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Autore: kazuha89    22/06/2012    1 recensioni
Un pensiero nato dal nulla può passare inosservato come un erbaccia in un giardino. ma se ha radici profonde, può danneggiare le piante che un sentimento vero e ferrato ha cresciuto con amore. E nella mente di misaki, l'erbaccia di un pensiero ha già messo radici, un pensiero apparentemente innocente, ma se preso male, dannoso: io amo Usagi, ma ho avuto solo lui. come sarebbe amare..qualcun altro?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo ancora lo sgomento che provai, la notte in cui quel pensiero apparve per la prima volta nella mia mente.
Ricordo che ebbe su di me l’effetto di quando, nel silenzio più profondo, un forte rumore lo squarcia facendoti perdere dieci anni di vita in un colpo solo. Ecco, la sensazione era a grandi linee la stessa. Nel silenzio della mia mente addormentata, di punto in bianco il rumore di quel pensiero mi svegliò, facendomi sussultare.
Ricordo che erano le 04:30 di un lunedì,  perché l’istinto mi indusse a guardare l’ora, essendomi svegliato così bruscamente e al buio da essere decisamente confuso sul tempo e sullo spazio dove mi trovavo. Ricordo che realizzai che ero nel mio letto, che una fioca alba andava pian piano fiorendo fuori della finestra, ma che era ancora discretamente buio. Ma soprattutto ricordo un respiro contro il mio collo, la presa di un braccio sul mio addome, un profumo intenso di sciampo. Ricordo Usagi addormentato accanto a me..
Che paradosso .. avrei dovuto essere io quello appollaiato contro la sua spalla, essendo lui tre volte più grosso di me. Eppure, il ruolo della federa era mio da sempre. Eh beh mi pare ovvio.. il signorino ha sempre tenuto le redini di tutto, no?
Mi si corrucciò la fronte. Non mi era mai capitato di lamentarmi ( beh, almeno ad alta voce..)del fatto che Usagi fosse il boss in tutto quello che si faceva, però a volte mi capitava di sentire una leggera insofferenza.
Insomma, chi non la sentirebbe con uno che comanda in casa, comanda fuori, comanda sul lavoro e..comanda perfino a letto? Andiamo, alla lunga perfino a un santo partirebbe un filino la brocca!
Eppure io niente, mai un rimbecco. Memo per me: chiamare città del Vaticano per fare domanda di santificazione..
Beh, in fondo era ovvio il perché non rimbeccavo, a dirla tutta: perché mi andava bene, sennò perché altrimenti?
Io non avevo mai avuto un carattere abbastanza forte da imporre la mia parola ed essere capace di mantenerla. Se in rare occasioni capitava che riuscissi a farmi sentire, lo stress in seguito era talmente forte che finivo sempre per cedere e darla vinta agli altri. E dappertutto, questo: lavoro? Mai una volta che fossi riuscito a dire la mia senza poi ritrattare. Quando andiamo da qualche parte con Usagi? finisco sempre per far decidere a lui la meta. In casa? non prendo mai decisioni senza prima consultarlo, neanche quelle piccole e sceme come i pasti o il detersivo per il bucato. E infine per quanto riguarda la nostra relazione.. solo una volta ho provato a guidare io, e stavo per collassare per la troppa pressione..
No, uno con il mio carattere non si può certo lamentare, se il volante della sua vita lo tiene qualcun altro. E poi Usagi va bene come timoniere, anzi è il massimo. Comanderà lui, ma non ha mai, in tanto tempo che stiamo insieme, preso una decisione a mio minimo discapito, mai. Lui sceglie sempre ciò che è meglio per me, e questo mi fa stare bene, mi fa sentire speciale, amato..
Ricordo che anche quel giorno lo pensai, guardandolo dormire tenendomi stretto a sé: per lui ero importante, e lui lo era per me. Non mi serviva altro, se avevo Usagi con me.
Si, quello strano pensiero poteva tornare là da dove era venuto, per quanto mi riguardava, era solo un erbaccia, una malerba nel giardino dei miei pensieri: una volta estirpata, non avrebbe più dato disturbo.
Dopo questo, ricordo solo di essermi sentito meglio, rilassato. Poi, dato che non ricordo altro fino al mio risveglio, immagino che estirpata quella malefica erbaccia dai mie pensieri, mi sia riaddormentato.
“Eddai, lasciami!”
