Anime & Manga > Shaman King
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Autore: orofarne    06/01/2007    9 recensioni
` forse era in quel momento che ren si era innamorato di lui. innamorato del primo vero amico che avesse mai avuto...` one-shot yaoi yxr
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ren Tao, Yoh Asakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao tutti

Ciao tutti!!!^^

Allora questa è la mia prima fic su Shaman King e quindi è un po’ corta e penso anche un po’ insipida, non so.

Ma vi prego ugualmente di leggerla e di farmi sapere che cosa ne pensate.

Grazie!^^

PAIRING: YohXRen

NOTE: i personaggi possono risultare un po’ OOC. L’età dei pg è stata modificata perchè mi faceva più comodo averli un po’ più grandi!^^ Inoltre io mi riferisco solo agli avvenimenti del manga e la sconfitta di Hao è stata naturalmente inventata di sana pianta.

NOTE 2: il titolo è latino e significa “al principio della pimavera”.

DISCLAIMERS: i personaggi appertengono a Hiroyuki Takei (takei-sensei!!!!*O*). Questa storia non è scritta a fini di lucro.

Bia-chan

PRIMO VERE

L’ennesima litigata tra Ren e Horo Horo si svolgeva come sempre davanti ai compagni, alcuni divertiti, altri esasperati, altri ancora disperati.

Nonostante fosse ormai passato più di mese da quando avevano sconfitto Hao tutti erano rimasti sempre un po’ bambini, ma dentro di loro erano maturati in maniera incredibile per dei ragazzi di appena sedici anni.

Durante quella guerra avevano conosciuto la morte, il dolore e la disperazione e c’era chi, nonostante tutto, aveva perso anche un fratello.

Fino all’ultimo Yoh aveva sperato di riuscire a salvare Hao, aveva sperato che cambiasse, che rinunciasse ai suoi folli propositi.

Aveva sperato anche mentre lo uccideva.

Mentre poneva fine all’esistenza di quello che in fondo era pur sempre suo fratello.

Un fratello che aveva conosciuto come nemico.

Il suo unico fratello.

A lui, che non aveva mai avuto amici da piccolo, sarebbe tanto piaciuto avere qualcuno vicino che lo difendesse e che lo consolasse quando piangeva perchè gli altri bambini non volevano giocare con lui.

Ma nella sua infanzia non aveva avuto mai nessuno vicino oltre al nonno.

Poi erano comparsi Anna e Manta, Amidamaru e tutti gli altri che avevano combattuto al suo fianco.

E anche adesso, nonostante la tristezza che gli attanagliava il cuore da quel giorno, i suoi amici riuscivano a farlo sorridere con ogni piccola cosa.

Ma anche i suoi amici lentamente se ne stavano andando.

Ora che la minaccia di Hao era scomparsa, tutti piano piano stavano tornando alle loro vite e già Lyserg, Ryu, Faust e Chocolove erano usciti dalla sua esistenza.

Lyserg era finalmente in pace, aveva vendicato i suoi genitori.

Ryu avrebbe finalmente portato a termine la ricerca del suo Best place.

Faust aveva di nuovo con sé la sua Elisa, cosa desiderare di più?

Chocolove girovagava per portare il vento delle risate nel mondo.

Si erano scambiati la promessa di vedersi e tenersi in contatto, certo, ma non capivano quanto lui avesse bisogno di loro in quel momento.

Anna al suo fianco guardava i due litiganti con sguardo omicida e anche se ormai Yoh era diventato Shaman King e lo Shaman Fight era finito, sicuramente lei stava progettando nella sua mente un terribile programma d’allenamento con cui punire quei due che facevano tanto rumore.

Con il suo perenne sorrisetto sulle labbra, il giovane Asakura si alzò annunciando che andava a dormire perchè si sentiva piuttosto stanco.

Come fu uscito tutti i presenti nella stanza si zittirono e fissarono preoccupati la porta appena richiusa.

Tamao lanciò un’occhiata verso Anna che continuava a bere il suo té e sentì una strana rabbia montarle dentro.

L’itako, la sua promessa sposa, non si preoccupava mai per Yoh?!

