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Autore: greenbird    21/06/2012    1 recensioni
FF ambientata durante il manga. Hisashi e Akiko sono amici d'infanzia. Ora che lui ha fatto pace con il basket, le cose tra loro potrebbero cambiare... La storia è raccontata dal punto di vista di Akiko e Hisashi.
E' la mia prima FF, i commenti (anche negativi) sono ben accetti!
Slam Dunk e i relativi personaggi sono copyright di Inoue Takehiko.
Io ho creato solo i personaggi originali.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisashi Mitsui, Nuovo personaggio, Shinichi Maki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Torno ad aggiornare la storia! ^^ Ci ho messo un po' perché ultimamente ho un sacco da fare al lavoro e la sera non riesco a stare al pc più di tanto...!
Buona lettura e grazie ancora a chi mi segue!

17.

E' ancora presto per alzarmi, così resto sveglio nel letto. Oggi partiamo per il ritiro a Shizuoka. Akiko sta ancora dormendo. Mi giro su un fianco per guardarla. Sembra passato un secolo da quella notte in cui avevo paura solo di toccarla… Adesso quasi non ci credo che posso farlo… e che da parte sua non riceverò alcun rifiuto… Allungo la mano e le tocco i capelli con la punta delle dita. Proprio come quella notte, le sfioro le labbra… Solo che stavolta sento le sue rispondere al bacio.
–  Ciao… – dice, con gli occhi ancora chiusi.
–  Non volevo svegliarti, – dico, continuando a toccarle i capelli.
–  Ero in dormiveglia… – apre gli occhi e sorride. Sorrido anch'io. – Devi alzarti?
–  Non ancora.
–  Bene, – risponde, e si avvicina, abbracciandomi. La abbraccio anch'io, e con una mano continuo ad accarezzarle i capelli. E' qualcosa che mi ha sempre fatto bene. Mi rilassa, mi fa stare tranquillo… Akiko mi stringe più forte e chiude gli occhi.
–  Ti rimetti a dormire?
Annuisce. – Io sono in vacanza, sai?
Sorrido. – E mi lasci solo proprio il giorno del ritiro?
–  Cosa vuoi…? Ti ho pure aiutato a fare il borsone, ieri… Così oggi potevamo poltrire un po' di più nel letto…
Sì, questo è vero. Quando è capitato che dovevo preparare una valigia, mi riducevo sempre alla fine. Praticamente mi alzavo prestissimo il giorno della partenza e buttavo qualcosa in valigia. Akiko mi ha salvato dalla disperazione del “Dove cavolo sono i pantaloni?!” parecchie volte! Se non c'era lei per caso qui da me, ieri sera, altro che stare qui nel letto con lei tra le braccia… E' inutile, non ho quella mentalità!
–  Comunque, – riprende, – non sono io che ti lascio sola… sei tu che te ne vai…
–  Dillo ad Anzai che decide di farci partire subito dopo che mi sono messo con te!

Abbiamo dormito tutti e due per un'altra ora, poi la sveglia ha suonato. Che scatole… Ora è anche più difficile staccarsi da lei… Ma tant'è, devo farlo. Vado in bagno, mi faccio una doccia, mi vesto e torno in camera. Akiko dorme ancora. E' proprio un ghiro! Mi siedo sul letto per mettere i calzini. Poi mi giro per guardarla e trovo invece i suoi occhi a fissare me.
Ha uno sguardo strano. – Stai bene?
In silenzio, annuisce.

 

 

Mi alzo e vado in bagno a lavarmi. L'idea che Hisashi parta non mi fa contenta, però è solo per una settimana. Non ne faccio certo una tragedia. Torno in camera sua e finisco di vestirmi, poi scendiamo di sotto a fare una colazione veloce, poi arriva il momento dei saluti.
–  Fa' la brava, non metterti nei casini visto che io non sono in zona per aiutarti…
–  Sì, a fare danni più grossi! – lo interrompo ridendo.
–  Certo! Cos'è, solo tu devi divertirti?! – ride anche lui. – No, sul serio, ok?
–  Sì, sì! Guarda che sei tu quello che parte! Io comincerò a godermi le vacanze!
Mi guarda male. – Un minimo di rispetto per me che vado in ritiro!
Mi metto a ridere e lo abbraccio. Hisashi mi prende il viso tra le mani, mi fissa e poi mi bacia.
–  Ci vediamo tra una settimana, piccola.