“No..”
“Usagi, brucio le uova se non mi lasci usare le braccia come si deve..”
“No..”
“Cosa, no? lo vedo quel bordino dorato, sull’albume? Ecco, se non mi lasci andare, diventerà nero, e le uova saranno bruciate!”
Usagi parve riflettere, il mento appoggiato alla mia spalla, le braccia strette ad avvolgermi, costringendomi a cucinare usando solo gli avambracci. Poi, senza preavviso, mi sollevò di peso.
“..No.” disse, con un sorrisetto sulle labbra.
“Ok,ok, va bene..ma lascia almeno che posi la padella. Non mi va di dover correre all’ospedale e dover spiegare come mai mi sono versato delle uova fritte e dell’olio bollente addosso!”
Questo vizio..il vizio di trattarmi come un bambolotto..che ricordi lo ha avuto sin dal primo giorno. Sempre stato così: che io stia cucinando, leggendo, facendomi la doccia o dormendo, se a lui saltava, mi veniva a prendere e di peso mi portava in giro per la casa. Non posso negare che all’inizio questa cosa era abbastanza irritante, visto che mi infondeva una profonda sensazione di inferiorità: insomma, sono una persona, o un giocattolo?
Però, con il tempo, ho iniziato a capire meglio la contorta mente di Usagi, e il significato di ogni suo gesto, e ho smesso di arrabbiarmi.
Usami Akihiko, come è meglio conosciuto Usagi fuori da queste mura, è uno scrittore affermato e famoso, ed è una persona che gode del rispetto di tanti, nel suo ambiente, ma allo stesso tempo incute timore e suggestione in altri, che comunque lo rispettano, ma solo per silente timore. Lui lo sa, ovviamente, e nei tempi in cui lo conoscevo poco, ero dell’idea che avesse creato lui stesso con le sue mani un clima simile, per impedire alla gente di varcare la soglia della sua vita.
Ma la realtà non ha tardato a saltare fuori per quello che era veramente. Usami Akihiko, come è meglio conosciuto Usagi fuori da queste mura, non è altri che una maschera. Si, perché Usagi, quello vero, varcata la porta di casa, cambia completamente, e l’ho potuto provare su pelle.
Non scorderò mai il giorno in cui mio fratello ci presentò, il giorno in cui per la prima volta gli occhi di Usagi incrociarono i miei. La mia vita, ai tempi, aveva si e no un senso logico, che però veniva spesso surclassato dalla monotonia. Insomma, la classica vita piatta da 18enne qualunque. Ma quel pomeriggio, un semplice rientro a casa anticipato, cambiò la mia vita dal bianco al nero.
Quel giorno, rincasando, vidi una scena che mancò un soffiò mi costasse l’ infarto.
Mio fratello maggiore, Takahiro, mio unico parente e unico membro della mia famiglia ad occuparsi di me, stava premuto contro il muro, con un energumeno addosso. Mi seccai lì sulla soglia. In seguito, mio fratello mi disse che Usagi, l’energumeno in discussione, altri non era che il suo migliore amico, e che aveva il vizio sin dalle medie di comportarsi così con lui, mosso da un profondo affetto nei suoi confronti. Mentre mio fratello parlava, però, io ero come ipnotizzato a guardare Usagi. Il suo cambiamento era allucinante.
Se meno di un minuto prima era la reincarnazione di una pelle d’orso abbandonata a peso morto addosso a Takahiro, ora se ne stava seduto come un gentiluomo fine e composto sul divano a fumare una sigaretta scrutandomi torvo, esaminandomi al millimetro come uno scanner, ed esprimendo sprezzanti opinioni su di me. Mi innervosiva da matti, questa cosa. Il suo sguardo era sprezzante, borioso, e i suoi modi e il tono erano in tinta. Dava l’idea di uno snob montato di testa. Mi era insopportabile, pochi preamboli.
Ma le sorprese erano appena iniziate.
Mio fratello infatti, appena “mister mondo” si levò dalle scatole, mi disse che aveva chiamato Usagi per parlare di me. I miei voti erano ai minimi storici, ed era periodo di maturità: se non avessi messo in piedi una formazione di voti degni di questo nome, la mia iscrizione all’università dei miei sogni era in pericolo di vita. Al che Takahiro era corso ai ripari, e aveva deciso di trovarmi un tutor, che mi aiutasse laddove le mie lacune erano più profonde, in modo da dare una scossetta al mio rendimento scolastico. Apparentemente accettai di buon grado, ma dentro mi sentì salire il vomito: io, studente..di quel damerino? Piuttosto bevo una pinta di candeggina!