Tutti si chiedevano che tipo di rapporto legasse i due ragazzi che mai in quegli anni si erano scambiati un bacio o una carezza, almeno davanti a loro.

< Anna possibile che non ti preoccupi neanche un po’? Yoh è cambiato e sta male, dobbiamo fare qualcosa! > disse la giovane apprendista shugenja.

< Infatti! Yoh non è più lo stesso, siamo tutti preoccupati! > aggiunse anche il piccolo Manta, preoccupato per la sorte del suo migliore amico.

L’itako posò con lentezza la tazza sul basso tavolino di legno intorno al quale erano seduti e schioccò irritata le labbra.

< So bene cosa affligge Yoh. E so bene anche che non posso fare nulla. Inoltre non sono io la persona che Yoh desidererebbe vedere in un momento come questo > disse lapidaria.

< Ma cosa stai dicendo?! E’ ovvio che desideri che tu gli stia vicino! > gridò Horo Horo.

< Quanto siete ciechi > mormorò la ragazza posando lo sguardo su Ren, rimasto in silenzio per tutto il tempo.

< Voi non vorreste accanto la persona che amate, nei momenti difficili? >

Ponendo questa domanda Anna lasciò la stanza.

In un’altra stanza, al piano supriore della sua casa a Tokyo, Yoh era seduto davati alla finestra a guardare il cielo.

Tutte quelle stelle e quella grande luna piena erano così belle.

Gli sarebbe piaciuto rimanere a fissarle per sempre avvolto da quella pace e da quel silenzio.

Lo scorrere lento della porta gli fece girare lo sguardo e vedere la figura di Anna che lentamente la richiudeva.

< Come mai qui? > domandò a bassa voce.

< Gli altri sostengono che tu abbia bisogno di me, perchè sono la tua fidanzata. Non ci provo neppure a spiegargli come stanno le cose. > mormorò lei sedendoglisi accanto.

< Ti ringrazio. E’ meglio così in fondo > disse Yoh guardandola tristemente, conscio di poter essere sé stesso solo con lei.

< Sei sicuro che ti basti così? Lo sai come la penso. Devi dirglielo >

< E perdere quel poco di rapporto che ancora ci lega? Tanto presto se ne andrà anche lui, non cambia nulla > disse con un sospiro il re degli sciamani.

Anna rimase in silenzio ma gli strinse la mano e lasciò che Yoh posasse il capo sulla sua spalla.

Dopo qualche minuto di silenzio in cui i due restarono a fissare il cielo e in cui il tempo veniva scandito dal dolce ticchettio delle lancette della sveglia, lei riprese a parlare.

< Yoh devi farlo. Io non sono più disposta a vederti soffrire. Se non gli parlerai lo farò io >

Gli occhi del giapponese si sgranarono mentre alzava di scatto la testa dalla spalla della ragazza.

< Anna..no > disse deciso

< Invece sì. Sono tua amica e non sono più disposta a mandare avanti questa pagliacciata del fidanzamento. Ficcatelo bene in testa, Yoh Asakura >

Era in quei momenti che Yoh ammirava veramente Anna.

Quei momenti in cui dimostrava tutta la sua forza di carattere e portava avanti le sue decisioni anche a rischio di apparire spietata.

Ma lui sapeva bene che non era spietata, ma era semplicemente preoccupata per lui, che cercava di aiutarlo.

Tante volte durante lo Shaman Fight lei era stata il suo punto di riferimento, quella che lo spronava sempre ad andare avanti a testa alta.

Yoh sorrise; sorrise veramente.

< Grazie Anna > disse dolcemente ripoggiando nuovamente la testa sulla spalla di lei.

< Basta che tu lo faccia in fretta > sussurrò l’itako stringendogli la mano.

< Sì...parlerò con Ren > mormorò lo sciamano chiudendo gli occhi.

* * *

Era da quella mattina presto che era uscito ad allenarsi.

Anche se ormai non c’era più motivo per allenarsi a quel modo Ren non sopportava di starsene senza far nulla; non dopo una vita intera passata a combattere per portare avanti degli ideali che neppure condivideva, ma che gli erano stati inculcati da altri.