Il pomeriggio raggiungo Atsuko in camera. – Come va? – chiedo.
Fa spallucce. – Non granché bene… Ho fatto un giro con Mie in città… Volevi dirmi qualcosa?
–  Beh, sì… però non ti arrabbiare – aggiungo, vedendo che non è proprio la felicità personificata.
–  Addirittura? – sorride. Forse allora è solo un'impressione? – Non mi sono arrabbiata perché sei andata a parlare con Maki, adesso dovrei?
–  Non lo so.. – sorrido, facendo spallucce. – Nel dubbio…
–  Dai, spara!
–  Ti ricordi che a Hisashi piaceva una ragazza?
Lo sguardo si fa serio. – E come potrei dimenticarlo?
Stringo le labbra. – Ecco, è venuto fuori chi è lei…
–  E sarebbe?
– Lei… lei sono io.

 

 

–  Mitsui, te la pianti di stare al telefono?! Siamo in ritiro, non in vacanza!
–  Sta' zitto, Miyagi! Non rompere!
Akiko… dove cavolo sei?! Perché non rispondi al cellulare?! Ti prego, tesoro…
–  Mitsui.
–  Che cavolo vuoi?! – ringhio alzando gli occhi. – Ah… Akagi.
–  Vuoi onorarci della tua presenza?
–  Arrivo, – dico, premendo di nuovo il tasto della chiamata.
–  Chi stai chiamando?
–  Akiko. Ma non risponde. Le ho telefonato almeno dieci volte, ma nulla.
–  Forse non ha il cellulare vicino. Torna ad allenarti, la chiami dopo.
–  Sua madre mi ha chiamato. Ha detto che quando sono rientrati a casa, Atsuko era imbestialita e Akiko non c'era. Non sanno dov'è andata e non risponde nemmeno a loro.
Akagi sgrana leggermente gli occhi. – Va bene, intanto torna di là. Avviso Haruko di chiamarla e di vedere se è in qualche posto che conosce anche lei. O magari sono insieme. Vedrai che si farà viva.

 

 

–  Ehi, Akiko! Qui hai una marea di chiamate di Mitsui!
–  Lascia perdere, Yohei. Non ho voglia di rispondere.
–  Ma è successo qualcosa?
Scuoto la testa.

 

 

  Cosa…?! – chiede Atsuko, senza fiato.
  Atsuko, mi dispiace… E' successo… senza volerlo…
  Tu sei quella che lui ama…?! – sussurra, alzandosi.
  Senti… – mi alzo anche io. – Mi spiace… sul serio… Noi non--
  NOI?! – mi interrompe. – “NOI”?! Vuol dire che tu e lui…?!
La mia faccia colpevole non le fa finire la frase.
  Oh beh, questo è il colmo! – esclama, sarcastica. – Non solo ti innamori di lui, ma vi siete anche messi insieme!
  Ma scusa, adesso a te non piace Maki?!
Apre la bocca per rispondere, ma si blocca. Mi fissa, a occhi sgranati. Poi cambia totalmente espressione. – Ecco perché…
La guardo, incerta. Perché cosa?
  Ecco perché insistevi per farmi uscire con Maki…– mormora, incredula. Anch'io spalanco gli occhi. Oddio, no… Questa non ci voleva… Perché non è così…
  No, Atsuko… Proprio no! – protesto, cercando di farla ragionare. – L'ho fatto perché… Lo sai, perché secondo me tu e Maki state meglio assieme!
  Certo, così potevi avere Hisashi solo per te, se io mi interessavo a Maki! – urla.
  No, non è vero!
  E sentiamo, da quanto state insieme?! – dice, incrociando le braccia.
Resto zitta. Adesso avrà la conferma ai suoi sospetti. Anche io ci penserei, se fossi in lei…
  Dal giorno dopo il festival del Kainan.
Ci resta malissimo. – Praticamente il tempo che io iniziassi a uscire con Maki quasi ufficialmente – ribatte. – Beh, complimenti, direi che avete colto la palla al alzo. L'avete pensata proprio bene…
  Senti, capisco che può sembrare così, ma davvero non lo è…
Scuote la testa. – Lascia perdere. Ti sei giocata bene tutte le carte, congratulazioni.