Volente o nolente, però, Takahiro aveva il coltello dalla parte del manico. Usagi,saltò fuori, si era laureato in una rinomata facoltà di legge ed era arrivato primo del suo corso. Uno così era decisamente adatto a farmi da insegnante privato,  e quindi dovetti cedere. Così quel pomeriggio, con la madre di tutte le lune storte, mi diressi a casa di quel tronfio scrittore da strapazzo,pronto a scontare la mia pena.
Entrato in casa però, non lo trovai. In compenso, sul tavolino del salotto notai un biglietto, che diceva che il padrone di casa stava dormendo e di aspettare lì. Che accoglienza, ragazzi..
Nervoso, mi diedi al vagabondaggio per le stanze della casa,una più bella e fastosa dell’altra, tutte intrise del lusso e del buon gusto più frenato, finche con la coda dell’occhio, notai una pila di libri accanto al divano. Autore: Usami Akihiko. Wow, pargoli di mister mondo, dunque!
Incuriosito, mi avvicinai per prenderne uno, ma nell’istante in cui ci fui accanto, notai una seconda pila più piccola. A giudicare dallo stile della copertina l’autore era lo stesso, ma il nome era un altro. La mia curiosità ebbe la meglio: mollai il libro di Usagi, e presi il primo della pila più piccola. Un alter ego, eh? Vediamo un po che motivo hai di avere due nomi, mister mon..
Avvenne così all’improvviso che ebbe l’effetto di un gancio dentro nello stomaco. Era..un libro..yaoi!
Caspita..non ci potevo credere. Scriveva libri..gay? lui? Il dongiovanni latin lover? Che storia!
Mi misi a sedere, e apri cauto il volume. Mai letto niente di simile in vita mia. I dettagli, le atmosfere, i dialoghi..sembrava vita vera, tanto erano realistici e costruiti!
Mi venne un dubbio. E se fosse davvero vita vissuta? E se fosse..la sua vita?
Poi, un dettaglio mi colpì: il nome del protagonista:Akihiko!
No..Non poteva essere..E invece si, cavoli, era nero su bianco, Akihiko..
Oddio..centro! era davvero la sua vita.!  Lessi ancora..
Beh. sorprendente era dire poco. Mio fratello mi aveva parlato un po di Usagi, prima che mi recassi da lui. Mi aveva raccontato che aveva una fila di pretendenti lunga un’ autostrada e che era famoso per il suo charme e il suo saperci fare con le signore. Cavolo..mi chiedevo se le signore in questione sapessero di questo suo lato. No, era certezza che non lo sapessero, scherziamo?
E lì mi sorse un quesito: ma realmente, in quanti lo sapevano, di sta cosa? E mio fratello, lo sapeva?
No, ne ero certo, non sapeva nulla. Altrimenti sarebbe stato restio a farsi toccare in quel modo, poco ma sicuro. Magari non per disgusto, quello no, ma più che altro per principio. E comunque lo stesso Usagi, credo, non lo avrebbe fatto,  se cosciente che mio fratello sapeva.
Takahiro..mi chiesi che ne avrebbe pensato. Sentivo un certo non so che dentro di angustiante. E se lo avesse giudicato male? Mio fratello per me era dio in terra, ma non ci eravamo mai trovati a parlare di certi argomenti..
Posai lo sguardo sulla pagina del libro. Lessi. Takahiro..eh si Takahiro, si..no, un attimo..Takahiro?!
Riacquistai lucidità di pensiero,e rilessi bene. Era li, nero su bianco: Takahiro guardava Akihiko dormire e sorrideva..
..PREGO?!
Bastardo pidocchio pervertito..ha trasformato mio fratello  nel suo compagno di giochini spinti!
Chiusi il libro, in preda alla collera. La pietà che mi era nata nei suoi confronti, si disintegro nell’aria come una bolla di sapone. No, tutto ma questo no. Vuoi fare il gay in incognito? Padrone, ma giù le mani da mio fratello!
Furibondo, inforcai la scala che portava al piano di sopra, e con un calcio buttai giù la porta della sua camera da letto.