Per lui conoscere Yoh Asakura era stata la salvezza.

Non avrebbe mai potuto dimenticare il modo in cui lo aveva affrontato senza alcuna paura.

Non avrebbe mai potuto dimenticare quella volta in cui rischiò di essere ucciso per venirlo a salvare da suo padre, in Cina.

Ma soprattutto non avrebbe mai potuto dimenticare la volta in cui, per farlo tornare in vita, aveva abbandonato lo Shaman Fight.

Lui che aveva l’importante compito di fermare Hao, aveva rischiato di compromettere tutto solo per permettere a uno come lui di vivere, anche dopo che si era macchiato dell’uccisione di così tante persone da non meritare il perdono di nessuno degli dei che abitavano il cielo.

Forse era in quel momento che Ren si era innamorato di lui.

Innamorato del primo vero amico che avesse mai avuto, della persona che lo aveva accolto pur conoscendo ciò che aveva fatto.

Innamorato di un ragazzo come lui, per di più fidanzato.

Il giovane erede della famiglia Tao aveva visto la sofferenza solcare il viso di Yoh mentre uccideva quel folle che per un brutto scherzo del destino si era reincarnato come suo fratello.

E aveva anche visto come subito il neo re degli sciamani fosse corso a cercare il conforto della sua futura sposa, scatenando in lui un’ondata di gelosia che non si credeva capace di poter provare.

Sapeva che non c’erano possibilità che Yoh ricambiasse i suoi sentimenti e per questo motivo negli ultimi tempi era divenuto un po’ più scostante del solito nel tentativo di non innamorarsi ancora di più del ragazzo che adesso lo ospitava a casa sua.

Aveva deciso che presto avrebbe lasciato Tokyo per tornare nella sua bella Cina, ma comunque al pensiero di lasciare Yoh in quello stato e di separarsene il cuore gli tirava dolorose fitte.

Spinse il cancellino di legno che permetteva l’accesso al vasto giardino di casa Asakura e procedendo lentamente per via della stanchezza si mise a sedere sotto al portico di legno che correva tutto intorno all’edificio.

Una lieve folata di vento gli scompigliò leggermente i capelli e lui socchiuse gli occhi per godersi a pieno quella fresca brezza che annunciava l’arrivo imminente della primavera.

< Ah, finalmente sei tornato. Avanti vieni dentro, Yoh ti vuole parlare >

Ren si riscosse dallo stato di torpore in cui era caduto e guardando Anna di sbieco con un sopracciglio leggermente sollevato le rispose.

< Da quando in qua Yoh manda te a dirmi le cose? E soprattutto da quand’è che tu accetti di fare da portavoce? >

Anna gli lanciò un’occhiata fulminante come a dire di stare zitto e di spicciarsi a entrare in casa e Ren pensò bene di non contraddirla.

Dato che erano appena le nove era piuttosto sorpreso dal fatto che Yoh fosse già sveglio, dato quanto amava dormire.

Quello che invece non lo sorprese affatto fu di sentire Horo Horo russare molto rumorosamente mentre passava davanti alla stanza che lo sciamano con i capelli azzurri condivideva con sua sorella.

Anna entrò in cucina dove già Manta e Tamao si affaccendavano per preparare la colazione e Ren invece salì su per le scale, diretto verso la camera di Yoh.

Quando entrò, dopo aver bussato, trovò il ragazzo in piedi di fronte alla finestra aperta e con indosso un semplice yukata color crema.

La visione di Yoh con i capelli sciolti e quello yukata addosso fu sufficiente perchè il cuore di Ren mancasse un battito.

< Ehi Yoh, come mai già sveglio? > disse cercando di apparire come sempre.

Il giapponese si girò sorridendo come al solito e facendogli ciao-ciao con la mano.

< Grazie per essere venuto Ren, probabilmente ti stavi allenando > aggiunse Yoh vedendolo annuire e notando gli abiti che usava normalmente per quell’attività.

Gli si avvicinò e Ren fu sorpreso di vederlo leggermente arrossire mentre gli parlava.