 

 

  Akiko scusa, mi passi quella palla? – chiede Okusu. Gliela lancio, dopodiché vado a fare un giro. La scuola è tutta nostra, si svolge qui il ritiro di Hanamichi. Dopo che Atsuko mi ha urlato di andarmene, l'ho fatto. Non sapevo dove andare, allora ho chiamato Yohei perché sapevo che lui e gli altri erano a scuola per aiutare Hanamichi.
Così li ho raggiunti e sono rimasta a dare una mano. Non so nemmeno se torno a casa, stasera.
  Akiko, dove sei?
  Sono qui, Yohei, sulle scale.
Mi porge il mio cellulare. – E' Mitsui.
Lo fulmino con lo sguardo. Lo sapevi che non voglio parlargli, Yohei! Perché gli hai risposto?! Andiamo, non farlo aspettare, stanno rispondendo i suoi occhi. Prendo il cellulare arrabbiata, contenta e tentata di chiudere la chiamata. Avvicino il telefono all'orecchio.
  Akiko?
Il sangue mi va alla testa. Inghiotto, anche se la bocca è improvvisamente secca. Mi rendo conto solo ora che quando sono arrabbiata con Atsuko tendo ad allontanare Hisashi come se ce l'avessi con lui…
  Sì…

 

 

Dio ti ringrazio, l'ho trovata… Adesso però mi sto arrabbiando con lei… Che cavolo le prende di lasciarmi così senza notizie?! Calmo, Hisashi… Se ha litigato con Atsuko non ha bisogno di un'altra bomba…
  Dove sei? – chiedo. Non mi è andata giù che ha risposto Mito. Dove cavolo è?!
  A scuola. Sto aiutando Hanamichi e Anzai. Ci sono anche Yohei, Haruko e gli altri.
Sospiro, sollevato. E' a scuola! Appena ho sentito la voce di Mito sono quasi saltato sul primo treno per andare a spaccargli la faccia!
  Ti ho cercato tutto il giorno! Ma sei pazza a sparire così?! – sbotto. – Tua madre mi ha chiamato dicendo che sei uscita e non rispondevi al cellulare! Ma che ti passa per la testa?!
  Senti, – sbotta anche lei, – ne ho già uno di padre che mi ha fatto la ramanzina per telefono. Non me ne serve un altro! Ho litigato con Atsuko e me ne sono andata. Punto.
  Ritengo che sia perché tu le abbia detto che stai con me…
  Eh già.
  L'ha presa male?
  Beh, secondo lei ho fatto in modo che si interessasse a Maki per avere campo libero con te. Chiaramente, zuccona com'è, non ha voluto sentire ragioni.
Mi passo una mano tra i capelli. – Vengo su.
  Cosa?!
  Vengo su. Dico ad Akagi che salto un giorno di allenamento e parto domattina.
  E che verresti a fare?
  Non lo so, magari insieme la convinciamo.
  Hah! – esclama, sarcastica. – Non crede a me che sono sua sorella, pensi che crederà a te? Tu che l'hai lasciata per me? No, no. La cosa migliore è lasciarla sbollire. Starò qui per questa settimana e poi vediamo.
Sbuffo. – Perché non mi permetti di aiutarti? – chiedo poi.
  Che?!
  Hai capito. Siamo sempre stati “noi due”, Akiko. Prima da amici, ora da coppia. Perché non mi permetti di starti vicino?!
  E' tra me e Atsuko.
  Sì, ma poi fai preoccupare pure me! – sbotto. – Ti ho chiamata non so più quante volte e se non era per Mito io ancora stavo qui a chiedermi se stavi bene!
Resta zitta. Poi sento qualcosa che sembra un singhiozzo. – Akiko?!