“Hei, tu, sveglia! stai bene a sentire, non tollero che svergogni mio fratello nei tuoi trucidi romanzetti, chiaro?”
La stanza era avvolta dal buio. Sagome dalla forma insolita andavano prendendo forma man mano le la luce filtrava attorno alla mia sagoma. Mi addentrai in quel buio, e la luce ebbe via libera per entrare.
Giocattoli. Di tutte le forme, di tutti i tipi, ovunque. E peluche. Grandi, medi e piccoli. Dappertutto.
Mi guardai intorno, sconcertato. Ma che era, un maniaco dei giocattoli?
Poi, con mia sorpresa, dall’enorme letto davanti a me, accanto a un enorme orso di peluche con un grosso fiocco al collo, emerse la sagoma di Usagi. Nella penombra visi i suoi occhi scrutarmi. Era insonnolito, ma decisamente arrabbiato. Deglutì, un po allarmato. Ma mi riscossi subito.
“Ah eccoti! Stai a sentire, tu puoi fare quello che ti pare con chi ti pare, ma lascia fuori mio fratello dalle tue..perversioni!”
Lo vidi incupirsi ancora di più. Il sonno gli era bello che passato. Ora era solo furia, quella nei suoi occhi. Usci paino dal letto, e dondolano venne verso di me,fissandomi. Ma io distolsi lo sguardo, e proseguì irrefrenabile.
“Fai quello che credi, ma non con Takahiro! Lo hai messo nel tuo libro, e non lo accetto! Fallo fare a chi ti pare, quello, ma non lo farai fare a lui, ok? Lui è ingenuo per natura, nemmeno sospetta che razza di mente malata tu abbia, e quindi non lascerò che tu ti approfitti di lui per maltrattarlo e fargli fare..quelle cose! Te lo ripeto, falle fare a chi vuoi, ma non a lui!”
Usagi sferrò un colpo allo stipite, a una trentina di centimetri dalla mia testa. Alzai lo sguardo. Mentre parlavo, lui mi si era avvicinato, e ora era in piedi, davanti a me, e mi aveva bloccato l’uscita. Il suo sguardo..era demoniaco.
“Chi ha detto una cosa simile?” mormorò. Usò un tono decisamente più basso del mio, ma aveva una nota così gelida, che mi paralizzò.
“Ecco..io..”
Oh maledizione, mi si erano congelate le corde vocali, o cosa? Non riuscivo più a parlare!
“Beh? Rispondi. Chi ha detto che voglio approfittare di lui, che lo voglio maltrattare?”
Il suo viso era sempre più accostato al mio, e ogni parola falciava l’aria come una lama.
Io, dal canto mio, boccheggiavo ed emettevo suoni indistinti.
“Per caso.. Te lo ha detto lui?”
Cosa?
“Lui..ti dice che lo maltratto, o che lo faccio sentire come tale?”
Controvoglia, mi decisi ad alzare lo sguardo e a guardarlo negli occhi. Sussultai. Era si e no un centimetro quello che divideva il suo naso dal mio, ma quello che più mi sconvolse fu la luce dei suoi occhi: era piena di collera, ma tra quella, vedevo distintamente una fioca fiamma di luce diversa. Era arrabbiato per quelle mie insinuazioni, ma.. avrei potuto giurare che, avesse anche un po di timore che fossero vere. Quella fiamma, nei suoi occhi..era paura?
“N..no, macché, lui non mi ha detto affatto che lo tratti male..”
Ok, diamo a Cesare quel che è di Cesare. Non volevo certo mettere in mezzo Takahiro con false insinuazioni. Takahiro diceva sempre che Usagi era adorabile, quindi avrei solo finito per passare io al torto, sparlando a vanvera, e di cose non vere, per giunta.
“Però..insisto perché tu non gli crei problemi!”
Ok, teniamoci saldi al succo della questione.
“Mio fratello dice che sei uno che attira le donne come gli orsi al miele,no? e allora vuoi dirmi che fa differenza con gli uomini? A mio modesto parere, credo di no! col tuo aspetto e il suo fare da gentleman, sono certo che non avrai problemi a trovare qualcuno che faccia quelle cose. Va bene qualsiasi uomo, ma non mio fratello, per piacere..”
Bene, ciò che pensavo lo avevo detto. Non avevo fatto più l’errore di insultarlo o cose simili. In fondo, non aveva effettivamente fatto o voluto far del male a mio fratello, quindi non era il caso di partire alla carica.
