22/06/2012
2 recensioniMetodo di studio
“Ah! Mi arrendo!”
Gli occhi smeraldini di Maka sbucarono da dietro il grosso libro che stava leggendo per poter scorgere la figura della sua Buki piegata sul tavolino, con il torace pressato sulla superfice lucida e le mani che spettinavano più di quanto non lo fossero già i capelli argentei del ragazzo.
“Soul, se lo ripeti ogni cinque minuti non finirai mai.” Cercò di convincerlo la Meister con un tono di rimprovero.
Gli occhi sconsolati di Soul si posarono su di lei: “ E che cavolo, per te è facile dirlo! Sei la prima della classe!!”
“Lo sono perché studio!!”
“Ah! Ma chi studia! Studiare non è per niente fico!”
La ragazza sospirò, chiuse delicatamente il libro e assunse un’espressione rilassata e concentrata abbassando lentamente le palpebre: “Makaaaa…”
Mentre Soul cercava di rialzarsi per recuperare una posizione retta la Maestra scattò dal divano dove era comodamente seduta e portò rapidamente il libro sopra il compagno: “…chop!!”
Nel preciso istante in cui lei pronunciò quella parola il bordo del volume sbatté violentemente contro il cranio del ragazzo che si riaccasciò dolorante sulla superfice di legno: “M-ma perché?!”
Lei lo ignorò: “Sarà più fico rimanere in mutande!” Commentò con un tono di indifferenza riaprendo il libro e riadagiandosi sul divano.
Soul la guardò poi sospirò per nascondere l’imbarazzo e raddrizzò la schiena posando le mani sulle ginocchia: fissò per un po' il libro davanti a lui come se l'oggetto gli potesse raccontare ciò che c’era scritto dentro.
“Ma non è colpa mia!” Si lamentò poi rivolgendo uno sguardo stufo alla compagna.
Lei sospirò riabbassando il librone: “Senti, perché non provi prima a leggere e poi fai gli esercizi?” Propose lei.
Lui sbuffò ma avvicinò lo sguardo al libro mentre la sua Meister si riconcentrava sulla sua lettura.
Dopo non più di tre minuti la Buki si alzò dirigendosi verso la porta della cucina.
“Dove vai?!” Lo interruppe Maka
Lui si voltò con fare annoiato: “Ho fame.”
Lei chiuse definitivamente il libro e si diresse anche lei verso la porta: “Senti, tu rimani a studiare, ci penso io.”
Soul mormorò qualche insulto ma sapeva benissimo che non erano ammesse repliche.
Dopo lo spettacolo per niente cool che si era verificato durante l’ esame precedente Maka aveva deciso che lo avrebbe tenuto sotto controllo per il compito che si sarebbe svolto da lì a breve e lui non sapeva se la cosa gli facesse piacere o meno: certo, era irritante il fatto che lei fosse lì a costringerlo a studiare, ma almeno gli dedicava un po’ della sua attenzione no?
Soul si ringinocchiò davanti a quel noioso libro che aveva imparato ad odiare e con titubanza sporse lo sguardo per iniziare a leggere le lettere stampate :
L’armonia tra l’anima del Maestro e quella della sua arma è spesso un elemento sottovalutato e ritenuto scontato ma vi sono vari fattori che vanno ad influire quell’equilibro perfetto che deve essere creato.
Per evitare intoppi sia il Maestro che l’Arma…
Soul portò le mani indietro e spostò il peso su di loro per poi osservare il soffitto: ma che gliene fregava di tutta quella roba? In fondo tutto quello che avevano fatto lui e Maka non era certo stato grazie ad uno stupido libro no? Quel cavolo di testo scolastico non gli avrebbe mai insegnato come proteggere la sua Maka! Lui avrebbe dato la sua vita per lei, tenerla al sicuro e a lui bastava… a che gli serviva il resto?
Un lieve sospiro lo scosse. Spostò lo sguardo verso l’entrata della cucina e vide Maka con un vassoio in mano che lo fissava.
Lui si riportò annoiatamente in avanti e puntò lo sguardo sulle pagine senza però prestare attenzione a ciò che vi era scritto.
“Sei proprio un caso disperato eh?” commentò la ragazza posando il vassoio con il tè e la torta sul tavolino.
Lui afferrò una fetta di dolce e la addentò nervosamente senza incrociare lo sguardo della sua Meister.
Lei sospirò ancora e alla fine si inginocchiò vicino a lui: “Che ne dici di provare a leggere ad alta voce? Aiuta a mantenere la concentrazione.”