 

 

Non piangere! Dai, non è nulla! Torna tra appena tre giorni! Non farlo preoccupare! Scema, non piangere! – Sì… – dico, cercando di inghiottire le lacrime. – E' solo che… posso aspettare che torni, non c'è bisogno che fai un sacco di strada in un giorno solo per qualcosa di cui possiamo parlare tra tre giorni…
  Sicura? Sicura al 1000%?
  Sì.
In realtà non so quanto potrò resistere questi giorni senza Hisashi con Atsuko che mi odia. Ma lui è arrivato al campionato nazionale e non posso distoglierlo da questo perché mia sorella e io abbiamo litigato, anche se per lui. Nemmeno per un giorno solo.
  Sì, tranquillo – dico con tono sicuro.
Hisashi sospira. – Allora non vengo. Ma se ti servo…
  Lo so, ti chiamo. E comunque, se venissi ne andrebbe della tua incolumità fisica!
Sento che sorride. – Ok. Sono qui in qualunque momento.
  Va bene.
  E torna a casa.
  Resto a dormire qui. I miei hanno fatto storie, ma hanno detto che va bene.
  D'accordo. Ma non andartene anche da scuola.
  No, tranquillo. Grazie.
  Non ringraziarmi. E' il minimo che posso fare per te. Bacio.
  Bacio anche a te. Buonanotte.
  Buonanotte, piccola.

  Tutto risolto?
Yohei mi ha raggiunto di nuovo. Ha le mani nelle tasche dei pantaloni, sorride.
  Sì.
  Allora ho fatto bene a rispondere.
  Non avevo litigato con lui.
  Lo so, ma lo evitavi comunque.
  Senti, Yohei… posso restare a dormire qui?
Sorride e annuisce. – E' così grave la cosa da non poter tornare a casa?
  Non so. Spero solo che si risolva presto.
Annuisce e va di nuovo via.

Appena metto piede in casa, la mattina dopo, i miei mi assalgono.
  Ti rendi conto che ci hai fatto stare in pena?! Abbiamo telefonato a tutti, nessuno sapeva dove fossi e non rispondevi al cellulare! Possibile che alla tua età dobbiamo ancora preoccuparci così?!
Li fisso, arrabbiata. – Non ho voglia di litigare. Ho avuto una brutta discussione con Atsuko e me ne sono andata. Punto.
Uso lo stesso metodo che aveva Hisashi nel suo periodo ”no”. Salgo le scale, vado in camera mia, mi cambio e scendo di sotto.
  Adesso dove credi di andare?! – fa mio padre.
  Esco.
  Sei appena rientrata!
  E ora esco di nuovo. Vado allo Shohoku, non torno a pranzo.
  Akiko!
  Senti, – dico, aprendo la porta, – io non ci resto qui con Atsuko.
Mio padre non ha il tempo di ribattere che io sono già fuori di casa.

Stare allo Shohoku mi rilassa. Rido, aiuto Anzai e Sakuragi, non penso alla situazione in cui mi trovo. Meno sto nei dintorni di Atsuko, più possibilità ho che le passi prima.
  Dovrai tornare a casa stasera, no? – chiede Hisashi.
  Sì, ma almeno io ho passato una giornata tranquilla. La sera stiamo assieme solo per qualche ora.
Hisashi resta zitto. Immagino la sua espressione. E' talmente preoccupato che avrà una faccia serissima.
  Poi dopodomani torni tu e io posso rifugiarmi da te! – rido.
  Hai libero accesso alla mia camera, come al solito. Se ti serve puoi usarla.
  Sì? Meno male… Non sapevo dove portare il mio amante! Grazie!
  Cosa?! Se lo fai ti uccido!
  Ah, interessante…! Ti frega solo che non porti l'amante in camera tua, eh…?
  Akiko! – scatta. Io scoppio a ridere.
  Dai, scherzavo! Non sono certo io quella che mette le corna…
  Che vuoi dire?!
  Nulla…! Sei più irascibile del solito, oggi, eh…? – lo stuzzico. Sento che sbuffa.
  Ecco cosa vuol dire mettersi con una che sa tutto di te… – borbotta.
Sorrido. Effettivamente deve stare attento con me. So che trucchetti usa per portare avanti due storie e so riconoscerne i segnali. Comunque, lui è il mio toccasana. Ogni volta che sto male per qualcosa, mi basta parlare con lui, e sto subito meglio…