< Così anche tu te ne vai, vero? Fra quanto? >

< Una settimana, più o meno. Ma se è un problema posso andarmene anche prima > rispose il cinese, pensando che probabilmente Yoh desiderava starsene solo con la sua fidanzata e senza scocciatori come lui che giravano per casa.

Una fitta al cuore.

< No, no! Non è assolutamente un problema, anzi...mi dispiace molto che ve ne stiate andando tutti... > replicò il ragazzo sentendo una cappa di tristezza avvolgerlo.

< Be’ comunque che c’è? Anna ha detto che volevi parlarmi! Volevi semplicemente chiedermi quando me ne andavo? > domandò acidamente Ren.

Yoh allargò un po’ gli occhi chiedendosi per quale motivo il ragazzo di fronte a lui fosse improvvisamente diventato così scontroso nei suoi confronti.

< No, be’ io...cioè... > cominciò a farfugliare diventando ancora un po’ più rosso.

Vederlo così fece tanta tenerezza a Ren che si lasciò scappare un sorrisetto.

< Sai Ren > cominciò allora Yoh prendendo un bel respiro

< probabilmente dopo quello che ti dirò o che farò non mi vorrai più vedere. Per cui ti ringrazio per essermi stato amico in tutto questo tempo. >

Ren non fece in tempo a chiedersi che cosa diavolo stesse blaterando il giapponese davanti a lui, che sentì le sue mani poggiarsi dolcemente sulle sue spalle come tante volte era accaduto nei suoi sogni.

E come tante volte era accaduto nei suoi sogni sentì anche le labbra di Yoh che si posavano leggere e carezzevoli sulle proprie.

Il contatto durò un attimo, come il battito d’ali d’una farfalla, ma per Ren fu qualcosa di talmente bello e intenso, che una volta finito non ebbe reazioni e continuò a fissare il ragazzo davanti a sé, chiedendosi se fosse accaduto sul serio.

Yoh, con il cuore che batteva all’impazzata, interpretò diversamente il gesto di Ren e facendo un passo indietro si voltò verso la finestra.

< Scusa non avrei dovuto, non avrei assolutamente dovuto! >

Ren decise che doveva chiarire le cose in quel momento, quando sentì la voce del ragazzo che amava incrinarsi in un principio di pianto.

Lo raggiunse e lo fece voltare, per poi rimanere come pietrificato nel vedere alcune lacrime scivolargli silenziosamente sulle guancie arrossate.

Mai...non lo aveva mai visto piangere...neppure durante la loro guerra.

Yoh si ritrasse dal contatto con il cinese e abbassò il capo mortificato.

< Ti prego Ren...non odiarmi...dimentichiamoci tutto > disse il re degli sciamani tra i singhiozzi.

Ren gli alzò il viso e gli asciugò lentamente le lacrime, sorridendogli dolcemente.

< Non puoi chiedermi di dimenticarmi tutto, non ora che la persona di cui sono innamorato mi ha baciato > gli sussurrò.

Yoh sgranò gli occhi e li fissò incredulo sul ragazzo che gli stava di fronte, stentando a credere alle parole che aveva appena pronunciato.

< Tu mi...mi... > balbettò il giapponese continuando a guardarlo.

< Sì Yoh. Ti amo > disse deciso Ren prendendogli il volto fra le mani.

Yoh non si curò di sentire se il cinese volesse aggiungere qualcos’altro e lo abbracciò di slancio, nascondendo il viso nella sua spalla, piangendo, ma felice.

Anche Ren lo strinse a sua volta, con il cuore che gli scoppiava di gioia.

< Non andartene, non andartene anche tu Ren, ti prego! >

< No che non me ne vado Yoh se vuoi che resti >

< Certo che voglio che resti! Anch’io ti amo! >

Dopo queste parole il giapponese alzò la testa e baciò di nuovo il ragazzo, il suo ragazzo, finalmente felice, come mai era stato da quando lo Shaman Fight era finito.

Fuori, nel corridoio, appoggiata alla porta, Anna chiuse gli occhi lasciandosi scappare un sospiro.

Ora Yoh era felice, con la persona che amava veramente e se Yoh era felice anche lei lo era.

Anche se ormai aveva perso per sempre il ragazzo che amava.

FINE

  
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