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Autore: Titinina    22/06/2012    5 recensioni
Poche parole per cercare di spiegare un uomo. Un uomo che dice di essere disilluso, ma che in fondo ha fame di vita. Shot semplice, venuta per caso in una nuova notte insonne che cerca di spiegare l'anima di Ryo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Le urla del mondo erano forti, tanto da sembrar soggiogare tutto il resto.

Il male schiacciava.
Il dolore pressava.
La sofferenza dilaniava.
La tristezza lacerava.

E tutto questo era la costrizione del mondo, del suo mondo.

Ci viveva lui in quel mondo, la morte ne era quasi padrona, quasi il sollievo da quel mondo tetro. 

E lui era lo sposo perfetto della nera signora, lo accompagnava in ogni suo passo, come ad assecondare le sue scelte, vita o morte nelle sue mani.

Eppure lui non voleva quella compagna, di certo non lo ammetteva a se stesso, ma non desiderava essere il messaggero della morte. 

Ma quel mondo lo ingoiava e se voleva sopravvivere dove danzare con la morte, su quel filo del rasoio dove tutto era in gioco. 

Lui pensava che il suo mondo finisse con la canna della sua 357 magnum, che attraverso quella, prolungamento della sua anima ferita, la sua vita era completa, perché senza quella pistola lui non sarebbe stato in grado di dare un equilibrio al mondo nero, non sarebbe stato in grado di salvare chi in quel mondo ci era capitato per caso, e se lui non salvava almeno il minimo indispensabile, la morte avrebbe avuto altri messaggeri come lui.

E questo, lui, non lo poteva sopportare. Voleva almeno la certezza di non incontrare qualcuno con i suoi stessi occhi, quegli occhi di bambino strappato dall’infanzia in malo modo e costretto a combattere per sopravvivere, nessun bambino lo meritava. E per questo lui combatteva.

Lui dice di essere uno che sopravvive, che non guarda al futuro, che vive solo con la sua arma. 
Ma non sa quanto si sbaglia, perché lui combatte per la speranza.

E’ un uomo disilluso, forse perché non ha mai combattuto per la sua di speranza, perché ha paura del domani e allora ritiene che le sue mani, grandi e forti, siano solo delle semplici mani fatte unicamente con lo scopo di ferire e di giustiziare.

Vita e morte.
Morte e vita.
Più morte che vita per lui.

Perché nessuno riesce a scrutare i suoi occhi, perché la sua anima si è talmente rifugiata dietro ad un muro invalicabile che nessuno deve oltrepassare.

Non vuole assolutamente che nessuno lo oltrepassi. 

Non vuole lasciar trasparire la sua fragilità, le sue insicurezze.

Non vuole far vedere la sua umanità.

Non vuole credere che lui meriti di possedere la sua umanità.

E poi, un giorno, davanti a lui, una lacrima. 

Una lacrima dall’acqua salata.
Una lacrima, intrisa del più dolce dei tormenti.
Una lacrima, pregna dell’amore di una donna.
Una lacrima, piccola e che scivola sulla guancia di lei.
Una lacrima, non una lacrima qualsiasi, la lacrima di LEI.

Lei.
Lei che rimbalza nella tua testa.
Lei che non sembra adatta al tuo mondo nero.
Lei che è il contrario della tua sposa morte.
Lei che è vita. 
Lei che è speranza.
Lei che è gioia.
Lei che è luce.
Lei che è sorridere.
Lei che è umanità.
Lei che è amore.
Lei, che prova amore per te.

Per te che ti ritieni egoista, reietto, scarto.

E come fa una creatura così ad amare uno come te?
E tu glielo chiedi.
E lei ti dona quella lacrima, a te, che non hai mai pianto.
E quella lacrima, così dall’apparenza innocua, riesce a rompere il muro della tua anima, dove cercava di nascondersi.
E quelle tue mani, grandi e forti, si piegano a quella volontà di toccare la speranza, accarezzando quella guancia bagnata. 

Sai che lei sarà l’unica cosa per cui combattere e dare un senso alla tua vita. 

E la nera signora ti lascia come sposo. 

E ti ricongiungi alla vita, quella vita che ti sei sempre negato.

E assaporando quelle labbra rosse come il fuoco, rosse come il sangue che non credevi più di avere, saprai di essere rinato. 

Di avere di nuovo un mondo che vive di luce.

Una luce chiamata amore.

Un amore che ha per nome il suo.

Kaori. 
   
 
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