Finalmente il ritiro di Hisashi è finito, domattina torna. Anche oggi sono stata a scuola tutto il giorno. I miei mi hanno lasciato perdere; il “metodo Hisashi” ha funzionato! Con Atsuko non ho praticamente parlato; ci siamo palesemente ignorate. Io che posso farci? Quando mia sorella è in quello stato d'animo, è inutile anche provare a parlarle.
All'improvviso sento il bisogno di avere qualcosa che mi ricordi Hisashi, così vado all'armadio e tiro fuori la sua canottiera. La avvicino al naso, ma ormai ha perso il suo odore. Solo ad averla tra le mani, però, mi fa sentire bene. Mi tolgo la maglia del pigiama e mi infilo la canottiera. In quel momento la porta si apre ed entra Atsuko. Resto paralizzata. Lei di questo regalo non ne sapeva niente…

  Ti sta bene. Un po' larga, forse… – dice, con aria tranquilla. Sorride appena.
  Ci… ci porto sempre sotto un'altra maglia, infatti… Oggi è la prima volta che la uso come pigiama… – dico, un po' a disagio. Annuisce.
Sento il battito del cuore nelle orecchie, ma cerco di stare calma.
  Volevo parlarti, – sorride. – Solo parlare. Giuro che non alzerò la voce.
Annuisco. Ci sediamo sul letto, una di fronte all'altra. Mia sorella prende un bel respiro.
  Volevo chiederti scusa per quello che è successo.
COSA?! Atsuko chiede scusa solo qualche giorno dopo la lite?! No, c'è qualcosa che non va.
  Io… Non so cosa mi è preso, ho avuto una reazione forse un po' esagerata. E' che ci sono rimasta male.
Ma no, non l'avevo notato!
  Da una parte me lo sarei aspettato che tra voi due finisse così, dall'altra ci sono rimasta male perché non l'avevo capito. Non c'erano segnali di un tuo interesse per lui oltre all'amicizia. O forse non li ho visti io. Mi sarei risparmiata un sacco di dolore.
Resto zitta, intreccio solo le dita con più forza. Atsuko si guarda intorno, a disagio.
  Quando mi hai dato la notizia, non ero proprio dell'umore adatto… – riprende dopo un po'. – Ero uscita con Mie; mi ha detto che gira voce che Maki si stia interessando a un'altra ragazza. E il fatto che non mi risponda più né ai messaggi né al telefono, o che non mi voglia incontrare, mi fa pensare che sia vero. E' dura. Non riesco a togliermi dalla testa quella sera al Vento di Mare. Ho visto la delusione negli occhi di Maki. E in quel momento ho capito… che non volevo vedere quello sguardo su di me. Volevo che continuasse a guardarmi come aveva fatto fino a quel momento… Ma è tardi per poter rimediare…
Atsuko si interrompe e si asciuga le lacrime.
  Poi arrivi tu con la notizia. Io sono contenta per te, anche se magari non ti è sembrato, – dice, facendo un sorriso timido. – E' che in quel momento ho pensato “Lei ha tutto e io non ho niente”. E ho… reagito male. Me la sono presa con te quando l'unica persona che dovrei incolpare è me stessa. In questi giorni in cui non ci sei stata mi sono fatta una bella ramanzina… e quindi adesso ti chiedo scusa per come mi sono comportata. Ho praticamente baciato il tuo ragazzo e guarda un po' che scenata ti ho fatto…
  Per quella storia non sono mai stata arrabbiata con te. Non farti venire sensi di colpa. Però non è vero che io e Hisashi abbiamo giocato sulle tempistiche della tua relazione con Maki. E' solo capitato. Ma capisco che l'equivoco c'è stato; l'avrei pensato anche io se fossi stata in te. Per questo ti ho lasciato sbollire.
Mia sorella annuisce.
  Anche se… in effetti forse dovresti stare tu con Hisashi, – dico poi, con aria pensierosa.
  Perché?!
  Avete lo stesso viziaccio. Ve la prendete con gli altri per qualcosa di cui siete responsabili solo voi. Lui se l'è presa con Miyagi per il ginocchio e tu te la sei presa con me per Maki! – rido.
  Ma sentila, che impertinente! – risponde, gettandomi un'occhiataccia. – Mi dispiace, ma ormai te lo sei preso e te lo tieni! – ride poi.
  E dai, tu ti prendi Hisashi e io mi prendo Maki! Ci stai? – sorrido.
  Non ci provare! – ride. – Maki piace a me!