Usagi mi guardò fisso, come stupito. Io sospirai. Senza aggiungere altro, mi voltai per andarmene, ma accadde l’impensabile. Sentì una presa salda al polso, e un attimo dopo, Usagi, con la forza di un cavallo da tiro, mi trascinò dentro la sua stanza..
“Cosa sai, tu, poi..” mormorò cupo.
Mi spinse sul suo letto,e  mi costrinse a sdraiarmi. Oh dio..
“Cosa sai tu di me, eh? Cosa sai tu di me e Takahiro, per sentenziare, eh?
Mi si sdraiò sopra, bloccandomi le mani. Oh dio,non riuscivo a muovermi, ne a muovere lui..
“Mi hai stufato, ragazzino. Bene, dicevi poco fa? Ah si, col mio aspetto, posso prendere un uomo a caso per le mie cose, basta che non sia Takahiro, giusto? Bene, prenderò..Te!
Grr..quello che accadde dopo ancora oggi mi fa irritare non poco, me ne frego di quello che è successo. Io, in quel momento, mai avrei pensato che un giorni sarei finito per vivere con lui, per amarlo, addirittura. In quel momento io non ero innamorato di lui. Usagi, in quel momento mi aveva umiliato, ferito..profanato!
“Beh, che stai pensando? Sei tutto imbronciato..”
Lo guardai. Sorseggiava il caffè beato come una pasqua. Grr, a ripensare al suo scherzetto, mi viene voglia
di prenderlo a sediate..
“Niente..” rispondo mesto. Usagi mi guardò stupefatto.
“Beh? Che maniere sono? Sei arrabbiato per qualcosa? A me lo puoi dire, non occorre arruffare il pelo come i gatti..”
“Io mi arruffo quanto voglio, e non devo certo rendere conto a te!”
Mi sedetti a gambe incrociare sul divano davanti a lui, sbuffando. Uffa, era a dir poco incoerente da parte mia scaldarmi per una cosa successa un secolo prima. Però io ero il re dell’incoerenza da sempre, quindi..
“Uh, questa si che è bella. Ah santo cielo..”
Posò calmo la tazza sul tavolino, mi alzò dal suo divano e mi venne vicino. Senza tante cerimonie, mi disincrociò le gambe, mi prese di peso e mi sedette in braccio a lui, posando la mia testa sula sua spalla.
“Che ha che non va il mio Misaki, eh?” mormorò passandomi le dita tra i capelli.
..Ma porca miseria!
“Che fai, la mammina, adesso? Vuoi darmi anche il biberon? Non ho niente, e sei pregato di non trattarmi come un poppante, grazie!
Ecco, questo intendevo! Non mi trattava mai da persona adulta. Sempre lì che mi prendeva in braccio, mi aiutava a vestirmi, mi faceva il bagno..un bambolotto vivente!
Lui mi osservò, calmo.
“Ogni volta che ti metti in quella posizione con quel tuo broncetto contrariato, io so che poco ma sicuro gatta ci cova. E se tu sei contrariato, lo dovresti aver capito ormai, io mi preoccupo e mi sento contrariato a mia volta. Succede così..quando si ama una persona.”
Mi irrigidì. Maledetto, li conosci bene i miei punti molli, eh? Sai cosa devi fare con me, se vuoi farmi sputare il rospo..
Eh si, ovvio che li conosci, che mi credevo? In fondo tu conosci i miei..e io i tuoi.
“Uff..ma non ho niente, tranquillo..”
Olè, fatto, fritto e panato. Già sentivo l’irritazione scemare..
“No? sicuro?”
Sbuffai. Ora a mente lucida, mi sentivo un cretino. Povero Usagi, se gli avessi detto che ero arrabbiato perché mi era venuto in mente che un trilione di anni prima mi aveva giocato quel brutto tiro, si sarebbe depresso. Lui odiava farmi stare male, lo sapevo. E poi io, a essere corretti, quel giorno, me l’ero cercata col lanternino..
“Misaki..che succede?”
Mi lasciai affondare  col viso nella sua spalla, deciso a sprofondarci come gli struzzi nella sabbia. Che emerito imbecille ero..
“Niente, sono scemo, null’altro..”
Usagi mi tirò subito fuori la faccia.