Lui posò gli occhi su di lei: la vide sorridere e il cuore gli si sciolse nel petto.
Ma perché lei gli faceva quest’effetto?
Distolse rapidamente lo sguardo e obbedì con una certa timidezza che, era sicuro, non lo mostrasse affatto fico.
Prese il libro tra le mani e iniziò con un certo imbarazzo a leggere il paragrafo:
“L’armonia tra l’anima del Maestro e quella della sua arma è spesso un elemento sottovalutato e ritenuto scontato ma vi sono vari fattori che vanno ad influire quell’equilibro perfetto che deve essere creato.
Per evitare intoppi sia il Maestro che l’Arma devono cercare di non…”
Continuò a leggere finché non comparvero a fine pagina i soliti esercizi per verificare la comprensione.
Trattenne un attimo il respiro portando lo sguardo sugli occhi verdi di lei che sorrise: “Allora, ti sembra di aver capito qualcosa?”
Lui annuì istintivamente: in effetti era vero, qualcosa nella mente gli si era fissato… ma non sapeva se sarebbe bastato per avere almeno la sufficienza.
“Ok, adesso… perché non provi a fare gli esercizi?” Propose Maka indicando la consegna del numero uno.
Se fosse stato qualcun altro a dirglielo Soul avrebbe sbuffato, si sarebbe alzato commentando quanto poco fico fosse fare gli esercizi e se ne sarebbe andato.
Ma non era una persona qualunque a fare quella proposta, era Maka. La sua Maka che stava sprecando il suo tempo solo per lui.
La osservò mentre con l’indice seguiva le indicazioni dell’esercizio: sarebbe stata un’insegnante fantastica. Non una professoressa per studenti ormai grandi… ma un’insegnante dolce e paziente che sapeva prendere con tenerezza i bambini capricciosi.
Era davvero bellissima.
In quel momento non avrebbe voluto essere in nessun altro luogo e fare nessun’altra cosa. A lui bastava che ci fosse lei.
“Ok. Dai forza, prova a farli.” Lo incitò Maka riportandolo alla realtà.
“Ah! Cosa? Sì… sì subito.”
Lo sguardo di Soul tornò nuovamente sul libro e la penna gli si appoggiò al labbro; sorrise quando gli esercizi gli vennero con facilità: il primo, il secondo , il terzo e il quarto tutto ok ma nel quinto si ingarbugliò in ragionamenti che non esistevano né in cielo né in terra.
“Ragiona, è molto più semplice di quello che credi.” Lo rassicurò la sua Maka aiutandolo a ragionare, ed aveva ragione.
Soul aveva ancora tre capitoli da studiare, ma non prese male la notizia visto che, sinceramente, non gli era affatto dispiaciuto quel metodo di studio.
Ad un certo punto Maka iniziò ad avere sonno e si distese sul divano con il volto rivolto verso Soul che leggeva a pochi centimetri da lei; ogni tanto lui si fermava a farle delle domande perché non capiva e lei rispondeva anche se certe volte interrotta da qualche sbadiglio, ma non si abbandonò al sonno per non lasciare da solo Soul.
La proteggeva sempre… per quanto poco potesse fare volveva anche lei fare qualcosa per lui, e fargli prendere un buon voto era già l’inizio no?
Sorrise nel vederlo scrivere e correggersi da solo, lo giudicò quasi tenero… quasi.
Ma lui era il suo Soul, e per quanto spavaldo e irritante potesse essere lei lo adorava e non lo avrebbe cambiato per nulla al mondo.
Quando finalmente Soul ebbe finito anche l’ultimo esercizio e posò la penna trionfante Maka si era addormentata.
Lui si era incantato a guardarla: era bellissima… gli sembrava un cucciolo, un cucciolo che lui avrebbe protetto per sempre.
Si avvicinò a lei e le baciò con delicatezza la guancia facendo attenzione a non svegliarla: “Grazie Maka.” Sussurrò.
Poi, senza titubanza e con uno sbadiglio appoggiò la testa accanto alla sua per addormentarsi lì così, in ginocchio accanto a lei.
Ed eccomi qui con la mia seconda fanfiction su Soul Eater e con la mia adorata coppia Soul/Maka :) Prossiamente vedrò di scrivere qualcosa di un po' più impegnativo coinvolgendo un po' tutti i personaggi ma per il momento ho ancora un'altra storiella riguardo a questa coppia ;) Ringrazio già da subito coloro che leggeranno questa fanfiction e sopratutto le persone che hanno recensito Sweet Night o che comunque l'hanno letta e apprezzata: mi avete reso davvero felice grazie :)