 

  Akiko, sembri contenta, oggi!
  Si nota, eh, Yohei? – sorrido.
  Hai gli occhi che brillano! Sei contenta che torna Mitsui, vero?
  Sì, ma non solo!
  Si è risolta quella situazione?
Annuisco. Ancora non ci credo che ieri sera ho fatto pace con Atsuko. Yohei sorride, io riprendo a pulire i palloni, poi mi viene in mente una cosa.
  Senti, non ti ho mai detto grazie.
  Di cosa? Non ho fatto nulla.
  Sì, invece. Per la rissa.
Sembra non capire di cosa parlo. – Oh! – dice poi. – Quella rissa?
  Sì. Grazie per non aver incasinato Hisashi. Se non c'eravate voi a prendervi la colpa, lui non so dov'era…
Probabilmente buttato fuori da scuola, oppure… Non so, non voglio pensarci. Sicuramente non sarebbe stato più lo stesso. Sarebbe sprofondato ancora di più nell'essere teppista. Nemmeno io avrei potuto fare più nulla per lui.
Yohei sorride. – Sono contento che si sia ripreso. Era sprecato per fare il teppista. Come giocatore se la cava meglio.
  Non farti sentire da lui a dire certe cose! – rido.
  Ma tu dov'eri quel giorno?
  Avevo da fare a casa ed ero andata via subito dopo le lezioni… Hisashi sembrava tranquillo…. Non mi avevano detto che Miyagi era tornato a scuola, sennò sarei rimasta… Forse avrei potuto fare qualcosa…
Tranquilla. E' andata bene com'è andata. Mitsui è fortunato ad avere un'ami-- scusa, una ragazza come te.
Arrossisco. Nessuno mi aveva mai detto una cosa così gentile… e bella.
  Oh! – dice Yohei, girandosi. – Mi sa che sono arrivati!
  Hisashi! – grido. Poso la palla, mi alzo, prendo la canottiera e corro via.

 

 

Tra poco lo ammazzo, quel cretino di Sakuragi… Sono appena arrivato e già mi ha dato sui nervi, lui e le sue sparate! Ma dov'è Akiko? Ah, ci alleniamo alle due, domani… Bene, ho del tempo da passare con lei… Forse è il caso che parlo con Atsuko… Ci lasciano andare, quando sento la sua voce che mi chiama. Alzo la testa e la vedo correre verso di me. Ha addosso la mia canottiera. Allargo le braccia e lei mi salta al collo. La stringo forte, in silenzio.
  Come stai? – chiede, ancora abbracciata a me.
  Bene… Tu?
  Benissimo! – esclama, tirandosi indietro. – Ho fatto pace con Atsuko!
  Sul serio?! Splendido! – rispondo, e lei mi abbraccia di nuovo.
  Voi due! Sapete che certe cose non sono ammesse a scuola?!
Ci giriamo: Akagi!
  Scusa… – arrossisce Akiko. – Adesso scendo… – ma io non la metto giù.
  Hai fatto preoccupare Mitsui, eh, Hasegawa?Annuisce, imbarazzata.
  Gli hai praticamente servito sul piatto d'argento una scusa per non allenarsi!
  Cosa?! – scatto. – Non è vero, sono sempre venuto agli allenamenti!
Akiko e Akagi si guardano, poi ridono.
  Comunque stai bene? – si informa Akagi.
  Sì, – sorride lei. – Scusa se ti ho distratto questo fannullone!
  Fannullone a chi?!
  Sei perdonata. Non farlo più, però! – sorride Akagi, e se ne va.
  Non sono un fannullone!
Akiko scoppia a ridere. Mi mancava la sua risata, mi mancavano le sue battute… mi mancava lei.
  Bentornato, Hisashi!
  Sì sì, proprio una bella accoglienza… – mugugno. – Vieni qui… Ti faccio vedere io come dovevi accogliermi!
Avvicino il mio viso al suo e la bacio, poi la faccio scendere.