“Ah si? E perché, sentiamo!” Disse, mesto.
Ah, vero, me lo ero scordato, accidenti. Che cosa ero andato a dire, ora non si finiva più..
Usagi, sin dalla notte dei tempi, captava la gente con brutte intenzioni su di me nel raggio di un miglio, anche solo se si azzardavano a formularli nelle loro teste, i brutti pensieri, li beccava. Era peggio di un mastino.
Aveva un indole iperprotettiva allucinante nei miei confronti, diventava una belva se si azzardavano anche solo a guardarmi storto. Nessuno, sul pianeta, poteva permettersi niente di cattivo su di me.. incluso il sottoscritto.
“Perché si, fidati..” tentai di sviare. Ma sapevo pure troppo bene che, se non lo avevano scambiato gli alieni la notte prima, Il mio solito Usagi non avrebbe lasciata correre neanche morto e sepolto.
“No, tu ora ti cuci qui alla mia spalla finché non mi dici perché diavolo pensi di essere scemo!”
Eccolo, entra in scena il mastino, si salvi chi può..
“Ma no, dai, lascia fare. E solo che stavo pensando a una cosa che mi e stata fatta e che mi ha fatto arrabbiare tipo ai tempi di Napoleone Bonaparte, e mi sono irritato di nuovo al pensiero. Ma è da scemi incavolarsi di nuovo, perché da allora è passato un oceano di acqua, sotto i ponti. Ergo, io sono scemo. Capito?”
Ok, se mi andava bene, forse riuscivo a passarla liscia..
Usagi parve soppesare le mie parole una ad una, prima di decidere il da farsi. Che pignolo..
“Mh.. beh se era davvero una cosa davvero brutta, magari è normale che ti faccia ancora arrabbiare anche se è passato del tempo. Dimmi che cos’era, deciderò io se sei scemo o no.”
Ma..ma è un genio del male! Come accidenti ha fatto? Mi ha fregato alla grande. Dio, quest’uomo mi ama a tal punto da diventare machiavellico, pur di difendermi. Nessun dubbio, sono un imbecille. No, il re degli imbecilli, il loro capo fondatore..
“Ma..ma no, è una cosa stupida..”
“Dimmela.” Insistette.
Ma uffa, lasciami annegare nella mia imbecillità in pace almeno quando me lo merito, per cortesia!
“Usagi, lascia stare. E poi non ho nemmeno il diritto di arrabbiarmi per quella cosa, visto che me ciò che mi è stato fatto me lo sono andata a cercare, quindi..”
Sentì le sue dita stringersi attorno al mio fianco. Oh dio, ma allora volevo proprio che lo sapesse il mondo che ero imbecille!
“Meritato? E chi è che avrebbe deciso che meritavi ti venisse fatto qualcosa, sono curioso..”
Curioso? Io la chiamerei sete di sangue, non curiosità, quella bella luce omicida che brilla nei tuoi occhi..
“Ma nessuno,dai..”
Ok, arrenditi dignitosamente, ameba! Tanto sei fregato, lo sai benissimo..
“Misaki..”
Basta, sta per esplodere, arrenditi! Hai fatto la cazzata? Prendine atto e subisci le conseguente!
“Misaki..”
Oddio, ma non avevo un fegato, stamattina? Dove accidenti era finito? Oddio..
“Misaki..”
“Tu! Lo hai deciso tu, va bene?
Mi guardò sbalordito, scioccato a morte. Mostro..sono un mostro!
“I..io? e quando ti avrei fatto qualcosa di sgradevole, io?
Era allucinato. Vedevo e sentivo le rotelline e gli ingranaggi lavorare febbrili nella sua testa. E dire che lo sapevo, bene, maledetto me. Usagi non odiava a caso le persone che avanzavano ipotesi di pensieri cattivi al mio indirizzo. Le odiava perché al mondo, Usagi aveva a cuore solo una cosa: io.
In precedenza era Takahiro il sole nel suo cielo, ma poi ero subentrato io, e da allora mi aveva trattato a mo’ di aria da respirare, una fonte di vita. Era successo la stessa sera di quel..beh incidente di percorso.
Dopo essersi..vendicato, diciamo, aveva deciso di darmi delle giustificazioni al fatto di mettere mio fratello nei suoi romanzi porno-rosa gay.
