi brillava all’interno.

< Taichou. > chiamò.

L’uomo con i capelli neri posò lo sguardo scuro su di lui.

< Voi mi odiate, non è vero? > chiese senza distogliere lo sguardo.

Da parte dell’altro non ci furono reazioni, così il rosso continuò.

< Non potete sopportarmi e probabilmente non fate che maledire il giorno in cui sono stato assegnato alla sesta divisione e promosso fukutaichou. >

< ... >

< Però Taichou... > per un momento il suo sguardo tornò a vagare sull’erba e la sua voce si affievolì un poco, così come la sua determinazione.

Ma tanto ormai cosa aveva da perdere?

Aveva comunque il suo disprezzo.

Rischiare ancora un po’ non avrebbe certo peggiorato la situazione.

< ...io...io v-vi amo...Taichou... > sussurrò fissandolo negli occhi.

Si aspettava che gli voltasse le spalle o che estraesse Senbonzakura e lo uccidesse senza alcuna pietà.

Ma Byakuya semplicemente sospirò, chiudendo un momento gli occhi.

E quando li riaprì, sulle sue labbra, c’era un leggero sorriso, dolce come quei petali che il vento cullava fra le sue braccia.

Alzò con lentezza una mano e la posò sul capo del suo vice.

°°°°

Kira aveva ricevuto l’ordine dal suo capitano di andare a chiamare Kuchiki Taichou, che quel giorno era stranamente in ritardo per la consueta riunione dei capitani.

Stesso discorso per quanto riguardava Abarai-kun.

Con la testa che gli scoppiava a causa della sbronza della sera precedente, bussò all’ufficio del capitano della sesta divisione, senza ottenere alcuna risposta.

Sbirciando all’interno lo trovò vuoto e silenzioso.

Aveva ormai cercato ovunque ed era vicino alla disperazione pensando alle atroci torture a cui il suo sadico Taichou lo avrebbe sottoposto, quando il suo sguardo venne attirato da un folto gruppo di ciliegi, poco lontano dall’edificio principale della sesta divisione.

Ricordandosi quanto Renji amasse stare a riposare in quel luogo, vi si diresse con la speranza di trovarvi almeno lui.

Arrivato ai piedi dell’albero più maestoso, però, si arrese all’evidenza.

Kuchiku Taichou era addormentato con la schiena poggiata al tronco della pianta e Renji dormiva beato tra le sue braccia, con il viso nascosto contro il suo collo e un sorriso da beota stampato in faccia.

Con una lacrimuccia cominciò a prepararsi psicologicamente alle torture che lo aspettavano.

Anche Matsumoto era stata mandata a cercare il suo Taichou, ma aveva lasciato perdere dicendo che entro poco tempo sarebbe arrivato.

Bisognava solo vedere quanto Toushiro ci avrebbe messo a smettere di fissare Momo addormentata abbracciata a lui.

FINE

  
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