 

Torniamo a casa mia, devo lasciare il borsone e togliermi la divisa. Akiko sale con me in camera.
  Hai usato la mia camera, alla fine?
  Col mio amante? No, avevamo la scuola a disposizione.
  Ah ah, spiritosa.
Non mi piacciono affatto queste battutine sull'amante. Va bene se dice “Guarda quello che bel ragazzo”, ma niente battute sugli amanti. Mi metto una canottiera e un paio di jeans.
  Scherzavo! No, comunque non l'ho usata.
  Bene, – dico, chiudendo l'armadio. Mi avvicino a lei con aria minacciosa. – Vuol dire che recuperiamo subito.
  No… voglio uscire.
  Dopo… – dico, cominciando a baciarla. – Dopo usciamo quanto vuoi…
Così ci buttiamo sul letto, un po' ci baciamo, un po' parliamo e un po' ci prendiamo in giro. Per me parlare sul mio letto non è come parlare su una panchina o in un bar, e nemmeno come parlare in camera sua. Qui sono più me stesso…

 

 

Hisashi ha mantenuto la promessa. Dopo siamo usciti, e siamo anche andati a cena fuori. Il ristorante era ottimo; ci siamo rimpinzati come se non mangiassimo da un mese! Dopo cena siamo andati a fare una passeggiata, poi siamo andati al parco vicino casa. Hisashi si è seduto sull'altalena e io sono seduta sulle sue gambe, le braccia attorno al suo collo. Ci siamo baciati per un po', poi mi è venuta in mente una cosa.
Tra un po' facciamo quasi quattro settimane che stiamo assieme!
Eh già! – fa lui sorpreso.
Cavolo… e' già quasi un mese che ti sopporto, e mi sembra passato molto di più… Avanti così, dieci anni passano in un baleno!
Ehi ehi ehi! MI SOPPORTI da quasi un mese?!
Lo fisso. – No, scusa… – sorrido. – Hai ragione…
  Ah, volevo ben dire…!
  … ti sopporto da quasi sedici anni! Non so cos'è peggio…
  AKIKO! – sbraita, cominciando a farmi il solletico. – Rimangiati subito che mi sopporti! SUBITO!
  No! – rido, ma lui ha incrociato i piedi e sono incastrata, così sto subendo il solletico come mai prima d'ora. – NO! MAI!
  Fallo!
  NO! HISASHI, BASTA! TI PREGO!
  Fallo e ti lascio stare!
  Sì, ok, scusa! Me lo rimangio, ma basta! – rido.
Smette subito e mi abbraccia. Riprendo fiato e lo abbraccio anch'io. Mi sento scoppiare di felicità… non credevo che potessi mai arrivare a sentirmi così… Hisashi mi guarda negli occhi.
– Mi piaci da matti, Akiko.
  Pure tu! – sorrido. E' una frase seria da parte sua, e mi sento in imbarazzo. E poi non sono ancora abituata a sentirmi dire certe cose. Sorrido, e lo abbraccio.

 

  Forse è ora di rientrare…
  Nooo! – esclama, gettandomi le braccia al collo.
  Ehi, da quando fai i capricci?!
  Sei appena tornato e già vuoi andare a casa?!
  Tesoro, sono stanco… E comunque è l'una del mattino!
  Domani ti alleni alle due del pomeriggio, no?! Puoi dormire! Sei stato via una settimana subito dopo che ci siamo messi assieme!
  D'accordo, facciamo un altro giro…
  No! Facciamo l'alba! Eh?! Ti va?!
  L'alba?! Sì, poi ci vai tu ad allenarti!
  Dai! Dai!
Non l'ho mai vista così strana. Sembra che non voglia tornare a casa. Eppure con Atsuko ha detto che è tutto a posto… – E' tutto ok, Akiko? Stai bene?
  Sì… – dice, stupita. – Perché?
  Non so, sembri strana. Sicura che non hai nulla da dirmi…?
  Sì… E' solo che voglio recuperare un po' il tempo perduto! – sorride. E' il suo solito sorriso di quando sta bene. Vorrei farla anch'io l'alba con te, Akiko… Beh… forse oggi non possiamo… però…

  
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