Mi disse che si, era effettivamente innamorato di mio fratello, ed erano anni che stava così. Ma ci tenne ad precisare che mai, mai avrebbe rivelato questi suoi sentimenti. Primo, perché perfettamente conscio di non essere ricambiato. Secondo, per pura paura di perdere Takahiro. Non lo biasimai, a essere franco. Al mondo, per quanto le nostre menti siano avanti su molte cose, rimangono indietro per molte altre. Le persone vengono ancora oggi giudicate per delle frivolezze prive di reale significato, pure che siano davvero valenti del loro campo e nelle loro faccende. Usagi mi disse che aveva creato appunto per questo un alter ego. Se fosse uscita la notizia della sua omosessualità, la sua carriera e il suo amatissimo lavoro si sarebbero distrutte, e dato che scrivere era la sua unica passione ed era anche bravissimo, non voleva rischiare.
Mi si spezzò il cuore, ad ascoltare quelle parole, uscite da una bocca situata al centro della più sconsolata e depressa espressione che avessi mai visto. La vita di Usami  Akihiko descrittami da mio fratello..era una menzogna. Usami Akihiko, anzi Usagi, e la sua vera anima..non le conosceva anima viva.
Iniziai a frequentare quella casa molto spesso, in seguito, per via delle mie lezioni, e mi capitò quindi di passare molto tempo con Usagi. Era un elemento davvero singolare. Severo e implacabile, non aveva pietà per me, e mi incitava a dare il massimo in tutti i miei compiti e materie. Poi, chiusi i libri, diventava amabile  gentile. Era sempre un piacere starlo a sentire, però, in entrambi i casi. Era di una cultura vastissima, il suo linguaggio era chiaro e fluente, e i suoi modi..mi incantavano ogni volta.
E più io lo frequentavo, più mi chiedevo perché..perchè il mondo doveva essere cosi meschino? Io di certo non ero di quella parrocchia, ma reputavo Usagi un uomo assolutamente straordinario, e mi bruciava che una stupida cosa come la sua sessualità potesse comprometterlo agli occhi delle persone là fuori. Insomma, anche dopo quel tiro bieco, io non lo vedevo come un problema, anzi, sentivo che se fosse stato necessario, avrei difeso a spada tratta Usagi da chiunque venisse armato di male intenzioni dirette al suo indirizzo, senza remore alcuna. Una bella persona come lui viveva male..per degli stupidi pregiudizi! Non lo riuscivo a tollerare, mi infastidiva da morire..
Qualche tempo dopo, ebbi un ulteriore prova del dolore con cui quella meravigliosa creatura conviveva.
Mio fratello compiva gli anni, e io e Usagi organizzammo un piccolo party a sorpresa.  Ma la sorpresa venne da Takahiro, che rincasò portando con sé anche la sua ragazza. Fu una cosa che capitò in un istante. Alla sola vista di quella donna, mi prese un morso allo stomaco.
No..Usagi..la ragazza di takahiro..starà male, se la vede..non deve essere..non voglio..non lo permetto..
Ma con mia grande sorpresa, Usagi gestì la situazione con una maestria e una tranquillità che mi sconcertò. Era davvero così innamorato di mio fratello..da tacitare il suo cuore che, ero certo, in quel momento stava urlando in preda all’agonia?
Mio fratello, ignaro, osservò Usagi stringere elegantemente la mano alla sua ragazza, mentre io ero calmo di fuori, e tremavo di dentro. Poi, però, Takahiro sganciò la bomba nucleare, e lì non ci fu scampo per nessuno: Disse che aveva deciso..di sposare la sua fidanzata.
Mi voltai. Usagi era di pietra, spiazzato completamente. Io mi sentì morire per lui. Avevo voglia di vomitare: Dio, che dolore atroce deve sentire..no..non è giusto, cazzo!
“Che..che meraviglia, Takahiro..”
Lo sentì rispondere, e fui preso dalla disperazione. Che tono gentile, aveva usato..No, Usagi,no..
Impazzì. Biascicai che volevo bere dello champagne, e dissi che sarei andato al negozio. Mio fratello mi disse che non me lo avrebbero venduto, essendo minorenne, ma prima che potesse dire altro, io afferrai la mano di Usagi e me lo portai via. Via da quella casa, via da quel dolore..
Dopo qualche minuto di camminata frenetica, crollai davanti ad un lampione, e mi abbandonai alle lacrime. Ero devastato dalla tristezza. Non potevo sopportarlo, era un’infamia! Perché..chi aveva deciso tutto questo..Usagi..
“Perché fai così, piccolo Misaki?”
Mi voltai. Usagi era apparentemente sereno, e mi osservava. Che dolcezza, quello sguardo..
“Non..potevo..era..troppo..crudele!” boccheggiai, soffocato dai singhiozzi. “Tu lo ami, e lui fa questo..non..non  è giusto! Ho desiderato..ho desiderato di picchiarlo, giuro! Tu..tu non ti meriti di soffrire, Usagi!non voglio..non lo permetto,no!”
Ricordo come fosse ora quel mio pianto incessante, il male che sentivo dentro, come se quel torto l’avessi subito io in prima persona. E ricordo come fosse ora, la reazione di Usagi. Mi disse che ero un piagnone, e io rimbeccai che lo sapevo, ma che mi era impossibile smettere una volta che iniziavo a piangere. E lì, sotto la luce di quel lampione, Usagi trovò la soluzione per fermare le mie lacrime: per la prima volta, mi diede un bacio.
Fu la sensazione più strana e inaspettatamente piacevole mai provata in vita mia. Avevo già baciato, prima d’ora, ma non così. C’era qualcosa, in quel sapore, in quel tocco, in quel calore, di assolutamente unico nel suo genere. Mi sentivo un panetto di burro su un terrazzo estivo. Quelle mani.. quelle braccia..quelle labbra.. mi drogarono completamente, e persi il senso del mondo.
Poi dal nulla, una voce filtrò come un fantasma leggero in quel mio oblio.
“Ecco, hai smesso, visto?”
Mi aveva lasciato andare, ma era relativo. La mia mente vagava ancora per i suoi meandri. Ed era meraviglioso, come non lo era mai stato niente ai miei occhi.
Da quella notte, una per una, curai ogni ferita nel cuore di Usagi, e colmai ogni vuoto. Vedevo rifiorire quell’uomo fantastico tra le mie mani come un germoglio, e ben presto fu di nuovo la splendida pianta in fiore che volevo e che doveva essere. Era felice, forse davvero felice per la prima volta nella sua vita, e dava tutti i meriti a me. Io ero diventato il suo tesoro più grande, la ragione della sua vita, la metà della sua mela. Ma se lui era felice, io ero euforico. La felicità che provavo a vedere dissipate le ombre nei suoi occhi, le rughe sul suo viso era impagabile, mi sentivo completo. Ben presto, le nostre emozioni furono una: se io soffrivo, lui lo faceva di riflesso. Se ero felice, lui sorrideva estatico. Se mi arrabbiavo, lui si incupiva. Come ora.
Lo guardai. Era ancora lì in attesa di una risposta. Decisi di confessare, maledicendomi per la mia stupidità.
“La prima volta che sono venuto a casa tua. Quello che mi hai fatto dopo che ti ho urlato dietro di non infilare Takahiro nei tuoi romanzi..rosa, ecco. Quello che hai fatto.. per punire la mia linguaccia. Tutto qui..visto, è una cavolata, sono scemo!”
Mi accoccolai tra le sue braccia, remissivo e pentito. Oh Usagi perdono, perdono, perdono..
Lui rimase zitto per un po. Poi mi sollevò il mento e mi baciò. Uffa, ma perché fai così, sgridami, accidenti a te! Non me la far fare sempre franca..
“Misaki, io ti amo. Non so cosa succederebbe se dovessi perderti o se venissimo separati. Probabilmente metterei fine ai mie giorni, dato che essi hanno una ragione solo nella tua presenza la mio fianco. La mia vita è come un giardino, dove tu sei la pianta più bella, la più preziosa, guai se qualcuno si azzarda a torcerti anche solo mentalmente un capello, scorrerebbe il sangue..”
Oh dio Usagi.. perdono, perdono, perdono..
“Ma quella volta, però, mi hai fatto girare le palle di brutto, e ti sei meritato quello che è successo, e non hai nessun diritto di mettere bronci, né allora, né ora, né fra un altro secolo..E adesso, vediamo di sfrigolare qualcosa, che muoio di fame!”
Detto questo, mi fece slittare di nuovo sul divano, e si diresse allegro e fischiettante in cucina.
Oh Usagi..vendetta,vendetta,vendetta!!!!
  
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